Fumo, Festinese (UniCamillus): “Basta con la lotta senza riserve, le alternative ci sono”
Il cardiologo dell'Asl Roma 1 e docente di Farmacologia, al Congresso 'Nel Cuore di Santa' a Santa Margherita Ligure (Genova): "Il problema è cosa fare con chi non riesce a smettere"
"In Italia l'atteggiamento delle istituzioni sul rischio tabagico è molto netto, molto chiaro: lotta al fumo 'senza se e senza ma'. Il problema è cosa fare per coloro che proprio non riescono a smettere, qual è l'atteggiamento che si dovrebbe tenere. Credo sia necessario cominciare a interloquire con le istituzioni anche con dati alla mano: faccio presente che ormai più di una ricerca scientifica si è sviluppata". Così Silvio Festinese, cardiologo dell'Asl Roma 1 e docente di Farmacologia dell'università UniCamillus di Roma, in occasione del Congresso 'Nel Cuore di Santa' a Santa Margherita Ligure (Genova), nell'ambito del panel 'What really matters for adult smokers: an evidence-based opinion form cardiology experts'.
"Come abbiamo seguito la riduzione del rischio nel settore cardiovascolare o nel settore oncologico - rimarca Festinese - con la stessa metodologia dobbiamo superare gli steccati ideologici dell'opporsi drasticamente, e lasciare spazio invece al confronto, al dato clinico, a tutte le ricerche di cui ancora abbiamo bisogno. Oggi abbiamo a disposizione, come uso alternativo del tabacco e della nicotina, sia le e-cig che i prodotti a tabacco riscaldato senza combustione. Queste sono le due attuali alternative che ben conosciamo e su cui dobbiamo confrontarci - sottolinea il cardiologo - Abbiamo ormai dati certi della drastica riduzione delle sostanze che si liberano dalla combustione, dalla quale viene il rischio sia oncologico che cardiovascolare. In ogni caso, approfondire, continuare a ricercare e puntare sempre e costantemente alla riduzione del rischio deve rimanere l'obiettivo su cui confrontarci".
Infine, "il rapporto medico-paziente, nella riduzione del rischio da danno da fumo, è fondamentale - conclude Festinese - perché il rapporto empatico tra medico e paziente, che non si limita soltanto a una visita ma possibilmente prosegue nel tempo, è quello che ci permette di affrontare con efficacia il problema della riduzione del danno tabagico, sino ad arrivare al 'gold standard' che comunque è sempre la cessazione da fumo di sigaretta".
Cronaca
Inchiesta curve, testimone rissa con Iovino: “Fedez...
E' una delle testimonianze rese dopo lite fuori da una discoteca e tra gli atti dell'indagine su ultrà
"Lasciatemi stare, lasciatemi stare che l'ammazzo che io sono di Rozzano". Sono le parole pronunciate da Fedez, nome d'arte del cantante Federico Lucia, secondo quanto riferito alla polizia da uno degli addetti alla sicurezza della discoteca milanese 'The Club' dove lo scorso 22 aprile c'è stata l'ormai famosa rissa tra il rapper e il personal trainer dei vip Cristiano Iovino. E' uno degli atti che, insieme ad altre testimonianze, riempie le pagine di uno dei capitoli dell'inchiesta che ha azzerato i vertici delle curve di Milan e Inter. Una lite, forse legata a una donna, che vede coinvolti alcuni personaggi finiti al centro dell'indagine 'Doppia curva'.
E' poco dopo la mezzanotte quando Fedez, in compagnia di alcuni amici - i testimoni riconoscono il rapper Taxi B - entrano nel locale del centro. Trascorrono circa due ore e mezza, poi Iovino - accompagnato da alcuni addetti alla sicurezza - lascia la discoteca "con il volto sporco di sangue" mentre il cantante è ancora all'interno. "Ho visto Fedez sulle scale dell'uscita di sicurezza - racconta un altro buttafuori -, lui era molto agitato e continuava a dire che quel ragazzo che era già stato accompagnato fuori dal locale aveva messo alzato le mani su uno dei suoi amici. In quel frangente Fedez era molto agitato tanto che abbiamo dovuto sollevarlo di peso per portarlo fuori. Preciso che il suo amico senza capelli e palestrato (Christian Rosiello, tra gli arrestati per l'indagine sul tifo, ndr) era molto agitato perché temeva che, in sua assenza, qualcuno potesse picchiare Fedez, mentre gli altri suoi amici sono rimasti tranquilli".
Una volta fuori dal locale, Fedez "ha cominciato ad urlare contro di noi dicendo: 'lascatemi stare, lasciatemi stare che l'ammazzo che io sono di Rozzano'. Si è calmato quando ha notato che qualcuno lo stava riprendo con dei telefoni cellulari, credo che fossero dei ragazzi asiatici, ricordo che guardando verso di loro si è messo a ridere..." aggiunge l'addetto alla sicurezza sentito in questura. Il cantante, denunciato per rissa, viene anche riconosciuto (poco dopo) davanti all'abitazione di Iovino. E negli atti dell'inchiesta il volto di Fedez appare ancora in alcune fotografie quando, in compagnia del guardaspalle Islam Hagag in arte 'Alex Cologno' (finito in manette per l'indagine sulle tifoserie, ndr), va in Ferrari a casa di Luca Lucci, capo ultrà della curva Sud, anche lui tra i milanisti arrestati dell'inchiesta della Dda di Milano.
Salute e Benessere
Longevità sana, Scapagnini (Sinut): “Contrastare...
