40 anni della Lega, Salvini: “La guido con cuore da 10 anni, grazie a Bossi”
Il leader del Carroccio: "Ho preso la tessera della Lega nel 1990". Calderoli: "Indeciso se venire perché usano tutto contro di me"
"Io sono in Lega da 30 anni e sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Umberto Bossi, quindi mi servono per capire e migliorare". Così il segretario Matteo Salvini a margine della festa per i 40 anni della Lega Lombarda a Varese. "Bossi può dire quello che vuole per me sono sempre consigli utili", ha poi ribadito Salvini.
"A Bossi, visto che ha costruito tutto, tutto è permesso", ha detto ancora. A chi gli chiedeva come mai ieri non sia stato a Gemonio, il leader del Carroccio ha risposto: "Ieri ero al G7 dei Trasporti. Faccio con orgoglio il segretario della Lega, ma faccio anche il vicepremier e il ministro dei Trasporti". Sull'assenza di Bossi alla festa della Lega Lombarda oggi a Varese il commento invece è stato: "L'avevo invitato, avrà fatto altre scelte, va bene così".
"Ho preso la tessera della Lega nel 1990. È il 34esimo anniversario per me", ha detto parlando dal palco della festa. Poi il riferimento a Umberto Bossi: "Ringrazio colui grazie a cui tutto è cominciato: senza Bossi non saremmo qui e milioni di italiani non parlerebbero di libertà. Ringrazio Maroni che ha preso il testimone e ha guidato la Lega nel momento più complicato. Io - ha affermato ancora - lo faccio da 10 anni con anima, tempo e cuore, rischiando anche nel privato. E sono contento di aver fatto crescere in questi anni una classe dirigente. Un partito che in questa mattina ha al lavoro 500 sindaci in tutta Italia".
Salvini sui 40 anni di storia di Lega ha parlato di "40 anni di coraggio, di lealtà, di coerenza". "Parlavamo di autonomia, di onestà. Sicuramente 40 anni fa non c’era l'Europa che c'è oggi, quindi le battaglie non sono a Roma ma anche a Bruxelles. Sono stati 40 anni belli anche perché la Lega ha portato modernità, innovazione e trasparenza nei palazzi del potere". "Per quello che mi riguarda - ha concluso - per la Lega e per l'Italia il bello deve ancora venire".
Calderoli
"Ero indeciso se venire o no perché in questi giorni qualsiasi cosa faccia viene usata contro di me", ha detto il ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, dal palco della festa dei 40 anni della Lega Lombarda a Varese. "Venerdì alla Camera è scoppiato un casino totale perché come si permetteva un ministro di fare gli auguri alla Lega Lombarda e di promettere che avrebbe portato l’autonomia", ha aggiunto Calderoli.
Fontana
"Noi dobbiamo parlare delle cose positive, dei valori che sono a fondamento della nostra Lega, della concretezza che vorremmo esportare in tutto il Paese. Dobbiamo parlare di queste cose". Così il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha risposto a chi gli chiedeva se le parole di Umberto Bossi di ieri su Matteo Salvini abbiano rovinato la festa per i 40 anni della Lega Lombarda. “L’impegno politico della Lega è tutelare sempre i territori, quindi io che sono lombardo devo tutelare la Lombardia", ha aggiunto Fontana a margine dei festeggiamenti a Varese.
Cosa ha detto ieri Bossi
"Non mi pare che Matteo Salvini abbia mostrato attenzione per la questione settentrionale, ma serve andare in quella direzione. Servirebbe qualcuno che abbracci la questione e la porti avanti con determinazione", ha risposto Umberto Bossi alle domande dei cronisti, in un breve incontro nel giardino della sua villetta, a Gemonio, in occasione del 40esimo anniversario di fondazione della Lega.
A chi gli ha chiesto se il nuovo leader potrebbe esserei Giancarlo Giorgetti, ha detto sorridendo: "Non voglio dire Giorgetti per non massacrarlo". Quanto a Salvini: "Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità: mi aspettavo che senza dire niente comparisse. Ma evidentemente non è successo". "Se rifarei tutto ciò che ho fatto? Beh qualche errore l'ho fatto; sembrerà strano ma qualche errore l'ho fatto anche io. Errori che però mi vengono perdonati", ha detto ancora Bossi.
Romeo
"Salvini ha detto bene: Bossi è abituato a esprimere critiche, però penso che così come siamo riconoscenti a Bossi per aver fondato la Lega, a Maroni per averla salvata in un momento difficile, a maggior ragione lo dobbiamo essere a Salvini per quello che ha fatto e sta facendo”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo aggiungendo: "Questa festa è l'occasione giusta per riscoprire un po' di identità, di origini e di senso di appartenenza, bisogna soprattutto ripartire dal territorio e dai militanti cercando di ascoltarli un po' di più".
