La Svizzera è il primo Paese colpevole di inazione climatica. Sentenza storica, ecco perché
Un gruppo di attiviste, le Klima Seniorrinen Schweiz, che hanno denunciato il proprio Paese perché non fa abbastanza per contrastare il riscaldamento globale. In questo modo, sostengono, non sta tutelando i propri cittadini
Mentre il mondo si fa sempre più caldo, si scalda anche l’azione dei cittadini per far sì che i propri governi adottino misure per invertire la rotta. Ed ecco che dopo anni di battaglie arriva una sentenza storica, che potrebbe cambiare il corso delle cose. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) ha dato ragione ad un gruppo di attiviste svizzere, le Klima Seniorrinen Schweiz, che hanno denunciato il proprio Paese perché non stava e non sta facendo abbastanza per contrastare il riscaldamento globale. In questo modo, sostengono, la Svizzera non sta tutelando i propri cittadini e quindi sta violando i diritti umani. Il Paese elvetico, insomma, che nel nostro immaginario è fatta di verdi prati, mucche felici e meravigliosi paesaggi (tutto semplicistico ma vero) è il primo Paese colpevole di inazione climatica.
Chi sono le Klima Seniorrinen
Il cambiamento, ancora una volta, passa dalle donne: le Klima Seniorrinen, infatti, sono agguerrite signore di 75 anni in media, che nel 2016 hanno deciso di costituire un’associazione - ad oggi di 2500 donne - e di impegnarsi in prima persona per migliorare il Mondo. La cosa potrebbe sembrare insolita, se pensiamo al cliché dell’attivista un po’ hippy e un po’ hipster, e in generale giovane ed energico. Ma l’energia che i ragazzi mettono in azioni eclatanti e manifestazioni in piazza, le nonne svizzere l’hanno messa in campo legale, perché anche loro sono parti in causa e perché il futuro le interessa eccome: non solo per se stesse ma soprattutto per lasciare un mondo migliore alle future generazioni.
Le donne infatti sono le più colpite dagli effetti della crisi climatica per ragioni sociali, economiche e culturali, e anche per quanto riguarda la salute sono particolarmente minacciate dalle ondate di calore. Le Seniorrinen non a caso hanno sottolineato di avere problemi a uscire di casa nei periodi più caldi e di risentirne fisicamente. E in prospettiva, se continua così le giovani di oggi dovranno affrontare le stesse difficoltà, ulteriormente amplificate, in futuro.
Giovani e anziani, insieme, per cercare di cambiare le cose. Una tendenza che si sta sempre più consolidando e che sembrerebbe portare dei frutti importanti.
Ma vediamo più nel dettaglio che ricorso avevano presentato le Klima Seniorrinen e cosa ha stabilito la Corte.
Cosa chiedevano le ‘Anziane per il clima’?
Tutto è partito nel 2016, quando le ‘anziane per il clima’ avviarono una causa presso un tribunale elvetico accusando il proprio Paese di non agire di fronte alla sempre più evidente e pressante crisi climatica.
Per inchiodare il governo alle sue responsabilità, le attiviste puntavano sul fatto che l’inazione governativa fosse in contrasto con gli obblighi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in particolare il diritto alla vita e all’autonomia. La causa venne respinta. Ma le ‘nonne’ non si sono perse d’animo: nel 2023, con la collaborazione di Greenpeace Svizzera, hanno presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il loro obiettivo era costringere il governo a proteggere e tutelare i diritti umani in modo attivo, con politiche e provvedimenti che vadano nella direzione di limitare le emissioni di gas serra per (cercare di) mantenere le temperature sotto la soglia critica di +1,5° C rispetto all’epoca pre-industriale.
Cosa ha deciso la Corte: Svizzera colpevole di inazione climatica
La Corte europea ha stabilito che la Svizzera è colpevole in quanto non ha adempiuto agli obblighi in materia di cambiamenti climatici presi nel 2015 con gli accordi di Parigi, ovvero di contenere l’aumento delle temperature entro gli 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra. Le azioni messe dal governo elvetico sono state inefficaci e insufficienti: un’inazione che aggrava i rischi di conseguenze dannose e viola i diritti umani dei cittadini.
La Corte ha fatto riferimento in particolare agli articoli 6 e 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che stabiliscono rispettivamente il diritto a un equo processo e al rispetto della propria vita privata e familiare.