"Aspettativa di vita fino a 81 anni ma in buona salute solo a 61 anni"
"Il concetto di allontanare il più possibile le patologie croniche dell’invecchiamento è diventato una reale emergenza. L’aspettativa di vita, che pensavamo si fosse un po’ alterata con la pandemia, in realtà ha ripreso a salire lievemente e oggi in Italia, così come in buona parte dell’Europa, si aggira attorno agli 81 anni, facendo una media tra uomini e donne. L’aspettativa di vita in salute non raggiunge però i 61 anni. Ciò significa che un 20% della nostra vita lo viviamo in malattia. Se dovessimo definire cos’è l’healtly lifespan, potremmo dire che significa 'invecchiare restando giovani', non tanto evitando le malattie ma mantenendo le funzioni della giovinezza, come le performance mentali e fisiche". Lo afferma Giovanni Scapagnini, professore di Nutrizione clinica presso l’università del Molise e vicepresidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut), in occasione della prima delle due giornate del 5° Congresso internazionale "Healthy lifespan - positive nutrition, antiinflammation diet, physical activity and sport" organizzato da Fondazione Paolo Sorbini, e promosso da Enervit e Technogym, a Palazzo Mezzanotte a Milano. La due giorni (oggi e domani), che vede confrontarsi esperti di fama internazionale sui principali aspetti legati al miglioramento della qualità della vita e alla promozione di una longevità sana, si rivolge prevalentemente a biologi, dietisti, farmacisti, fisioterapisti, chirurghi, studenti e laureati in scienze motorie e specializzandi in medicina.
"L’alimentazione è una delle variabili su cui sicuramente possiamo lavorare meglio - spiega Scapagnini - Buona parte delle civiltà si sono sviluppate intorno alla tavola, anche le comunità nomadiche vedono nell’alimentazione un momento di aggregazione sociale. Le relazioni sociali e l’empatia che si sviluppano in un contesto di raccoglimento si sono rivelate importanti sulla capacità di gestire la propria biologia. Ho lavorato molto in quelle che vengono definite zone blu, luoghi in cui la possibilità di invecchiare in maniera fisiologica ed evitare lo sviluppo di malattie è un po’ più realizzata rispetto ad altre zone. Esse hanno dei punti in comune, pur essendo zone molto diverse e lontane geograficamente, si trovano infatti in Giappone, Costa Rica e Italia. Le comunità locali di queste tre zone blu non mangiano troppo ma soprattutto hanno una grande varietà nutrizionale e una ricchezza di alcune tipologie di composti, hanno una dieta povera di calorie ma ricca di sostanze nutrienti e, soprattutto, di micronutrienti, che sono gli elementi che aiutano la nostra biologia a mantenere le sue funzioni".
Dal punto di vista dei nutrienti "una valenza molto importante l’hanno assunta, negli ultimi anni, gli acidi grassi polinsaturi - sottolinea l'esperto - che noi non siamo in grado di produrre. Questi sono essenziali e in loro assenza non può funzionare la biochimica. La presenza di un adeguato quantitativo di acidi grassi polinsaturi è preziosa nella gestione dell’infiammazione". In questi anni "mi sono occupato moltissimo anche della fitochimica, ovvero delle sostanze derivate dal mondo vegetale che sono dei non nutrienti con la capacità di allenare il nostro organismo e mantenere la capacità di adattamento, un po’ come fa anche l’attività fisica" conclude.
Cronaca
Longevità sana, neurologo: “Sport arma contro...
Albanese (Humanitas): "Sia considerato uno stile di vita sin da giovani. A danneggiare i neuroni diabete, obesità e cattiva alimentazione"
"La letteratura scientifica mostra che molti fattori consentono di prevenire la degenerazione del sistema nervoso, e favorire quindi la conservazione di un funzionamento a lungo termine. Tra questi ci sono sicuramente fattori genetici, ma a pesare sono anche i fattori ambientali controllabili. Tra questi, sicuramente lo stress, inteso in senso medico e non psicologico, e quindi tutto ciò che può danneggiare i neuroni diabete, obesità, cattiva alimentazione, incontri ambientali con sostanze tossiche, pesticidi o inquinanti". Lo afferma Alberto Albanese, professore di Neurologia presso l’Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presidente dell'Associazione internazionale sulle sindromi parkinsoniane e malattie correlate, in occasione dell'apertura del 5° Congresso internazionale "Healthy lifespan - positive nutrition, antiinflammation diet, physical activity and sport" organizzato oggi e domani da Fondazione Paolo Sorbini, e promosso da Enervit e Technogym, a Palazzo Mezzanotte a Milano.
La due giorni, che vede confrontarsi esperti di fama internazionale sui principali aspetti legati al miglioramento della qualità della vita e alla promozione di una longevità sana, si rivolge prevalentemente a biologi, dietisti, farmacisti, fisioterapisti, chirurghi, studenti e laureati in scienze motorie e specializzandi in medicina.Importante per prevenire la degenerazione del sistema nervoso anche uno stile di vita dinamico, come spiega il neurologo Albanese: "Svolgere attività fisica a media o alta intensità regolarmente è importante perché da pochissimi anni si è scoperto che le cellule nervose, e i neuroni in particolare, per la loro attività continua utilizzano l’acido lattico. Quando si svolge attività fisica in maniera continuativa si produce acido lattico a livello dei muscoli e questo, in aggiunta a quello prodotto all’interno del sistema nervoso, facilita il funzionamento delle attività neuronali. I neuroni si tengono più dinamici e più efficienti per tutto il tempo in cui sono stimolati dalla presenza di acido lattico, che è un vero e proprio protettivo della funzione neurologica. Il tipo di attività fisica che si svolge è quindi molto importante”.
Proprio per il suo ruolo nella protezione delle corrette funzioni del sistema nervoso, secondo l’esperto "lo sport deve essere incorporato nella formazione dei giovani. È importante che venga considerato un modo di vivere, uno stile di vita".