A Varese la festa tra risotto e hit italiane
"Capo, Bobo, Matteo una storia ci lega": è il cartello esposto al balcone della storica sede del Carroccio in piazza del Podestà a Varese, dove fervono i preparativi per la festa dei 40 anni della Lega Lombarda. “Tanti auguri splendida quarantenne” recita la locandina, su cui campeggiano i volti di Umberto Bossi, Roberto Maroni e Matteo Salvini, atteso per le 11.30. Storici leghisti e giovanissimi militanti riempiono la piazza, mentre il risotto alla luganega (vietato qui chiamarla salsiccia) viene girato in un grosso pentolone da uno storico militante col grembiule di Alberto da Giussano e la scritta ‘Orgoglio padano’. “Quante Pontida ha fatto…”.
Palloncini, musica italiana, da Gaber (‘La libertà’) a De Andrè, fino agli ultimi successi sanremesi di Emma e Rose Villain, passando dagli ever green ‘Maledetta Primavera’ e ‘Gloria’. Una carrellata di hit che copre un arco di tempo più lungo dei 40 anni della Lega Lombarda.
Un’atmosfera di festa che nessuno vuole rovinare parlando delle staccate della vigilia lanciate dal senatur. “Mi fa rabbia che lo stiamo usando quelli che hanno perso la cadrega”, si sfoga un’iscritta. Evita di commentare invece Luigi Dossena, tessera 69 della Lega Nord. “Sono bossiano, Bossi per sempre” ripete mentre mostra gli album con documenti e foto storiche di questi 40 anni.
Politica
Consulta, centrodestra accelera per elezione giudice:...
La maggioranza parte da 355 voti 'sicuri' ma il quorum a 363. Tra i nomi circolano quelli di Marini e Deodato
Centrodestra mobilitato, in particolare Fratelli d'Italia, per l'elezione del giudice costituzionale chiamato a sostituire Silvana Sciarra, cessata dal mandato a novembre dello scorso anno. L'appuntamento per l'ottavo scrutinio è fissato per martedì 8 ottobre alle 12.30, con la convocazione del Parlamento in seduta comune, e già da venerdì mattina a deputati e senatori di Fdi è stato ricordato con un messaggio che "devono essere tassativamente presenti" in Aula. Parole che fanno pensare ad un'accelerazione e quindi alla volontà di arrivare a una fumata bianca senza attendere la fine dell'anno, quando anche l'attuale presidente della Corte, Augusto Barbera, e i giudici Franco Modugno e Giulio Prosperetti termineranno il loro mandato, con la possibilità quindi di ricercare un accordo tra maggioranza e opposizione su un pacchetto più ampio di nomi.
Intesa che per ora non si registra sull'unico candidato che la maggioranza intende proporre per l'elezione alla Consulta, lasciando presumere perciò che intenda procedere contando solo sui propri numeri, che al momento sono al limite del quorum necessario per l'elezione, i tre quinti dell'Assemblea, pari a 363 voti.
La conta nel centrodestra e i nomi in ballo
Fdi, Lega e Forza Italia e Noi Moderati ne sommano infatti 355 (senza contare i due presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana iscritti ai rispettivi Gruppi ma che solitamente non partecipano allo scrutinio). Riserbo sul nome sul quale si intenderebbe puntare, anche se in questi mesi si è più volte parlato di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e nelle ultime settimane anche di Carlo Deodato, segretario generale di Palazzo Chigi.
Caccia ai consensi nel Gruppo Misto
Una candidatura sulla quale potrebbero convergere anche i centristi Lorenzo Cesa e Antonino Minardo, iscritti al Gruppo Misto della Camera, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giusy Versace, che hanno recentemente lasciato Azione e sono ora anche loro al Misto di Montecitorio e Palazzo Madama. Si arriverebbe così a 360.
Da capire le intenzioni di altri tre deputati sempre al Misto della Camera: Andrea De Bertoldi, che ha recentemente rotto con Fratelli d'Italia; Francesco Gallo, di 'Sud chiama Nord'; e Luigi Marattin, ex Italia viva. Se decidessero di convergere sul nome del centrodestra il quorum di 363 verrebbe raggiunto.
Incognita parlamentari delle Minoranze linguistiche
Da valutare poi le scelte dei due senatori e dei quattro deputati delle Minoranze linguistiche e se nel segreto dell'urna la maggioranza riuscirà a trovare qualche voto anche tra i 12 parlamentari di Azione e i 14 di Italia viva. Magari facendo leva sulle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che l'estate scorsa, durante la Cerimonia del Ventaglio, definì "la lunga attesa della Corte costituzionale per il suo quindicesimo giudice, un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento", che invitò "con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice".
