Attacco Iran, Nyt: “Netanyahu ha annullato ritorsione immediata su richiesta di Biden”
Idf in stato di massima allerta. Nyt: "Netanyahu ha annullato ritorsione immediata su richiesta di Biden". Domani scuole ancora chiuse. Rischia la vita la bimba di 7 anni colpita nell'attacco iraniano
Netanyahu
Il gabinetto di guerra israeliano convocato in serata dal primo ministro Benjamin Netanyahu ha deciso di rispondere all'attacco subito nella notte dall'Iran, ma senza specificare quando e dove avverrà la rappresaglia, riporta l'emittente televisiva Kan.
Secondo l'emittente Channel 14, Israele potrebbe decidere di rispondere già stasera all'attacco iraniano.
Idf in massima allerta ma non espanderà operazioni militari
''Al momento le Forze di difesa israeliane non hanno intenzione di espandere le loro operazioni militari'', ha dichiarato il portavoce dell'Idf Daniel Hagari nel corso di una conferenza stampa.
Le Forze di difesa israeliane hanno ''approvato piani di difesa e di attacco'' in risposta all'attacco subito dall'Iran, ha detto Hagari. Il numero totale di missili e droni iraniani lanciati contro Israele durante l'assalto notturno ammonta a circa 350, ha aggiunto.
"Hamas e l'Iran vogliono infiammare il Medio Oriente e intensificare l'escalation nella regione", ha detto aggiungendo che l'Idf rimane "in massima allerta" e sta "valutando la situazione". Hagari ha aggiunto che ''continueremo a proteggere lo Stato di Israele e, insieme ai nostri partner, continueremo a costruire un futuro più sicuro e stabile per l'intero Medio Oriente".
''Il piano dell'Iran è fallito'', ha affermato Hagari. "Solo pochi missili sono riusciti a entrare nello spazio aereo israeliano e hanno causato lievi danni alle infrastrutture di questa base aeronautica", ha aggiunto. Hagari ha elogiato la risposta dell'"alleanza regionale" che ha contribuito ad abbattere il 99% delle munizioni lanciate dall'Iran contro Israele.
Gantz: "Esigeremo un prezzo in modo e momento opportuni"
"Di fronte alla minaccia dell'Iran, costruiremo una coalizione regionale e esigeremo un prezzo dall'Iran nel mondo e nel momento opportuno. E soprattutto, di fronte al desiderio dei nostri nemici di farci del male, noi ci uniremo e diventeremo più forti", ha detto nel pomeriggio il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, con parole che suggeriscono che non appoggia un'immediata risposta contro Tehran, e ricordando "che non abbiamo ancora completato i nostri obiettivi, principalmente il ritorno degli ostaggi e la rimozione della minaccia da sud e da nord".
"L'Iran è un problema globale, una sfida regionale e anche un pericolo per Israele e ieri il mondo è stato chiaramente unito con Israele di fronte a questo pericolo. Israele è contro l'Iran, il mondo è contro l'Iran e questo è il risultato, questo successo strategico che dobbiamo usare in favore della sicurezza di Israele" ha aggiunto Gantz in una dichiarazione, ripresa da Times of Israel, sottolineando che "non è finita".
"Il sistema di alleanza strategica e cooperazione regionale che abbiamo costruito e che ha passato un test significativo ora deve essere rafforzato - ha concluso - Israele ha provato ieri che un'ancora di potere militare e tecnologico ed un'ancora di sicurezza in Medio Oriente".
"Nuove sanzioni all'Iran dopo aggressione"
Il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto che vengano imposte nuove sanzioni nei confronti dell'Iran dopo l'attacco di ieri contro Israele. ''L'Iran deve pagare per la sua aggressione'', si legge in una nota del ministero. ''Il prezzo iniziale'', prosegue, deve essere il riconoscimento dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, i Pasdaran, come una organizzazione terroristica. Le nuove sanzioni, aggiunge, devono colpire il programma missilistico balistico di Teheran.
