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Sinner promosso anche sugli sci, Vonn: “Jannik ha...
Sinner promosso anche sugli sci, Vonn: “Jannik ha molto talento”
La fuoriclasse statunitense loda l'azzurro del tennis
"Come è stato sciare con Sinner? È stato divertente. Lui è veramente un bravo sciatore". Lindsey Vonn, leggenda dello sci statunitense, promuove a pieni voti la versione 'invernale' di Jannik Sinner. La stella azzurra del tennis e l'ex fuoriclasse delle piste, infatti, in passato si sono cimentati insieme sulla neve. "E' così alto, non sapevo come sarebbe stato, anche se lui gareggiava quando era junior e quindi più basso. E’ molto coordinato e ha molto talento e scia molto bene, sono rimasta colpita", dice Vonn. "Se aveva chance? Ha scelto lo sport giusto", aggiunge sorridente la Vonn in una intervista con un gruppo ristretto di testate italiane tra cui l'Adnkronos, in occasione dei Laureus Awards che si sono svolti a Madrid.
Vonn risponde anche sulla stagione dello sci appena conclusa. Si parla delle azzurre di oggi e di quelle di ieri. "Deborah Compagnoni e Sofia Goggia? Sono persone completamente diverse. Mi piace Deborah. E lei è stata una grande ispirazione per me quando stavo crescendo. Ma non ha gareggiato in velocità. Goggia è una discesista. È una mentalità diversa. I caratteri sono diversi", dice.
"Sono le due italiane con più vittorie? Sofia la supererà, io sono una sua fan. Ma io ho gareggiato anche nei campionati del mondo nella città natale di Deborah, Santa Catarina. Rispetto molto Deborah ma sono amica di Sofia. E’ una domanda difficile. Ma Sofia ha ancora più tempo nella sua carriera. E quindi credo sorpasserà quel numero", aggiunge l'americana.
Inevitabile un confronto tra Goggia e Federica Brignone: "Anche loro sono molto diverse, hanno stili differenti, e penso Federica abbia un tocco migliore sulla neve nelle discipline tecniche" con la capacità "di fare sia il gigante che il Superg. È una combinazione molto difficile. Ha sciato molto bene quest'anno. Ma sono totalmente diverse. Una cosa che amo, quando guardo Sofia, è che il suo sciare è emozionante. Come spettatrice, non solo come amica, è molto divertente guardarla, sia che perda o che vinca. Non è così diversa da me. E' un po' pazza come me. Forse è per questo che siamo amiche. Federica è una sciatrice molto brava e mi piace guardarla. Ma Sofia è diversa, è la più divertente da guardare nella Coppa del Mondo", dice ancora.
La Goggia è una che rischia sempre. "Lei e' così. Come me. Serve una personalità diversa per vincere in discesa. E per vincere molto in discesa. E quindi, non direi che dovrebbe cambiare, perché magari non vincerebbe come fa ora. Tutto ciò che so - conclude la campionessa statunitense - è che a lei piace gareggiare e che dovrebbe continuare a farlo, perché è quello che le piace".
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Gp Miami, Verstappen conquista pole Sprint e Leclerc secondo
L'olandese parte davanti a tutti nella mini-gara di sabato
Max Verstappen conquista la pole per la gara sprint in programma domani come antipasto del Gp di Miami che si corre domenica 5 maggio. Il pilota olandese della Red Bull, campione del mondo e leader del mondiale, è il più veloce nelle qualifiche (1'27''641) precedendo la Ferrari del monegasco Charles Leclerc, che riscatta il flop nelle prove libere, chiuse con un testacoda.
Terza posizione per la Red Bull del messicano Sergio Perez, affiancato in griglia dalla RB dell'australiano Daniel Ricciardo. In terza fila, con il quinto tempo, la Ferrari dello spagnolo Carlos Sainz. Accanto a lui, in sesta posizione, la McLaren dell'australiano Oscar Piastri.
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Torino-Bologna 0-0, Motta fallisce il sorpasso alla Juve
I rossoblu salgono a 64 punti e perdono la chance di superare i bianconeri
Pareggio 0-0 tra Torino e Bologna per la partita valida per la 35esima giornata del campionato di serie A all'Olimpico Grande Torino. Con questo pareggio il Bologna di Thiago Motta - che secondo i rumors di mercato pare destinato alla Juventus - sale a 64 ma fallisce il sorpasso proprio ai danni della formazione bianconera, terza con 65 e impegnata domenica contro la Roma allo stadio Olimpico. Il Torino resta al decimo posto con 47 punti.
