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Ucraina, ambasciatore Zazo: “G7 da Kiev per invertire...

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Ucraina, ambasciatore Zazo: “G7 da Kiev per invertire narrativa su disinteresse”

"Gesto di solidarietà e vicinanza di cui ha grande bisogno in questo momento difficile. Negoziati? Proposta Kiev c'è, ma la convinzione degli ucraini è che l'interesse di Putin sia per una guerra di logoramento"

L'ambasciatore Pier Francesco Zazo

La riunione in videoconferenza dei leader del G7 presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, "è un segnale importantissimo per l'Ucraina, un gesto di solidarietà e vicinanza di cui ha grande bisogno in questo difficile momento". Lo dice all'Adnkronos l'ambasciatore italiano a Kiev, Pier Francesco Zazo, sottolineando il valore della riunione di sabato, la prima sotto presidenza italiana del G7, nel giorno del secondo anniversario dell'invasione russa: "Serve a invertire la narrativa per cui ci stiamo disinteressando dell'Ucraina".

L'ambasciatore parla poi delle aspettative di Kiev in questo anno di presidenza: "Gli ucraini confidano che ci possa essere un inasprimento ulteriore delle sanzioni contro Mosca e che si possa arrivare ad un'intesa sul tema della confisca dei fondi sovrani russi congelati".

E poi, continua Zazo, all'Italia chiedono anche di "continuare a svolgere un'azione propulsiva in ambito europeo al fine di avviare quanto prima i negoziati di adesione alla Ue".

"Il nostro - ricorda - è stato il primo grande Paese dell'Unione ad aver spinto in maniera decisa perché il Consiglio europeo concedesse all'Ucraina lo status di Paese candidato, per questo confidano che l'Italia possa dare ancora una grande mano nel facilitare l'integrazione progressiva nell'Ue".

Un impegno che si collega al "ruolo di primo piano che vogliamo svolgere per la ricostruzione, in quanto terza economia europea e con una struttura economica complementare - rivendica l'ambasciatore - Nel 2025 l'Italia ospiterà una grande conferenza per la ricostruzione, mentre abbiamo già avviato un patronato con Odessa per la ricostruzione della cattedrale distrutta dai bombardamenti russi e di altri siti danneggiati e l'Agenzia della cooperazione italiana ha aperto una sede a Kiev, avviando programmi per la resilienza energetica, la cooperazione culturale, progetti umanitari e per interventi di sminamento".

NEGOZIATI - Kiev la sua proposta l'ha fatta, ed è la formula di pace presentata da Zelensky, ma ad avviso degli ucraini è Vladimir Putin, che pure periodicamente si dice disposto al negoziato, che "non sembra avere alcun interesse a mettere fine alla guerra". Così Zazo riassume il sentimento prevalente fra la popolazione, che continua a non fidarsi del presidente russo, nella convinzione che non abbia altro interesse se non quello di proseguire "la guerra di logoramento, anche in attesa delle elezioni presidenziali americane".

"Quello che percepiamo - dice - è un clima di crescente spossatezza e pessimismo, perché gli ucraini non intravedono spiragli per una via d'uscita da un conflitto che è sempre più sfinente. E non possono più contare sullo stesso volume di aiuti militari e soprattutto finanziari degli alleati, volume su cui pesa l'incertezza del voto americano". Su questo clima incide poi "la delusione palpabile per il mancato successo della controffensiva, su cui riponevano molte speranze, la drammatica carenza di munizioni, che li sta costringendo sulla difensiva - sottolinea Zazo - cui si è aggiunta la perdita di Avdiivka, senza contare la preoccupazione per una nuova massiccia mobilitazione, che sarà necessaria per poter rafforzare ed assicurare un ricambio alle esauste forze armate al fronte".

Ma il fatto che gli ucraini siano stanchi "non significa che siano demotivati - assicura l'ambasciatore - anche perché non vedono alcuna alternativa alla continuazione della guerra contro la Russia di Putin, che continua a negare la stessa legittimità dell'identità nazionale ucraina".

Tra l'altro non sta a Kiev dire di essere disposta al negoziato, perché il presidente ucraino la sua proposta l'ha messa sul tavolo, la formula di pace in 10 punti che sono tutti in linea con i principi della Carta delle Nazioni Unite, ma "Mosca è davvero propensa al dialogo, al di là delle parole?", chiede il diplomatico, dando voce ai dubbi degli ucraini. Che continuano a non fidarsi di Putin: "La loro convinzione è che il leader del Cremlino non abbia alcun interesse a fermare la guerra, lui confida nel logoramento, nella riduzione graduale degli aiuti militari ed economici da parte degli alleati e aspetta l'esito delle elezioni americane".

"E del resto l'economia russa ha dimostrato di essere capace di convertirsi in un'economia di guerra. Perché dovrebbe fermarsi? Se poi il conflitto continua a bassa intensità, ritarda ulteriormente la prospettiva di un'integrazione dell'Ucraina nella Nato", sottolinea l'ambasciatore.

