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Enrico Nigiotti: “Io come l’alimentare di...

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Enrico Nigiotti: “Io come l’alimentare di quartiere, nella musica sono libero”

L'artista si racconta in occasione dell'uscita del nuovo singolo 'Occhi grandi': "La puoi ballare, cantare o urlare. E' terapeutica"

Enrico Nigiotti:

Il nuovo singolo, il tour nei club, la nuova vita "da babbo" e l'approccio alla musica da "alimentare di quartiere": "quello che ti conosce, che ti vende il pane e ti chiede come stanno i tuoi figlioli". Enrico Nigiotti, si racconta in un'intervista all'Adnkronos, in occasione dell'uscita del nuovo singolo 'Occhi grandi', scritto insieme a Jvli, che ne ha curato anche la produzione con Enrico Brun. Un brano sincero che racconta l'amore così com'è, con tutte le sue verità, dal "sapore molto chitarristico e country". "Credo che sia uno dei brani più 'nigiotteschi'", scherza l'artista che inserisce il brano tra i suoi preferiti: "'Occhi Grandi', insieme a 'Nonno Hollywood', 'L'amore è', 'Tuo per sempre' e 'Ninna Nanna', è già nel mio cuore e spero che entri anche nel cuore degli altri". Nel suo moderno stile cantautorale, il brano racconta una storia d’amore attraverso una serie di immagini che descrivono stati d’animo, sensazioni e domande tutt'altro che scontate.

"I sentimenti, quelli forti, sia negativi che positivi, credo che siano sempre belli. Sembra una frase fatta, ma è la realtà. Per sentirsi vivi bisogna un po' tribolare", afferma l'artista, secondo il quale la canzone può essere cantata sia da una persona super innamorata che da una tristemente innamorata: "un urlo nel silenzio che diventa liberatorio. La puoi ballare, saltare, cantare a stile coro da stadio, o la puoi anche urlare in maniera frenetica e violenta per scacciare via i pensieri. E' una canzone terapeutica". E' un momento felice per l'artista che dopo i live di maggio sarà impegnato con il nuovo album, segnando il ritorno in Sony: "Enrico Brun è praticamente il sarto di tutte le mie canzoni più belle". A livello musicale "è un po' come sentirmi a casa", afferma Nigiotti che riflette anche sui cambiamenti che ha vissuto soprattutto in quest'ultimo anno, da quando è diventato padre di due gemelli, Maso e Duccio.

"Adesso vedo tante piccole sfumature, che prima erano impercettibili. Mi sento molto più sensibile rispetto a prima: è come se il mio vocabolario dei sentimenti e delle emozioni si fosse rinnovato", racconta l'artista. Un cambiamento che lo ha reso più consapevole e aperto alla bellezza e alla complessità della vita. "E' una cosa molto strana: è come se fosse una seconda adolescenza con tutti gli odori e i profumi ma con la maturità di una persona di 36 anni". Il nuovo singolo arriva dopo “ninnananna”, il brano dedicato ai figli, e “In punta di piedi”, con il quale Nigiotti ha inaugurato il 2024 e sull'uscita del nuovo album non c'è una data precisa: "So solo che dopo maggio entro in studio. Non voglio lavorare con delle scadenze. Voglio lavorare a delle canzoni che siano veramente importanti, per cui non mi voglio spremere come i limoni".

In totale controtendenza con l'attuale panorama musicale dove il mantra da seguire è sfornare un 'singolo dopo l'altro" ed essere sempre presenti sulla scena. "Io ho la fortuna o la sfortuna di non aver mai toccato il successo quello vero, quello che ti cambia tutto", afferma Nigiotti, secondo cui questo gli consente di essere "totalmente libero. Io non sono il grande supermercato ma piuttosto l'alimentari di Enzo e Enza, quello di quartiere che ti conosce e che insieme al pane ti chiede come stanno i tuoi figlioli". Ecco, "io sono questo. Non ho altre ambizioni se non quella di portare a termine una canzone che sia giusta per me". E sulle pressioni di un sistema che hanno portato alcuni artisti, come Sangiovanni, a dover prendere una pausa, Nigiotti commenta: "ci sta che ci si può sentire schiacciati. Il problema, però, non è solo nella musica, ma è nella cultura di oggi che ti impone di dover essere sempre tutto. Si perde tempo dietro a cose che non hanno valore".

Nigiotti, che ha partecipato sia ad Amici di Maria De Filippi all'età di 21 anni che a X Factor, quando ne aveva 30, si è soffermato anche sul mondo dei talent. "A 21 anni non ero assolutamente come i ragazzi di oggi che sono molto imprenditori di loro stessi, hanno già uno schema più manageriale che artistico. Io ero un bimbo con la chitarra ed ero più attento ai lati umani".