"La scorsa notte l'Iran ha lanciato un attacco su larga scala e senza precedenti, con centinaia di droni, missili da crociera e missili balistici, contro lo Stato di Israele'', afferma il ministero degli Esteri. ''Questo attacco dimostra ciò che Israele afferma da anni: l’Iran è il maggiore responsabile degli attacchi terroristici nella regione ed è anche la più grande minaccia alla stabilità regionale e all’ordine mondiale'', prosegue la nota. Inoltre, ''proprio come qualsiasi altro paese, Israele ha il diritto di difendersi di fronte al massiccio attacco dell'Iran. Israele si è difeso con successo dall'aggressione iraniana e continuerà a farlo in futuro'', si legge.
Pasdaran: "Attaccheremo Israele ovunque ci colpirà"
Si è aperto "un nuovo capitolo nel confronto'' tra Iran e Israele. Ovvero, l'Iran "da ora in poi attaccherà qualsiasi luogo che verrà utilizzato da Israele per attaccare i nostri interessi", ha dichiarato il comandante dei Pasdaran, i Pasdaran, Hossein Salami. "Abbiamo stabilito un nuovo paradigma con Israele", afferma.
Lo stop di Biden
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annullato un attacco di ritorsione immediato a quello subito dall'Iran nella notte dopo essere stato dissuaso dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, scrive il New York Times, sottolineando che diversi membri del gabinetto di guerra avevano chiesto a Netanyahu di rispondere subito. Ma la mancanza di gravi danni in Israele e il colloquio tra Biden e Netanyahu hanno fatto sì che la rappresaglia non avesse luogo nell'immediato.
Casa Bianca: nessuna ragione per un'escalation
Per la Casa Bianca comunque non c'è il rischio di una escalation. "Non credo che ci sia nessuna ragione perché sia così", ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby a chi glielo domandava. "Il presidente Biden non crede che ci si debba muovere assolutamente in questa direzione - ha spiegato Kirby - il presidente è stato chiaro, non vogliamo vedere che questo porti ad un'escalation". Kirby ha comunque riconosciuto che riguardo alla possibilità di un ampliamento del conflitto con l'Iran "le prossime ore e giorni ci diranno molto".
"Netanyahu sa bene che Biden non cerca un conflitto con Iran"
"Direi che il primo ministro Netanyahu sa bene che il presidente Biden non cerca un conflitto con l'Iran, che il presidente non vuole che le tensioni salgano ulteriormente e che il presidente sta facendo di tutto, e lo sta facendo dal 7 ottobre, per evitare che questa divenga una guerra regionale più ampia", ha chiarito poi Kirby in un'intervista, con Fox News. Il portavoce della Casa Bianca, di fronte alla domanda esplicita se l'amministrazione Biden stia consigliando ai vertici israeliani di evitare una ritorsione, Kirby ha però poi risposto: "Credo che dipenderà dagli israeliani decidere quale sarà il prossimo passo".
Le congratulazioni Usa
"Il Presidente voleva congratularsi con il premier Netanyahu per un incredibile risultato militare, il primo ministro era molto grato per il supporto che il presidente ha offerto e dimostrato in sostegno di Israele", ha detto Kirby alla Cnn che gli chiedeva se veramente Biden abbia detto a Netanyahu che gli Usa non erano disposti a sostenere una risposta israeliana all'attacco di Tehran.
Kirby non ha confermato, o negato, questa ricostruzione, ma ha ribadito che l'amministrazione Biden "non crede" che dopo l'attacco dell'Iran a Israele un allargamento del conflitto sia inevitabile "né crede che debba essere". "Quasi tutto quello che ha fatto il presidente dall'inizio, sin dal 7 ottobre, è stato favorire la de-escalation, cercare di limitare le opportunità di una più ampia guerra regionale", ha aggiunto.
Riguardo al colloquio con Netanyahu, Kirby ha sottolineato che "il Presidente ha messo in chiaro che l'autodifesa di Israele è qualcosa che prendiamo seriamente e continueremo a prendere seriamente".
