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Gaza, Israele-Hamas: strada in salita verso accordo. Biden in pressing
Strada in salita per l'accordo sul cessate il fuoco: lo Stato Ebraico chiede una lista degli ostaggi, la risposta non arriva. Biden in pressing, intanto gli Usa pensano ad aiuti dal mare per la Striscia
L'emittente al-Jazeera ha segnalato un nuovo attacco israeliano contro i palestinesi in fila per ricevere aiuti umanitari, a sud ovest di Gaza City. Almeno otto i palestinesi rimasti feriti dal fuoco israeliano, riporta la tv, segnalando che la distribuzione dei beni era in corso nella rotonda Nabulsi . Una settimana fa sono stati uccisi più di cento palestinesi in attesa di aiuti alimentari e altri 760 sono rimasti feriti dopo essere stati colpiti dalle forze israeliane a Gaza.
Rischio attentati durante Ramadan, allerta Israele
Il Consiglio di sicurezza nazionale di Israele ha intanto emesso un avviso per segnalare il rischio di attentati durante il mese sacro all'Islam, che inizia il 10 marzo, in quanto ''le organizzazioni terroristiche musulmane vedono il Ramadan come un’opportunità per compiere attacchi e atti di violenza''. Chiedendo ai cittadini israeliani di prestare particolare attenzione durante i viaggi, il Consiglio di sicurezza ha affermato che ''le organizzazioni jihadiste come lo Stato Islamico (Isis) e al Qaeda invitano sempre più spesso i loro seguaci a compiere attacchi''. Quindi il Consiglio si aspetta che le organizzazioni terroristiche approfittino ''della guerra in corso a Gaza e delle tensioni attorno al Monte del Tempio per incoraggiare attacchi contro obiettivi israeliani e occidentali''.
Khan Younis, "arrestati 250 miliziani Hamas e Jihad"
A Khan Younis sono stati catturati 250 miliziani di Hamas e della Jihad Islamica nel complesso residenziale di Hamad Town, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf), spiegando che alcuni dei miliziani avevano partecipato all'attacco terroristico del 7 ottobre e sono membri della forza d'élite Nukhba di Hamas. I militari hanno aggiunto che, durante gli interrogatori, i miliziani catturati hanno fornito informazioni utili al proseguimento dell'operazione a Gaza.
Rafah, Gantz: "Senza smilitarizzazione, guerra finita a 80%"
“Finire la guerra senza smilitarizzare Rafah è come mandare i vigili del fuoco per spegnere l’80% di un incendio”: Israele dovrà annientare Hamas a Rafah. Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra d’emergenza israeliano Benny Gantz ha ai funzionari statunitensi durante il suo viaggio a Washington. Come ha riferito il Wall Street Journal, citando un funzionario israeliano, Gantz ha sostenuto che in assenza di un'offensiva di terra a Rafah, Hamas potrebbe riorganizzarsi e riarmarsi una volta che ci sarà un cessate il fuoco.
Strada in salita per accordo Israele-Hamas
Niente fumata bianca tra Hamas e Israele, l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e per la liberazione degli ostaggi rapiti il 7 ottobre non è ancora andato in porto. L'obiettivo di formalizzare l'intesa prima dell'inizio del Ramadan, che comincia il 10 marzo, è ancora raggiungibile. Il tempo a disposizione però diminuisce, mentre la palla viene spedita da un lato all'altro del campo con relative responsabilità per lo stallo.
Biden: "Ora dipende da Hamas"
Due giorni di negoziati al Cairo, dove Israele non ha inviato la propria delegazione, non hanno ancora consentito di trovare la quadra. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto che l'accordo per un cessate il fuoco a Gaza "è nelle mani di Hamas in questo momento. Gli israeliani hanno collaborato. Non ci sono scuse, dobbiamo garantire più aiuti a Gaza. Dobbiamo arrivare ad un cessate il fuoco perché, se la situazione si trascina fino al Ramadan, le cose potrebbero diventare molto pericolose in Israele e a Gerusalemme" in particolare.