Politica
Rai, Vigilanza martedì ma su voto presidente ancora in alto...
Partita intricata, nomina Agnes legata a doppio filo con la guida del Tg3
Resta intricato il puzzle della Rai. L'unica certezza è la convocazione per martedì prossimo, alle 11.30, dell'Ufficio di presidenza della Vigilanza con all'ordine del giorno la "programmazione dei lavori", primo passo verso il voto sul nuovo Cda già in settimana, mercoledì o giovedì al massimo. Per il via libera alla presidente designata Simona Agnes, vicina a Forza Italia (il partito azzurro non intende mollare la presa e continua a cercare sponde per allargare il consenso sul suo nome), è necessaria la maggioranza qualificata in commissione, 28 voti.
Al momento nel pallottoliere della maggioranza si contano 26 sì per la Agnes e l'opposizione (non solo Pd, Avs e Iv ma anche M5S), spiegano fonti parlamentari del centrosinistra, sarebbe ancora compatta sulla linea dell'Aventino, orientata a uscire dall'aula per far mancare il quorum. Ma sono attivi diversi contatti tra i partiti, intensificati dopo l'addio di Mario Orfeo al Tg3 per assumere la direzione di 'La Repubblica'. Una poltrona, storicamente assegnata alle opposizioni, che fa gola ai Cinque stelle come ai Dem.
Non a caso il totonomi è già scatenato: chi scommette che la guida del Tg3 vada nelle mani dei 5S vede tra i papabili per il dopo Orfeo, Senio Bonini, attuale vicedirettore al Tg1, e Bruno Luverà, vicedirettore agli Approfondimenti, mentre sarebbero in discesa le quotazioni di Giuseppe Carboni, ex direttore del tg della rete ammiraglia e attualmente alla guida di Rai Parlamento. Qualora dovesse spuntarla invece il Pd, si fanno i nomi di Carlo Fontana, Ilaria Capitani e Andrea Vianello. Altro nome che rimbalza è quello di Simona Sala, che potrebbe mettere d'accordo dem e grillini: già al timone del Tg3, Sala -prima donna ad aver guidato Rai Radio 1 dopo oltre 90 anni di storia- non sarebbe tuttavia disponibile ad entrare in partita.
Rimangono, dunque, apertissimi e sempre più complicati i giochi sulla Agnes, visto che i Cinque stelle ribadiscono il loro 'veto'. Oggi, ospite di Un Giorno da Pecora, il capogruppo al Senato dei pentastellati ed ex ministro Stefano Patuanelli è stato categorico sul punto: ''No, noi in Vigilanza Rai non voteremo, non staremo li, non parteciperemo al voto".
Un 'no' secco, almeno in apparenza, perché nei palazzi romani c'è chi è pronto a scommettere, soprattutto nelle file dem, che potrebbe venire meno alla seconda votazione se Giuseppe Conte riuscisse a ottenere per sé la casella del Tg3. Numeri alla mano, infatti, solo grazie al 'soccorso' di M5S la candidata di Fi potrebbe farcela, a meno che alla fine non si arrivi a un'intesa su una figura gradita pure al Pd di Elly Schlein. "Se Conte la tira per le lunge, alla fine potrebbe approfittarne il Pd", dice un big del centrodestra che sta seguendo da vicino il dossier.
Di certo, i tempi di nomina del nuovo direttore del telegiornale della terze rete della tv pubblica saranno dettati dagli equilibri politici interni alla Rai e dipenderanno dal rebus Agnes che per ora resta irrisolto, ovvero dall'andamento delle trattative sulla presidenza dell'azienda di viale Mazzini. In attesa che si sblocchi lo stallo, il Tg3 potrebbe avere una guida ad interim del vicedirettore Pierluca Terzulli.
Politica
Arianna Meloni a convention Fdi: “Italia tornata...
