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Esteri

Ucraina, Meloni arrivata a Kiev: vede Zelensky e presiede G7

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L'intesa, sottoscritta dopo l'incontro con Zelensky, durerà 10 anni. La presidente del Consiglio presiede il G7, assente Macron. Il leader ucraino durante la cerimonia a Hostomel: "Putin deve fallire"

Giorgia Meloni con Volodymyr Zelensky

L'accordo sulle garanzie di sicurezza, sottoscritto oggi dall'Italia con l'Ucraina, è "il più completo è importante firmato con un Paese che non fa parte della Nato" e avrà durata di "10 anni". Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa congiunto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il premier belga De Croo ed il primo ministro canadese Trudeau. L'intesa evidenzia "l'impegno alla collaborazione immediata e rafforzata nel caso di un futuro attacco nei confronti dell'Ucraina”.

Meloni è arrivata a Kiev per una visita ufficiale - la seconda da capo del governo dopo quella dello scorso febbraio - nel giorno del secondo anniversario dell'invasione russa. "Il messaggio che voglio inviare oggi a Zelensky e a tutto il popolo ucraino è che non sono soli. Voglio che voi sappiate che siamo profondamente grati a questo popolo perché continua a lottare per l'Europa e la nostra sicurezza perché banalmente la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa coincidono". L'impegno dell'Italia è "continuare sforzi significativi sia dal punto di vista militare che di sostegno al bilancio", ma anche "sostegno umanitario e accoglienza ai rifugiati", ha proseguito Meloni, secondo cui l'accordo riguarda, inoltre, la cooperazione nell'industria della difesa e la collaborazione sul piano cyber e dell'intelligence.

"E' molto importante firmare questi accordi di sicurezza, credo siano la migliore precondizione possibile per qualsiasi pace giusta e duratura - ha aggiunto la premier -. Anche in passato sono stati firmati accordi, ma poi sono stati violati. Se non c'è chi garantisce che quelli accordi vengano mantenuti è inutile lavorare a una pace giusta". "Siamo all'ottavo pacchetto di aiuti e stiamo facendo il massimo con i mezzi di cui disponiamo. La mia priorità è fornire strumenti che siano il più possibile utili a quello che state facendo".

"Continuiamo a sostenere Ucraina in quello che ho sempre ritenuto è giusto diritto suo popolo a difendersi - ha aggiunto Meloni -. Questo presuppone necessariamente anche sostegno militare perché confondere la tanto sbandierata parola pace con resa come fanno alcuni è un approccio ipocrita che non condivideremo mai”. Assente al summit il presidente francese, Emmanuel Macron: al posto suo il ministro degli Esteri, Stephane Sejourne.

La prima tappa della missione è stata all'aeroporto di Hostomel, dove Meloni ha incontrato Zelensky. Un luogo che richiama la notizia secondo cui le autorità ucraine starebbero lavorando a un piano di riavvio - anche se parziale - dei collegamenti con alcuni Paesi europei. "Putin deve fallire in tutto, come è successo qua a Hostomel. Solo così la pace vincerà", ha affermato il presidente ucraino in una dichiarazione alla stampa durante una cerimonia ufficiale in cui ha consegnato le onorificenze ai soldati che hanno preso parte alla 'battaglia di Hostomel'.

"Qui abbiamo affrontato un attacco di guerra con il fuoco" e due anni dopo "accogliamo i nostri amici e partner", ha detto il leader ucraino, che ha esortato gli ucraini a "continuare a combattere". "Non potete distruggere il nostro sogno, il sogno con cui ognuno di noi si è addormentato e svegliato per 730 giorni - ha aggiunto nelle dichiarazioni rilanciate dalla Bbc -. Nessuno di noi consentirà che la nostra Ucraina finisca". E in futuro, ha incalzato, "accanto alla parola Ucraina ci sarà sempre la parola 'indipendente'".

Durante la cerimonia è stato un breve video che ha mostrato alcune immagini della difesa di Hostomel del 24-25 febbraio 2022. "Oggi ci troviamo in questo posto molto simbolico, proprio qui Putin voleva vincere la battaglia chiave per poi condurre un blitz su Kiev, ma qui ha fallito perché i nostri difensori sono riusciti a fermare i russi. Ogni male può essere distrutto, anche il male russo", ha ricordato Zelensky.

