Esteri
Migranti, “almeno 50 morti in naufragio su gommone...
Migranti, “almeno 50 morti in naufragio su gommone partito da Libia”
A raccontarlo all'equipaggio di Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, sono stati alcuni fra i 25 sopravvissuti tratti in salvo ieri da un gommone sgonfio
Soccorsi a raffica nel Mediterraneo centrale. Una cinquantina di migranti sono morti durante il viaggio nel Mediterraneo, tra cui donne e almeno un bambino. A raccontarlo all'equipaggio di Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, sono stati alcuni fra i 25 sopravvissuti tratti in salvo ieri da un gommone sgonfio. I migranti hanno raccontato di avere fatto parte di un gruppo, forse 75 persone, partito una settimana fa da Zawiya, in Libia, 7 giorni prima di essere salvati.
I sopravvissuti hanno raccontato che il motore della barca si è rotto dopo 3 giorni, lasciandoli alla deriva senza acqua e cibo. Per due di loro oggi è stata necessaria un'evacuazione medica con la Guardia costiera italiana. "Due persone svenute - riferiscono da Sos Med - che le nostre squadre non sono riuscite a rianimare sono state trasportate in Sicilia in elicottero".
Altri 113 naufraghi, tra cui 6 donne e 2 bimbi, sono stati tratti in salvo dall'equipaggio dell'Ocean Viking ieri sera. "Il nostro team è stato incaricato dalle autorità italiane di soccorrere un natante, assistito da Trotamar III - spiegano da Sos Mediterranee -. L'equipaggio della barca a vela aveva distribuito giubbotti di salvataggio ai naufraghi sulla barca di legno". In mattinata poi la nave umanitaria ha salvato altre 88 persone. Il gommone stracarico su cui viaggiavano è stato intercettato anche grazie a Seabird2, il velivolo di ricognizione di Sea Watch. "Una pattuglia della guardia costiera libica era sul posto, si è tenuta a distanza - dice Sos Mediterranee -. Il ponte è stato allertato da un mayday di Frontex e Itmrcc ha chiesto di intervenire".
A bordo di Ocean Viking ci sono adesso 224 sopravvissuti. Le autorità italiane hanno assegnato Ancona come porto di sbarco. "Il viaggio di 1450 km rischia di peggiorare le condizioni mediche dei naufraghi, alcuni sono ancora attaccati all'ossigeno per riprendersi", dicono da Sos Mediterranee. L'ong ha già chiesto l'assegnazione di un porto più vicino.
Esteri
Russia, Tajani convoca ambasciatore a Roma per vicenda...
L'annuncio del ministro degli Esteri, dopo che le filiali russe di Ariston e Bosch sono state trasferite in gestione temporanea al gruppo Gazprom
"Ho dato mandato al segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania". Lo ha annunciato sul social X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo che le filiali russe di Ariston e Bosch sono state trasferite in gestione temporanea al gruppo Gazprom.
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Russia, domiciliari per il giornalista di Forbes arrestato
Sergei Mingazov era stato fermato ieri nella città di Khabarovsk con l'accusa di aver rilanciato un post su Telegram sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe
E' stato messo agli arresti domiciliari il giornalista di Forbes, Sergei Mingazov, arrestato ieri nella città russa di Khabarovsk con l'accusa di aver diffuso notizie false sull'esercito russo per aver rilanciato un post su Telegram sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe. Lo ha riferito l'agenzia Ria Novosti, citando fonti giudiziarie di Khabarovsk.
Il giornalista è stato arrestato con l'accusa di aver diffuso notizie false sulle forze militari, con le aggravanti dell'odio e dell'inimicizia, ha denunciato il suo avvocato, Kostantin Bubon, citato da Rbk. Mingazov aveva lavorato in precedenza per il quotidiano Vedomosti e anche per la Tass. Sono già numerose le condanne 'fotocopia' in Russia per la diffusione delle notizie su Bucha.
Esteri
Hamas: “Ricevuta risposta Israele a proposta su...
Dopo più di sei mesi di guerra, i negoziati rimangono ancora in una fase di stallo
Hamas ha ricevuto la risposta ufficiale di Israele alla sua ultima proposta di tregua e "la studierà" prima di rispondere a sua volta. Lo ha affermato il vice capo del braccio politico di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, che attualmente si trova in Qatar. "Hamas ha ricevuto la risposta ufficiale dell'occupazione sionista alla proposta presentata ai mediatori egiziano e del Qatar il 13 aprile", ha dichiarato in una nota. Dopo più di sei mesi di guerra a Gaza, i negoziati rimangono in una fase di stallo, con Hamas che insistere nel chiedere che qualsiasi intesa si trovi debba mettere fine alle ostilità.
Per Israele "accordo a breve o operazione a Rafah"
Questo è l'ultimo momento utile per un accordo per arrivare a una tregua a Gaza, perché in alternativa Israele darà il via alla sua operazione di terra a Rafah. Sarebbe questo - secondo l'emittente Channel 12, che cita una fonte israeliana - il messaggio trasmesso con chiarezza da Israele agli interlocutori egiziani - e per il loro tramite al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar - durante i colloqui tra i negoziatori inviati dal premier Benjamin Netanyahu e una delegazione di mediatori egiziani in visita nel Paese come riferisce il Times of Israel.
La fonte afferma che Israele non è disposto a lasciare che Sinwar trascini i negoziati. Si tratta dell'alternativa tra "un accordo nel prossimo futuro, e Rafah". Le fonti confermano che Israele è disposto ad accettare la liberazione di un numero di ostaggi inferiore ai 40 proposti in precedenza, ma anche che non accetterà la liberazione di soli 20 ostaggi, come Hamas avrebbe suggerito in recenti contatti indiretti.
Israele ritiene che Hamas detenga 33 ostaggi che rientrano nella designazione di ostaggi 'umanitari', donne, bambini, uomini di età superiore ai 50 anni e malati - e insiste affinché vengano tutti liberati. La fonte non precisa se questa sarebbe la prima fase di un accordo più ampio per tutti gli ostaggi, né la durata della tregua proposta.
La proposta dell'Egitto: liberare i 33 ostaggi ancora vivi
L'Egitto ha messo ieri sul tavolo dei colloqui con Israele una proposta per il rilascio di 33 ostaggi, detenuti a Gaza, donne, malati e anziani, che si ritiene siano gli unici rimasti in vita dei 133 che erano ancora nelle mani di Hamas. Lo scrive il Jerusalem Post, che cita una fonte israeliana al corrente dell'incontro tra una delegazione egiziana e una di Tel Aviv.
"Quello che c'è - ha continuato - è un tentativo dell'Egitto di riavviare colloqui con una proposta egiziana che prevede il rilascio di 33 ostaggi, donne, anziani e malati".
Il Cairo sta lavorando per garantire un accordo che impedisca l'operazione israeliana a Rafah. Secondo quanto riferito ieri dai media ebraici, il gabinetto di guerra israeliano ha autorizzato la squadra negoziale del Paese ad avere un approccio più flessibile nei negoziati.