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Sostenibilità

Climate quitting: di cosa si tratta?

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Sempre più lavoratori non accettano offerte se l'azienda non è climate friendly

Climate quitting - Unsplash

Forse vi sarà capitato di sentir parlare di climate quitting o forse no, in ogni caso cerchiamo di inquadrare un fenomeno in decisa crescita, che ha molto a che fare con l'impegno delle aziende nella sostenibilità e che evidenzia come i temi ambientali siano diventati prioritari per molti di noi. In sintesi, con il termine “climate quitting” si intende quel fenomeno secondo cui un lavoratore non accetta di lavorare per un'azienda che non sia climate friendly, ovvero che non sia impegnata in azioni concrete di sostenibilità ambientale e climatica, al punto da rassegnare le dimissioni o da non accettare un'offerta di lavoro qualora sia in cerca di occupazione. Il fenomeno, come prevedibile, interessa principalmente le nuove generazioni, specie la Generazione Z che percepisce come urgente agire in modo responsabile verso le tematiche ambientali non solo nella vita personale ma anche in quella professionale.

Origine e impatto del climate quitting

Il climate quitting è strettamente correlato ai cambiamenti climatici e alla responsabilità personale nel cercare azioni concrete per contrastarli. In anni recenti tale fenomeno è stato implementato dalla possibilità di accedere alle informazioni e alla valorizzazione della responsabilità ambientale e sociale delle imprese. Alla base del climate quitting le motivazioni sono personali, ma molto spesso indicano la volontà di far collimare aspirazioni professionali e valori personali, oltre che reagire, in un certo senso, alla frustrazione derivante dal greenwashing messo in atto da numerose aziende che dichiarano pubblicamente un determinato livello di impegno sui temi ESG salvo poi operare in tutt'altra direzione. L'impatto del climate quitting specie considerando che il fenomeno è in crescita, è tutt'altro che trascurabile per il mondo delle imprese, al punto che potrebbe spingere diverse aziende a rivedere le proprie politiche ambientali per evitare di perdere i migliori talenti professionali, oltre che per migliorare la propria immagine pubblica. Parlando di prospettive, lo scenario più probabile indicato anche da più d'uno studio, intravede un aumento di lavoratori con posizioni decise in quanto a impegno ambientale dei propri datori di lavoro che potrebbe contribuire ad accelerare la trasformazione delle pratiche aziendali. Anche a livello di job searching, il climate quitting potrebbe indirizzare le ricerche di profili professionali gratificanti a livello personale ma che contribuiscano a costruire una società migliore. Senza contare che anche la sfera normativa potrebbe essere influenzata da tale fenomeno, visto che l'ambientalismo oggi rappresenta un movimento diffuso e non più di nicchia, i cui fondamenti sono condivisi da un numero crescente di persone.

I dati del fenomeno

Il 65% dei giovani under 30 considera importante che la propria attività professionale abbia un impatto positivo sull'ambiente e sulla società. È quanto emerge dall'Osservatorio Hr del Politecnico di Milano che, tra l'altro segnala come tra gli under 30 che cambiano lavoro, l'11% sia motivato da questioni di sostenibilità aziendale. Un dato in crescita di 4 punti percentuali rispetto alla rilevazione effettuata nel 2022. Risultati simili sono stati riscontrati in una ricerca sociale condotta nel 2023 da Kpmg su un campine di 6.000 studenti e lavoratori del Regno Unito. Il 20% del campione è disposto a rifiutare un posto di lavoro fisso all'interno di un'azienda che non abbia chiaramente preso impegni verso la sostenibilità e i temi ESG. Una percentuale che raggiunge il 33% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni. La stessa ricerca sottolinea come l'82% del campione ritiene importante che i propri valori siano allineati con quelli dell'azienda dove lavora o dove vorrebbe lavorare, quota che raggiunge addirittura il 92% tra i membri della Generazione Z. Inoltre, tra coloro che già lavorano, oltre la metà dichiara che la propria azienda dovrebbe impegnarsi maggiormente sulle tematiche ESG.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Eventi climatici estremi, le nostre case sono al sicuro?