Meloni: "Putin pensava di vincere in pochi giorni per poi guardare ad altri Stati"

"Il 24 febbraio di due anni fa, la Russia sconvolse il mondo invadendo l’Ucraina. Il piano di Putin era una guerra lampo che avrebbe dovuto far capitolare l'Ucraina in pochi giorni, probabilmente con l'obiettivo di rivolgere poi lo sguardo verso altri Stati vicini, non solo europei" dice Meloni. "Putin non ha tenuto nella dovuta considerazione due fattori. La tenacia degli ucraini e l'unità dell'Occidente. Sono questi i due elementi che hanno fatto fallire il suo piano. E penso che dobbiamo fare molto meglio nello spiegare che l’attuale situazione del conflitto è la nostra vittoria, una vittoria ucraina, e non una vittoria per la Russia come la sua propaganda cerca di affermare".

"Dobbiamo essere più efficaci nello spiegare come il nostro impegno sia fondamentale non solo per noi, ma per tutti. Perché pochi trarrebbero vantaggio da un mondo senza regole, un mondo governato solo dalla forza militare e dove ogni Stato rischia di essere invaso dal suo vicino. In Ucraina si decide se il futuro del mondo si baserà sulla forza del diritto sancito dalla Carta delle Nazioni Unite o sul caos. Questo è il punto chiave, perché tutti possiamo vedere le conseguenze che questa guerra sta avendo su altri scenari".

"L'Ucraina può contare su tutte le nazioni del G7 e sull'Unione Europea. Non ci siamo mai tirati indietro e non intendiamo farlo adesso, nonostante quello che dice certa propaganda. Lo dimostrano i progressi compiuti nel cammino verso l'adesione dell'Ucraina all'Ue e alla Nato e l'accordo raggiunto dal Consiglio europeo, con il quale abbiamo stanziato 50 miliardi di euro per sostenere Kiev nei prossimi 4 anni".

"Questo posto è un simbolo del fallimento di Mosca e dell'orgoglio ucraino. Ci ricorda che c'è qualcosa più forte di missili e guerra, l'amore per la terra e la libertà", ha affermato dal canto suo Meloni ribadendo che "questa terra è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla". “Uno dei gesti storici che ha cambiato il corso della storia ha avuto luogo qui il 24 febbraio di due anni fa. Qui è iniziata l'eroica resistenza del popolo ucraino, qui è fallito il piano di Putin di rovesciare il regime democratico in pochi giorni e sostituirlo con un governo fantoccio che rispondesse alle sue istruzioni”, ha aggiunto Meloni.

Meloni ricorda che "sono due anni che si combatte: prima si pensava di occupare metà del territorio ucraino, non è successo, poi l'Ucraina ha liberato una parte dei suoi territori, cioè attenzione anche a non essere noi vittime di una propaganda che conosciamo abbastanza bene”. “Quello che è avvenuto negli ultimi due anni con i focolai di crisi che si continuano a moltiplicare è figlio di quell'invasione (dell'Ucraina): quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di trovarci in un mondo nel quale chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Nessuno è più al sicuro e non so se ci conviene un mondo del genere”.

“Se le cose fossero andate come nel sentimento di chi invadeva, questa guerra sarebbe durata tre giorni invece noi oggi ci ritroviamo in una situazione di equilibrio del conflitto che è la precondizione di qualsiasi ipotesi diplomatica. Il gioco è sempre lo stesso - ha aggiunto Meloni- non si può scambiare una invasione con la pace. Quello che si può fare è costruire un equilibrio che consenta a un certo punto di cercare un'altra soluzione”.

Meloni ha poi assicurato che "l'Italia c'è, questo penso che si veda, a maggior ragione adesso come presidente del G7, noi continuiamo a garantire il nostro sostegno". "Firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà ed interesse nazionale", ha aggiunto.

L'arrivo in treno

A bordo di un treno partito dalla stazione di Przemysl, nel sud-est della Polonia, e dopo oltre 10 ore di viaggio a causa della chiusura dello spazio aereo ucraino, Meloni è giunta nella capitale ucraina insieme alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Presenti anche il premier belga Alexander De Croo (il Belgio ha la presidenza di turno dell'Ue), ed il primo ministro canadese, Justin Trudeau. I quattro leader si sono uniti a Zelensky, in una data altamente simbolica, mentre la controffensiva delle forze di Kiev non sembra aver dato i frutti sperati e, al contrario, si registra un'avanzata russa in diverse aree del Paese.

"A Kiev per celebrare l'anniversario del secondo anno di guerra della Russia contro l'Ucraina. E per celebrare la straordinaria resistenza del popolo ucraino. Oggi più che mai siamo fermamente al fianco dell'Ucraina. Finanziariamente, economicamente, militarmente, moralmente. Fino a quando il Paese non sarà finalmente libero", ha scritto sul social X von der Leyen.

