Candidosi invasiva, in Campania poste le basi per creare un network tra infettivologi, farmacisti, società scientifiche e medici di famiglia per garantire accesso alle nuove terapie e fare emergere il sommerso
• In Campania si stima una prevalenza annua della malattia del 2%, ma il dato è sottostimato; i clinici confermano un incremento progressivo delle infezioni fungine durante la pandemia.
• Strategie di contenimento, tra cui adozione di linee di indirizzo per l’attuazione dei programmi di antimicrobial stewardship e potenziamento della raccolta di dati epidemiologici attraverso le piattaforme esistenti.
• Una nuova opportunità di cura: farmaco da somministrare una volta a settimana, invece che tutti i giorni, consentendo un risparmio dei costi diretti e indiretti, dei giorni di degenza ospedaliera e di vite umane.
Napoli, 20 marzo 2024 – La candidosi invasiva è una malattia severa sottostimata e sottovalutata causata dai funghi del genere candida. Colpisce soprattutto persone immunodepresse per malattie ematologiche, Aids, tumori solidi, ma anche individui precedentemente sani sottoposti ad interventi di chirurgia addominale, oppure in coloro che necessitano di somministrare farmaci o nutrizione attraverso una vena centrale. La fascia di età più colpita è quindi quella oltre i 65 anni, dove l'invecchiamento del sistema immunitario e la maggiore incidenza di patologie a rischio sono maggiormente presenti. Nel mondo si stimano circa 250.000-700.000 casi ogni anno con una letalità molto alta, attorno al 50%. Nel recente documento “Fungal priority pathogens list to guide research, development and public health action”, pubblicato a ottobre 2022 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), gli agenti patogeni fungini sono definiti come un serio pericolo per la salute pubblica. In Campania si stima una prevalenza annuale della candidosi invasiva di circa il 2%, un dato sottostimato secondo gli infettivologi che hanno registrato durante il periodo pandemico un incremento progressivo delle infezioni fungine con resistenza ad alcuni farmaci che precedentemente non presentavano. Il costo per curare un paziente affetto da candidosi invasiva va dai 40 ai 50mila euro; secondo i clinici un’accurata gestione delle terapie e la raccolta puntuale e sistematica dei dati epidemiologici e di monitoraggio, da condividere con i vari stakeholders regionali, può contribuire ad abbassare i costi della malattia. Oggi si presentano nuove opportunità di cura, tra cui il Rezafungina, farmaco che può essere somministrato una volta a settimana, invece che ogni giorno come accade per le terapie “tradizionali” consentendo un risparmio dei costi diretti e indiretti, dei giorni di degenza in ospedale e di vite umane.
Se n’è parlato a Napoli, alla Winter School 2024 organizzata da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Mundipharma. L’incontro ha posto le basi per creare un network tra infettivologi, microbiologi, medici di famiglia, società scientifiche e decisori regionali della spesa che garantisca accesso alle nuove terapie e faccia emergere il sommerso. A questo si aggiunge la volontà di istituire un Building Information Modeling (BIM) che esprima i costi diretti e indiretti della patologia.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE E LA RISPOSTA DELLA CAMPANIA
A livello regionale, il documento “Linee di indirizzo per l’attuazione dei programmi di Antimicrobial Stewardship e per l’implementazione locale dei protocolli di terapia antibiotica e antifungine rivolte alle ASL, alle AO, alle AOU e agli IRCCS del sistema sanitario regionale della Campania” - Adempimenti ai sensi del Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobicoresistenza (PNCAR 2022-2025) - delinea delle procedure basate su evidenze scientifiche per la diagnosi microbiologica di infezioni del torrente circolatorio sostenute da batteri (esclusi i micobatteri) e da funghi.
Secondo Vincenzo Giordano, Dirigente UOD Prevenzione e igiene sanitaria - prevenzione e tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e lavoro - O.E.R., Regione Campania, “le misure di prevenzione e controllo delle infezioni costituiscono la base per la prevenzione della trasmissione di qualsiasi agente patogeno e dunque anche le infezioni da funghi in contesti sanitari”.
