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Biden e le battute sull’età durante il suo discorso:...
Biden e le battute sull’età durante il suo discorso: “Sono in giro da un po’…”
Il presidente Usa: "Quando si arriva alla mia età certe cose diventano più chiare che mai. Conosco la storia americana"
Battute di Joe Biden sulla sua età nel discorso sullo Stato dell'Unione alla Camera dei Rappresentanti e davanti ai membri del Congresso. Un tema che diventerà probabilmente centrale nel corso della campagna per le elezioni. "So che potrebbe non sembrare, ma sono in giro da un po'", ha detto l'81enne presidente Usa, il più anziano ad aver mai ricoperto l'incarico. "Quando si arriva alla mia età certe cose diventano più chiare che mai. Conosco la storia americana. Ho visto più volte il contrasto tra le forze in competizione nella battaglia per l'anima della nostra nazione, tra coloro che vogliono riportare l'America al passato e coloro che vogliono portare l'America nel futuro", ha aggiunto.
"Mi è stato detto che sono troppo vecchio. Da giovane o da vecchio, ho sempre saputo che cosa dura. Ho conosciuto la nostra stella polare, l'idea stessa degli americani, secondo cui siamo tutti creati uguali, meritiamo di essere trattati allo stesso modo per tutta la vita. Non siamo mai stati pienamente all'altezza di quell'idea. Non ce ne siamo nemmeno mai allontanati. E non la abbandonerò ora", ha scandito. "Sono fiducioso, lo sono davvero. Sono ottimista. Cari americani, la questione per la nostra nazione non è quanto siamo vecchi. Ma quanto sono vecchie le nostre idee. Non si può guidare l'America con idee vecchie", ha sottolineato Biden.
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Nato avverte la Russia: “Azioni ibride attacco a...
Il Consiglio nordatlantico denuncia la "campagna sempre più intensa" di "disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione"
Nato pronta a difendersi contro gli attacchi ibridi della Russia contro Paesi dell'Alleanza. E' l'avvertimento lanciato a Mosca dal Consiglio nordatlantico in una fase cruciale della guerra in Ucraina e a poco più di un mese dalle elezioni europee.
"Gli alleati della Nato esprimono la loro profonda preoccupazione per le azioni ibride della Russia che costituiscono una minaccia per la sicurezza" e fanno sapere di essere "pronti alla deterrenza ed alla difesa da azioni o attacchi ibridi", si legge in una nota del Consiglio a proposito delle "recenti attività maligne sul territorio alleato, comprese quelle che hanno portato all'indagine e all'incriminazione di più persone in relazione ad attività ostili riconducibili a uno Stato che hanno interessato Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Regno Unito".
"Questi incidenti - denuncia l'Alleanza - fanno parte di una campagna sempre più intensa di attività che la Russia continua a svolgere in tutta l'area euro-atlantica, anche sul territorio della Nato e attraverso i suoi proxy. Ciò include disinformazione, sabotaggio, atti di violenza, interferenze informatiche ed elettroniche, campagne di disinformazione e altre operazioni ibride". Nel dirsi "solidali" con i Paesi colpiti, gli alleati affermano che agiranno "individualmente e collettivamente per affrontare queste azioni, continuando a coordinarci strettamente".
"Condanniamo il comportamento della Russia e la invitiamo a rispettare i suoi obblighi internazionali, così come gli alleati fanno con i loro - conclude la nota - Le azioni della Russia non dissuaderanno gli Alleati dal continuare a sostenere l'Ucraina".
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Houthi preparano “quarta fase...
Il capo delle milizie filoiraniane in Yemen ha rivendicato gli attacchi degli ultimi giorni con missili e droni
Il leader degli Houthi, le delle milizie sciite filoiraniane nello Yemen guidate da Abdulmalik Badr al-Din al-Houthi, ha annunciato la "preparazione della quarta fase di escalation se l'ostinazione del nemico israeliano e degli americani continuerà" contro un cessate il fuoco a Gaza.
Il capo degli Houthi ha rivendicato nel suo consueto discorso televisivo del giovedì che le milizie, che controllano la capitale Sanaa dal 2014, hanno "effettuato in questa settimana 8 operazioni nel Golfo di Aden, Mar Rosso e nel sud della Palestina" con "33 missili balistici e droni", prendendo di mira "6 navi legate al nemico israeliano, agli Usa e ai britannici".
Missili e droni nel Mar Rosso, gli ultimi attacchi
Il 30 aprile scorso le forze statunitensi hanno colpito un drone Houthi diretto verso le navi americane Uss Philippine Sea e Uss Laboon nel Mar Rosso, ha riferito sui social media il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom).
Tre missili balistici antinave e tre Uav sono inoltre stati lanciati dallo Yemen contro una nave di proprietà della Grecia, ha spiegato ancora il Centcom aggiungendo che nell'attacco Houthi nel Mar Rosso non sono state riportate vittime o feriti.
L'intervento della Marina Militare italiana
Intanto anche l'Italia partecipa alla protezione delle navi commerciali in transito nell'area nel mirino degli Houthi. Nella tarda mattinata del 29 aprile la fregata Virginio Fasan della Marina Militare, impegnata nella protezione ravvicinata di un mercantile commerciale europeo nell’ambito dell’Operazione Eunavfor Aspides, ha infatti abbattuto un drone nel Mar Rosso in prossimità dello stretto di Bab El Mandeb. Il drone, dalle caratteristiche analoghe a quelli già usati in precedenti attacchi degli Houthi, si trovava a circa 5 chilometri dalla nave italiana, in direzione del mercantile scortato.
