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Salute e Benessere
Rischio cardiovascolare, Bilato (Anmco): “Cura...
Rischio cardiovascolare, Bilato (Anmco): “Cura innovativa efficace”
"Riduce colesterolo cattivo, migliora aderenza e abbassa nel tempo eventi e costi"
![Claudio Bilato (Anmco)](https://www.adnkronos.com/resources/028c-1aa2bd507f9b-5129520bf9a0-1000/format/big/bilato_anmco_comm.png)
Il colesterolo Ldl, causa nota di eventi cardiovascolari, può essere controllato con "farmaci innovativi molto efficaci, in grado di abbassarlo dell'85%". Inoltre, grazie a "una somministrazione ogni 6 mesi, garantiscono anche l'aderenza alla terapia", cosa altrettanto importante visto che "la metà dei pazienti, dopo un anno di trattamento con statine, ne interrompe l'assunzione", condizione che può "triplicare il rischio di un evento". Lo ha detto Claudio Bilato, direttore della Cardiologia degli ospedali dell'Ovest Vicentino, consigliere nazionale e tesoriere dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e past president regionale Anmco, in occasione di un evento a Verona promosso da Novartis. "Ovviamente questi farmaci innovativi costano di più rispetto al trattamento standard e quindi, nel breve termine, c'è un lieve aumento della spesa. Ma, nel lungo termine - precisa - avere dei farmaci molto efficaci e molto aderenti significa ridurre la grande spesa legata alla malattia cardiovascolare, che è una spesa diretta di ospedalizzazione, farmaci, trattamenti, riperfusione, eccetera, ma anche indiretta, che impatta a livello economico su tutta la società". (Video)
La malattie cardiovascolari, infatti, "sono la prima causa di morte in Italia, in Europa e in tutti i Paesi occidentali - ricorda Bilato - Ogni anno", a causa soprattutto di infarto e ictus, "in Italia muoiono 200-250mila persone. Solo nel Veneto se ne contano circa 16-17mila". L'aterosclerosi - al di là dei molteplici fattori di rischio come "gli elevati livelli pressori, il diabete, il fumo di sigaretta, la scarsa attività fisica, l'elevato peso corporeo e una dieta inadeguata - è riconosciuta proprio come causa dell'infarto del miocardio". All'origine dell'aterosclerosi ci sono infatti elevati livelli di "colesterolo Ldl, cioè quel colesterolo che è veicolato dalle lipoproteine plasmatiche a bassa densità, comunemente detto 'cattivo' e che", è assodato, "porta alla formazione dell'ateroma e, quindi, dell'aterosclerosi".
Non esiste un valore generico ottimale di colesterolo Ldl, perché "dipende dal rischio cardiovascolare del paziente - spiega il cardiologo - A seconda del rischio, dobbiamo identificare il target da raggiungere. Una persona con un rischio cardiovascolare molto basso può avere un valore al di sotto dei 115 mg/dL. Un paziente che invece ha avuto già un evento - infarto o ictus, per esempio - ha un rischio cardiovascolare molto elevato e deve mantenere il valore di colesterolo Ldl sotto i 55 mg/dL e, alcune volte, addirittura sotto 40. Un paziente che, ad esempio, ha soltanto un'ipertensione arteriosa e non ha ancora manifestato nessun evento può essere considerato a rischio cardiovascolare moderato o alto. Sono invece ad elevato rischio, pur non avendo ancora avuto un evento cardiovascolare, i pazienti che hanno il diabete di tipo 1 con complicanze, oppure una insufficienza renale".
Per ridurre il colesterolo Ldl, "rispetto a vent’anni fa - continua Bilato - ci sono farmaci formidabili. Ci sono medicinali che, in combinazione, permettono una riduzione fino all'85% dei valori iniziali" e permettono di risolvere il problema dell'aderenza alla cura, cioè dell'assunzione regolare della terapia, in particolare delle statine. "Dopo un anno di trattamento - sottolinea lo specialista - circa il 50% dei pazienti non le prende più e, dopo due anni, si arriva a valori del 70%. E' un problema estremamente importante perché - chiarisce - perdere l'aderenza significa aumentare, triplicare, il rischio di un nuovo evento cardiovascolare".
Oltre alle statine, "che utilizziamo da molti anni", abbiamo poi "altri farmaci importanti per controllare il colesterolo Ldl: ezetimibe e acido bempedoico - elenca lo specialista - ma anche gli inibitori della proteina Pcsk9, che sono anticorpi monoclonali". C'è poi, recentemente disponibile anche in Italia, "una molecola innovativa che inibisce la produzione di proteina Pcsk9. Sono i cosiddetti SiRna, small interfering Rna", che agiscono aumentando la capacità del fegato di eliminare dal sangue le lipoproteine Ldl. "Questi nuovi farmaci SiRna, che silenziano i geni, sono sicuramente molto efficaci - precisa Bilato - perché, 'on the top' della terapia standard con statine-ezetimibe, garantiscono un ulteriore abbassamento di almeno il 50% del colesterolo Ldl e quindi, nella globalità, con il trattamento, il valore si riduce dall'85% al 90%".