“Purtroppo le infezioni da funghi ricevono poca attenzione e l’investimento di scarse risorse – spiega il Dottor Giordano -. Sono, infatti, esigui i dati di qualità sull’epidemiologia e sui modelli di resistenza antimicotica; questo rende difficile stimare il loro carico esatto e non favorisce una risposta efficace. Per aumentare la consapevolezza rispetto alla malattia e potenziare le attività di prevenzione sono necessarie strategie che mirano a generare prove e migliorare la risposta e, in particolare: rafforzare la capacità e la sorveglianza del laboratorio; sostenere gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione; potenziare gli interventi di salute pubblica per la prevenzione e il controllo delle infezioni micotiche attraverso un approccio One Health”.
UNA NUOVA OPPORTUNITA’ DI CURA CHE RIDUCE I COSTI DIRETTI E INDIRETTI
Come spiega Ivan Gentile, Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università Federico II e Direttore UOC Malattie Infettive dell’AOU Federico II Napoli “Il Rezafungina è un farmaco antifungino derivato dell'anidulafungina a lunga emivita, che ha il vantaggio della somministrazione endovenosa settimanale. Questo consente di unire l'efficacia delle echinocandine sulle candidasi invasive, il superamento di molte resistenze agli antifungini orali, con la possibilita di somministrazione al di fuori del regime di ricovero ordinario, riducendo la durata di degenza e le complicanze legate all'ospedalizzazione. Nella unità operativa che dirigo alla AOU Federico II, siamo stati tra i primi ad utilizzare rezafungina tramite programma di uso compassionevole per gestire due casi molto complessi con opzioni terapeutiche limitate e necessità di terapia prolungata oltre le 4 settimane”.
“Le infezioni, tra le quali le candidosi e un sottoinsieme delle varie infezioni, rappresentano un problema a livello mondiale, nazionale e del nostro ospedale” ha rimarcato Gaspare Guglielmi, Direttore della Farmacia ospedaliera del Cardarelli di Napoli. “Il nostro team combatte ogni giorno con queste infezioni e la farmacia è a supporto del clinico sotto vari aspetti: dal punto di vista farmaco-terapeutico, attraverso la valutazione delle schede di monitoraggio d’uso degli antibiotici e degli antifungini in generale, valutando l’appropriatezza d’uso in termini di indicazioni e posologia, e rendendo disponibili le nuove terapie per curare al meglio i pazienti del nostro ospedale, tra queste il Rezafungina che dal punto di vista della farmacocinetica quindi della posologia e modalià di somministrazione è molto più innovativa rispetto alle altre terapie. Essa potrebbe rappresentare un’ulteriore arma per combattere queste infezioni ed essere utile dal punto di vista della gestione infermieristica e della compliance del paziente”.
PER FARE EMERGERE IL SOMMERSO APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA E CONDIVISIONE DEI DATI
Luigi Sparano, Segretario provinciale FIMMG di Napoli ne è convinto: il ruolo di “sentinella epidemiologica” della medicina generale per fare emergere il sommerso è fondamentale. “Il nostro compito è intercettare quelle condizioni a maggiore impatto di rischio” spiega il medico, ricordando che tra gli assistiti i pazienti con candidosi invasiva sono casi molto limitati ma di altissima importanza e che l’impatto economico della malattia è decisamente importante: “Un caso singolo può anche costare al sistema sanitario regionale dai 40 ai 50 mila euro. Serve una revisione dei trattamenti, che sono spesso inadeguati e partono da una mancata comunicazione di tutti gli operatori che, molto spesso, intervengono sui pazienti non conoscendo la storia clinica ed erogano prestazioni quali duplicati di interventi, a cui si aggiunge l’uso improprio di terapie antibiotiche e antimicotiche prescritte su base empirica. Tutto questo determina una saturazione delle risorse, mentre un utilizzo appropriato su larga scala di contenuti prescrittivi minori possono liberare risorse per trattare casi di alta specificità. Pertanto è fondamentale che i vari soggetti responsabili comincino maggiormente a comnunicare fra loro utilizzando gli stessi sistemi digitali, come per esempio l’adozione della prescrizione dematerializzata per tutti i medici che inervengono nell’uso di risorse del Ssn”.