Perché si tratta di una sentenza storica?
Si tratta di una sentenza storica perché stabilisce che, se i governi non agiscono per contrastare il riscaldamento globale, violano i diritti umani e perché costituisce un precedente legale importantissimo. La pronuncia infatti viene da uno dei massimi organi di giustizia internazionali, quindi con un peso commisurato, e può influenzare in modo diretto l’azione dei governi, nello specifico europei. Dovrebbe almeno, visto che la sentenza è vincolante per i 46 Stati del Consiglio d’Europa. Non a caso l’Avvocatura generale italiana aveva presentato una memoria a supporto della posizione svizzera. La decisione intanto è inappellabile e immediatamente esecutiva per il Paese elvetico.
La soddisfazione per questa pronuncia storica non deve però far dimenticare le ombre: la Corte infatti ha stabilito sì la violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea ma ha escluso la violazione dell’articolo 2, che prevede il diritto alla vita.
Inoltre nello stesso giorno la Cedu ha dichiarato irricevibile il ricorso di sei ragazzi portoghesi che avevano denunciato 32 Paesi europei per l’inefficacia delle loro politiche contro il cambiamento climatico. Da notare tuttavia che tale pronuncia non riguarda motivi di merito, ma il fatto che, a parere dei giudici, i ricorrenti non hanno esaurito le vie legali disponibili nel loro Paese. Stessa sorte per il ricorso dall'ex sindaco di Grande-Synthe, Damien Carême, al quale non è stato riconosciuto lo stato di vittima dell’inefficienza dello Stato francese dato che non vive più in Francia.
Il riscaldamento climatico incalza
La storica sentenza arriva a pochi giorni dalla diffusione dei dati raccolti da Copernicus, il servizio meteorologico dell’Ue , che ha certificato ciò che ormai è all’ordine del giorno e che forse ci stiamo abituando a sentire: il marzo appena concluso ha segnato un ulteriore record, essendo stato il decimo mese consecutivo più caldo di sempre. La temperatura media dell’aria superficiale infatti è stata di 14,14°C: 0,73°C sopra la media del periodo 1991-2020 per marzo, e 0,10°C sopra il precedente record stabilito nel marzo 2016.
Non solo: Il mese scorso è stato di 1,68°C più caldo rispetto alla media dello stesso mese per il periodo preindustriale (1850-1900), sforando quindi gli 1,5 considerati la soglia per contenere il disastro e stabiliti come parametro dagli Accordi di Parigi del 2015.
Inoltre, la temperatura media globale degli ultimi dodici mesi (aprile 2023 - marzo 2024) è la più alta mai registrata, pari a 0,70°C sopra la media del periodo 1991-2020 e 1,58°C sopra la media preindustriale del periodo 1850-1900.
In poche parole, la situazione sta diventando letteralmente incandescente.
E se il servizio meteorologico inglese aveva avvisato che nel 2024 probabilmente si sarebbe sforato il limite, a causa dell’azione del Nino, aveva anche sottolineato che i governi non stanno facendo abbastanza, e che siccome il riscaldamento globale è essenzialmente causato dall’uomo, solo l’uomo può farci qualcosa.
Le reazioni: Greta Thunberg, la Commissione europea, Legambiente
A Strasburgo, dove ha sede la Cedu, in un giorno così importante non poteva mancare Greta Thunberg, che ha ovviamente applaudito alla sentenza, definendola “un successo”. “La decisione è solo l’inizio delle controversie sul clima. In tutto il mondo, sempre più persone stanno portando i loro governi in tribunale”, avverte l’attivista.
Dal lato suo, la Commissione europea si è espressa tramite un portavoce "prendendo atto" della sentenza e ribadendo il proprio impegno a garantire la completa attuazione dei vincoli sottoscritti con l'accordo di Parigi.
Soddisfazione è stata espressa anche da Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, per il quale "è la prima volta che un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima, mettendo in relazione la difesa del clima e i diritti umani, e condanna l’inazione dei governi ".
Il pensiero va subito all’Italia. Ciafani chiede un immediato cambio di rotta, “recuperando i ritardi accumulati nella lotta alla crisi climatica, smettendo di rincorrere le emergenze e di pagare in termini di vite umane e danni ai territori”.