Kiev dopo due anni di guerra

Kiev, dopo due anni di strenua resistenza, appare in difficoltà. "Il nostro sostegno all'Ucraina non vacillerà, le democrazie mondiali non si divideranno, non ci stancheremo", ha rilanciato il presidente americano Joe Biden, sollecitando il Congresso ad approvare il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari perché "Kiev sta finendo le munizioni". E intanto ha annunciato una serie di 500 nuove sanzioni contro la Russia anche per la morte di Alexei Navalny.

Zelensky, che evidentemente insoddisfatto della situazione sul campo di battaglia ha cambiato i vertici dell'esercito, si mostra comunque fiducioso e in un'intervista a Fox News ha annunciato che "stiamo preparando alcune sorprese per la Russia. Il sud è importante. La difesa dell'est, dove i russi hanno più di 200mila soldati, è molto importante. Naturalmente prepareremo una nuova controffensiva, nuove operazioni”.

Von der Leyen: "Lavoriamo su utilizzo asset russi congelati"

"Lavoriamo alla possibilità di usare gli asset russi congelati" per aiutare l'Ucraina. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza stampa congiunta. Riguardo ai 50 miliardi di euro per l'Ucraina, dichiara von der Leyen, "il primo pagamento da 4,5 miliardi di euro sarà a marzo" scrive poi in un post su X.

Sanzioni Ue alla Russia

L'Europa, intanto, continua a martellare sulla sanzioni contro Mosca. Ieri il Consiglio Ue ha adottato il tredicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia che comprende misure restrittive su 106 individui e 88 società o enti.

Ma Mosca non sembra avere intenzione di fermarsi. Anzi per voce di uno dei 'falchi', il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, è tornata a minacciare un'offensiva sulla capitale ucraina. "Sarà Kiev? Sì, probabilmente, dovrebbe essere Kiev. Se non ora, fra un po' di tempo, forse in qualche altra fase dello sviluppo di questo conflitto", ha scandito Medvedev, che ha rincarato la dose spiegando che "stiamo parlando di una città russa, che ora è controllata da una brigata internazionale di oppositori della Russia, guidata dagli Stati Uniti. Da qui nasce la minaccia all'esistenza del nostro Paese".

(dall'inviato Piero Spinucci)

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Esteri

Incontro Tajani-premier Anp: “L’Italia riparte...

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La presidente del Consiglio: "Sostegno a tutti gli sforzi per un cessate il fuoco sostenibile". Stanziati 35 milioni di euro per finanziamenti a favore della popolazione di cui 5 milioni per l'Agenzia per i rifugiati

Mustafa e Meloni - Fotogramma

L'Italia riparte con i finanziamenti all'Unrwa. Lo ha annunciato oggi, 25 maggio, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani incontrando alla Farnesina il primo ministro e ministro degli Esteri e degli Emigrati dell’Autorità Palestinese, Mohammed Mustafa. Il premier palestinese è poi stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

"Sostegno per cessate il fuoco sostenibile"

"Sostegno italiano a tutti gli sforzi in atto per un cessate il fuoco sostenibile, il rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas e un salto di qualità nell’assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza". E' quanto ribadito dalla premier Giorgia Meloni che ha ricevuto oggi, 25 maggio, il primo ministro palestinese, Mohammed Mustafa.

Durante il faccia a faccia, fa sapere una nota di Palazzo Chigi, "è stato sottolineato il forte impegno italiano a favore della popolazione civile di Gaza anche attraverso ulteriori finanziamenti per l’iniziativa 'Food for Gaza'". Nel corso del colloquio con il premier palestinese "Meloni ha ribadito la necessità di riavviare un processo politico che conduca a una pace duratura basata sulla soluzione dei due Stati".

"Ruolo ponte per l'Italia"

"L’Italia, grazie alle sue posizioni equilibrate - ha sottolineato il ministro degli Esteri Tajani - vuole svolgere un ruolo di ponte e lavorerà con sempre maggiore intensità affinché si chiuda questa fase dello scontro militare a Gaza. In questo si inserisce la visita a Roma del primo ministro palestinese, che è la prima in Europa dal suo insediamento. Ho informato Mustafa - ha aggiunto Tajani - che il Governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi. Di questi, 5 milioni saranno destinati a Unrwa: a seguito del lavoro svolto dalla Commissione indipendente presieduta dall’ex ministra francese Colonna e delle misure a tutela del principio di neutralità, l’Italia ha deciso di riprendere a finanziare specifici progetti destinati all’assistenza ai rifugiati palestinesi, ma solo dopo controlli rigorosi che garantiscano che neanche un centesimo possa rischiare di finire al sostegno al terrorismo", mentre 30 milioni di euro saranno dedicati all’iniziativa 'Food for Gaza'.