La condivisione dei dati è un’azione chiave per Maria Rosaria Catania, Professore Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica dell’Università Federico II di Napoli e Alessandro Perrella, Direttore U.O.C di Malattie infettive emergenti ad alta contagiosità del Dipartimento Malattie infettive ed Urgenze infettivologiche dell’Ospedale Cotugno di Napoli.
“La Regione Campania sta potenziando enormemente la copertura del territorio per quanto riguarda la raccolta dei dati, perché disporre di un dato aggiornato e completo è sicuramente il primo strumento per ottenere una foto della situazione, utile per intervenire e per decidere le iniziative da intraprendere” come ha spiegato Maria Rosaria Catania, sottolineando la pericolosità delle malattie infettive batteriche e fungine, causa di patologie e mortalità in continuo aumento.
“Avere un dato preciso significa riuscire a gestire meglio la malattia - ha proseguito Alessandro Perrella -. I dati che stiamo raccogliendo dal 2018 al 2023, grazie ad una rete capillare di tutti i laboratori di microbiologia regionali che convergono su un data base informatizzato, che a sua volta converge sulla piattaforma Sinfonia, ci fornisce lo scenario attuale in modo da essere a conoscenza del dato epidemologico in maniera puntuale, utilissimo per programmare gli approcci terapeutici. La raccolta dati e il confronto multidisciplinare su esami microbiologici sono anche la base per future strategie basate su Intelligenza artificiale e con algoritmi di machine learning, come già sperimentato in Regione Campania e come testimoniano diversi lavori scientifici pubblicati. Si potranno avere elementi ancora più significativi per una migliore gestione nell'ambito dell'antifungalstewrdship”.
Formazione, monitoraggio e controllo delle infezioni sono il tema portato all’attenzione di Paola Saturnino, Dirigente Farmacista della Direzione Sanitaria AORN A. Cardarelli Napoli. “Il problema di fondo è che molto spesso le metodiche di prevenzione non sono sempre applicate, a cominciare proprio da quelle di base, quindi è importante la formazione e il controllo dell’applicazione delle stesse per ridurre la trasmissione e l’insorgenza di infezioni multiresistenti. Tutti gli operatori sanitari sono particolarmente sensibili al problema”.
LA FORZA DELLA RETE TRA SOCIETA’ SCIENTIFICHE
Sottolineando che da dieci anni non escono molecole in questo campo, Antonio Lalli, Consigliere Regionlae SIFO - Società italiana di Farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie ha spiegato che “è importante collaborare in network con le altre società scientifiche. L’obiettivo è creare un percorso che permetta di avere un’idea attuale di questo tipo di patologia, ma soprattutto di individuare percorsi di accesso ai nuovi farmaci per migliorare la qualità di vita dei pazienti”.
CITTADINANZATTIVA: “SERVONO PERCORSI DI FORMAZIONE PER UNA RESPONSABILITA’ DI SALUTE”
“Attorno a questa malattia c’è ancora molto stigma e poca consapevolezza rispetto alle sue conseguenze e a questo si aggiunge anche il problema del sommerso – spiega Lorenzo Latella, Segretario di Cittadinanzattiva di Regione Campania -. Parlare di problemi femminili infatti crea sempre molto imbarazzo e considerando che si è creata una frattura nel rapporto tra pazienti e ginecologi, ci sono meno controlli e quindi meno possibilità di prevenire la malattia. La sfida clinica educativa è quella di fare emergere il sommerso attraverso: campagne pubblicitarie di sensibilizzazione che normalizzino il ricorso ai controlli preventivi da parte delle donne, il coinvolgimento delle associazioni e la creazione di percorsi strutturati di formazione nelle scuole che creino le condizioni di una responsabilià di salute, perché l’obiettivo è formare quelli che saranno i pazienti di domani”.
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Spirulina in compresse: l’università di Exeter svela la sua...
Milano, 11 Dicembre 2024. La spirulina è un’alga ricca di proteine e nutrienti essenziali, protagonista di una ricerca pubblicata su The Journal of Nutrition e condotta dall’Università di Exeter.
Lo studio ha sottolineato come le proteine dell’alga, disponibili sul mercato come spirulina in compresse, in polvere o in spaghettini, possono supportare la crescita e il mantenimento della massa muscolare tanto quanto le proteine animali.