Attacchi complessi con missili e droni si erano già verificati durante la stessa mattinata, sventati grazie alle manovre evasive effettuate dal mercantile su indicazioni del comando di Nave Fasan. Un missile è esploso in acqua nelle vicinanze della nave scortata, causando solo lievi danni superficiali.
Attualmente nell'area per garantire la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali, Nave Virginio Fasan ha avvicendato Nave Caio Duilio come unità sede del comando tattico di Eunavfor Aspides, operazione di sicurezza marittima dell'Unione Europea per la salvaguardia della libertà di navigazione nelle Aree del Mar Rosso e del Golfo di Aden
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Ucraina, pressing di Macron per invio truppe europee: la...
Il presidente francese insiste: "Non escludo nulla, perché siamo di fronte a qualcuno che non esclude nulla"
Emmanuel Macron torna a "porre la questione" di un invio di truppe occidentali in Ucraina se la Russia dovesse sfondare la linea del fronte nella guerra in corso da oltre 2 anni. In un'intervista all'Economist, che solleva lo stesso polverone già provocato nelle settimane scorse, con gli alleati europei contrari a questa ipotesi, il presidente francese ribadisce che "nulla può essere escluso".
Perché il messaggio di Macron pesa di più adesso
Le parole di Macron assumono un significato particolare in un momento cruciale del conflitto. L'Ucraina, che attende di sfruttare le armi stanziate dagli Usa nell'ultimo pacchetto approvato dal Congresso, negli ultimi mesi è stata costretta a ripiegare per gestire la carenza di armi e munizioni.
La Russia, secondo analisti e esperti, potrebbe sferrare una nuova massiccia offensiva tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate: la pressione di Mosca sul fronte orientale è costante, il ministero della Difesa russo rivendica progressi quasi quotidiani dopo la presa di Avdiivka, la città al centro delle ostilità durante l'inverno. L'ipotesi che la nuova spallata dell'esercito di Vladimir Putin si riveli efficace non può essere esclusa.
La situazione sul campo
Il ministero della Difesa russo nelle ultime ore ha annunciato di aver assunto il controllo di due villaggi situati vicino ad Avdiivka, nell'oblast di Donetsk, nell'Ucraina orientale. Le truppe di Mosca hanno conquistato Berdychi e Ocheretyne. Il primo è situato a circa 10 chilometri a nord-ovest di Avdiivka (da cui gli ucraini si sono ritirati a febbraio), il secondo è poco più distante, ma nella stessa direzione.
Le news dal campo confermano in sostanza le previsioni del comandante in capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrsky, che pochi giorni fa haaveva anticipato il ritiro da Berdychi e da altri due villaggi vicini per proteggere "la vita dei nostri difensori". Fonti militari ucraine, citate dall'agenzia Dpa, hanno precisato che ora gli scontri più pesanti nel Donetsk si registrano nelle zone di Pokrovsk e Kurakhove. Pezzo dopo pezzo, il muro dell'Ucraina rischia di sfaldarsi. Il cedimento spalancherebbe alla Russia le porte verso il cuore dell'Ucraina.
Analisi Usa conferma l'allarme di Macron
La prospettiva non può essere esclusa, come dice Avril Haines, direttrice della National Intelligence, alla Commissione Forze Armate del Senato a Washington. C'è la possibilità che i russi mettano a segno "break tattici".
"Le tattiche sempre più aggressive di Putin contro l'Ucraina, compresi gli attacchi alle infrastrutture elettrice, mirano a impressionare l'Ucraina: portare avanti la guerra", è il messaggio del Cremlino, "porterà altri danni all'Ucraina senza dare speranza di vittoria a Kiev. Queste strategie aggressive sono destinate a proseguire, la guerra non finirà presto". Inutile, dice, sperare per ora in negoziati produttivi: "La Russia negli ultimi mesi ha mostrato disponibilità a discutere con Kiev e Washington sul futuro dell'Ucraina. Ma difficilmente farà concessioni significative".
Le parole di Macron e la reazione di Mosca
"Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non avviene - dovremmo legittimamente porci la domanda", dice Macron, secondo cui "escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni", con i Paesi della Nato che avevano inizialmente escluso l'invio di carri armati e caccia a Kiev prima di cambiare idea.
"Come ho detto, non escludo nulla, perché siamo di fronte a qualcuno che non esclude nulla", ribadisce Macron al settimanale britannico, in un riferimento a Putin. "Probabilmente siamo stati troppo esitanti nel fissare dei limiti alla nostra azione nei confronti di qualcuno che non ne ha più e che è l'aggressore", afferma il presidente, indicando il suo "chiaro obiettivo strategico: la Russia non può vincere in Ucraina".
"Se la Russia vince in Ucraina, non avremo più sicurezza in Europa - scandisce - Chi può pretendere che la Russia si fermi lì? Quale sicurezza ci sarà per gli altri Paesi vicini, la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania e tanti altri? E oltre a questo, che credibilità abbiamo noi europei che avremmo speso miliardi, che avremmo detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non ci saremmo dati i mezzi per fermare la Russia? Quindi sì, non dobbiamo escludere nulla".
L'ipotesi prospettata dal leader francese non scuotono Mosca. La prima risposta ufficiale è affidata alle parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri. Le dichiarazioni del presidente, dice, "sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, è una sorta di ciclo".