L’Osservatorio Città Clima, citato dal presidente di Legambiente, nel 2023 ha registrato 378 eventi meteorologici estremi, ovvero il 22% in più rispetto all’anno precedente. Pesanti le conseguenze: 31 morti e danni miliardari ai territori.
Le priorità? Per Ciafani sono diverse: l’attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc), la definizione di strategia chiara di prevenzione e l’approvazione di un Pniec, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi.
Il ‘climate litigation’ in Italia
Il pensiero va subito all’Italia anche per un altro motivo: a marzo il Tar del lazio ha respinto una causa climatica dichiarandosi ‘non competente’ ad esprimersi. Partendo dal presupposto che non si tratta di una decisione nel merito, ci si chiede se questo e altri contenziosi analoghi possano ora prendere anch’essi una direzione diversa.
La causa, chiamata ‘Giudizio Universale’, riguardava ancora una volta la necessità sempre più urgente di un’azione efficace e incisiva contro i cambiamenti climatici, per tutelare i diritti fondamentali delle persone, e la richiesta di imporre al governo di agire in tal senso. Ma i giudici hanno stabilito di non avere la competenza per esprimersi, notando che in Italia non esistono tribunali che possano farlo rispetto a tale questione.
“Un’occasione persa e una scelta di retroguardia”, ha commentato Marica Di Pierri, portavoce di A Sud, associazione che ha promosso il contenzioso. “La impugneremo’’, ha aggiunto. E chissà che stavolta le cose non vadano diversamente.
Il 16 febbraio, inoltre, si è tenuta la prima udienza, presso il Tribunale di Roma, per la causa intentata da Greenpeace con l’associazione ReCommon e 12 cittadini contro Eni per costringere l’azienda a ridurre le proprie emissioni di CO2.
Il climate litigation, ovvero il contenzioso sul cambiamento climatico, sta ormai montando: come sottolinea Greenpeace, questo tipo di cause è più che raddoppiato nel mondo dal 2017 ad oggi. La stessa Cedu, come abbiamo visto, si trova a doverne dirimere diverse.
Si apre dunque un nuovo capitolo nella lotta ai cambiamenti climatici.
Economia
Unicredit deposita in Consob l’offerta per Banco Bpm
L'amministratore delegato Orcel: "Riteniamo sia congrua, il premio è pari a circa il 15-20% del prezzo dell'azione"
Unicredit ha depositato il documento di offerta relativo all'offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco Bpm. Quale corrispettivo dell'offerta, si legge nella nota dell'istituto di credito, "l'offerente riconoscerà 0,175 azioni ordinarie di UniCredit di nuova emissione, prive del valore nominale, aventi godimento regolare e le stesse caratteristiche delle azioni ordinarie di UniCredit, già in circolazione alla data di emissione, che saranno quotate su Euronext Milan, sul mercato ufficiale della Borsa di Francoforte, gestito da Deutsche Boerse Ag, nonché sulla Borsa di Varsavia, per ogni Azione Bpm portata in adesione all'offerta".
Pertanto, per ogni 1.000 Azioni Bpm portate in adesione all'offerta "saranno offerte in concambio 175 azioni ordinarie dell'offerente di nuova emissione". Unicredit, inoltre, annuncia che oggi "ha provveduto a presentare alle autorità competenti le comunicazioni e/o le istanze e/o le pre-notifiche per le autorizzazioni richieste per l'offerta ai sensi della normativa applicabile".
L'offerta sarà promossa in Italia in quanto le Azioni Bpm sono quotate su Euronext Milano e sarà rivolta, senza discriminazioni e a parità di condizioni, a tutti i titolari di Azioni Bpm.
L'ad Orcel: "Riteniamo l'offerta congrua"
"Il nostro focus è sempre rimasto l'attuazione della nostra visione, della nostra strategia e del nostro piano" dice Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit. Le operazioni di M&A sono un potenziale acceleratore di crescita che aggiunge valore, ma solo se basate sui giusti parametri".
"Riteniamo che la nostra offerta agli azionisti di Bpm sia congrua, in quanto portante un premio pari a circa il 15-20% rispetto al prezzo dell'azione Bpm prima che fosse influenzato positivamente dall'offerta in corso su Anima e da ulteriori speculazioni riguardo a possibili operazioni di M&A".