Una scoperta sicuramente interessante per chi cerca soluzioni nutrizionali sostenibili e di origine vegetale.
Infatti, sono già molti i consumatori che stanno scegliendo soluzioni pratiche e naturali per integrare la spirulina nella propria dieta. Tra le opzioni più apprezzate, ad esempio, spiccano quelle di Spirulina G.
In questo articolo allora analizzeremo gli effetti della spirulina sul nostro organismo come fonte proteica. Oltre ad offrire consigli utili per integrarla nella propria dieta e scegliere un prodotto naturale, che preservi tutte le sue preziose proprietà.
5 modi in cui la spirulina potenzia il nostro corpo come fonte proteica
Quando si parla di spirulina, ci si riferisce all’alga come un vero e proprio “superfood”.
Un alimento ricco di proteine, vitamine e nutrienti essenziali, capace di sostenere il nostro corpo sotto diversi punti di vista.
Come fonte proteica, puoi allora considerare la spirulina un alleato prezioso per potenziare le tue prestazioni fisiche. Infatti, grazie al suo profilo nutrizionale, sono almeno 5 i modi in cui agisce positivamente sull’organismo:
1. Stimola la crescita muscolare: se vuoi costruire o mantenere la massa muscolare, la quantità di proteine (dal 60 al 70%) e gli aminoacidi della spirulina favoriscono la sintesi proteica e lo sviluppo muscolare.
1. Favorisce il recupero post-allenamento: dopo un esercizio intenso, le proteine della spirulina svolgono un ruolo chiave nel processo di riparazione muscolare, evitando ristagni di acido lattico. Ti aiutano quindi a recuperare più velocemente e a ridurre l’affaticamento.
2. Migliora i livelli di energia: se hai bisogno di più energia perché pratichi tanta attività fisica o svolgi un lavoro pesante, le vitamine del gruppo B presenti nella spirulina aiutano il tuo metabolismo a trasformare i nutrienti in energia. Questo si traduce in una maggiore resistenza, sia durante gli allenamenti che nella vita di tutti i giorni.
3. Rafforza il sistema immunitario: gli aminoacidi e le vitamine presenti nella spirulina stimolano la produzione di enzimi e anticorpi, che contribuiscono a rafforzare le difese immunitarie.
4. Aiuta a preservare la massa magra: se stai seguendo una dieta o vuoi perdere peso senza compromettere la tua massa muscolare, l’apporto proteico della spirulina può aiutarti a mantenere i muscoli, anche mentre riduci le calorie.
Insomma, integrando la spirulina nella tua dieta, puoi fornire al tuo corpo un ottimo apporto proteico che ti supporta sotto diversi fronti, il tutto con un alimento di origine vegetale.
Spirulina in compresse: attenzione a dosaggio e integrazione per massimizzarne i benefici
Lo studio dell’Università di Exeter ha analizzato gli effetti dell’alga su 36 giovani adulti, sottoponendoli a esercizi fisici e all’assunzione di 25 grammi di spirulina.
Monitorando i livelli di aminoacidi nel sangue e la sintesi proteica muscolare, prima e dopo l’esercizio, i risultati hanno mostrato che la spirulina ha aumentato notevolmente questi processi.
Per ottenere buoni risultati dal consumo di spirulina, è però importante assumerla nel modo corretto.
Assumere 25 grammi di prodotto a pasto, come avvenuto durante la ricerca, significherebbe prendere 50 compresse di spirulina alla volta. Decisamente insostenibile e poco pratico nella vita di tutti i giorni.
Dunque è qui che entra in gioco l’importanza di un dosaggio corretto e, soprattutto, l’integrazione della spirulina nella dieta quotidiana.
Ecco allora alcuni consigli per utilizzare al meglio la spirulina in compresse:
- Abbinala agli alimenti giusti: prendila con la vitamina C (insieme a succo d’arancia, alle fragole o al kiwi) per migliorare l’assorbimento del ferro. Oppure abbinala a carboidrati complessi come avena e quinoa per massimizzare l’apporto energetico giornaliero.