30 milioni a 'Food for Gaza'

Nel corso del colloquio, Tajani ha infatti annunciato che, dopo i primi due pacchetti di aiuti da 20 milioni già stanziati, il Governo ha deciso di predisporre un nuovo, terzo pacchetto che, dai 20 milioni già decisi nelle scorse settimane, si è disposto di incrementare a 30 milioni di euro. L’iniziativa 'Food for Gaza', che il vicepremier aveva presentato al ministro degli Esteri israeliano Katz durante la sua visita a Roma del 7 aprile, è stata attivata in coordinamento con Fao, Pam e Ficross per portare un aiuto concreto, in termini di sicurezza alimentare, alla popolazione palestinese.

Si tratta di un ulteriore sostegno che si aggiunge al lavoro fatto dall’Italia sul fronte umanitario durante gli scorsi mesi per esfiltrare dalla Striscia di Gaza 156 cittadini palestinesi, tra cui 58 minori feriti che hanno beneficiato in Italia delle cure dei nostri ospedali e relativi accompagnatori. Rimane attiva in parallelo la collaborazione con gli Eau dal punto di vista medico con l'invio di personale italiano negli Emirati Arabi Uniti, dove i nostri medici hanno contribuito a visitare e operare alcuni pazienti pediatrici con gravi traumi, trasportati da Gaza.

"Soluzione due popoli due Stati attraverso processo politico"

“Noi crediamo che sia necessario lavorare alla soluzione 'due popoli, due Stati' nella cornice di un più ampio processo politico che porti alla pace, frutto di un’azione regionale coordinata, con un forte appoggio della comunità internazionale. È essenziale affrontare sia l’emergenza umanitaria del popolo palestinese e le sue legittime aspirazioni ad avere un proprio Stato, sia le altrettanto legittime esigenze di sicurezza di Israele. La creazione di uno Stato palestinese deve essere parte integrante di tale percorso”, ha dichiarato il Vice Presidente.

Tajani ha ribadito che l’Italia continuerà ad assicurare, come nel passato, il pieno sostegno all’Autorità Palestinese e al suo rafforzamento, come dimostrano le iniziative per lo sviluppo di capacità autonome nel settore della governance e della sicurezza.

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Esteri

Israele, Corte Aja ordina stop offensiva su Rafah ma raid...

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Tajani riceve alla Farnesina il premier Anp: "Ruolo ponte Italia». Mustafa: "Fieri che visita in Europa inizi da Roma"

Rafah - (Afp)

La Corte suprema delle Nazioni Unite ha ordinato a Israele di fermare “immediatamente” l'assalto militare alla città meridionale di Gaza, Rafah, affermando che la situazione umanitaria nel territorio palestinese è “disastrosa”. La sentenza, letta ad alta voce dal giudice Nawaf Salam presso la Corte internazionale di giustizia (CIG) dell'Aia, è stata emessa in risposta a una richiesta urgente presentata dal Sudafrica. Una sentenza respinta dallo Stato ebraico che ha proseguito anche ieri con i suoi raid, in particolare sul campo profughi di Shaboura, nel centro di Rafah secondo quanto riferito dalla Bbc. La rete britannica ha citato un attivista che si trova nel vicino ospedale kuwaitiano e ha parlato di boati terrificanti e dense colonne di fumo sul campo di Shaboura. Anche il Times of Israel ha rilanciato la notizia da fonti palestinesi che riferivano di un massiccio raid aereo israeliano nella zona di Shaboura.

La sentenza

''La Corte non è convinta che gli sforzi di evacuazione e le relative misure che Israele afferma di aver intrapreso per rafforzare la sicurezza dei civili nella Striscia di Gaza, e in particolare di quelli recentemente sfollati dal governatorato di Rafah, siano sufficienti ad alleviare l’immenso rischio che cui è esposta la popolazione palestinese a causa dell’offensiva militare a Rafah'', ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia dell'Aia Nawaf Salam. ''Israele - ha aggiunto - deve adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio''.