E la premier manda un messaggio: "Esecutivo ha segnato un cambio di passo anche nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico"
"L'Italia è tornata centrale grazie a Giorgia Meloni". Accolta da un lunghissimo applauso, Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e tesseramento di Fratelli d'Italia e sorella della premier, sale sul palco della convention del partito che, per il secondo anno consecutivo, si è dato appuntamento in un resort di lusso a Brucoli, nel siracusano. In prima fila il Presidente del Senato Ignazio La Russa ma anche il capogruppo Tommaso Foti e Giovanni Donzelli, oltre agli assessori di Fdi in Sicilia. "Non ci arrenderemo- dice Arianna Meloni - abbiamo avviato la grande stagione delle riforme che sono tante, dall'autonomia alla riforma della giustizia, al premierato. Abbiamo portato avanti con la politica internazionale di Giorgia Meloni una Italia che è tornata talmente centrale che il nostro export ha superato anche il Giappone". Poi, qualche frecciata alla Sinistra sulla immigrazione. "Abbiamo combattuto l'immigrazione clandestina. Anche la Sinistra europea cerca di studiare il nostro governo. Solo la Sinistra italiana è rimasta qui a sponsorizzare l'immigrazione clandestina, con delle politiche che hanno portato solo morti e disastri...", attacca.
E poi occhi puntati sui dati economici: "E' aumentato tantissimo il lavoro al Sud, segno che l'assistenzialismo non funziona. Sono ripartite le imprese", spiega. Ma ribadisce più volte che "l'Italia è tornata centrale. E' ripartita l'economia" perché ci siamo liberati dal cancro dell'assistenzialismo, di quelle politiche fatte di mancette elettorali". spiega. "Oggi abbiamo un governo di visione, ci siamo preparati, abbiamo preparato in programma e lo stiamo portando avanti con impegno e dedizione - dice - mentre c'è una certa Sinistra che si appassiona al gossip e a guardare alle nostre vite private, alle cretinate, noi pensiamo a lavorare e i dati lo dimostrano. Abbiamo smesso di buttare i soldi dalla finestra e abbiamo cominciato a investire, sulle famiglie, sulle imprese".
"Sono passati due anni da quando siamo arrivati al Governo, dopo una vittoria se vogliamo inaspettata, mentre tutti dicevano che l'Italia sarebbe crollata perché non saremmo stati all'altezza, dopo due anni di governo i sondaggi ci danno in crescita", aggiunge ancora la sorella della premier, più volte interrotta dagli applausi. "E, soprattutto, al di la dei sondaggi che non ci hanno mai appassionato, i dati importanti sono quelli della ripresa economica. L'Italia è ripartita e si è rimessa in cammino. E' tornata centrale ed è tornata a sperare e a credere". Poi una frecciata sul gossip che l'ha coinvolta dopo la separazione dal compagno, il ministro Francesco Lollobrigida. "C'è una certa Sinistra che si appassiona a guardare nelle nostre vite private, a guardare alle cretinate, al gossip, mentre noi pensiamo a lavorare...", dice. Altro applauso.
Poco prima la premier, Giorgia Meloni, ha mandato un messaggio, letto da Manlio Messina, organizzatore dell'evento. "Il Governo sta portando avanti un'ampia strategia che ha un triplice obiettivo: aumentare il senso di appartenenza nazionale, contribuire al nostro sviluppo economico, costruire un modello di crescita diffuso e capace di coinvolgere ogni angolo della nostra Nazione. Strategia che, prendendo in prestito il titolo di quest'iniziativa, affonda le sue radici nella grande ricchezza del patrimonio italiano e punta con le sue fronde al traguardo più ambizioso: il benessere e la prosperità dell'Italia", si legge nel messaggio. "Il Governo ha segnato un cambio di passo anche nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico, sia in termini di affluenza di visitatori nei nostri musei che di conseguente ritorno economico. Ciò ha prodotto importanti risultati, a partire dal doppio record raggiunto nel 2023 di visitatori e incassi nei luoghi della cultura", aggiunge la premier.
E ancora: "Abbiamo rafforzato il primato italiano nei siti Unesco con l'iscrizione del Canto lirico italiano e dell'Appia Antica nella lista dei beni patrimonio dell'umanità, e - aggiunge la premier - stiamo lavorando per portare a compimento alcuni grandi progetti museali. Penso al raddoppio degli Uffizi per valorizzare il patrimonio finora conservato nei depositi, all'apertura di Palazzo Citterio a Milano per ospitare le collezioni contemporanee della Pinacoteca di Brera o alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell'ex Albergo dei Poveri di Napoli, come sede allargata del Mann e della Biblioteca nazionale". Poi dice: "Tra meno di cento giorni si aprirà il Giubileo e nel 2026 ci aspettano le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Il Governo è al lavoro per dimostrare quanto l'Italia sia capace, ancora una volta, di organizzare e ospitare eventi globali". Presente anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che viene intervistato dai giovani di Fdi. A loro, che gli chiedono come si fa a fare avvicinare i giovani alla destra dice: ""Servono meno ritualismi, meno collo girato all'indietro, forti dei nostri valori, con gli occhi che guardano avanti".
(dall'inviata Elvira Terranova)