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Attacco Iran, ‘allerta totale’ in Israele:...
Attacco Iran, ‘allerta totale’ in Israele: nuove misure d’emergenza
L'Iran lancia l'operazione 'Vera promessa', esplosioni su Gerusalemme e Tel Aviv. Israele: "Risponderemo all'attacco"
L'Iran ha lanciato un attacco contro Israele usando centinaia di droni divisi in 3 ondate. Teheran ha proseguito l'offensiva, battezzata 'Vera promessa', con 2 ondate di missili balistici, secondo le informazioni fornite dai media iraniani.
I droni e i missili, nella notte italiana, sono arrivati sui cieli israeliani. Un bambino di 10 anni è rimasto gravemente ferito in una comunità beduina intorno alla città di Arad, nel deserto del Negev. Il 99% dei missili e droni lanciati contro Israele è stato intercettato, come ha detto una fonte delle Forze di difesa israeliane a Ynet.
L'operazione 'Vera promessa'
Le prime news relative all'attacco sono state diffuse sul social X dal giornalista di Axios, Barak Ravid, che ha citato quattro funzionari americani e israeliani. Poco dopo, il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari, ha confermato in conferenza stampa che l'attacco della Repubblica islamica è partito nella serata italiana del 13 aprile.
Sarebbero 4-500 i droni e missili lanciati verso Israele dall'Iran e poi da Iraq, Siria, sud del Libano e Yemen, secondo le informazioni fornite da una fonte americana a AbcNews: i droni sono dello stesso tipo di quelli usati in Ucraina dalla Russia. L'Iran ha lanciato due ondate di missili contro Israele, la prima di 80 e la seconda di 70, per un totale di 150, secondo le cifre fornite da una fonte dell'amministrazione americana ad AbcNews.
Le misure adottate da Israele hanno previsto la chiusura dello spazio aereo da mezzanotte alle 7 del mattino di domenica 14 aprile (le 6 in Italia). Numerose esplosioni, nella notte, sono state avvertite nei cieli di Gerusalemme, Tel Aviv e anche di Beersheba, nel sud di Israele.
A circa 3 ore dalle prime notizie relative all'inizio dell'attacco, attorno all'1 italiana del 14 aprile, la missione iraniana alle Nazioni Unite ha annunciato che "la questione può dirsi conclusa" con "l'azione militare" condotta "sulla base dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa" e in "risposta all'aggressione del regime sionista contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco".
"Tuttavia, se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell'Iran sarà notevolmente più severa", ha proseguito la missione, chiarendo che si tratta di "un conflitto tra l'Iran e il regime canaglia israeliano dal quale gli Stati Uniti devono stare lontani".
Nelle stesse ore, il gabinetto di guerra israeliano ha approvato una risposta militare all'attacco iraniano come hanno reso noto i media della Stato ebraico, senza aggiungere ulteriori dettagli.
Come ha attaccato l'Iran
A Teheran, i primi annunci sull'avvio dell'attacco sono arrivati dalla tv di Stato che ha confermato che le forze dei Guardiani della Rivoluzione hanno lanciato un attacco con droni contro Israele.
I Guardiani della Rivoluzione hanno quindi annunciato il lancio di "decine di droni e missili" verso "i territori occupati e le posizioni del regime sionista", come ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, secondo cui si tratta della "risposta ai numerosi crimini commessi dal regime sionista, tra cui l'attacco alla sezione consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco e il martirio di un gruppo di comandanti e consiglieri militari del nostro Paese in Siria". Secondo i pasdaran, l'attacco è contro "obiettivi specifici all'interno dei territori occupati".
L'account X della Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, nella serata di sabato ha ripubblicato un video del suo discorso pronunciato in occasione dell'Eid al-Fitr, la festa di fine Ramadan, in cui annunciava che "il regime malvagio" sarebbe stato "punito" per l'attacco al consolato iraniano a Damasco.
Come si è difeso Israele
Il piano di Israele ha previsto di intercettare il maggior numero possibile di droni fuori dallo spazio aereo nazionale con l'aiuto degli Stati Uniti e di altri Paesi. Dopo le 23 italiane di sabato 13 aprile, Israele ha iniziato a intercettare droni iraniani su Siria e Giordania grazie ad un ombrello di difesa aerea creato con gli Stati Uniti in cooperazione con alleati regionali. Oltre 100 droni sono stati intercettati da Stati Uniti e Gran Bretagna prima del loro ingresso nello spazio aereo israeliano, come ha spiegato una fonte della difesa israeliana citata dalla radio dell'esercito dello Stato ebraico.
In Israele è scattata l'"allerta totale". Il portavoce delle forze di difesa israeliane ha precisato che "decine di aerei sono pronti al decollo". Gli obiettivi dell'attacco iraniano contro Israele dovrebbero essere "non civili", secondo funzionari israeliani citati dall'emittente Kan sulla base delle informazioni ricevute e delle valutazioni dell'intelligence.
