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Franco Di Mare: “Ho il mesotelioma, un tumore molto...
Franco Di Mare: “Ho il mesotelioma, un tumore molto cattivo”
La rivelazione del giornalista a 'Che tempo che fa': "Non voglio fossilizzarmi attorno all'idea di morte, l'arbitro non ha ancora fischiato la fine"
"Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo". Franco Di Mare, giornalista della Rai, a 'Che tempo che fa' parla a Fabio Fazio della sua malattia. "Questo tubicino che mi corre sul viso è un legato a un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. E' un cancro legato alla presenza di amianto nell'aria", dice. "Si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto e senza saperlo. Una fibra di amianto è 6.000 volte più piccola e più leggera di un capello. Ha un tempo di conservazione lunghissima, può restare in attesa fino a 30 anni e quando si manifesta spesso è troppo tardi. Le speranze però non finiscono, la ricerca va avanti", aggiunge.
"La vita finisce quando l'arbitro fischia, ancora non l'ha fatto"
"Non è vero che domani non ci saranno possibilità, ma al momento no. Io stasera sono qui a festeggiare l'idea che ci sia una soluzione che ancora non si è scoperta ma che probabilmente verrà scoperta. Non bisogna buttarsi giù e si può andare avanti con ragionevoli speranze che ci sia una soluzione e che non sia cosi lontana", aggiunge Di Mare. "Ho avuto una vita bellissima. Le memorie che ho sono piene di vita. Non voglio fossilizzarmi attorno all'idea di morte. Mi voglio legare all'idea che c'è la vita. Quello che mi dispiace tanto è scoprirlo solo adesso. Non è ancora tardi". "Non è ancora tardi perché -aggiunge -, come diceva Boskov la partita finisce quando arbitro fischia. Il mio arbitro non ha fischiato ancora".
"Questo tubicino che mi corre sul viso è un tubicino legato ad un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. Mi sono preso il Mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto… pic.twitter.com/41Wz7WoNRT
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) April 28, 2024
Esteri
Rafah, fonti Usa: “Israele ha ammassato abbastanza...
Dirigenti dell'amministrazione americana alla Cnn: anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà
Israele ha ammassato alla periferia di Rafah un numero sufficiente di soldati per lanciare nei prossimi giorni un'invasione su larga scala della città del sud della Striscia di Gaza, anche se non è chiaro se in effetti l'operazione ci sarà. Lo hanno detto alla Cnn due fonti dell'amministrazione americana, una delle quali ha sottolineato che Israele non ha ancora fatto i preparativi adeguati necessari in vista di una possibile evacuazione di oltre un milione di persone da Rafah.
Quasi 360.000 persone sono fuggite da Rafah, da quando l'esercito israeliano ha emesso i primi ordini di evacuazione una settimana fa, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite. “Non c'è nessun posto dove andare. Non c'è sicurezza senza un #ceasefire (cessate il fuoco)", ha scritto l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) su X.
Caccia israeliano intercetta drone proveniente da est
Un caccia dell'Idf ha intercettato un drone diretto verso Israele proveniente da est. A darne notizia sono state le forze armate israeliane, precisando che il drone non è entrato nello spazio aereo del paese.
Due droni e un missile antinave lanciati dagli Houthi dello Yemen sul Mar Rosso sono invece stati abbattuti dalle forze americane, ha riferito il Centcom, secondo cui non si registrano né danni né feriti tra le forze degli Stati Uniti, della coalizione e sulle navi mercantili in navigazione nell'area. Il Comando centrale americano, su X, ribadisce che l'intervento si è reso necessario a causa della "minaccia imminente" rappresentata dall'attacco degli Houthi.
Attacco contro veicolo Onu a Rafah, Hamas accusa Israele
Più tardi, un portavoce delle Nazioni Unite ha dichiarato che uno dei dipendenti dell'organizzazione mondiale è stato ucciso nella Striscia di Gaza dopo che un'auto è stata colpita da un incendio. Si tratta del primo dipendente straniero delle Nazioni Unite ucciso a Gaza, ha dichiarato il portavoce. Un altro dipendente delle Nazioni Unite è rimasto ferito nell'incidente. La nazionalità e il sesso delle vittime non sono stati inizialmente resi noti.
L'auto in cui i dipendenti si stavano recando in ospedale era chiaramente contrassegnata come veicolo delle Nazioni Unite, ha detto il portavoce. In totale, dall'inizio della guerra di Gaza sono stati uccisi quasi 200 dipendenti delle Nazioni Unite, finora tutti palestinesi.
Hamas ha accusato Israele per l'attacco: "Israele ha ucciso due cittadini stranieri (un uomo e una donna) che viaggiavano in un veicolo delle Nazioni Unite con una bandiera e segni di identificazione dell'Onu", ha dichiarato Hamas in una nota nella quale ha indicato che Israele e Stati Uniti "hanno la piena responsabilità" per i danni riportati dai "team stranieri" di soccorso a Gaza e per i "crimini di guerra" commessi nell'enclave.
