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‘Vittime civili e inciviltà delle guerre’, a Roma convegno organizzato da Archivio Disarmo e Sapienza
Nel 75° anniversario dell'adesione italiana alla IV Convenzione di Ginevra per la tutela delle vittime civili di guerra
I civili nelle ultime guerre non dichiarate in tutto il mondo pagano un prezzo esorbitante (oltre 10.000 caduti solo tra i cittadini ucraini). Nel 75° anniversario dell'adesione italiana alla IV Convenzione di Ginevra per la tutela delle vittime civili di guerra, Archivio Disarmo e il Dipartimento di scienze sociali ed economiche dell'Università di Roma la Sapienza hanno organizzato il convegno "Vittime civili e inciviltà delle guerre". Come ha osservato il presidente di Archivio Disarmo, Fabrizio Battistelli, nelle "nuove" guerre la proporzione dei caduti civili rispetto ai militari è cresciuta dal 41% del totale della Prima guerra mondiale al 53% della Seconda: "E questa quota non accenna a diminuire. Sembra anzi che dalle 'perdite collaterali' si sia passati a una strategia di intenzionale aggressione ai civili inermi, in particolare donne e bambini, considerati un obiettivo “sensibile” del nemico".
Sulla vulnerabilità delle donne ha richiamato l'attenzione la ricercatrice dell'università di Milano Bicocca, Daniela Belliti, secondo la quale in tutti i conflitti il corpo femminile è sistematicamente attaccato "come segno di conquista, umiliazione e sottomissione dell'altro". Sui possibili scenari di argine alla violenza distruttrice della guerra è intervenuto Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto dell'Università Roma Tre, noto a livello internazionale per i suoi studi sulla necessità di una "Costituzione della Terra". "Un'effettiva tutela della sicurezza delle popolazioni - afferma Ferrajoli - può essere perseguita soltanto in un quadro di "radicale messa al bando delle armi" e di instaurazione dei vincoli che, oggi proclamati dalle Costituzioni dei singoli paesi, possono diventare effettivi unicamente se condivisi a livello universale".
Non meno drammatica la situazione relativa alla guerra russo-ucraina, testimoniata questa volta sulla base dell’esperienza di una ONG italiana, la Comunità papa Giovanni XXIII, che con l’Operazione Colomba è in prima linea nell'assistenza umanitaria alla popolazione ucraina. "La conoscenza delle tragedie belliche assicurata dai giornalisti e dai ricercatori è senza dubbio importante ma - ha osservato Alberto Capannini - una alternativa alla guerra, in un momento in cui la guerra sembra un destino inevitabile, deve nascere da chi la conosce per viverla al fronte, sulla propria pelle".
La necessità che a parlare dei lutti imposti dalle armi siano in prima persona coloro che ne sono vittime è sottolineata anche da Alidad Shiri, profugo in fuga dall'Afghanistan devastato dalla guerra. Arrivato in Italia quattordicenne dopo un viaggio durato due anni, dice Shiri che ora ne ha 32: "Divisioni religiose ed etniche, corruzione, fondamentalismo religioso e maschilismo, ma anche e soprattutto il condizionamento delle grandi potenze, danno vita a disastrosi conflitti, a loro volta causa di ferite interiori difficilmente cancellabili".
In un momento in cui ricercatori e studenti vengono accusati di drammatizzare i conflitti in atto nel mondo, il Convegno di Archivio Disarmo e Sapienza ha un preciso obiettivo: richiamare l’attenzione, sia dei giovani cittadini sia della politica sugli impegni che nel 1949, con l’adesione alla IV Convenzione di Ginevra, l’Italia ha assunto di fronte alla comunità internazionale per garantire alle popolazioni civili in guerra i diritti umani e la sicurezza.
Cronaca
Morte Satnam Singh, 2 arresti a Latina per sfruttamento del...
