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Iran, arrivano i caccia russi: Su-35 a Teheran nei prossimi...
Iran, arrivano i caccia russi: Su-35 a Teheran nei prossimi giorni
In arrivo la prima fornitura dei 24 Sukhoi acquistati a novembre
L'Iran riceverà la prima fornitura di caccia russi di ultima generazione Sukhoi SU-35 nei prossimi giorni. A riferirne sono i media iraniani. Secondo il sito web del quotidiano Etemad, l'Iran ha acquistato i caccia a novembre. Non sono stati diffusi ulteriori dettagli, ma secondo notizie non ufficiali si tratterebbe di un totale di 24 nuovi caccia da combattimento.
Il 17 aprile scorso, l'Iran minacciava di reagire con una risposta "potente e feroce" al minimo atto di aggressione sul proprio suolo da parte di Israele. A dichiararlo, mentre si susseguivano ancora notizie su tempi e portata di una rappresaglia dello Stato Ebraico all'attacco iraniano, era stato il presidente Ebrahim Raisi. E, subito dopo, il comandante dell'Aeronautica militare iraniana, il generale Hamid Vahedi, aveva assicurato come il Paese fosse pronto a colpire gli obiettivi, in modo particolare con altri jet russi, i Sukhoi Su-24. Secondo le dichiarazioni riportate dall'Irna, non sarebbero infatti pronti solo i bombardieri tattici supersonici di fabbricazione russa, ma anche altri caccia. Ora, quindi, la notizia sui SU-35.
Il missile israeliano che elude i sistemi radar
Ma non ci sono solo le armi iraniane. Infatti, secondo quanto riporta il 'New York Times' che cita due fonti occidentali, uno dei missili lanciati due giorni fa da Israele contro le difese aeree del sito nucleare di Natanz aveva una tecnologia avanzata per eludere i sistemi radar iraniani. E due fonti del Paese hanno quindi confermato al quotidiano Usa di non aver rilevato le intrusioni nel proprio spazio aereo di droni, missili e o aerei.
Secondo il quotidiano americano, il caccia dal quale è stato lanciato dal missile era "lontano sia dallo spazio aereo israeliano che da quello iraniano" e non è neanche entrato nello spazio aereo giordano, in una mossa calcolata per tenere Amman lontana da una possibile rappresaglia, nonostante una settimana fa abbia partecipato all'azione di difesa dall'attacco iraniano contro Israele.
Scrive il New York Times che "l'uso da parte di Israele di droni lanciati dall'interno del territorio iraniano e il lancio di un missile che non può essere rilevato è destinato ad essere per Teheran un anticipo di quello che potrebbe essere un più grande attacco su vasta scala". Quello di venerdì, sottolinea il giornale, "è stato calibrato per fare in modo che l'Iran ci pensi due volte a lanciare in futuro un attacco diretto contro Israele".
Cronaca
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Esteri
Israele-Hamas, frenata sulla tregua. Idf a popolazione...
Negoziati sospesi fino a domani. La richiesta delle forze armate israeliane in vista della possibile operazione nel sud della Striscia: ai civili viene chiesto di spostarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis
Negoziati sospesi tra Israele e Hamas fino a domani, martedì 7 maggio. Al termine di una giornata di intensi negoziati per una tregua a Gaza, la delegazione di Hamas che era al Cairo per i colloqui ha consegnato la risposta del gruppo ai mediatori di Egitto e Qatar ed è partita alla volta di Doha per consultazioni interne al movimento. La delegazione sarà di nuovo nella capitale egiziana domani, riferisce il canale egiziano Al Qahera. A Doha anche il capo della Cia William Burns "per un incontro con il premier Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani" con l'obiettivo di parlare "dell'impegno per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza". Israele intanto blocca tutte le attività di Al Jazeera nel Paese.
Idf chiede a popolazione palestinese di lasciare zona est di Rafah in vista dell'offensiva
Intanto le forze armate israeliane hanno cominciato a chiedere alla popolazione palestinese presente nella zona di evacuare i quartieri della parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, vicini al confine israeliano, in vista della pianificata offensiva nell'area meridionale dell'enclave. A riportarlo è il 'Times of Israel', precisando che ai civili viene chiesto di spostarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis.
Proprio ieri il ministro della Difesa Yoav Gallant ha ribadito: "Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi". E "questo significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro". Nelle ore precedenti il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aveva avvertito che i danni di un'operazione militare israeliana a Rafah "andrebbero oltre l'accettabile" senza un piano per proteggere i civili palestinesi.
Netanyahu: "Israele non accetterà richieste Hamas"
Dal canto suo, in una dichiarazione video, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa" e il ritiro delle truppe delle Idf dalla Striscia. "Israele non può accettarlo - ha detto -. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese". "Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi", ha quindi ribadito Netanyahu, accusando Hamas di "rimanere trincerato nelle sue posizioni", mentre Israele si dice ancora aperto a un accordo.
Ottant'anni dopo la fine dell'Olocausto, Israele affronta di nuovo un nemico "spietato e brutale" che cerca la sua distruzione, ha poi detto Netanyahu nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione di Yom Hashoah a Yad Vashem. L'attacco di Hamas del 7 ottobre "non è stato un Olocausto non per l'assenza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità", afferma il premier israeliano insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione"dei nazisti di spazzare via il popolo ebraico. "Gli assassini di Hamas sono guidati dallo stesso identico obiettivo", insiste, sottolineando che, a differenza dell'Olocausto, oggi Israele "ha la forza per difendersi". Israele "completerà l'eliminazione delle capacità di Hamas" e libererà gli ostaggi, promette Netanyahu.
Le accuse di Hamas
Dal canto suo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti". Hamas vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio", ha detto Haniyeh