UniCredit, sottolinea ancora Orcel, "resta impegnata a mantenere il proprio approccio disciplinato all'M&A, secondo il quale ogni operazione deve dimostrare di avere un fit strategico e soddisfare o superare i nostri parametri finanziari di riferimento: deve creare valore per i nostri azionisti ed essere una alternativa preferibile al riacquisto di azioni proprie. Questi parametri devono essere soddisfatti affinché qualsiasi operazione sia considerata di successo".
La nostra offerta di scambio, aggiunge, "attribuisce agli azionisti di Banco Bpm la possibilità di partecipare a una creazione di valore attraverso la realizzazione di efficienze e sinergie, beneficiando al contempo nel 2025 di un distribution yield due volte superiore, con la possibilità di incrementare tale differenziale in futuro. UniCredit sovraperforma e ci aspettiamo continui a sovraperformare rispetto a tutti i suoi concorrenti, grazie a una forte diversificazione geografica verso paesi attrattivi, ricavi di alta qualità, una superiore efficienza operativa e del capitale, nonché capacità di investimento, una posizione patrimoniale senza pari e la capacità di affrontare contesti incerti meglio di qualsiasi altro competitor".
"Data la solidità del nostro approccio e il premio proposto e assumendo un contesto che rimanga invariato rispetto a quello esistente al momento dell’annuncio della nostra offerta, procediamo quindi alle condizioni proposte. Allo stesso tempo, siamo in continua discussione con tutti gli stakeholder", conclude l'amministratore delegato di Unicredit.
Economia
Conclusa seconda edizione progetto educazione finanziaria...
L'obiettivo è diffondere l’educazione finanziaria e la sostenibilità come competenze di cittadinanza trasversali ai percorsi di studio
Si è conclusa questa mattina con una cerimonia di premiazione, che si è tenuta presso la sala “Bassoli” del Bper Forum di Modena, la seconda edizione del progetto nazionale di educazione finanziaria e sostenibilità “B-education: idee che valgono”, dedicato agli studenti universitari di qualsiasi dipartimento. Il programma multidisciplinare, ideato da Bper e sviluppato in sinergia con FEduF, CivicaMente e ASviS, con la collaborazione di Officine Italia, del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e di Adeimf (Associazione dei Docenti di Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari e Finanza d’Impresa) ha coinvolto un elevato numero di studenti appartenenti a diverse università e dipartimenti, con l’obiettivo di diffondere l’educazione finanziaria e la sostenibilità come competenze di cittadinanza trasversali ai percorsi di studio.
B-education si è articolato in due fasi: la prima di e-learning su piattaforma dedicata e la seconda di project work di gruppo. È poi seguita la valutazione, la selezione e la premiazione dei progetti più meritevoli da parte del Comitato Scientifico. All’evento di premiazione di questa mattina, gli studenti e le studentesse dei 6 gruppi finalisti (Ecopop-up, Finanza InVista, Healthinvest, Luna, Mind The Finance e ProspHer) hanno presentato i propri progetti davanti al Comitato Scientifico. Il primo premio è andato al gruppo Prospher, composto da Federica Masotti, della Facoltà di Psicologia del Lavoro dell’Università degli Studi di Padova, Alvis Vitanza, del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Verona, e Victoria Adam della Facoltà di Economia Aziendale e Management dell’Università degli Studi di Verona, che si sono aggiudicati ciascuno 3 mila euro.
Al secondo posto il gruppo Eco Pop-Up, formato da Alice Casarola e Martina Falcioni della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, a cui sono stati riconosciuti a ognuno 2 mila euro. Terzo classificato il gruppo Mind The Finance, costituito da Oscar Filippi e Laura Matia della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo, Michela Mologni e Agnese Taddei, della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bergamo, che hanno invece vinto 1.500 euro ciascuno. A ogni componente del quarto, quinto e sesto gruppo è stato invece consegnato in premio un dispositivo elettronico.
"È terminata con successo e con grande soddisfazione da parte di tutti - sottolinea la responsabile del Servizio Esg Strategy di Bper Banca, Giovanna Zacchi, ha commentato così la conclusione del progetto B-education -la seconda edizione di questo ambizioso progetto di educazione finanziaria dedicato agli studenti universitari. Riteniamo che le competenze finanziarie e sui temi di sostenibilità siano fondamentali per la formazione di cittadini consapevoli e responsabili, in grado di affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Ancora una volta – ha proseguito Zacchi – siamo riusciti a integrare saperi trasversali degli studenti e delle studentesse che si sono così arricchiti vicendevolmente, dando alla luce progetti importanti".