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I dati di una ricerca Sara Assicurazioni

Rain-storm-storyblocks

Alluvioni, grandinate, frane, trombe d'aria, incendi dovuti alla siccità e alle temperature record, sono alcuni degli eventi climatici estremi sempre più ricorrenti e riconducibili al cambiamento climatico in atto. Infatti, nel 2023 sono stati registrati a livello nazionale ben 378 eventi climatici estremi, il 22% in più rispetto all'anno precedente secondo i dati resi noti da Legambiente. In particolare, alluvioni ed esondazioni sono aumentate del 170% negli ultimi 12 mesi, causando miliardi di danni all'agricoltura, alle aziende, alle infrastrutture e, non ultime, alle abitazioni. Proprio per questo, il livello di attenzione dei cittadini su tali tematiche si è decisamente alzato: oggi, 8 italiani su 10 sono più sensibili alle questioni legate al clima. Non solo, anche un senso di insicurezza aleggia tra la popolazione: solo il 16% considera la propria casa al sicuro dagli eventi climatici estremi e il 42% si dichiara fortemente preoccupato che con l'intensificarsi di tali fenomeni la propria abitazione possa subire dei danni anche piuttosto rilevanti nel prossimo futuro. Sono questi alcuni dei dati più significativi di una recente ricerca dell'Osservatorio Sara Assicurazioni. Una crescente preoccupazione che spinge quasi un italiano su tre (32%) a pensare di trasferirsi in una zona più sicura, anche se il 20% ritiene che i fenomeni meteo estremi ormai possano colpire ovunque e che, quindi, non vi sia un'area del Paese meno esposta di un'altra. A tale proposito, Ispra segnala che il 94% dei comuni italiani è a potenziale rischio di frane, alluvioni o erosione costiera.

Cosa fare per ridurre i rischi?

Gli italiani interpellati dalla ricerca sopra citata hanno provato a dare una risposta su come affrontare e ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi sempre più ricorrenti. In primo luogo, per il 40% degli interpellati, sono necessari interventi per la messa in sicurezza del territorio nazionale e per il contenimento del rischio idrogeologico. Il 33% indica come possibile rimedio il miglioramento della sicurezza degli edifici esistenti. Per il 23% è fondamentale investire in tecnologia, specie in termini di funzione preventiva, ad esempio attraverso l'utilizzo di sensori di allerta. Per cercare di contrastare i possibili effetti del cambiamento climatico, inoltre, il 60% degli italiani si dichiara disposto a valutare una polizza di assicurazione sulla propria casa, mentre il 40% non lo ritiene una soluzione. Tra le principali motivazioni di coloro che non stipulerebbero una polizza sulla casa, il 27% riguarda la scarsa conoscenza dei prodotti assicurativi, il 21% il fatto di dover sostenere spese ulteriori. Proprio la questione economica, ovvero la volontà di tutelarsi finanziariamente in caso di danni da eventi climatici, è la motivazione principale tra coloro che invece valuterebbero una polizza sulla casa.

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Sostenibilità

Sostenibilità in Europa, un trittico di misure per un...

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Imballaggi, inquinamento atmosferico e sostenibilità aziendale al centro della strategia europea

Bandiera dell'Unione europea che si riflette sul Parlamento europeo

L'Unione Europea si sta preparando a fare un grande balzo verso un futuro più sostenibile con una serie di nuove misure volte a ridurre l'impatto ambientale, promuovere la qualità dell'aria e garantire una maggiore responsabilità aziendale. Le recenti decisioni del Parlamento europeo riguardo agli imballaggi, all'inquinamento atmosferico e alla sostenibilità aziendale rappresentano una svolta significativa nel cammino verso un'economia più verde e più responsabile.

Imballaggi sostenibili

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato nuove misure per rendere gli imballaggi più sostenibili e ridurre i rifiuti nell'UE. Questo regolamento, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, si propone di affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, promuovendo, nel contempo, l'economia circolare e uniformando le leggi del mercato interno. Le norme includono obiettivi ambiziosi di riduzione degli imballaggi entro il 2030, il 2035 e il 2040, con particolare attenzione alla riduzione dei rifiuti di imballaggio in plastica. Inoltre, si prevede di limitare lo spazio vuoto negli imballaggi e di ridurre al minimo peso e volume.

Il regolamento vieta determinati tipi di imballaggi di plastica monouso a partire dal 2030, come quelli utilizzati per frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni e borse di plastica ultraleggera. Inoltre, si vieta l'utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) negli imballaggi alimentari al di sopra di determinate soglie, per proteggere la salute dei consumatori.

