Capello: “Yamal? Sarà un crack ma non è un genio come Messi”
"I geni sono Pelé, Maradona e Messi. Non Cristiano Ronaldo..."
"Lamine Yamal? Ho visto Messi al Trofeo Gamper quando aveva 16 anni e dopo 20 minuti di partita mi sono avvicinato a Rijkaard e gli ho detto se me lo avrebbe lasciato per un anno alla Juve. Mi sono accorto subito della genialità di Messi, perché la differenza tra un fuoriclasse e un giocatore molto forte sta lì, nella genialità. Lamine ha tanta qualità, ma non è un genio. Sarà un crack e sono contento di averlo visto dal vivo nel Clásico al Bernabeu. I geni però sono Pelé, Maradona e Messi. Non pensavano, facevano cose". Lo ha detto l'ex tecnico di Milan, Juve e Roma Fabio Capello parlando del talento 16enne del Barcellona in occasione di Laureus Awards di Madrid. Tra questi 'geni' Capello non inserisce neanche Cr7. "Cristiano Ronaldo è un grandissimo giocatore che ha vinto tanti titoli e il Pallone d’oro, però come dicevo prima non è geniale come lo è stato Messi. Quando mi chiedono dei due io scelgo sempre Messi. Ronaldo è un gran goleador, tira e fa di tutto, però non è un genio, è molto semplice. Discorso diverso per Ronaldo il Fenomeno".
L'ex tecnico ha poi parlato di Bellingham, nuova stella del Real Madrid: "Per me è una sorpresa che un giocatore inglese abbia avuto un impatto così velocemente nel Real Madrid"- E Kylian Mbappè? "E' un giocatore unico che in un momento può fare la differenza. È top top player. È molto veloce ed è difficile da fermare in ogni momento". Poi parole di elogio per Zinedine Zidane. "Avrebbe potuto giocare tranquillamente anche oggi ed essere uno dei leader, la tecnica che aveva poteva farlo essere un leader nella Liga e nel mondo anche nel calcio di oggi".
Secondo Capello "il calcio è cambiato molto negli ultimi 10 anni ma la differenza la fanno sempre i giocatori, ora la cosa più importante è in questo momento la leadership dell’allenatore e avere un leader nello spogliatoio. Non è una cosa nuova ma sono sempre i giocatori che fanno la differenza avendo fiducia nell’allenatore, solo così si possono vincere titoli. Il Madrid con il City lo abbiamo visto difendersi con questo spirito, tattica e pressing. Ora il Madrid gioca un calcio verticale e ha qualità di giocare negli ultimi 30 metri, grazie ad Ancelotti. Al Napoli dicevano che non aveva più la qualità e la voglia di vincere, lo stesso all’Everton, poi arriva al Real ed è il migliore del mondo. Ieri dal vivo ho visto questo spirito nella squadra. L’allenatore è uno contro 40. Il tecnico quando cambia i giocatori lo fa perché pensa di vincere, non lo fa per fare dispetto a qualcuno", ha aggiunto Capello che bacchetta la Liga spagnola: "Mi ha sorpreso che non abbia la goal-line technology", riferendosi al gol fantasma del Barca nel Clasico.
Sport
As Roma, la lunga estate dei Friedkin: Everton, ipotesi...
La possibilità di un disimpegno resta sul tavolo, nonostante gli investimenti fatti sul mercato
Una lunga estate quella della As Roma e dei suoi proprietari, Dan e Ryan Friedkin. Con alcuni passaggi che hanno modificato, rispetto alle intenzioni e ai piani iniziali, il percorso della società. L'Adnkronos lo ricostruisce incrociando diverse fonti: dalla trattativa per l'acquisizione dell'Everton, all'ipotesi di cessione di una quota o della maggioranza della società, fino al caso De Rossi e a tutte le conseguenze sulla gestione sportiva. Con una domanda che aleggia: cosa vogliono fare ora della Roma i Friedkin?