Il successo e la fama possano essere effimeri, la musica invece rimane. La possibilità di suonare in teatri, palazzetti o club è qualcosa che nessuno può togliere a un musicista. E dopo il grande successo delle tre anteprime esclusive portate a dicembre a Roma, Milano e Firenze, Nigiotti tornerà anche dal vivo, a maggio, con un tour acustico che toccherà i principali club italiani, nelle città di Roma, Bologna, Torino, Padova, Milano, Firenze e anche nella sua Livorno. "E' il mio primo giro nei club, vero e proprio. Ci tenevo ed è una roba molto emotiva. Sarò un po' il bimbo Kleenex", scherza l'artista che promette di forti emozioni in questi live molto intimi. (di Loredana Errico)

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Spettacolo

Parigi 2024, Céline Dion e Lady Gaga alla cerimonia di...

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Le due artiste avvistate nella capitale, potrebbero duettare sulle note di 'La vie en rose' di Edith Piaf

Lady Gaga e Céline Dion - Fotogramma

E' uno dei momenti più attesi delle Olimpiadi di Parigi e renderà la musica protagonista. La cerimonia di apertura dei Giochi, in programma stasera dalle 19.30 lungo la Senna, vedrà l'esibizione dal vivo di diversi artisti. Manca l'ufficialità ma nei giorni scorsi si sono rincorsi diversi rumor sull'esibizione di Lady Gaga e Céline Dion. Gli indizi, del resto, non mancano. Entrambe sono state avvistate a Parigi e Céline Dion ha pubblicato sui social delle fotografie che la ritraggono davanti alla Piramide del Louvre. "Ogni volta che torno a Parigi, mi ricordo che c'è ancora così tanta bellezza e gioia da sperimentare nel mondo - ha scritto la cantante canadese -. Amo Parigi e sono così felice di essere tornata".

Per l'artista si tratterebbe del gran ritorno sul palco dopo l'annuncio della malattia, la sindrome della persona rigida, una rara malattia neurologica che l'ha costretta ad abbandonare le scene. Il giornalista francese di Rmc, Thierry Moreau, ha rivelato su X che entrambe hanno fatto le prove per un duetto sulle note di 'La vie en rose' di Edith Piaf e che Céline Dion vestirà Dior. Ma l'attesa stasera è anche per i Gojira, la band metal francese più quotata al mondo, che secondo 'Le Parisien' dovrebbe esibirsi assieme al mezzo soprano Marina Viotti. Conosciuti e apprezzati tra il popolo dei metallari, i Gojira sono la band metal francese più popolare, sia in patria sia all'estero. Il gruppo si è formato nel 1996 a Bayonne con il nome Godzilla, poi ribattezzato Gojira, ed è composto dai fratelli Duplantier, Joe alla voce e alla chitarra e Mario alla batteria, Christian Andreu alla chitarra e Jean-Michel Labadie al basso.

Noti soprattutto per i loro testi legati a tematiche ambientaliste e al cambiamento climatico, sono tra i pochi gruppi che in breve tempo sono riusciti a emergere dai circoli di nicchia fino ad essere annoverati come la più importante band heavy metal degli anni 2010. Hanno all'attivo 7 album in studio, tra cui 'L'Enfant sauvage' (2012), 'Magma (2016) con i brani culto 'Stranded' e 'Silvera' e 'Fortitude', pubblicato nel 2021, che li ha consacrati a livello internazionale. Nel 2012 hanno fatto da supporto ai Metallica e in autunno si uniranno al tour dei Korn negli Stati Uniti per il trentennale del loro album di debutto. Se confermata, la performance dei Gojira con la cantante lirica potrebbe rivelarsi un'insolita sorpresa orchestrata dal direttore artistico della cerimonia di apertura, Thomas Jolly e dalla sua squadra.

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Spettacolo

Mariella Nava e Matteo Montalto: “Una romanza pop,...

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L'appello dell'inedito duo a Carlo Conti: "Se ci vuoi a Sanremo noi siamo qui"

Mariella Nava e Matteo Montalto:

"Sanremo? Magari. Il festival non può certo essere disdegnato, è sempre un bellissimo campo dove operare. Se Carlo Conti ce lo chiede, è sempre una grande occasione. Anzi, ci proponiamo: noi siamo qui". Mariella Nava e Matteo Montalto, ospiti negli studi di Adnkronos, partono subito col 'botto' e fanno un appello al nuovo direttore artistico del festival di Sanremo Carlo Conti per una partecipazione, magari in coppia, all'edizione 2025 della kermesse. L'inedito duo è su tutte le piattaforme con il progetto 'Italia è il mio nome' (etichetta Suoni dall’Italia, distribuzione Believe), una romanza pop scritta e composta da Mariella Nava, un inno alla storia e alla bellezza del nostro Paese all’insegna della tradizione del bel canto.