La Corte ha ordinato alle autorità israeliane di presentarsi entro un mese in tribunale per riferire sui progressi compiuti rispetto alle misure indicate oggi. Finora, ha sottolineato il giudice, le misure provvisorie adottate da Israele dopo il precedente verdetto della Cig su Gaza non hanno affrontato pienamente le conseguenze della situazione.Il Sudafrica ha giustificato la sua richiesta alla CIG sostenendo che le precedenti misure della Corte in relazione alla guerra di Gaza erano inadeguate.

La reazione di Israele

Israele ha respinto la sentenza: “Le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia sono false, oltraggiose e moralmente ripugnanti”, hanno dichiarato in una nota congiunta il capo del Consiglio di sicurezza nazionale e il portavoce del ministero degli Affari esteri. Israele è "obbligato a continuare a combattere per far tornare i suoi ostaggi e garantire la sicurezza dei suoi cittadini, in qualsiasi momento e luogo, anche a Rafah", ha dichiarato il ministro del gabinetto di guerra israeliano e leader del partito Unità nazionale, Benny Gantz, in una nota diffusa a seguito di un colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l'ordinanza della Corte internazionale di giustizia (Cig) su Rafah. "Continueremo ad agire secondo il diritto internazionale a Rafah e ovunque operiamo, e faremo ogni sforzo per evitare di recare danno alla popolazione civile. Non per il Tribunale dell'Aja, ma soprattutto per quello che siamo", ha aggiunto. ''Fermare la guerra contro Hamas'', come chiesto dalla Corte internazionale di giustizia, equivarrebbe a ''un suicidio collettivo'', ha dichiarato il portavoce del governo di Israele David Mencer parlando alla Bbc. "Non c'è potere al mondo che ci possa spingere a commettere un suicidio pubblico, perché è di questo che si tratta se fermiamo la nostra guerra contro Hamas", ha detto Mencer.

L'Autorità Palestinese dal canto suo ha chiesto di aumentare la pressione internazionale su Israele dopo la decisione della Corte Internazionale di Giustizia. La comunità internazionale dovrebbe costringere Israele ad attuare la decisione, ha dichiarato in una dichiarazione pubblicata a Ramallah venerdì. L'Autorità ritiene che la decisione della Corte confermi l'opinione che Israele stia commettendo crimini di guerra.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato che le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono “vincolanti” e “confida che le parti si conformino debitamente all'ordine della Corte”, ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. “In conformità con lo Statuto della Corte, il Segretario generale trasmetterà prontamente al Consiglio di sicurezza la notifica delle misure provvisorie ordinate dalla Corte”, ha dichiarato.

Sebbene le sentenze del massimo tribunale delle Nazioni Unite siano vincolanti, non ha modo di imporne il rispetto. Può però chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di agire.

Tajani riceve premier Anp Mustafa

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato il primo ministro e ministro degli Esteri e degli Emigrati dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Mustafa. “L’Italia, grazie alle sue posizioni equilibrate, vuole svolgere un ruolo di ponte e lavorerà con sempre maggiore intensità affinché si chiuda questa fase dello scontro militare a Gaza. In questo si inserisce la visita a Roma del Primo Ministro palestinese, che è la prima in Europa dal suo insediamento”, ha commentato Tajani. “Ho informato Mustafa - ha aggiunto - che il Governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi".

“Siamo molto fieri che la nostra visita in Europa sia iniziata dall’Italia. Ringrazio il Governo italiano e il Ministro Tajani per l’invito. Apprezziamo, il ministro Tajani, il suo impegno per la pace e per il processo politico”, ha detto Mustafa a Tajani nel loro incontro alla Farnesina.

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Esteri

Taiwan, Cina annuncia fine manovre militari. Taipei:...

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Durate due giorni, sono state avviate subito dopo l'insediamento di William Lai (Lai Ching-te), il nuovo presidente dell'isola

Membri dell'esercito di Taiwan conducono esercitazioni di routine dopo che la Cina ha accerchiato l'isola con navi e aerei militari per le manovre - (Afp)

Si sono conclusi i due giorni di manovre militari cinesi intorno a Taiwan, avviate subito dopo l'insediamento di William Lai (Lai Ching-te), il nuovo presidente dell'isola di fatto indipendente ma che Pechino considera una "provincia ribelle" da "riunificare".

I media ufficiali del gigante asiatico hanno riferito che i militari cinesi "hanno completato con successo" le esercitazioni. Per la presidenza di Taiwan, riferisce stamani la Cna, si tratta di "provocazioni militari unilaterali" e anche di "palesi provocazioni rispetto all'ordine internazionale" che suscitano "seria preoccupazione".

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