Il Direttore Generale di FEduF, Giovanna Boggio Robutti, ha invece affermato: “Il progetto B-education è un modello di riferimento per l’educazione finanziaria rivolta alle università. FEduF continuerà a farlo conoscere come best practice nei contesti istituzionali e nei tavoli di lavoro dedicati alla materia, affinché questa buona prassi, che dovrà poi essere resa scalabile, possa essere di ispirazione per future iniziative.”
Dopo il successo del primo anno, aggiunge Tiziano Fazzi, Amministratore Delegato di CivicaMente, "siamo particolarmente soddisfatti dei risultati ottenuti con la seconda edizione dell’iniziativa B-education. Abbiamo ricevuto tante nuove idee progettuali, nate dalla creatività e dalla sensibilità di centinaia di studenti universitari, affascinati dai bias cognitivi connessi alla finanza, dall’educazione finanziaria come strumento di emancipazione, dalla previdenza come strumento di consapevolezza e crescita. Insieme a Bper – ha continuato Fazzi – abbiamo affinato le funzioni della piattaforma per gestire al meglio tutte le fasi progettuali, dalla formazione progressiva degli studenti, fino ai webinar di avvio e agli step di follow-up dei gruppi di lavoro".
Economia
Manovra, da indennità dei ministri ai mutui per giovani: le...
Spunta anche un possibile prelievo sulle scommesse. Opposizioni insorgono contro pacchetto relatori
Equiparare l'indennità dei ministri parlamentari e dei ministri che non lo sono, mutui a giovani genitori single, un prelievo sulle scommesse online e non solo. Sono alcune delle ipotesi - riferiscono fonti parlamentari - emerse nel corso dei diversi confronti sulla manovra 2025 all'interno della maggioranza.
Gli stipendi dei ministri
Arriva l'emendamento che equipara gli stipendi dei ministri parlamentari e non. L'ipotesi era stata ventilata questa mattina e ora è nel testo della proposta di modifica alla manovra depositata ai relatori in Commissione Bilancio, secondo cui ai membri del governo che non sono parlamentari viene corrisposto “il trattamento economico complessivo” spettante a senatori e deputati. In questo modo, di fatto, ai ministri spetterebbe non più solo l’indennità (già uguale per tutti) ma anche le altre voci che compongono lo ‘stipendio’ dei membri di Camera e Senato, come ad esempio la diaria o i rimborsi spese per l’esercizio del mandato.
In tutto sono otto ministri e una decina tra viceministri e sottosegretari i membri dell’esecutivo a cui andrebbe adeguato il trattamento economico per parificarlo a quello dei colleghi eletti. Il costo complessivo della misura infatti, secondo quanto stimato nel testo dell’emendamento, è pari a 1,3 milioni di euro l’anno.
Mutui prima casa
Cambia l’accesso al credito per chi compra la prima casa. La garanzia del Fondo mutui, fino a un massimo del 50% - prevede uno degli emendamenti depositati alla Commissione Bilancio della Camera - viene concessa non più in via prioritaria ma in via esclusiva a giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, chi vive nelle case popolari e under 36. Lo prevede uno degli emendamenti alla manovra (non onerosi) depositati dal governo in Commissione Bilancio della Camera.
“La garanzia del fondo è concessa, nella misura massima del 50%, sui finanziamenti per immobili da adibire ad abitazione principale del mutuatario, con priorità per l’accesso al credito da parte delle giovani coppie dei nuclei familiari mono genitoriali con figli minori, da parte dei conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché dai giovani che non hanno ancora compiuto 36 anni di età", prevedendo invece che la garanzia possa essere esclusivamente predetti soggetti”, si legge infatti nella relazione tecnica che accompagna il testo.
Aumento pedaggi autostradali
Pedaggi autostradali in aumento dell'1,8% nel 2025: lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra, che inoltre proroga al 30 giugno 2025 la scadenza per l'aggiornamento dei piani economico-finanziari delle concessioni autostradali.