Il discorso di Netanyahu
"Cittadini israeliani, negli ultimi anni, e ancor più nelle ultime settimane, Israele si sta preparando alla possibilità di un attacco diretto da parte dell'Iran. I nostri sistemi di difesa sono schierati, siamo preparati per qualsiasi scenario, sia in difesa che in attacco. Lo Stato di Israele è forte, le Idf sono forti", ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un discorso al Paese.
"Ho stabilito un principio chiaro: a chiunque ci farà del male, noi faremo del male. Ci difenderemo da ogni minaccia e lo faremo con calma e determinazione", ha aggiunto il primo ministro, che ha espresso "apprezzamento" per gli Stati Uniti "per essere stati al fianco di Israele" e per "il sostegno del Regno Unito, della Francia e di molti altri Paesi". "Restiamo uniti e, con l'aiuto di Dio, insieme sconfiggeremo tutti i nostri nemici", ha aggiunto Netanyahu.
Negli stessi minuti, l'aereo di Stato 'Ala di Sion' è decollato dalla base di Nevatim, nel sud di Israele, come hanno mostrato i dati dei siti web di monitoraggio dei voli. L'aereo, costruito per il premier Netanyahu, non è mai stato utilizzato ufficialmente.
Le nuove misure per la popolazione
Intanto, Israele ha varato nuove regole per la popolazione civile. Le scuole resteranno chiuse domenica 14 aprile (primo giorno della settimana) e lunedì, come ha stabilito il Comando del fronte interno. Le nuove disposizioni, che sono valide dalle 23 di sabato 13 aprile alle 23 di lunedì, prevedono anche il divieto di assembramento oltre mille persone. Ulteriori restrizioni sono state previste nelle zone vicino Gaza.
Biden torna alla Casa Bianca, nuovi aiuti Usa a Israele
"Ho appena incontrato il mio team di sicurezza nazionale per un aggiornamento sugli attacchi dell'Iran contro Israele. Il nostro impegno per la sicurezza di Israele contro le minacce provenienti dall’Iran e dai suoi proxies è ferreo", ha scritto il presidente americano Joe Biden su X.
Mentre il presidente degli Stati Uniti tornava in anticipo alla Casa Bianca "per consultazioni con il suo team di sicurezza nazionale sugli eventi in Medio Oriente", Israele ha reso noto di aver ricevuto da Washington e dagli alleati "nuove capacità" per difendersi dall'attacco iraniano, come ha indicato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant.
"Stiamo monitorando da vicino un attacco pianificato da parte dell'Iran e dei suoi proxy contro lo Stato di Israele. Negli ultimi giorni abbiamo rafforzato la nostra difesa aerea e il nostro schieramento offensivo", ha affermato Gallant in una nota. "Abbiamo aggiunto nuove capacità sulla terra, in cielo, in mare, nell'intelligence, all'interno dello Stato di Israele insieme ai nostri partner, guidati dagli Stati Uniti", ha aggiunto.
Tajani sente Meloni e Crosetto: "Pronti a ogni scenario"
La premier Giorgia Meloni segue con "grande attenzione" l'attacco sferrato dall’Iran a Israele. Appresa la notizia, la presidente del Consiglio -riferiscono fonti di Palazzo Chigi- ha sentito telefonicamente il vicepremier e ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani, il responsabile dellla Difesa Guido Crosetto e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano.
"Seguiamo con attenzione e preoccupazione quanto sta accedendo in Medio Oriente. Sono in costante contatto con le ambasciate d’Italia a Tel Aviv e a Teheran. Sentiti il Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa, il Governo è pronto a gestire qualsiasi tipo di scenario, ha scritto Tajani su X.
Esteri
Ucraina, Macron: “Non escluso invio truppe se Russia...
Il presidente francese torna a mettere in guardia Mosca in un'intervista al The Economist: "Siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore"
Il presidente francese torna a mettere in guardia la Russia: in caso di sfondamento del fronte in Ucraina, l'invio di truppe di terra occidentali non è da escludere. Dalle pagine di The Economist, Emmanuel Macron torna su un concetto espresso a febbraio e che allora aveva fatto molto discutere.
"Se i russi dovessero andare a sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non è il caso - dovremmo legittimamente porci il problema", ha affermato. "Escluderla a priori, non equivale a trarre le conclusioni degli ultimi due anni", ha aggiunto, alludendo al primo rifiuto dei paesi della Nato di inviare carri armati e aerei, e al successivo ripensamento.
"Non escludo nulla - ha quindi sottolineato il presidente francese -, perché davanti a noi c’è qualcuno che non esclude nulla. Senza dubbio siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore".
"Ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vincesse in Ucraina, non ci sarebbe sicurezza in Europa", ha poi rimarcato Macron aggiungendo: "Non dobbiamo escludere nulla, perché il nostro obiettivo è che la Russia non possa mai vincere in Ucraina".
"L'aggressività della reazione russa alle mie parole ha dimostrato che ha avuto l’effetto desiderato, ossia 'non pensare che ci fermeremo qui se non lo fai'".