Hamas: "Netanyahu non vuole l'intesa"
Dall'altro lato del campo, si punta il dito contro il premier israeliano. "Netanyahu non vuole raggiungere un accordo, la palla ora è nel campo degli americani" a cui spetta il compito di riportare Israele al tavolo, secondo Basem Naim, responsabile dell'ala politica di Hamas a Gaza, come riferisce il quotidiano britannico Guardian.
"Negli ultimi due giorni, il movimento ha presentato la sua posizione sulla proposta avanzata dai mediatori del Qatar e dell'Egitto", ha detto a Beirut, in Libano, Osama Hamdan, alto funzionario di Hamas, come riportato dal Jerusalem Post. "Abbiamo riaffermato le nostre condizioni per un cessate il fuoco: un ritiro totale dalla Striscia e il ritorno degli sfollati nelle aree che hanno lasciato, in particolare nel nord".
L'emittente egiziana Al-Qahera News, considerata vicina all'intelligence e ai servizi del Cairo, ha riferito che "i negoziati sono complessi ma proseguono". La delegazione di Hamas, quindi, avrebbe deciso di rimanere nella capitale egiziana almeno per altre 24 ore.
Hamas e il mistero degli ostaggi: dove sono?
Il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha detto di ritenere legittima la richiesta di Israele di ricevere da Hamas una lista degli ostaggi ancora in vita, uno dei punti chiave dell'intesa. "Hanno preso gli ostaggi, continuano ad averli. Se continuano ad averli, devono sapere dove sono", ha commentato Miller, dopo che Hamas ha detto di non sapere dove si trovino tutte le persone rapite il 7 ottobre.
"Se si sta discutendo un accordo per la liberazione di un certo numero di ostaggi, è una domanda legittima chiedere ad Hamas se possono rispettare l'accordo: mostrare dove sono questi ostaggi e confermare che sono vivi - ha detto Miller - pensiamo che sia una richiesta più che legittima da parte dello stato d'Israele".
Le sollecitazioni hanno indotto Hamas a compiere, a quanto pare, ulteriori sforzi. L'organizzazione sta verificando dove si trovano gli ostaggi prigionieri a Gaza e quale è la loro situazione. Alla luce di queste operazioni, Israele sarebbe pronto a dare "un'opportunità finale" per un accordo. Il governo israeliano avrebbe chiesto specifiche informazioni su una quarantina di ostaggi il cui potenziale rilascio è al centro dei colloqui.
Cosa chiede Hamas e cosa non può garantire
Hamas chiede che le forze armate israeliane lascino Gaza, che siano ammessi aiuti umanitari su larga scala e che ai palestinesi costretti a lasciare le proprie case possano tornare nel Nord della Striscia.
Non è chiaro cosa abbia impedito finora ad Hamas di produrre l'elenco degli ostaggi. Si ipotizza che potrebbero esserci problemi di collegamento e comunicazione tra le 'anime' dell'organizzazione dentro e fuori Gaza. Inoltre, alcuni ostaggi potrebbero essere nelle mani di altri gruppi, con la necessità di negoziare quindi con elementi della Jihad islamica. Sullo sfondo, l'ipotesi che la linea di Hamas non sia univoca: all'interno della struttura, un'ala potrebbe lavorare per ostacolare un accordo.
Il dramma dei civili, Usa pensano a aiuti dal mare
Intanto a Gaza, dove oltre 30mila persone sono morte dall'inizio dell'offensiva di Israele, la popolazione civile attende aiuti in una situazione ogni giorno più drammatica. Gli Stati Uniti, che hanno iniziato ad inviare aiuti umanitari per via aerea, con alcuni partner stanno valutando di portare cibo, medicine e altri beni di prima necessità dal mare. Assieme ai partner internazionali "stiamo esaminando le opzioni per un corridoio marittimo per l'assistenza umanitaria a Gaza, comprese opzioni commerciali e su contratto", ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder, citato dalla Cnn.