"Israele ha dimostrato superiorità militare"
"Quello che Israele ha dimostrato la notte scorsa è stata un'incredibile capacità di difendersi, la sua superiorità militare", ha sottolineato Kirby a Nbcnews, ricordando che la stragrande maggioranza di droni e missili sono stati intercettati e "i danni sono stati straordinariamente leggeri".
"Israele ha anche dimostrato che non è sola, che ha amici" ha aggiunto, facendo riferimento agli Usa ed altri Paesi alleati che hanno partecipato all'azione di intercettazione e distruzione dei missili e droni lanciati da Teheran.
Abbattuti dagli Usa 70 droni
Gli Stati Uniti hanno abbattuto 70 droni lanciati dall'Iran contro Israele, hanno infatti reso noto fonti Usa all'Abcnews, precisando che uno dei cacciatorpedinieri dispiegati nel Mediterraneo orientale ha abbattuto anche un numero non determinato di missili balistici iraniani, secondo una fonte almeno tre. Secondo gli israeliani, Teheran ha sparato 170 droni, più di 30 missili da crociera e di 120 missili balistici.
Iran: "Usa informati che sarebbe stato attacco limitato"
Prima di lanciare missili e droni contro Israele, l'Iran ha informato gli Stati Uniti per spiegare che il suo attacco sarebbe stato "limitato" e per legittima difesa. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian incontrando gli ambasciatori stranieri a Tehrran. La risposta militare iraniana, ha spiegato il ministro, è stata condotta con calcoli precisi utilizzando droni e missili guidati contro una base militare.
"Il nostro obiettivo è la legittima difesa - ha proseguito Amirabdollahian - Vogliamo solo punire il regime israeliano e non abbiamo cercato di attaccare la popolazione''. Il capo della diplomazia iraniana ha poi voluto ''ringraziare i paesi della regione per aver ricevuto il nostro messaggio. Siamo sempre impegnati per la sicurezza dei nostri fratelli''.
Scuole chiuse domani in Israele, restrizioni restano in vigore
Intanto resteranno chiuse domani le scuole in Israele a causa della minaccia attiva alla sicurezza rappresentata dall’Iran. Lo ha annunciato il Comando del Fronte Interno, spiegando che le restrizioni resteranno in vigore fino alle 23 di domani. Sospese, quindi, le attività educative a livello nazionale e vitati gli assembramenti con più di mille persone.
"A seguito di una valutazione della situazione, le linee guida difensive del Comando del Fronte Interno rimangono invariate e in vigore", affermano i militari.
In pericolo di vita la bambina ferita nell'attacco dell'Iran
E' ''in pericolo di vita'' Amina al-Hassouni, la bambina beduina di sette anni rimasta gravemente ferita alla testa nell'attacco sferrato ieri sera dall'Iran contro Israele, ha dichiarato Dan Schwartzfox, vicedirettore del Soroka Medical Center dove la bambina è ricoverata in terapia intensiva. ''Le condizioni della bambina di sette anni evacuata ieri sera sono peggiorate e rimangono critiche e instabili'', ha confermato Yasmin Amos portavoce del Soroka Medical Center di Beer Sheva.
Esteri
Francia, Macron nomina premier Francois Bayrou
Il presidente francese lo ha incaricato di formare il nuovo governo
Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato Francois Bayrou premier e lo ha incaricato di formare il nuovo governo. Lo ha annunciato l'Eliseo in una nota.
Esteri
Siria, al-Jawlani alla popolazione: “Celebrate la...
"Scendete nelle piazze per esprimere la vostra gioia"
Il comandante in capo della nuova amministrazione siriana del dopo-Assad, Ahmed al-Sharaa, nel primo venerdì dopo la caduta del regime ha invitato i siriani a scendere nelle piazze "per celebrare la vittoria della rivoluzione".