E ancora: "La Francia è un paese che ha effettuato interventi militari, anche di recente. Abbiamo dislocato diverse migliaia di soldati nel Sahel per combattere il terrorismo che potrebbe rappresentare una minaccia per noi. Lo abbiamo fatto su richiesta di Stati sovrani", ha detto in riferimento all'operazione Barkhane delle forze armate francesi in Mali, Ciad, Burkina Faso, Mauritania e Niger contro gruppi terroristici islamici.
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Usa, non si fermano proteste pro-Gaza nelle università:...
Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente
Le forze di sicurezza sono entrate nell'accampamento pro-Palestina allestito dai manifestanti nell'Università della California, Ucla. Lo riporta la Cnn. Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente. "Proprio negli ultimi minuti - ha riferito la corrispondente di SkyNews - la polizia ha lanciato un 'flashbang', quasi come una tecnica di distrazione, mentre avviava la sua operazione per smantellare l'accampamento". In precedenza le forze dell'ordine avevano chiesto via altoparlante ai manifestanti di lasciare il posto, dopo aver dichiarato illegale l'accampamento.
Diverse agenzie per la sicurezza hanno inviato sul posto le loro unità con compiti specifici: al Dipartimento di Polizia di Los Angeles è affidato l'incarico di mettere in sicurezza il perimetro, la California Highway Patrol entrerà nell'accampamento, il dipartimento dello sceriffo di Los Angeles sarà responsabile del controllo sulla folla. Le forze dell'ordine sul posto sono dotate di dispositivi di protezione, comprese maschere antigas, secondo le fonti citate dall'emittente.
Scontri tra gruppi filo israeliani e filo palestinesi
Ieri scontri tra gruppi di manifestanti filo israeliani e filo palestinesi sono scoppiati nel campus di Los Angeles. "Sono avvenuti orribili atti di violenza e abbiamo immediatamente chiamato la polizia", ha detto la vice rettrice. Un giornalista che lavora per il "Daily Bruin", giornale dell'università, ha riferito che i manifestanti filo Israele hanno lanciato "petardi, uno scooter, bottiglie d'acqua e gas lacrimogeni" contro il gruppo avverso.
Arrestati centinaia di manifestanti
Centinaia di manifestanti sono stati arrestati nelle ultime 24 ore durante le proteste che stanno infiammando i campus universitari negli Stati Uniti. Anche se le richieste dei manifestanti variano da università a università, la maggior parte chiede agli atenei di disinvestire dalle aziende che sostengono Israele e la guerra a Gaza.
Università dell'Arizona: mercoledì le forze dell'ordine hanno usato palline di pepe e proiettili di gomma contro i manifestanti, ha detto l'università in una nota.
A New York, circa 300 persone sono state arrestate nell'operazione di polizia condotta per sgomberare i campus della Columbia e del City College dai manifestanti pro Gaza. Ancora da capire quanti di coloro che occupavano la Hamilton Hall della Columbia fossero studenti e quanti no. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha denunciato "un movimento per radicalizzare i giovani...non permetterà che questo accada".
Fordham University: almeno 15 persone sono state arrestate dopo che decine di manifestanti hanno allestito un accampamento all'interno dell'edificio Lowenstein dell'università, secondo una dichiarazione della scuola che ha chiesto al Dipartimento di Polizia di New York di essere nel campus almeno fino al 22 maggio.
Università di Buffalo: circa 16 persone sono state arrestate mercoledì sera dopo una protesta filo-palestinese al North Campus dell'università, ha detto la scuola in un comunicato.
Dartmouth College: Novanta persone sono state arrestate durante la protesta filo-palestinese di mercoledì con l'accusa di aver commesso reati tra cui violazione di domicilio e resistenza all'arresto, ha detto la polizia della città di Hanover nel New Hampshire.
Università del Texas a Dallas: almeno 17 arresti sono stati effettuati nel campus mercoledì sera, hanno detto i funzionari della scuola.
Università del Wisconsin-Madison: diversi manifestanti sono stati arrestati mercoledì, ha detto il cancelliere Jennifer L. Mnookin in una lettera alla comunità del campus.
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Autostrada crollata in Cina, si aggrava bilancio vittime:...
La tragedia è avvenuta dopo giorni di forti piogge nell'area
E' salito a 48 morti il bilancio ufficiale delle vittime del crollo di un tratto di un'autostrada nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale. Lo ha riferito l'agenzia cinese Xinhua, dopo le prime notizie di ieri che parlavano di 24 morti a seguito del cedimento di un tratto di carreggiata di 18 metri all'altezza della città di Meizhou. Almeno 30 sono le persone ricoverate in ospedale.
Circa 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali. Le immagini diffuse sui social mostrano auto travolte da terra e fango, probabilmente dopo una frana. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.
Dezoito carros caíram em uma encosta depois que um trecho de 17,9 metros da rodovia desabou hoje de manhã quarta-feira, segundo autoridades da província de Guangdong.
Testemunhas disseram à mídia local que ouviram um barulho alto e viram um buraco aberto pic.twitter.com/zZzQu4tTs0
— Elza Luiza da Silva Ferrari (@ElzaLuizadaSil5) May 2, 2024