Per provare a capire una serie di scelte che possono sembrare solo una confusa sequenza di ripensamenti è indispensabile però riavvolgere il nastro all'esonero di José Mourinho. E' a gennaio del 2024 che matura la decisione della proprietà di cambiare strada. Non solo perché sceglie di prenderne una impopolare, il divorzio dall'allenatore più carismatico della storia della Roma, ma perché si fa questo passo nella prospettiva di cambiare la natura dell'investimento nella società. Nonostante siano stati raggiunti alcuni risultati, sul campo con la vittoria della Conference League e la finale di Europa League e nel coinvolgimento della piazza con lo stadio sempre esaurito e un rilancio pieno del 'romanismo', i Friedkin sono insoddisfatti. E' un'insoddisfazione che viene dal campo, il gioco che non soddisfa e i risultati altalenanti in campionato, ma è soprattutto un'insoddisfazione industriale: senza Champions League i ricavi non bastano e senza stadio l'intera operazione Roma rischia di diventare un buco nero.
Via Mourinho e dentro Daniele De Rossi, l'unico uomo capace di tenere una piazza che ha bisogno di metabolizzare un passaggio complicato. Si punta a chiudere la stagione con il miglior risultato possibile e si utilizzano i mesi che mancano fino a maggio per valutare le reali potenzialità di un allenatore che non ha esperienza nel ruolo ma che rappresenta una certezza identitaria per tutti, o quasi, i romanisti.
Intanto, però, i Friedkin iniziano a guardarsi intorno con più attenzione sul piano finanziario. Gli advisor, ne lavorano diversi in questa fase intorno alla Roma, propongono più opzioni. Una diventa con il passare delle settimane più concreta di altre. Prevede, in estrema sintesi, l'acquisto dell'Everton, la seconda società di Liverpool, lo sbarco in Premier League e un progressivo ridimensionamento dell'impegno sulla Roma. C'è pronta l'offerta del Public Investment Fund (Pif) dell’Arabia Saudita . Come in tutte le operazioni del genere, tutto ruota intorno al prezzo giusto. Si ragiona sia sulla cessione della società, ma serve più di un miliardo di euro per far quadrare i conti, sia sulla cessione di una quota nell'ottica di lavorare sull'asse Roma-Liverpool (e Cannes, altra squadra controllata dal gruppo) con le spalle coperte da un socio di minoranza e con più liquidità a disposizione.
Mentre tutto questo si muove, e con il silenzio che resta il marchio di fabbrica della proprietà, a Trigoria c'è una totale impasse. Lo stesso contratto di Daniele De Rossi già annunciato prima del ritorno dei quarti di finale di Europa League, a metà aprile, viene ufficializzato solo il 25 giugno, a pochi giorni dal raduno per il ritiro estivo. Il passo è comunque significativo. Il contratto è triennale, a cifre importanti, e sembra il segnale di una progettualità ritrovata. I Friedkin immaginano per la Roma un nuovo corso, con un respiro diverso e hanno l'intenzione di cambiare anche la natura degli investimenti, anche grazie all'uscita dai vincoli imposti dall'Uefa. Si può costruire acquistando giocatori giovani, e di prospettiva, senza ricorrere più a calciatori a parametro zero. Il disegno è chiaro e coerente. Più investimenti sui cartellini a fronte di una riduzione del monte ingaggi, più valore alla rosa e risultati da consolidare in tre anni. In questa fase sono ancora in piedi le diverse opzioni sul piano finanziario.
Un momento di svolta è il 19 luglio. E' il giorno in cui viene dichiarata ufficialmente saltata la trattativa per l'acquisizione dell'Everton: "Dopo un periodo di trattativa in esclusiva, le discussioni tra Blue Heaven Holdings e The Friedkin Group su una potenziale vendita di una quota di maggioranza nell’Everton si sono concluse e The Friedkin Group non procederà con l’acquisto del Club". Lo scenario cambia ancora. Si pensa che i Friedkin vogliano tornare a concentrare i loro sforzi solo sulla Roma.