Al fine di promuovere il riutilizzo e il riciclo, sono previsti obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per imballaggi di bevande, imballaggi multipli e imballaggi per la vendita e per il trasporto. I distributori finali dovranno offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato riutilizzabile entro il 2030.

Le nuove norme prevedono che tutti gli imballaggi (ad eccezione di alcune categorie) siano riciclabili sulla base di criteri rigorosi e stabiliscono obiettivi minimi di contenuto riciclato per gli imballaggi di plastica. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso dovrà essere raccolto separatamente mediante sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni per raggiungere l'obiettivo di raccolta.

Miglioramento della qualità dell'aria

Il Parlamento europeo ha poi approvato un accordo politico provvisorio volto a migliorare la qualità dell'aria nell'Unione Europea e a ridurre i danni per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità. Questa direttiva, approvata con 381 voti favorevoli, 225 contrari e 17 astensioni, stabilisce limiti e obiettivi più rigorosi entro il 2030 per gli inquinanti con gravi ripercussioni sulla salute umana, tra cui il particolato (PM2.5, PM10), il biossido di azoto (NO2) e l'anidride solforosa (SO2). Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere un posticipo massimo di dieci anni per il raggiungimento degli obiettivi 2030, a condizione che siano soddisfatte specifiche condizioni.

In caso di violazione delle nuove norme nazionali di applicazione della direttiva, le persone colpite dall'inquinamento atmosferico avranno il diritto di intraprendere azioni legali e ricevere un risarcimento per danni alla salute. Inoltre, saranno istituiti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città e gli indici di qualità dell'aria diventeranno comparabili, chiari e disponibili al pubblico, contribuendo così a una maggiore trasparenza e consapevolezza.

Le prossime tappe prevedono l'adozione formale della legge da parte del Consiglio, la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE e l'entrata in vigore 20 giorni dopo, seguita dall'applicazione da parte dei Paesi dell'UE entro due anni.

Con l'inquinamento atmosferico ancora la principale causa ambientale di morte prematura nell'UE, con circa 300mila morti premature all'anno, questa direttiva risponde alla necessità urgente di adottare misure più ambiziose per raggiungere l'obiettivo "inquinamento zero" entro il 2050, in linea con il piano d'azione sull'inquinamento zero proposto dalla Commissione.

Sostenibilità aziendale

Il Parlamento europeo ha infine approvato nuove norme che pongono l'accento sulle responsabilità delle aziende nel ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente e sui diritti umani. La direttiva sul dovere di diligenza è stata votata con 374 voti favorevoli, 235 contrari e 19 astensioni, rappresentando un importante passo avanti nella regolamentazione delle attività aziendali.

La direttiva richiede alle imprese e ai loro partner lungo la catena di approvvigionamento di prevenire, fermare o mitigare le ripercussioni negative delle loro attività sull'ambiente e sui diritti umani. Tra gli esempi citati vi sono la schiavitù, il lavoro minorile, lo sfruttamento dei lavoratori, la perdita di biodiversità, l'inquinamento e la distruzione del patrimonio naturale.

Le nuove norme si applicheranno alle società madri e alle imprese dell'UE con oltre 1 000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di EUR, nonché ai franchising nell'Unione con un fatturato di oltre 80 milioni di EUR, di cui almeno il 22,5% proveniente da diritti di licenza. Anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'UE saranno coinvolti.

La direttiva prevede l'adozione di un approccio basato sul rischio e la definizione di un piano di transizione per allineare i modelli di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall'accordo di Parigi.

In caso di violazione delle norme, gli Stati membri dovranno sanzionare le imprese con ammende fino al 5% del loro fatturato netto mondiale e garantire il risarcimento delle vittime.

Le prossime tappe includono l'approvazione formale del Consiglio, la firma e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE, seguite da un periodo di due anni per l'attuazione da parte degli Stati membri. Con questa legge, il Parlamento risponde alle richieste dei cittadini europei per un'economia più sostenibile e responsabile, in linea con le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa.

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Sostenibilità

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila...