- Scegli il momento giusto: il consumo di spirulina è perfetto al mattino, oppure tra i 30 minuti e un’ora prima di fare esercizio fisico. In questo modo darai tempo al tuo corpo di fare il carico di energia per affrontare la giornata o l’allenamento.
- Dividi le dosi durante la giornata: se preferisci diluire la dose giornaliera ed evitare di assumere la spirulina solo al mattino, puoi facilitare l’integrazione nella dieta prendendone un po’ a colazione, un po’ nel pomeriggio e un po’ la sera.
- Calcola la dose corretta: dovresti considerare che ogni compressa di spirulina contiene circa il 60-70% di proteine. La dose giornaliera raccomandata quindi può variare da 3-5 grammi a 10 grammi, in base al tuo stile di vita e alla tua corporatura.
Come hai visto, integrare la spirulina in compresse nella routine quotidiana non è solo una questione di quantità, ma anche di modalità di utilizzo.
Seguendo questi accorgimenti potrai infatti semplificare l’assunzione giornaliera e massimizzare i suoi benefici, per garantire un apporto proteico costante al tuo organismo.
Come scegliere la migliore spirulina in compresse? I consumatori preferiscono Spirulina G per artigianalità e italianità
A questo punto, integrare la spirulina nella dieta potrebbe risultare più semplice, eppure ci sono ancora degli accorgimenti da prendere.
Molti prodotti disponibili sul mercato provengono infatti da produzioni industriali extra-UE, in particolare dall’Asia.
In questi casi, ottenere informazioni chiare sui metodi di produzione risulta più complesso, sollevando dubbi sulla sicurezza del prodotto.
In questi contesti, la spirulina è spesso trattata a temperature estremamente elevate (fino a 180°). Un processo che riduce significativamente il contenuto di nutrienti e compromette le proprietà dell’alga, oltre a favorire la proliferazione di batteri o agenti patogeni.
Non solo, il trattamento ad alte temperature altera il gusto della spirulina, rendendolo poco piacevole al palato.
Non sorprende quindi che molti consumatori si stiano orientando verso produzioni italiane e artigianali, come quella di Spirulina G, che garantisce:
● Lavorazione a basse temperature: la produzione artigianale prevede la lavorazione dell’alga a temperature mai superiori ai 37°, preservando così intatte le sue proprietà e donandole un sapore delicato.
● Produzione ecosostenibile: i prodotti Spirulina G sono privi di additivi chimici, pesticidi o OGM e provengono da una produzione a ciclo chiuso che rispetta la salute del consumatore e l’ambiente.
● Sicurezza alimentare: Spirulina G segue il protocollo HACCP richiesto dalla normativa italiana e sottopone ogni lotto a rigorosi controlli microbiologici e allergologici prima di immettere ogni lotto sul mercato.
● Attenzione al consumatore: ogni spedizione di prodotti Spirulina G include una brochure con consigli pratici sul dosaggio e modalità d’uso. Inoltre, il servizio clienti è sempre disponibile via WhatsApp per rispondere a domande e fornire supporto per un’integrazione ottimale della spirulina nella propria dieta.
Se vuoi aggiungere la spirulina alla tua dieta per integrare l’apporto proteico con una fonte vegetale, i prodotti Spirulina G ti garantiscono una produzione italiana, 100% naturale e che conserva tutte le proprietà dell’alga. Scopri di più sulla spirulina in compresse sul sito ufficiale di Spirulina G.
Per maggiori informazioni
Sito web: https://www.spirulinag.com/products/spirulina-compresse
Email: info@spirulinag.it
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Sicurezza sul lavoro: certificato il primo negozio PENNY...
Riconfermata la certificazione UNI ISO 45001:2018 anche per la sede PENNY di Cernusco
Cernusco sul Naviglio –11 dicembre 2024. Con il negozio di Gorgonzola (MI), PENNY Italia è tra i pochi retail in Italia ad ottenere la certificazione UNI ISO 45001:2018, non solo per la Sede, ma anche per il punto vendita.
Si tratta di un traguardo importante proprio per la natura della norma. La UNI ISO 45001, infatti, è lo standard internazionale per la gestione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, compresi tutti gli aspetti della gestione del rischio e della conformità legislativa.