I due portati in carcere. Il bracciante morì dopo aver perso una mano nei campi e non essere stato soccorso
Due arresti oggi, 23 gennaio, a Latina per la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano che, nel giugno dello scorso anno, perse una mano durante il lavoro e fu abbandonato fuori casa senza essere soccorso.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere il legale rappresentante dell’azienda per cui lavorava la vittima Satman Singh e suo padre - amministratore di fatto della ditta individuale - ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di intermediazione illecita e sfruttamento pluriaggravato del lavoro.
Secondo il Gip del tribunale di Latina che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, avrebbero utilizzato la manodopera di 7 braccianti agricoli irregolari sul territorio nazionale, tra cui il bracciante indiano, a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.
L’attività investigativa, partita dal 17 giugno scorso, giorno del grave infortunio costato la vita a Satnam, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina anche attraverso l'analisi delle utenze telefoniche e dei social in uso ai lavoratori irregolari trovati sui campi al momento dell'infortunio, nonché grazie al contributo dichiarativo offerto da quattro lavoratori irregolari, che su richiesta del Comando Compagnia Carabinieri di Latina, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per casi speciali, ha consentito di delineare il grave quadro indiziario nei confronti degli indagati. Le indagini hanno permesso di circostanziare le condizioni di sfruttamento e la volontà degli indagati di approfittare dello stato di bisogno dei lavoratori irregolari attraverso: la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo e al riposo settimanale; la violazione delle norme in materia di sicurezza.
Analogamente, è stato possibile delineare le aggravanti del reato contestato, avendo gli indagati impiegato, da agosto 2022 a giugno 2024, più di 3 lavoratori irregolari, esponendoli a situazioni di grave pericolo,impiegando i lavoratori a mansioni improprie con l’utilizzo di attrezzatura artigianale e pericolosa. L'Autorità Giudiziaria ha disposto anche il controllo giudiziale dell’azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario nei cui confronti si è proceduto alla notifica del predetto provvedimento.
Cronaca
Editoria: Adnkronos lancia la nuova sezione podcast e si...
Una nuova sezione dedicata ai contenuti audio sul sito dell'agenzia d'informazione
Adnkronos lancia una nuova sezione podcast sul suo sito Adnkronos.com per rendere ancora più fruibili i suoi contenuti audio.
La nuova sezione permette, infatti, di accedere alle diverse produzioni, nel segmento audio, realizzate negli ultimi anni, come i podcast in “Primo piano”, categoria in cui rientrano le ultime uscite, i daily e i weekly dedicati all’attualità, realizzati dalle redazioni dell’agenzia di stampa e destinati agli utenti del portale adnkronos.com e delle principali piattaforme audio.
Tra le principali serie di questo tipo figurano: “Notizie dall’Ucraina”, sul conflitto russo-ucraino; “Aggiungi contatto”, che racconta tutte le mattine il personaggio del giorno; “Eurofocus”, dedicato all’Europa; e la seconda stagione di “Sanremo Express”, che dopo il successo dello scorso anno torna di attualità proprio in questi giorni con nuovi episodi riguardanti il Festival di Sanremo 2025.
Adnkronos ha sviluppato anche la produzione di specifiche tipologie di podcast, dedicate ad aziende, enti e istituzioni e distribuite sui propri canali e sulle piattaforme di streaming audio: i “branded podcast”, efficaci per dare voce a un brand e veicolarne i valori; i “corporate podcast”, progettati specificamente per dipendenti e collaboratori di ogni tipo di azienda; e i video podcast (o vodcast), speciali talk di natura seriale a episodi che possono comprendere anche immagini, grafiche e illustrazioni.
I risultati fin qui raggiunti dimostrano il successo dell’operazione: nell’ultimo anno (2024) i podcast Adnkronos hanno registrato oltre 10,5 milioni di visualizzazioni sulle principali piattaforme audio (YouTube, Spotify, Apple Podcasts, Spreaker, Amazon Music / Audible, etc.).