Senza l'Everton, anche se potrebbero esserci ancora sviluppi in vista, ma sempre con gli arabi alla finestra, la società affronta il mercato e continua la sua metamorfosi. I Friedkin investono, e tanto, ma lo fanno con una serie di frizioni con la guida tecnica che hanno scelto. I rapporti tra la Ceo Lina Souloukou e Daniele De Rossi si complicano soprattutto quando le scelte gestionali entrano in conflitto con le esigenze del campo. I casi di Paulo Dybala e Nicola Zalewski, diversi per proporzioni, cifra tecnica e ricadute ambientali, hanno la stessa matrice. Quanto pesa la voce della Ceo, che è quella della proprietà, e quanto pesa quella dell'allenatore? Fino a che punto il progetto industriale può funzionare senza le garanzie tecniche?
A questo punto, e siamo agli ultimi giorni, entrano in gioco direttamente Dan e Ryan Friedkin. Già prima di arrivare in Italia, quando danno il via libera alla Ceo di iniziare a sondare profili che possano sostituire De Rossi. Poi, ci sono le ore trascorse a Roma. Quelle che servono per ascoltare le parti e prendere una decisione che avevano già preso. Il progetto triennale con De Rossi non c'è più, svanisce dietro una svolta a cui contribuiscono una indole 'padronale' e un calcolo che, un'altra volta, sembra avere poco a che fare con il campo.
Ora, è tutto profondamente diverso. Non c'è solo un nuovo allenatore, Ivan Juric, che deve ripartire da capo. I Friedkin hanno fatto una scelta che va oltre l'esonero di un allenatore e che va anche oltre l'esonero di un grande allenatore come José Mourinho. Hanno bruscamente interrotto una relazione profonda. Rompere in questo modo il legame con Daniele De Rossi vuol dire anche rompere la connessione con una tifoseria e una città. Le prossime settimane diranno se i proprietari americani della Roma avranno solo clamorosamente sottovalutato le conseguenze di una scelta sbagliata, per molti versi irreversibile, o se avranno fatto il primo passo verso quel disimpegno che già da qualche mese hanno messo in conto. (Di Fabio Insenga)
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McLaren, arriva l”ordine’: ala posteriore va...
La Fia chiede modifiche all'alettone che si piega
La McLaren deve modificare la propria ala posteriore. La Federazione internazionale dell'automobile (Fia) chiede al team di cambiare il design dell'ala dopo i sospetti di irregolarità alimentati anche da alcuni video negli ultimi giorni. La flessibilità dell'ala posteriore, evidenzia Autosport, è stata documentata da alcuni video realizzati durante il Gp dell'Azerbaigian vinto da Oscar Piastri.
In sostanza, la McLaren sarebbe in grado di procurarsi un vantaggio anche senza attivare il Drs, il dispositivo che migliora la performance aerodinamica delle monoposto. La scuderia, che comanda il Mondiale costruttori, dovrà intervenire per evitare che l'elemento superiore dell'ala si pieghi come è accaduto sinora..
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Fantacalcio, 5 nomi (1 Mantra) per la 5a giornata di Serie A
I consigli per il Fantacalcio della 5a giornata di Serie A
Torna la Serie A e di conseguenza anche il Fantacalcio. Ecco i consigliati, 1 per reparto + 1 nome spendibile per il Fantacalcio Mantra.
Portiere - Carnesecchi: Molto meglio la fase difensiva contro l'Arsenal, ci sono chance per provare a restare imbattuto nel posticipo col Como.
Difensore - Gosens: Di fatto un attaccante aggiunto, lo si trova spesso in area vicino a Kean e non solo sui piazzati. Fisicità straripante per vincere il duello con Lazzari su quella corsia.
Centrocampista - Maldini: Pericolo costante e fonte di occasioni create, che siano assist o conclusioni da fuori. Il Bologna ha preso 5 gol in 2 trasferte: occhio.
Attaccante - Krstovic: Primo per big chance fallite ma anche per tiri in porta in tutta la Serie A. Dato emblematico visto che gioca in casa, da rigorista, contro un Parma perforato già 7 volte in 4 gare.
- Nome Mantra - Oristanio (W/T/A): Vuole sbloccarsi e vista la sua spiccata duttilità risulta una possibilità concreta per chi utilizza moduli con trequarti ampie. Puntateci.