Che poi, alla vigilia dell'anniversario, parla di "due anni molto difficili e intensi, nei quali ci siamo abituati a una situazione che tanto normale non è: oggi Kiev è ben protetta, ma gli attacchi missilistici e con droni continuano, mai e poi avrei immaginato che due anni dopo saremmo stati ancora in guerra".

ACCORDO SICUREZZA - L'accordo bilaterale di sicurezza tra Roma e Kiev, che dovrebbe essere firmato a breve, "è un seguito degli impegni presi dai Paesi del G7 al vertice della Nato a Vilnius dello scorso luglio e rappresenta un passo avanti per confermare la nostra vicinanza all'Ucraina", spiega Zazo, secondo cui questo tipo di intesa, simile quella già firmata da Francia, Germania e Regno Unito, "non è giuridicamente vincolante ma rappresenta per gli ucraini un’altra importante tappa nel progressivo avvicinamento alla Nato".

Perché, osserva l'ambasciatore, l'ingresso nell'Alleanza "per Kiev resta l'obiettivo finale: la loro convinzione è che solo l'articolo 5 della Nato sull'automatismo della difesa collettiva li garantirebbe da future nuove aggressioni russe, evitando che si ripetano esperienze infelici" come le violazioni del memorandum di Budapest firmato con Mosca nel 1994, con cui cedette l'arsenale nucleare in cambio di garanzie sull'indipendenza e l'integrità territoriale ucraina, e degli accordi di Minsk.

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Ostaggi Israele, vertice domenica a Roma e nuove condizioni...

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Il summit per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parteciperanno Cia e Mossad

Soldati israeliani - (Afp)

Vertice a Roma, domenica 28 luglio, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla, che citano fonti israeliane e americane. A partecipare saranno il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal.

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste.

Le nuove richieste di Netanyahu

L'incontro di venerdì è stato anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu: l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo.

Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà ad individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare a una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro a una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios.

Il team negoziale israeliano dal canto suo è preoccupato che le condizioni aggiuntive recentemente aggiunte dal primo ministro israeliano all'attuale bozza di accordo siano "destinate a causare una crisi", affermano l'emittente Kan e il sito di notizie Ynet citando fonti ben informate. "Lui pensa che se indurisce le posizioni di Hamas le spezzerà, ma sta facendo una scommessa pericolosa sulle vite degli ostaggi. Non c'è più tempo", hanno detto le fonti.

Netanyahu, hanno proseguito le fonti, aveva ''creato aspettative prima del suo viaggio negli Stati Uniti in modo che potessimo migliorare la nostra posizione in seguito''. Il discorso del premier israeliano al Congresso ha deluso i parenti degli ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza dal 7 ottobre, che speravano si impegnasse a raggiungere un accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi.

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Israele, Netanyahu ospite a casa Trump. Il tycoon attacca...

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L'ex presidente Usa: “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele. In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”

Benjamin Netanyahu e Donald Trmp - (Fotogramma)

"Irrispettosa". Così Donald Trump ha definito la dichiarazione di Kamala Harris sulla guerra di Gaza prima di un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Florida per discutere del conflitto. Per la vicepresidente degli Stati Uniti e presunta candidata democratica alla presidenza è "tempo che la guerra finisca": "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", le parole di Harris nella conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.

Cosa ha detto Trump

Il tycoon ha criticato Harris prima dell'incontro nella sua casa di Mar-a-Lago, definendo le sue osservazioni “irrispettose” e prendendola di mira su una questione che ha diviso il partito democratico si legge sul Guardian. “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele”, ha detto Trump. “In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”, ha aggiunto.

Le fotografie hanno mostrato Trump che salutava calorosamente Netanyahu, che sta concludendo una visita di una settimana negli Stati Uniti. Prima dell'incontro, il premier israeliano ha dichiarato di ritenere che la pressione militare su Hamas abbia creato un “movimento” nei colloqui per il cessate il fuoco e che invierà una squadra a un prossimo round di negoziati a Roma. “Il tempo ci dirà se siamo più vicini a un accordo per il cessate il fuoco”, ha dichiarato.

L'incontro è il primo da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2020. I due uomini hanno avuto rapporti tesi in passato dopo che Netanyahu si è congratulato con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni del 2020, un voto che Trump ha sostenuto, senza prove, essere stato manipolato. “Bibi avrebbe potuto rimanere in silenzio. Ha commesso un terribile errore”, aveva detto Trump all'epoca. “Che si fotta”. I due sembrano essersi riconciliati ora. “Abbiamo sempre avuto un buon rapporto”, ha detto l'ex presidente Usa ai giornalisti prima dell'incontro.

I due erano alleati politici in passato. Trump ha dato ampiamente carta bianca a Netanyahu durante il suo primo mandato. Questa settimana ha detto a Fox News che Israele dovrebbe finire la guerra e riportare indietro gli ostaggi “velocemente”. “Stanno venendo decimati da questa pubblicità, e sapete che Israele non è molto bravo nelle relazioni pubbliche”, ha detto Trump all'emittente.