Il brano è corredato da un videoclip girato nel suggestivo sito archeologico di Castrum Novum nel territorio laziale di Santa Marinella, con la regia di Saria Cipollitti e le ricostruzioni grafiche di Giorgio Capaci, per contribuire attraverso la musica alla divulgazione e valorizzazione del patrimonio italiano. Su un prezioso arrangiamento scritto e diretto dal maestro Peppe Vessicchio e le note del flauto offerte dal Maestro Andrea Griminelli, si dispiega il canto di Matteo Montalto, giovane interprete della scena musicale lirico leggera e del musical, Serenante nel 'Rugantino' al Teatro Sistina di Roma, accompagnato dal controcanto di Mariella Nava che con il suo timbro così intenso e graffiante interviene a dare colore e immagine all'Italia che si racconta.

"L'Italia è storia, è bellezza, è ricchezza culturale -spiega Mariella Nava- E' rappresentata da mille aspetti, amata nel mondo, cercata, rispettata, stimata, copiata. Noi abbiamo messo in musica questo amore facendola cantare. E' una donna che ha conosciuto l'amore e che ha l'urgenza di ritrovarlo e di risentirlo". Nel brano "è l'Italia stessa a parlare di sé e lo fa incarnando una donna, non più giovane, che si descrive con le sue peculiarità, il suo carattere, i suoi pregi e la sua storia non semplice ma colma di ricordi". Un progetto nato "con la voglia di parlare di identità culturale, di valorizzare del patrimonio culturale -spiega Matteo Montalto - Per la prima volta la musica diventa veicolo di divulgazione culturale, unendo a questo anche le nuove tecnologie che sono al servizio del racconto".

Musicalmente è "una romanza pop, nella quale ho voluto rappresentare la nostra scrittura, che vogliamo non vada persa. Mi piace non considerarla mai desueta, vecchia, dimenticata, perché sono le nostre radici", spiega all'Adnkronos Mariella Nava, indimenticata autrice di brani iconici come 'Spalle al muro', e 'Vecchio' scritto per Renato Zero, solo per citarne due a caso. "Il rischio oggi è di emulare troppo ciò che viene da fuori, il nostro obiettivo è far capire ai giovani che è un patrimonio da conservare perché contiene davvero il nostro passato, presente e futuro".

Il 'bel canto', spiega il giovane Montalto, "viene considerato appannaggio di estimatori attempati, ma non è così. Non è vero che i giovani non amano questo tipo di vocalità, perché quando si tratta di riconoscere il bello, il bello si riconosce. Ci appartiene, siamo noi". La speranza, l'auspicio, è di continuare la divulgazione della nostra cultura attraverso altri video di siti archeologici anche meno conosciuti su cui puntare il faro della musica. "Sarebbe bello che 'Italia è il mio nome' diventasse l'inno della cultura italiana", osa il duo. "Facciamo un appello anche al ministro Sangiuliano". Dopotutto "a Parigi, alle Olimpiadi, le star del momento stanno omaggiando Aznavour, Edith Piaf, i grandi classici francesi e loro radici musicali. Perché noi non dovremmo omaggiare le nostre?".

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Spettacolo

Weinstein ricoverato per Covid con polmonite bilaterale

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Il produttore che sta scontando in carcere una condanna a 16 per stupro, soffre già di altre patologie come diabete e ipertensione

Harvey Weinstein - Afp

Harvey Weinstein, condannato a 16 anni di carcere a Los Angeles per stupro, è stato ricoverato questo venerdì al Bellevue Hospital di Manhattan, a New York, dopo essere risultato positivo al Covid-19 e affetto da polmonite bilaterale. Lo ha confermato il suo rappresentante Craig Rothfeld alla rivista specializzata 'The Hollywood Reporter'. Il produttore hollywoodiano, ha sottolineato Rothfeld, soffre anche di "un'infinità di problemi di salute" che lo colpiscono "quotidianamente" come diabete, ipertensione e una stenosi alla colonna vertebrale.

Rothfeld ha espresso la sua gratitudine al personale sanitario di New York, "che ha fatto sì che che Weinstein fosse immediatamente trasferito nell'ala carceraria del Bellevue Hospital. Continueremo a lavorare con loro", ha detto. Weinstein stava scontando una pena detentiva di 23 anni a New York, dopo essere stato giudicato colpevole di stupro nel 2020. Tuttavia, la giustizia di New York ha annullato la sentenza a causa della "errata ammissione" di testimonianze di donne vittime di una serie di abusi che non rientravano nel processo.

La Corte ha ordinato un nuovo processo, che si terrà a novembre. Anche se la condanna è stata annullata, Weinstein non è stato rilasciato dal carcere perché è stato anche condannato a 16 anni a Los Angeles per un altro caso di stupro che il produttore nega di aver commesso.

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