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Susanna Erbstein: “a 75 anni da tragedia Superga mio...
Parla la figlia dell'allenatore della squadra di calcio vittima della tragedia aerea del 4 maggio 1949: "finalmente avrà il suo nome 'scolpito' allo stadio Filadelfia'
"Anche mio padre, artefice del Grande Torino, avrà il posto che merita con i giocatori della sua squadra allo stadio Filadelfia. Ci sarà anche il suo nome 'scolpito' in uno dei pennoni accanto a quelli dei suoi ragazzi. Una battaglia che ho sempre combattuto e che ho vinto solo oggi, a 75 anni dalla tragedia di Superga". A parlare all'Adnkronos è Susanna Egri Erbstein, 97 anni, danzatrice, regista, coreografa, fondatrice e direttrice artistica della compagnia EgriBiancoDanza, figlia di Ernst Egri Erbstein, allenatore e direttore tecnico del Torino all'epoca della tragedia di Superga, il 4 maggio 1949, quando l'aereo con tutta la squadra del Toro, di ritorno da una trasferta amichevole a Lisbona contro il Benfica, si schiantò contro la Basilica di Superga.
"Finalmente il 3 maggio 'il condottiero degli immortali' ritornerà tra i suoi ragazzi - prosegue l'energica Susanna Egri in una pausa della sua classe quotidiana di danza- Insieme hanno dato vita ad una squadra invincibile e il destino ha voluto che morissero insieme. La Juventus era la squadra degli Agnelli, dei ricchi, il Torino rappresentava il popolo, vinsero 5 campionati di calcio. Un uomo colto, appassionato, mio padre, oltre ad essere un grande tecnico, un umanista. Aveva forgiato la squadra del Torino a sua immagine e somiglianza. Il simbolo di una comunità che era riuscita ad alzare la testa dopo i disastri della guerra, portatrice di valori profondi - aggiunge- quelli che del resto insegnava anche a me e mia sorella: la correttezza, il fair play, non rispondere mai alle provocazioni, combattere le ingiustizie, la violenza".
"Ricordo che mio padre - prosegue - ci raccontava di una partita contro l'Atalanta vinta dal Torino per 10 a 0. Esultavano i giocatori, esultavano gli spalti, poche parole da parte di mio padre dinanzi a quella gioia incontenibile, 'mai umiliare l'avversario, basta sconfiggerlo".
Un uomo grande, coraggioso, Ernst Egri Erbstein, ha vissuto il dramma della guerra, il timore delle deportazioni ('lui agnostico e non praticante, ma di famiglia ebrea"), l'umiliazione della cacciata dall'Italia. "Non ho mai dimenticato - racconta Susanna Egri - la cacciata dalla scuola, le peregrinazioni in Italia e in Europa, l'Olanda, la Germania nazista, finalmente l'Ungheria per sfuggire all'esilio forzato. Una situazione, per me bambina, insopportabile, incomprensibile. Mio padre era la nostra roccia, sapevo che accanto a lui non sarebbe mai potuto accadere nulla. Poi la scomparsa a Superga. Un dolore indicibile, più forte della guerra, delle persecuzioni".
Dei funerali solenni della squadra del Torino Susanna Egri ricorda "la folla immensa, il dolore inenarrabile, lo stato di incoscienza e lei che a 22 anni era stata costretta a diventare il capo famiglia. Appresi la notizia su un treno, stavo raggiungendo Parigi per una 'scrittura' importante - racconta -. Mio padre, nonostante siano passati 75 anni dalla scomparsa, è sempre accanto a me. Bambina, nel nostro 'esilio' ungherese mi incoraggiava ad andare avanti, a studiare, a non mollare per raggiungere traguardi. ''La guerra, mi diceva, sarebbe finita'. Mi ha dato la forza di voltare pagina e non abdicare alla mia passione"
"Mio padre era un vero umanista, come più volte è stato sottolineato anche dalla stampa, un educatore, un maestro che sapeva trasmettere 'sapere' ai suoi ragazzi, per lui non erano importanti i singoli, ma ogni calciatore doveva contribuire al bene e alla vittoria del gruppo. E' il testamento spirituale che mi ha lasciato mio padre. E' quello che insegno da oltre 80 anni ai miei giovani danzatori. Mai arrendersi, ma continuare a trasmettere e acquisire sapere anche alla mia età, 97 primavere lo scorso febbraio".