"Nelle more degli aggiornamenti convenzionali - si legge nel testo della proposta - le tariffe autostradali relative alle concessioni di cui al primo periodo sono incrementate, per l’anno 2025, nella misura dell’1,8 per cento, corrispondente all'indice di inflazione programmato per l'anno 2025 nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029, ad eccezione delle società concessionarie nei cui atti convenzionali non è previsto un incremento delle tariffe. Gli adeguamenti, in eccesso o in difetto, rispetto ai predetti incrementi tariffari sono definiti in sede di aggiornamento dei piani economico-finanziari".
Il prelievo sulle scommesse
"Ci sarà un prelievo sulle scommesse" afferma il sottosegretario al Mef Federico Freni, a margine dei lavori della Commissione bilancio sulla manovra, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano dell'ipotesi di un prelievo sulle scommesse online, i cui introiti sarebbero destinati alle infrastrutture sportive, anche se ha poi precisato: "Non vi so dire se finalizzato o meno, ma ci sarà".
Addizionale comunale sui diritti di imbarco
A decorrere dal 1 aprile 2025 viene incrementata l'addizionale comunale sui diritti di imbarco nella misura di 50 centesimi di euro per passeggero imbarcato su voli extra-Ue con partenza dagli scali aeroportuali che, con riferimento all'anno precedente, hanno realizzato volumi di traffico pari o superiori a 10 milioni di passeggeri annui. L'incremento è destinato ai comuni nel cui territorio insiste il sedime aeroportuale, ma nel caso in cui i comuni in questione abbiano una popolazione inferiore a 15mila abitanti, il gettito è riversato alla Provincia o alla città metropolitana. Lo prevede un emendamento alla manovra depositato dal governo in commissione Bilancio della Camera.
Fondo caregiver
Il governo ha depositato un emendamento che istituisce **l'articolo 38 bis** che prevede come le risorse del Fondo, istituito dalla manovra 2020, destinato alla copertura finanziaria degli interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare confluiscano nel Fondo nazionale per la non autosufficienza, per essere destinati all'erogazione dei servizi socioassistenziali per le persone anziane non autosufficienti. L'emendamento, si legge nella relazione tecnica, è volto "a disciplinare meri profili contabili senza determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
Via libera assunzione 200 magistrati ordinari in 2025
Il ministero della Giustizia "è autorizzato ad assumere nell’anno 2025, nei limiti delle facoltà assunzionali previste dalla normativa vigente e nei limiti della vigente dotazione organica, 200 magistrati ordinari vincitori di concorsi già banditi alla data di entrata in vigore della presente legge", prevede un altro emendamento dei relatori alla manovra.
Revisioni prestazioni in modalità semplificata a malati oncologici
Fino al 31 dicembre 2025 le revisioni delle prestazioni già riconosciute ai soggetti con patologie oncologiche vengono effettuate nella modalità semplificata, anche solo sugli atti prodotti dall'interessato. "Resta comunque ferma la possibilità - si legge nella relazione tecnica - di convocare l'interessato a visita diretta, nei casi in cui la documentazione non sia sufficiente per una valutazione obiettiva". La norma, spiega inoltre la relazione, "non comporta effetti finanziari".
100 mln in 5 anni per case rischio sismico Campi Flegrei
Cento milioni nei prossimi 5 anni per riqualificare le abitazioni private a rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei, si legge in un altro emendamento. "È autorizzata la spesa di euro 20 milioni annui per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029 al fine di favorire la riduzione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio privato con destinazione d'uso residenziale" nell'area dei Campi Flegrei, si legge nella proposta.
Personale Rai
Il personale Rai salvo dalla stretta sui costi. Se infatti nel testo del ddl Bilancio si legge che viale Mazzini si impegna a non incrementare le voci di spesa per il costo del personale e le consulenze nel 2025, e tagliarli poi nel biennio successivo, la proposta di modifica dei relatori imporrebbe alla società “misure di razionalizzazione” dei costi per le sole “consulenze esterne”, che vanno tenuti per il 2025 “nel complesso, ad un livello non superiore a quello conseguito nell’anno 2023, con esclusione dei costi per consulenze relative a operazioni di carattere strategico” e poi tagliati nel 2026 del 2% e nel 2027 del 4% sul corrispondente ammontare sostenuto nella media del triennio 2021-2023”.