Salute e Benessere
Radiologia, 2 nuove soluzioni per ictus e interventi...
Radiologia, 2 nuove soluzioni per ictus e interventi neurovascolari complessi
All'Ecr 2024 presentata l'evoluzione di Azurion e Zenition di Royal Philip che semplificano procedure
In occasione del Congresso europeo di radiologia (Ecr) 2024 in corso a Vienna, sono state presentate le ultime evoluzioni dei sistemi Azurion e Zenition di Royal Philips, progettati per fornire al personale sanitario standard di cura di alta qualità in interventi complessi, garantendo così la massima flessibilità ed efficienza, migliorando la diagnosi e il trattamento delle patologie neurovascolari come l'ictus. L'azienda, leader globale nell'Health Technology, rafforza il proprio posizionamento nel segmento dell'Image Guided Therapy (Igt).
"Oggi le équipe mediche hanno bisogno di strumenti efficienti per ottimizzare il flusso di lavoro ed efficaci nella cura del paziente. I nuovi sistemi Azurion e Zenition 90 Motorized nascono proprio dalla relazione costante che Philips ha con i professionisti sanitari e rappresentano l'ultima evoluzione di tecnologie pensate per migliorare la qualità della vita dei pazienti e per supportare i clinici nel loro lavoro quotidiano - afferma Alessandro Albonico, Business Manager Image Guided Therapy (Igt) Italy, Israel, Greece di Philips - La nuova piattaforma Azurion può fare la differenza in un ampio range di procedure interventistiche grazie a una geometria innovativa e una connettività avanzata offrendo ai medici interventisti pieno controllo e flussi operativi eccellenti. Zenition 90 potenzia e completa la nostra gamma di archi a C mobili: una soluzione motorizzata con funzionalità automatizzate per procedure chirurgiche complesse".
Il nuovo sistema neuro biplano Azurion - spiega una nota - è progettato per semplificare le procedure neurovascolari, in particolare per il trattamento dell'ictus, dove ogni minuto può fare la differenza per preservare la qualità della vita del paziente. Altamente flessibile, è progettato per semplificare i flussi di lavoro in cui è necessaria una combinazione di imaging 2 e 3D per una diagnosi sicura e un trattamento di precisione. In questo modo i clinici possono prendere decisioni più velocemente e ottenere risultati migliori nella cura del paziente. Utilizzato insieme ai software e ai servizi Philips Neuro Suite più recenti, fornisce ai neuro interventisti una soluzione completamente integrata che combina l'imaging a basso dosaggio ClarityIQ con una gamma di strumenti neuro dedicati e servizi a valore aggiunto che offrono livelli di efficienza, flessibilità e controllo. Tra questi, grazie a un miglioramento della rotazione, angolazione e posizionamento dell'arco a C, è possibile passare velocemente dall'imaging 2D a quello 3D, avere un controllo completo a bordo tavolo, ottenere immagini orientate correttamente per ogni angolazione. Un nuovo immobilizzatore per la testa consente una migliore cura dell'ictus.
L'introduzione del nuovo sistema Azurion rafforza l'impegno di Philips nel portare innovazione nella cura dell’ictus. L'azienda, infatti, sostiene lo studio clinico We-Trust (Workflow Optimization to Reduce Time to Endovascolare Reperfusion for Ultra-fast Stroke Treatment), il cui obiettivo è valutare i benefici del flusso Direct-to-Angio-Suite (Dtas), che consente di eseguire diagnosi complete dell'ictus direttamente nell'unità operativa di neuro-angiografia utilizzando la Tac Cone Beam.
Progettato per supportare le équipe mediche in procedure chirurgiche complesse per l'interventistica cardiovascolare, ma anche per interventi urologici e terapie del dolore, Zenition 90 Motorized è caratterizzato da un nuovo arco a C motorizzato, che garantisce al chirurgo un controllo intuitivo e flessibile dal lato del tavolo. Con una qualità d'immagine all'avanguardia a supporto delle procedure più impegnative, il sistema consente una maggiore efficienza clinica grazie a flussi di lavoro automatizzati, soluzioni software avanzate e un controllo delle immagini tramite touchscreen.
Questi benefici sono stati riconosciuti anche dal personale medico che ha già sperimentato Zenition 90 Motorized. Secondo i dati emersi da alcuni studi indipendenti condotti in Europa e Stati Uniti in ambienti simulati - conclude la nota - il 100% degli operatori ha affermato di avere un controllo completo sui movimenti dell’arco a C, mentre il 97% ha riconosciuto un risparmio di tempo legato alle funzionalità del flusso di lavoro. Nell'ambito del proprio impegno per la sostenibilità e per offrire ai clienti la possibilità di intraprendere scelte responsabili, Philips ha sfruttato il processo di EcoDesign per Zenition 90 Motorized, migliorando la durata del prodotto del 25% e l'efficienza energetica del 13%.
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Burioni contro Susanna Tamaro: “Ragionamenti identici...
Il virologo tuona contro la scrittrice dopo un articolo sul Covid: "Dovevamo uscirne migliori invece..."