Casa Bianca: "Israele deve fare di più, ma a Gaza non è genocidio"
"Noi crediamo che Israele possa e debba fare di più per proteggere la vita di civili innocenti, non crediamo che quello che sta succedendo a Gaza sia un genocidio", ha affermato dal canto suo il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, durante un briefing in cui ha ricostruito per punti la posizione dell'amministrazione Biden sul conflitto a Gaza, ricordando che gli Stati Uniti hanno "fermamente e pubblicamente respinto" le accuse di genocidio.
Sullivan ha ricordato che la guerra è iniziata a causa degli attacchi del 7 ottobre di Hamas, "gruppo terroristico che ha come obiettivo di distruggere Israele", e che gli israeliani hanno un "peso insolito e senza precedenti in questa guerra, perché Hamas usa ospedali, scuole e altre infrastrutture civili per usi militari ed ha costruito tunnel sotto aree civili, mettondo così in civili in mezzo al fuoco".
Questo non toglie a Israele "la responsabilità di fare tutto il possibile per proteggere civili innocenti", ha detto ancora Sullivan sottolineando che per i civili palestinesi "questa guerra è un inferno, il livello di morte e trauma che stanno subendo è inimmaginabile, la loro pena e sofferenza sono immense, nessun civile dovrebbe subirle. Il presidente - ha concluso - ha questo nei suoi pensieri ogni giorno".
Nel criticare la scelta strategica di Israele di attaccare Rafah, Sullivan ha poi ricordato che i militari israeliani sono già entrati a Gaza City ed altri centri della Striscia "e si sono visti sempre i terroristi uscire dalle macerie perché secondo noi non c'è integrazione sufficiente tra piano militare e piano politico".
"Siamo preoccupati per questo - ha aggiunto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, che più volte nel corso del briefing ha ribadito il "ferreo" sostegno di Washington all'alleato israeliano - abbiamo sollevato queste preoccupazioni, non con rancore, ma perché vogliamo vedere guerra concludersi con successo, vogliamo vedere Hamas sconfitta, vogliamo vedere i suoi leader consegnati alla giustizia".
Ultima ora
Santo del giorno, oggi 14 maggio si celebra San Mattia...
Eusebio di Cesarea lo considera uno dei settantadue discepoli del Signore
Eusebio di Cesarea lo considera uno dei settantadue discepoli del Signore. E’ certo che dopo l’Ascensione, Pietro, trovandosi nel Cenacolo con gli apostoli, Maria e altri credenti, in numero di circa 120 persone, propone di riportare a dodici il numero degli apostoli, come era stato per volere del Maestro, scegliendo tra i presenti uno che fosse stato con Gesù fin dall’inizio. La comunità presenta due candidati: Giuseppe detto il Giusto e Mattia. Dopo una breve preghiera si tira a sorte e questa cade su Mattia.
Fu ucciso a Sebastopoli dopo essere stato decapitato, e le sue reliquie, molto venerate, si conservano, parte a Treviri nella Germania e parte in Santa Maria Maggiore a Roma. Altri autori lo vogliono martire in Etiopia, oppure in Palestina dove sarebbe stato lapidato come nemico della legge mosaica
Esteri
Eurovision 2024 e bandiera Ue vietata, Commissione chiede...
Schinas: questa decisione ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi"
Il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas ha inviato ai vertici della European Broadcasting Union, che organizza il concorso canoro Eurovision, una lettera in cui chiede spiegazioni per la decisione di vietare l'esposizione della bandiera Ue nella Malmoe Arena, la struttura che ha ospitato la gara, in Svezia.
La lettera di Bruxelles
"In qualità di vicepresidente della Commissione Europea responsabile, tra le altre cose, della cultura politica - scrive Schinas - ho appreso con rammarico della politica applicata dall’Ebu quest’anno vietare ai partecipanti di sventolare la bandiera dell'Ue durante la finale dell'Eurovision Song Contest". Questa decisione, prosegue Schinas, ha "gettato un’ombra su quella che dovrebbe essere un’occasione gioiosa per i popoli in tutta Europa e nel mondo per riunirsi, per festeggiare. A meno di un mese dalle elezioni europee e in tempi di turbolenza geopolitica, mentre l’Ue viene presa di mira da attori malvagi e autoritari, la decisione dell’Ebu ha contribuito a screditare un simbolo che unisce tutti gli europei. Ciò è tanto più vero se confrontato con i Giochi Olimpici di Parigi 2024, dove l’Ioc ha consentito l’esposizione delle bandiere dell’Ue in tutte le sedi e nelle cerimonie di premiazione".
"L'incoerenza nella posizione dell'Ebu ha portato me e molti milioni di telespettatori a chiederci cosa e chi rappresenta l'Eurovision Song Contest. Vi chiedo di spiegare le ragioni di questa decisione e di chiarirne la responsabilità. Per parte mia, mi aspetto di vedere i valori di pace, tolleranza e inclusività ricevere maggiore deferenza in futuro", conclude.