PENNY Italia ha costruito, efficientato e rafforzato negli anni, un sistema di gestione della salute e della sicurezza come strumento che consente all’organizzazione la corretta gestione ed il monitoraggio costante di tutte le attività e processi ad esse correlate che impattano sulle tematiche inerenti alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contribuendo a migliorare nel tempo i livelli di sicurezza.
Con l’ottenimento della certificazione rilasciata dall’organismo Bureau Veritas Italia per il punto vendita di Gorgonzola ed il rinnovo di quella già ottenuta per la sede, l’azienda si pone l’obiettivo di proseguire la diffusione della cultura della sicurezza, attraverso un sistema di gestione certificato che garantisce standard superiori alla conformità normativa e che premia lo spirito di miglioramento continuo. Il tema safety, infatti, è spesso oggetto di campagne di comunicazione nate con lo scopo di coinvolgere e sensibilizzare i collaboratori PENNY di sede, piattaforme logistiche e gli oltre 460 punti vendita in tutta Italia.
“In un mondo del lavoro sempre più complesso e articolato– ci dice Marco Mazzamurro, Health, Environment & Safety Manager PENNY – abbiamo il dovere di lavorare ogni giorno per tutelare la salute e la sicurezza delle nostre persone; è un compito professionale, morale e di profonda responsabilità che portiamo avanti con passione ed orgoglio”.
PENNY Italia
PENNY, discount alimentare del gruppo REWE, è uno dei gruppi commerciali leader sul mercato tedesco ed europeo nel settore della Grande Distribuzione Organizzata. In Italia, l'insegna nasce nel 1994 e segna un momento di straordinario cambiamento nel mondo del discount italiano, dando inizio al rinnovo del settore grazie alla nuova formula "assortimento di qualità, marca e prezzi bassi”. A livello nazionale, è presente sul territorio con oltre 465 punti vendita distribuiti nelle principali regioni d’Italia ed è attualmente in forte crescita, con fatturato per metro quadro superiore alla media di categoria. A livello internazionale, è presente con successo anche in Austria, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania. Obiettivo principale del gruppo è la soddisfazione dei clienti, ai quali garantisce non solo un'ampia scelta di prodotti di qualità a prezzi concorrenziali, ma anche punti vendita accoglienti e confortevoli, per una spesa facile e veloce. Le linee di prodotti a marchio privato PENNY Italia valorizzano il territorio, i regionalismi ed il made-in-italy. L’azienda, con i suoi oltre 5000 dipendenti, di cui donne sono il 62%, porta avanti da anni concrete iniziative di sostenibilità in ambito sociale, nella lotta allo spreco alimentare e nella tutela dell’ambiente. Per ulteriori informazioni: www.penny.it
REWE Group
Nel 1927, 17 cooperative d'acquisto unirono le loro forze e fondarono la "RevisionsverbandderWestkaufgenossenschaften" - o in breve REWE - con l'obiettivo di organizzare collettivamente l'acquisto di cibo. Oggi la cooperativa ha una presenza internazionale e gode di successo sia nel settore della vendita al dettaglio che nel turismo. Come cooperativa con una storia che risale a più di 90 anni, comprendiamo la nostra responsabilità ecologica e sociale nei confronti delle generazioni future. Ci impegniamo a salvaguardare un futuro sostenibile. Il gruppo REWE è leader del commercio e del turismo in Germania e in Europa. Impiega oggi oltre 389.000 dipendenti e ha chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 92 miliardi di euro, con oltre 16.000 tra punti vendite e agenzie in tutto il mondo. Le sue linee di vendita comprendono anche supermercati e negozi di beni di consumo gestiti dai marchi REWE, REWE CENTER, REWE CITY, BILLA, dai negozi di toom DIY e, naturalmente, del discount PENNY. Per ulteriori informazioni: https://www.rewe-group.com/en/
Marcello Caldarella | Corp. Communications Management | Penny Italia: mcaldarella@penny.it | +39 366 6270344 | +39 02 92724309
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Paolo Cattin e il fascino del Daytona: storia, investimento...