Un altro aspetto della terapia innovativa SiRna "riguarda l'elevato livello di aderenza perché questi farmaci - rimarca il cardiologo - vengono somministrati per via sottocutanea, a intervalli semestrali, quindi il paziente deve sottoporsi al trattamento ogni sei mesi con un grande vantaggio rispetto a farmaci altrettanto efficaci, ma che richiedono di essere assunti ogni giorno. Il fatto che la somministrazione debba essere fatta da un operatore sanitario - conclude Bilato - è poi una ulteriore garanzia formidabile per quanto riguarda l'aderenza", e quindi della riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, soprattutto in chi ha già avuto un infarto o un ictus.
Salute e Benessere
Covid, con il caldo aumenta rischio per il cuore: cosa fare
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L'analisi e le raccomandazioni del cardiologo Trimarco
![Medici in reparto Covid - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/0288-19af443095f8-e228ff6708b3-1000/format/big/covid_ospedale_nuova_fg.jpeg)
Fuoco incrociato sulla salute degli italiani, in particolare dei più fragili. A minacciarli c'è il mix tra caldo e Covid: "L'uno amplifica gli effetti dell'altro e viceversa, con un impatto immediato sui sintomi come mal di testa, fatigue e affanno, e sulla funzionalità del cuore". Lo spiega Bruno Trimarco, docente emerito di Cardiologia all'università Federico II di Napoli. "Il caldo - avverte - ha sicuramente un impatto importante sui pazienti colpiti dal Covid, sia in fase acuta che nel post-infezione, sul cosiddetto Long Covid. Infatti, da un lato le temperature alte amplificano i sintomi dell'infezione, dall'altro possono aumentare lo stress sul cuore, colpito contemporaneamente da un doppio fuoco, il virus e il caldo insieme". Come proteggersi? No agli integratori 'fai te te', sì a docce fresche e bere acqua anche se non si ha sete, ricorda lo specialista.
Chi rischia di più
Le persone più a rischio sono i fragili, come anziani, bambini e malati cronici, già vulnerabili a caldo e Covid singolarmente. "La letteratura scientifica - analizza Trimarco - ha già documentato che il caldo estremo rappresenta un rischio per il cuore, causando dolore al petto, infarti e morte improvvisa. Quando fa troppo caldo, si può assistere a una riduzione dei valori della pressione arteriosa per la dilatazione dei vasi sanguigni e alla perdita di liquidi con una profusa sudorazione che aumenta il pericolo disidratazione. In alcuni pazienti, tuttavia, si verifica un effetto opposto e la pressione arteriosa può aumentare in modo improvviso e incontrollato. Tra i sintomi più comuni possono comparire tachicardie, palpitazioni, vertigini e affanno".
Dal canto suo, anche Covid ai associa a sintomi comuni a quelli scatenati dal caldo, come astenia, nebbia cerebrale, affanno e mal di testa. "Inoltre - evidenzia il cardiologo - sappiamo che Covid-19 innesca una serie di processi infiammatori che colpiscono le cellule endoteliali, cioè le cellule che rivestono l'interno del cuore e dei vasi sanguigni. Tra gli effetti prodotti ci sono stress ossidativo, infiammazione, alterazione dei battiti, compromissione della capacità di pompare il sangue e l'ossigeno agli altri tessuti. Gli studi suggeriscono che le persone con Covid, rispetto ai non infettati, corrono un rischio del 55% maggiore di subire un evento cardiovascolare grave come infarto, ictus o morte. Hanno anche più probabilità di manifestare altri problemi al cuore come aritmie o miocardite, ossia infiammazione del muscolo cardiaco".
I rimedi
Per scongiurare gli effetti della combo caldo-Covid servono contromisure. Quali? "No a integratori 'fai da te', sì a docce o bagni freschi e al consumo 'programmato' di acqua: impegnarsi cioè a bere almeno un litro e mezzo d'acqua durante la giornata anche se non si ha la sensazione di sete", raccomanda Trimarco.
"Stanchezza e debolezza, sintomi comuni al Covid e a un eccesso di caldo - osserva il cardiologo - possono indurre a fare incetta di integratori. Ma la stragrande maggioranza sono inutili, almeno contro il Covid. Uno studio che abbiamo pubblicato sulla rivista 'eClinicalMedicine' promuove un mix di sostanze naturali, composto da arginina e vitamina C. L'arginina è un aminoacido prodotto naturalmente dall'organismo, che stimola la produzione di ossido nitrico, sostanza chiave per una corretta funzione vascolare. La vitamina C, invece, grazie a una nanotecnologia che ne ottimizza l'assorbimento senza effetti collaterali, antagonizza lo stress ossidativo e migliora il rimodellamento vascolare con effetti benefici sulla funzionalità cardiaca e a cascata su tutto l'organismo".