A delineare il quadro della situazione al valico di Rafah, anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Centinaia e centinaia di tir e autocarri sono fermi in attesa di poter entrare nella Striscia di Gaza. Abbiamo parlato con alcuni di questi autisti, addirittura ce ne sono alcuni che sono qui, fermi, da 15-20 giorni in condizioni che tutti possono ben immaginare. E soprattutto in quali condizioni, in quali condizioni saranno le merci che hanno trasportato fin qui? Ci sono autobotti e camion pieni di acqua pulita, chissà che problemi di sicurezza deve essere questo tipo di carico", le parole del parlamentare italiano.
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Tragedia in Cina, crolla carreggiata in autostrada: 24 morti
Trenta i feriti, venti i veicoli coinvolti nel crollo del tratto di strada nella provincia del Guangdong lungo circa 18 metri
Tragedia in Cina dove il crollo di una carreggiata di un'autostrada nella provincia di Guangdong, nel sud del Paese, ha causato la morte di 24 persone. 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali, secondo cui almeno una trentina di persone sono rimaste ferite, mentre sarebbero 20 i veicoli coinvolti nel crollo. Le immagini diffuse sui social mostrano auto travolte da terra e fango, probabilmente dopo una frana.
Alle operazioni di soccorso partecipano circa 500 uomini dei servizi di emergenza. Il tratto di strada crollato era lungo circa 18 metri e copriva un'area di circa 184 metri quadrati. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.
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Ucraina, Shoigu: “Più armi per la guerra contro...
Così il ministro della Difesa russo dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov. Ancora missili su Odessa
La Russia ha bisogno di più armi per la guerra in Ucraina. E' il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, a chiedere uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. "Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, il quadro potrebbe progressivamente cambiare. L'Ucraina riceverà le armi che gli Stati Uniti invieranno dopo il varo dell'ultimo maxipacchetto da 61 miliardi di dollari. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Ancora missili su Odessa
Intanto, si registra un nuovo attacco missilistico russo su Odessa, il secondo in tre giorni. Secondo quanto riferito dal governatore della città nel sud dell'Ucraina, almeno tre persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nell'ultimo raid, che ha provocato anche danni alle infrastrutture civili.
Bimbi ucraini deportati in Russia, telefonata Yemark-Zuppi
"Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Zuppi. Ho sottolineato che nel quadro del dialogo diplomatico con tutti gli stati, l'Ucraina presta costantemente particolare attenzione alla questione del ritorno dei bambini deportati illegalmente dalla Russia". Lo ha scritto su X, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.
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Covid, Zhang sfida ancora la Cina: la battaglia del...
Lo scienziato, cacciato dal laboratorio, torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico
Sfida ancora la Cina di Xi Jinping il virologo cinese che all'inizio della pandemia di coronavirus, nel gennaio 2020, pubblicò la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l'autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito l'ingresso nel suo laboratorio a Shanghai.
Nel frattempo sui social hanno iniziato a rimbalzare foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è messo seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang sia stato chiuso per "motivi di sicurezza", con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.
Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi sparita, ma visionata dall'Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo 'sfratto' e senza gli standard necessari per le sue ricerche. E nel post su Weibo fatto sparire, Zhang assicura che non mollerà dopo le misure scattate per lui e per il suo team.
E' "sconfortante vedere queste continue vessazioni e punizioni nei confronti di Zhang", ha commentato con il Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College London coinvolto nel lavoro di ricerca per tracciare le origini del Covid e convinto che "senza il coraggio di Zhang" ci sarebbe voluto molto più tempo per "la diffusione del primo vaccino" contro il Covid.
Scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno denunciato al giornale come dopo la pandemia le collaborazioni internazionali siano divenute sempre più difficili. Il Guardian scrive che oggi Zhang, raggiunto al telefono, ha sottolineato come per lui - già rimosso dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive - sarebbe "inopportuno" parlare.