In un discorso video diffuso su Telegram, al-Sharaa - noto in passato con il nome di battaglia Abu Mohammed al-Jawlani - si è congratulato "con il grande popolo siriano per la vittoria della rivoluzione benedetta", invitando la popolazione "a scendere nelle piazze per esprimere la sua gioia", ma "senza sparare in aria proiettili terrorizzando le persone". "Dopo di ciò - ha aggiunto - andremo a costruire questo Paese".
Le Forze democratiche siriane (Fds), coalizione di milizie a maggioranza curda sostenuta dagli Stati Uniti, hanno annunciato di aver raggiunto un accordo con il gruppo Hayat Tahrir al Sham (Hts) che ha guidato la rivolta che ha portato alla deposizione del regime di Assad. In base all'accordo, le Fds invieranno una loro delegazione a Damasco. Il comandante in capo delle Fds, Mazloum Abdi, ha confermato in un'intervista all'emittente curda Ronahi tv che è stato raggiunto ''un accordo con Hts rispetto ad Aleppo e Deir Ezzor", conquistate dagli insorti.
Il gruppo jihadista, ha affermato Abdi, ha garantito che ''i territori che sono sotto il controllo delle Fds non saranno obiettivo'' di conquista da parte di Hts. Le autorità curdo siriane, quindi, ''si stanno impegnando per inviare una propria delegazione a Damasco per condurre negoziati'' con le nuove autorità siriane.
Katz: "Idf resteranno in zona cuscinetto durante inverno"
Intanto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver ordinato all'esercito di prepararsi a rimanere sul versante siriano del monte Hermon durante i prossimi mesi invernali. "A causa di quanto sta accadendo in Siria, restare sul monte Hermon è di enorme importanza per la sicurezza e si deve fare tutto il possibile per mantenere le Idf nella zona pronte, per consentire alle truppe di rimanere lì nonostante le difficili condizioni meteorologiche", afferma Katz in una nota.
Esteri
Siria, ex capo carcere incriminato in Usa per torture
Samir Ousman al-Sheikh è stato incriminato da una giuria federale della California
L'ex capo del famigerato carcere siriano di Adra, il 72enne Samir Ousman al-Sheikh, è stato incriminato da una giuria federale della California con diverse accuse relative a torture. L'uomo, che è stato responsabile della gestione del carcere dal 2005 al 2008, era stato arrestato il 10 luglio all'aeroporto internazionale di Los Angeles per frode sui visti.
Come direttore della prigione di Adra, al-Sheikh avrebbe ordinato ai suoi subordinati di infliggere dolore ed era direttamente coinvolto nell'infliggere gravi sofferenze fisiche e mentali ai prigionieri. Ordinò ad esempio ai prigionieri di recarsi nell'"ala punitiva", dove venivano picchiati mentre erano appesi al soffitto con le braccia tese e sottoposti a un dispositivo che piegava i loro corpi a metà all'altezza della vita, provocando talvolta la frattura della colonna vertebrale, secondo quanto riportato dai funzionari federali.
Al-Sheikh ha iniziato la sua carriera lavorando nei posti di comando della polizia prima di essere trasferito all'apparato di sicurezza dello stato siriano, che si è concentrato sulla lotta al dissenso politico, hanno detto i funzionari. In seguito è diventato capo della prigione di Adra e generale di brigata nel 2005. Nel 2011 è stato nominato governatore di Deir ez-Zour, una regione a nord-est della capitale siriana di Damasco dove si sono verificate violente repressioni contro i manifestanti.
"E' un enorme passo avanti verso la giustizia", ha affermato Mouaz Moustafa, direttore esecutivo della Syrian Emergency Task Force con sede negli Stati Uniti. "Il processo di Samir Ousman al-Sheikh ribadirà che gli Stati Uniti non permetteranno ai criminali di guerra di venire a vivere qui senza che ne venga accertata la responsabilità, anche se le loro vittime non erano cittadini statunitensi", ha aggiunto citato dalla Cbs News.