Altri consigli: evitare di uscire se positivi al Covid, sia per evitare di contagiare gli altri sia per tenersi al riparo dal caldo esterno; mantenere la casa fresca, sfruttando l'aria notturna per rinfrescarla, e durante il giorno usando tapparelle o persiane e spegnendo quanti più dispositivi elettrici possibile; usare abiti e lenzuola leggeri e larghi; evitare bevande zuccherate, alcoliche o contenenti caffeina che possono peggiorare i sintomi e interagire con i farmaci in uso.
Salute e Benessere
Caldo africano, nuova ondata sull’Italia: oggi 12...
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Nelle prossime ore allerta super caldo ai massimi livelli: le città interessate
![Super caldo a Roma - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b76948389d7-928a70d280ca-1000/format/big/caldo_roma_fontana_fg.jpeg)
L'allerta super caldo tornerà nelle prossime ore ai livelli massimi. Se oggi, sabato 27 luglio, nessuna città è ancora da bollino rosso, per domani - domenica 27 - saranno di nuovo sei i capoluoghi interessati dal gradino più alto dell'allerta.
Dodici, intanto, le città con bollino arancione di oggi, segnalate nel bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute: si tratta di Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Rieti e Roma, Bologna, Bolzano, Brescia, Latina, Pescara e Viterbo.
Domenica bollente, tornano i bollini rossi
Domenica 28 luglio saranno quindi 6 le città italiane da bollino rosso per il rischio di ondate di calore: massima allerta su Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Rieti e Roma.
La giornata di domani si annuncia dunque la più 'bollente' di una settimana che non ha fatto registrare prima città da bollino rosso. Fra i 27 capoluoghi monitorati dal sistema di sorveglianza ministeriale, oltre ai 6 con allerta 3, il livello massimo di rischio, il 28 luglio si contano 13 bollini arancioni (livello 2): a Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Latina, Milano, Napoli, Pescara, Torino, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Bollino giallo (rischio 1) per Ancona, Bari, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, Messina e Reggio Calabria. Nessun bollino verde (rischio 0).
Salute e Benessere
Alzheimer, Ema blocca farmaco Lecanemab: “Rischio di...
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"In particolare il frequente verificarsi di anomalie nell'imaging correlate all'amiloide (Aria), che comportano gonfiore e potenziali sanguinamenti nel cervello dei pazienti che lo hanno ricevuto"
![Riproduzioni del cervello - FOTOGRAMMA](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b75fb877550-e313388a5cd3-1000/format/big/germany_parti_del_cervello_di_albert_einstein_in_mostra_al_westphalian_museum_of_natural_history_.jpeg)
No dell'Agenzia europea del farmaco Ema a una terapia anti Alzheimer. Il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell'ente regolatorio Ue, "Chmp, ha raccomandato di non concedere l'autorizzazione all'immissione in commercio per Leqembi* (lecanemab), un farmaco destinato al trattamento della malattia di Alzheimer", informa l'Ema nel resoconto dell'ultima riunione del Chmp (22-25 luglio).
"Il comitato - si legge - ha ritenuto che l'effetto osservato di Leqembi sul ritardo del declino cognitivo non controbilancia il rischio di eventi collaterali gravi associati al medicinale, in particolare il frequente verificarsi di anomalie nell'imaging correlate all'amiloide (Aria), che comportano gonfiore e potenziali sanguinamenti nel cervello dei pazienti che hanno ricevuto Leqembi".
Alzheimer Europe esprime "rammarico" e "profonda delusione" per il parere negativo formulato dal Comitato tecnico Chmp dell'Agenzia europea del farmaco Ema . Il no dell'Ema, che riguarda Ue, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, sottolinea l'associazione in una nota, "significa che gli europei con malattia di Alzheimer in fase iniziale non avranno accesso alle opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti negli Stati Uniti e in altri Paesi".
"Le persone che vivono con la malattia di Alzheimer e le loro famiglie nutrivano grandi speranze e aspettative riguardo all'introduzione di nuove opzioni terapeutiche in Europa", scrive Alzheimer Europe, ricordando che la Fda statunitense ha concesso l'approvazione a lecanemab un anno fa, nel luglio 2023, dopo che un comitato consultivo ha riconosciuto in modo unanime l'efficacia clinica del farmaco per il quale le principali assicurazioni Usa, fra cui Medicare, hanno garantito "un'ampia copertura" nei pazienti idonei a riceverlo. Hanno dato il via libera al trattamento anche le autorità regolatorie di Giappone (25 settembre 2023), Cina (3 gennaio), Corea del Sud (27 maggio), Hong Kong (11 luglio) e Israele (12 luglio), elenca l'associazione, mentre in Europa si attendono ancora i pronunciamenti degli enti regolatori svizzero e britannico, che Alzheimer Europe auspica positivi.
"Le persone affette da malattia di Alzheimer in Europa saranno escluse dall'accesso a lecanemab senza poter compiere scelte individuali basate su un'analisi personale del profilo rischi-benefici", rimarca l'associazione. La speranza di Alzheimer Europe è che "i risultati dal mondo reale raccolti dal registro imposto dalla Fda, o dagli studi in corso su lecanemab forniranno le evidenze scientifiche necessarie affinché i regolatori Ue riconsiderino la loro posizione".