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Numerose le iniziative promosse dal Consorzio nel corso della manifestazione

Sostenibilità, Arcobaleno Cial dà benvenuto ai 175mila visitatori di Comicon

Anche quest’anno Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio è stato partner di Comicon-International Pop Culture Festival, evento appena conclusosi che dal 25 al 28 aprile (negli spazi della Mostra di Oltremare) ha attirato a Napoli oltre 175mila visitatori per una quattro giorni di fumetti, giochi e videogiochi, anime e manga, cinema e serie tv. Un palinsesto quanto mai ricco di appuntamenti fra mostre, convegni, dibattiti, performance live di maestri illustratori, giochi di ruolo e molto altro ancora. Con tanti ospiti: Romita Jr, storica matita della Marvel Comics, Hitoshi Sakimoto, uno dei compositori più rappresentativi dell'intera industria videoludica mondiale, Elodie, una delle popstar italiane più influenti, Milo Manara, maestro del fumetto a livello internazionale, Seira Minami, illustratrice e mangaka di fama internazionale, tra gli altri.

Numerose le iniziative promosse da Cial nel corso della manifestazione con l’obiettivo di sensibilizzare i tanti visitatori (giovani e meno giovani) sulle grandi tematiche ambientali, sulle buone e corrette pratiche per la raccolta differenziata dei rifiuti e sulle caratteristiche ‘green’ dell’alluminio. Utilizzato per realizzare migliaia di prodotti, l'alluminio è riciclabile al 100% e riutilizzato per infinite volte, essendo in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Proprio per incentivare la raccolta e il riciclo delle lattine consumate in situazioni ‘on the go’ e in contesti ‘fuori casa’, come in parchi, spiagge, grandi eventi sportivi e culturali, Cial da alcuni anni promuove in Italia il progetto internazionale, Every Can Counts (Ogni Lattina Vale) cui aderiscono oggi 20 Paesi europei più il Brasile. Così, durante i giorni di Comicon, alcuni giovani ambasciatori del progetto, dotati di appositi zaini-raccoglitori, sono stati impegnati a recuperare le lattine per bevande vuote contribuendo a mantenere puliti gli spazi del Festival e a sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’economia circolare e di un moderno sistema di gestione dei rifiuti: è stato raccolto il 100% delle lattine consumate in loco dai visitatori.

All’interno di Comicon, il grande e coloratissimo arcobaleno Cial, realizzato utilizzando lattine per bevande consumate, ha dato il benvenuto a tutti i visitatori, facendo da sfondo per foto e selfie. Un arcobaleno amico dell’ambiente e nemico dello smog e dell’inquinamento atmosferico. È stato infatti realizzato in esclusiva da Graphic Service con Airlite, una tecnologia che riproduce un fenomeno simile alla fotosintesi clorofilliana ed è in grado di purificare l’aria circostante eliminando fino al 90% degli agenti inquinanti.

In mostra, poi, i dieci lavori delle ragazze e dei ragazzi che hanno vinto il contest a fumetti ‘Il mio primo Graphic Novel’, promosso nei mesi scorsi da Cial, con il partner didattico La Fabbrica Società Benefit, e destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. La sfida era realizzare una storia a fumetti, focalizzata sui grandi temi della sostenibilità e sulle ‘semplici’ pratiche quotidiane da adottare per un corretto smaltimento dei rifiuti. Un vero e proprio contest che ha coinvolto circa 100 istituti scolastici e ben 2500 ragazzi e ragazze. Selezionati da una giuria ad hoc, sono stati dieci i progetti vincitori (ex aequo) provenienti da tutta Italia. Ospitati a Napoli da Cial e premiati nel corso di una cerimonia ufficiale nel corso di Comicon, i giovani fumettisti vincitori, hanno avuto la soddisfazione di vedere i propri elaborati esposti in una mostra allestita negli spazi del Festival.

“Anche quest’anno Cial ha deciso di essere al fianco di Comicon con tante iniziative all’insegna della sostenibilità ambientale, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Sull’onda del progetto internazionale Every Can Counts, ha incentivato il pubblico a non disperdere le lattine per bevande una volta consumate richiamando l’attenzione sulle buone pratiche del riciclo dei rifiuti. Ha premiato i giovani vincitori di un concorso a fumetti dalle trame decisamente eco friendly. Ha allestito un’installazione ‘mangia smog’ e ‘antinquinamento’. È stato bello essere presenti da protagonisti in questo spazio dove la cultura pop ha abbracciato con entusiasmo anche i grandi temi dell’economia circolare”, afferma Stefano Stellini, direttore generale Cial.

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