Milano, 11 dicembre 2024 - Paolo Cattin è una figura di riferimento nel mondo dell’orologeria, noto per la sua esperienza e passione che lo hanno portato a diventare uno dei più grandi esperti e collezionisti di Rolex Daytona con cinturino in pelle al mondo. Attraverso il suo sguardo unico e la profonda conoscenza del settore, Cattin ci guida alla scoperta di uno degli orologi più amati e desiderati, un oggetto che è molto più di un semplice segnatempo.
Il Rolex Daytona è un’icona che ha saputo mantenere la sua rilevanza nel corso dei decenni grazie a una combinazione di strategie di marketing, innovazione tecnica e capacità di evocare emozioni profonde.Rolex ha costruito il mito del Daytona con una visione unica, puntando sulla qualità del prodotto e sul desiderio di esclusività. Non si tratta solo di un orologio, ma di un simbolo che racconta storie di successo, passione e stile, per Cattin. La scelta di puntare su edizioni limitate e collaborazioni con figure di rilievo ha rafforzato la percezione del Daytona come oggetto di culto, rendendolo desiderabile per collezionisti e appassionati di tutto il mondo.
Le strategie di marketing della casa madre, sottolinea Cattin, sono un esempio di equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione. Il Daytona riesce a rimanere attuale senza mai perdere il contatto con le sue radici. Questo è possibile grazie a una narrazione che coinvolge il pubblico e lo fa sentire parte di qualcosa di unico. Questo orologio non è mai stato semplicemente posizionato come un prodotto, ma come un’esperienza, un emblema di eccellenza che trova spazio tanto nel mondo delle corse quanto nei salotti più esclusivi.
Oltre al suo fascino culturale, il Daytona si distingue anche come un interessante strumento di investimento. Il valore di questo modello, soprattutto nelle edizioni più rare, ha registrato nel tempo una crescita straordinaria. Non è un caso che i principali collezionisti internazionali, come lo stesso Cattin, guardino al Daytona non solo con passione ma anche con lungimiranza. Un Daytona non è mai solo un acquisto, è un pezzo di storia che continua a creare valore. L’equilibrio tra domanda e offerta, alimentato dalla gestione oculata della produzione da parte di Rolex, rende il Daytona uno degli orologi più stabili e apprezzati sul mercato secondario.
Nel periodo natalizio, ma non solo, il Daytona diventa un oggetto del desiderio, ma è importante ricordare che non si tratta di un regalo per tutti. Il suo prezzo e il suo significato lo rendono un dono esclusivo, pensato per chi desidera celebrare un legame speciale o sottolineare un momento importante della vita. Il Daytona non è un regalo qualsiasi ma è un tributo alla persona che lo riceve, un oggetto che custodirà ricordi e valori per sempre,ela sua inclusività non sta nell’accessibilità economica, ma nella capacità di raccontare storie universali di successo e aspirazione.
La leggenda del Daytona è anche alimentata dai personaggi che lo hanno scelto come compagno di vita. Da Paul Newman, che ha legato il suo nome a una delle versioni più iconiche, fino ai moderni ambasciatori di stile, il Daytona è sempre stato associato a figure che incarnano carisma e determinazione.
Paolo Cattin invita a guardare il Daytona non solo come un oggetto di lusso, ma come un’icona culturale che continua a evolversi e a ispirare. La sua passione e conoscenza ne fanno la guida perfetta per chi desidera esplorare questo mondo affascinante, fatto di tradizione e innovazione. Ogni Daytona ha una storia da raccontare, e ogni storia è un viaggio che vale la pena intraprendere,per il collezionista Cattin.Il 2023 ha segnato il 60° anniversario del Rolex Daytona, occasione in cui sono stati presentati nuovi modelli, tra cui la referenza 126529LN, dedicata al centenario della 24 Ore di Le Mans. Questo modello esclusivo in oro bianco, con dettagli unici come la lunetta Cerachrom nera e la scritta "Daytona" in rosso, è già considerato un pezzo ambito tra i collezionisti. Successivamente, Rolex ha introdotto una versione in oro giallo, presentata dal celebre Roger Federer, consolidando ulteriormente il prestigio di quell’orologio. Per Cattin Rolex dimostra ancora una volta come l’innovazione e la tradizione possano convivere in un perfetto equilibrio, rendendo il Daytona un simbolo senza tempo.
Più info su https://paolocattin.ch/