Tra le serie più seguite, spicca il già citato “Notizie dall’Ucraina”, podcast daily attivo ininterrottamente dai primi giorni del conflitto, che dal 2022 ad oggi ha totalizzato oltre 8,8 milioni di streaming.
Nella nuova pagina, oltre alle serie in “Primo piano”, è possibile ascoltare i contenuti “Speciali”, con i branded e corporate podcast firmati Adnkronos, e consultare l’”Archivio”. Tra le produzioni da non perdere, la serie antologica orizzontale “Fa notizia da 60 anni”, dedicata al 60esimo anniversario Adnkronos.
La nuova sezione Adnkronos Podcast è disponibile all’indirizzo web podcast.adnkronos.com.
“In un'epoca di rapidi cambiamenti tecnologici e di consumi mediatici in evoluzione, la produzione di podcast rappresenta uno strumento fondamentale per mantenere l'informazione sempre attuale e innovativa e di più facile fruizione – spiega il direttore dell’Adnkronos Davide Desario –. I podcast
offrono un mezzo versatile e accessibile per raggiungere un pubblico ampio e diversificato, permettendo agli ascoltatori di fruire dei contenuti informativi in modo flessibile e personalizzato”.
“La natura narrativa e approfondita dei podcast consente di esplorare tematiche complesse con maggiore dettaglio, offrendo un'esperienza immersiva e coinvolgente – prosegue Desario - Inoltre, i podcast facilitano un rapporto più diretto e intimo con il pubblico, creando una connessione autentica e personale e quindi una fidelizzazione del lettore. Investire nella produzione di podcast non solo arricchisce l'offerta informativa della nostra agenzia – conclude Desario - ma contribuisce anche a promuovere l'innovazione e l'adattabilità nel settore del giornalismo. La nostra missione è fornire notizie di qualità che rispondano alle esigenze dei nostri lettori e ascoltatori, e i podcast sono uno strumento indispensabile per raggiungere questo obiettivo”.
Cronaca
Austria, arrestato magnate immobiliare René Benko
Secondo i procuratori austriaci c'è il rischio che commetta ulteriori reati e manometta le prove
Il magnate immobiliare tirolese René Benko, sotto inchiesta per frode, è stato arrestato a causa del rischio che commetta ulteriori reati e manometta le prove, affermano i procuratori austriaci. La Procura anticorruzione (Wktsa) accusa il 47enne di aver occultato i suoi beni personali in relazione al crollo del suo impero commerciale. Si presume inoltre che abbia nascosto alle autorità, ai curatori fallimentari e ai creditori i beni detenuti in una fondazione. Benko è sotto inchiesta anche in Germania. La WKStA ha recentemente formato un Joint Investigation Team (Jit) con i procuratori di Berlino e Monaco.
L'imprenditore austriaco aveva costruito un ampio portafoglio con il suo Signa Group, che includeva i grandi magazzini tedeschi KaDeWe e Galeria. L'aumento dei tassi di interesse, dei prezzi dell'energia e dei costi di costruzione ha portato al crollo della complessa struttura aziendale. Secondo l'amministratore fallimentare, le richieste di risarcimento nei confronti di Benko ammontano a circa 2,4 miliardi di euro (2,5 miliardi di dollari).
Benko è anche indagato per presunta frode riguardante i fondi statali per la pandemia di Coronavirus. L'attenzione è rivolta ai fondi di aiuto per il lussuoso Chalet N nella stazione sciistica austriaca di Lech am Arlberg. L'indagine mira a determinare se i fondi siano stati utilizzati come sostegno economico durante la pandemia o se siano stati sottratti per altri scopi. Sono state condotte precedenti indagini su presunte frodi creditizie e un caso di tentata corruzione. L'ex miliardario è anche sospettato di aver nascosto illegalmente parti della sua fortuna. L'avvocato di Benko ha negato queste accuse.