"La scrittrice Susanna Tamaro, in un pezzo sul 'Corriere della Sera', ci spiega i vaccini producendosi in una mirabile crestomazia di 'ragionamenti' identici a quelli dei somari antivaccinisti. Ne dovevamo uscire migliori, invece ne siamo usciti tutti virologi, anche la Tamaro". Così, sui social, Roberto Burioni commenta l'articolo scritto da Susanna Tamaro sulle 'cicatrici lasciate dal Covid', in cui l'autrice critica la 'mancanza di azione terapeutica iniziale e la successiva polarizzazione attorno al vaccino, evidenziando dubbi e incertezze che persistono nonostante gli avanzamenti scientifici'.
Alle parole della Tamaro, Burioni risponde ricordando che "la nostra medicina 'meravigliosamente avanzata' in 'quasi un anno a braccia conserte' ha sviluppato un vaccino che ha salvato molte decine di milioni di vite, compresa forse pure la tua, permettendoti di partecipare da viva alle Olimpiadi delle bojate", chiosa il docente di virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, che chiede infine al Corriere della Sera "perché ospitate simili scemenze che diffondono bugie pericolose per la salute pubblica e minano con la menzogna la fiducia nella scienza e nella medicina?"
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Snami, guardia medica riferimento indispensabile per...
Il sindacato risponde a servizio Tv sulle presunte carenza della continuità assistenziale
"Con profonda preoccupazione notiamo una mancanza di completezza nell'affrontare la complessità e l'importanza della guardia medica nell'assistenza sanitaria pubblica. Il servizio di guardia medica è stato istituito per interventi non differibili che non richiedono un intervento immediato di emergenza-urgenza e nel tempo è diventato un punto di riferimento indispensabile e strategico per l’intera collettività”. Così, il responsabile nazionale del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami) Continuità assistenziale, Giancarmelo La Manna, risponde - in una nota - al servizio televisivo di ‘Furoi dal coro’', su Rete 4, sulle presunte carenze della continuità assistenziale.
“L'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche - aggiunge Federico Di Renzo, responsabile nazionale Snami medici in formazione e specializzazione - si contrappongono a una riduzione delle risorse destinate alle strutture ospedaliere e ai pronto soccorso, senza un potenziamento delle risorse territoriali, come il servizio di guardia medica, che hanno subito ulteriori tagli e chiusure. Questa situazione ha comportato una carenza di camici bianchi nei presidi territoriali e, in particolare, nel servizio di guardia medica, causando un impoverimento organizzativo e dell’offerta sanitaria, vedi visite domiciliari”.
Nella trasmissione, “la citazione della sentenza della Cassazione che condanna un sanitario in servizio nella continuità assistenziale - spiega La Manna - si riferisce a un caso particolare e straordinario che non raffigura la regolarità dell’attività del servizio. Si tende quindi a rappresentare un tentativo di discredito nei confronti dei numerosi colleghi che svolgono regolarmente un prezioso servizio. In buona sostanza - conclude - si cerca un ago nel pagliaio per esigenze televisive e, di fatto, si coinvolge una intera categoria”.
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Zanzara della malaria in Italia dopo oltre 50 anni: la...
Dallo studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale locale e della Basilicata emerge "la necessità di rafforzare la sorveglianza in tutto il Mezzogiorno"
La zanzara della malaria ritrovata in Puglia dopo oltre 50 anni. E' il risultato di uno studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, pubblicato su PubMed. "La scoperta ha una forte rilevanza e impatto sanitario, evidenziando un aumento della ricettività delle aree meridionali del Paese", scrivono gli autori. Nel settembre del 2022 un unico esemplare di 'Anopheles maculipennis' fu raccolto nel comune di Lecce e identificato molecolarmente come Anophelse sacharovi. Questa rilevazione ha portato ad attuare nel settembre 2023 un'indagine entomologica mirata.
"Ogni anno vengono segnalati casi di malaria importata nei paesi europei, il rischio di introduzione del plasmodium della malaria da parte di portatori di gametociti tra i viaggiatori provenienti da Paesi endemici dovrebbe essere preso in maggiore considerazione - avvertono gli autori -. I nostri risultati consentono di ripensare e costruire nuovi modelli per la previsione e l'espansione della malaria. Inoltre, per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia, va considerata la necessità di rafforzare la sorveglianza dell'anofelismo residuo in tutto il Mezzogiorno".
Le indagini sono state condotte concentrandosi sugli allevamenti di animali, i maneggi e potenziali siti di riproduzione della zanzara.
Lopalco: "Nessun allarmismo, ma sorveglianza"
"La presenza di zanzare del genere anofele, quelle cioè in grado di trasmettere la malaria, è una informazione da tenere nella giusta considerazione" dice all'Adnkronos Salute, Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Si fa la sorveglianza della circolazione delle zanzare per questo motivo. Niente allarmismi, quindi". Si tratta, per Lopalco, in ogni caso, di "un altro segnale di preoccupazione sui cambiamenti che il clima e le modificazioni dell'ambiente stanno comportando. Certamente non parliamo di rischio immediato di riportare la malaria in Italia. Ma è un avvertimento che impone di prendere seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare e ridurne la circolazione''.