Cosa ha detto Harris

Harris dal canto suo ha cercato di portare avanti la politica di sostegno a Israele dell'amministrazione Biden e al contempo di placare la crescente rabbia dei democratici per il bilancio umanitario del conflitto che ha ucciso 39.000 palestinesi. Quasi la metà dei Democratici al Congresso ha saltato il discorso di Netanyahu alla Camera dei Rappresentanti e decine di persone hanno dichiarato apertamente di volerlo boicottare a causa della guerra.

Harris ha incontrato Netanyahu giovedì alla Casa Bianca, poco dopo che il primo ministro aveva visto Joe Biden. Gli incontri separati hanno evidenziato come la presunta candidata democratica sia diventata sempre più indipendente da quando ha lanciato la sua campagna presidenziale. Allo stesso tempo, gli assistenti hanno cercato di minimizzare il potenziale di cambiamento tra Biden e Harris su Israele. “Il messaggio di Biden e di Harris al premier Netanyahu è stato lo stesso: è ora di concludere l'accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco”, ha scritto Phil Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale di Harris.

Harris ha definito l'incontro “franco e costruttivo” e ha affermato che “Israele ha il diritto di difendersi e il modo in cui lo fa è importante”. Ha dichiarato che non interromperà gli aiuti militari a Israele perché “farà sempre in modo che Israele sia in grado di difendersi”. “Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante: le immagini di bambini morti e di persone disperate e affamate che fuggono per salvarsi, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta. Non possiamo distogliere lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza. E io non resterò in silenzio”, ha detto.

Harris non ha detto come Netanyahu abbia risposto all'offerta dell'amministrazione Biden di un cessate il fuoco in tre parti che inizierebbe con il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane dai centri abitati e con il rilascio di alcuni ostaggi. Non ha risposto alle domande dei giornalisti dopo le osservazioni.

“C'è stato un movimento di speranza nei colloqui per assicurare un accordo su questo accordo”, ha detto Harris. “E come ho appena detto al Primo Ministro Netanyahu, è ora di concludere questo accordo. Quindi, a tutti coloro che hanno chiesto un cessate il fuoco e a tutti coloro che desiderano la pace, vi vedo e vi sento”. Ha detto di aver espresso la sua “seria preoccupazione per l'entità delle sofferenze umane a Gaza, compresa la morte di troppi civili innocenti, e ho espresso chiaramente la mia seria preoccupazione per la terribile situazione umanitaria”.

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Trump riceve Netanyahu a Mar a Lago: “Se non vinco si...

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L'ex presidente: "Non ci siamo mai stati così vicini dalla Seconda Guerra Mondiale"

Trump e Netanyahu - La foto condivisa su X dal premier israeliano

Se non vinco le elezioni a novembre, si rischia una "Terza Guerra Mondiale" in Medio Oriente. Lo ha detto Donald Trump accogliendo oggi, 26 luglio, a Mar a Lago il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie Sarah.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha salutato calorosamente il leader israeliano e la moglie sulla soglia della sua residenza, con baci e strette di mano prima di posare dicendo ''facciamoci una bella foto'' insieme ai due ospiti. "Che onore. Entrate, entrate", ha detto Trump a Netanyahu e alla moglie. "Ci sei mancato", ha commentato Sara Netanyahu, mentre Trump ha parlato della "cena più bella che abbia mai fatto", forse riferendosi a un precedente incontro mentre lui era alla Casa Bianca.

Trump e Netanyahu hanno poi guardato la foto di uno dei bambini Bibas, rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre da Hamas, su richiesta del loro nonno Eliyahu Bibas. "Ci occuperemo di questo", ha commentato Trump.

"Se vinciamo, sarà semplice, tutto funzionerà e sarà molto veloce - ha quindi affermato l'ex presidente ai giornalisti all'inizio dell'intervento - se non vinciamo, finiremo per avere grandi guerre in Medio Oriente forse una Terza Guerra Mondiale".

"Siamo più vicini ad una Terza Guerra Mondiale oggi di ogni altro momento dopo la Seconda Guerra Mondiale, non lo siamo mai stati così vicini, perché abbiamo persone incompetenti che guidano il nostro Paese", ha detto ancora Trump. Quindi ha aggiunto: "Non so come un ebreo possa votare" per Kamala Harris. "Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele".

Riguardo poi alla sua relazione con Netanyahu, che sarebbe stata abbastanza fredda negli ultimi anni, il tycoon ha detto "nessun presidente ha fatto quello che ho fatto io per Israele". Lo ha affermato l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrando il primo ministro israeliano Benjamin 'Bibi' Netanyahu e sua moglie Sarah nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. "Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e se non l'ho avuto, ho un'arma segreta. Sai qual è? Sarah", ha aggiunto Trump appoggiando le mani sulle spalle della moglie di Netanyahu. "Ho Sarah. Finché avrò Sarah, questo è tutto ciò che conta", ha continuato Trump. E infine ha affermato che "non è una situazione accettabile" quella degli ostaggi ancora in mano ad Hamas: "Devono essere riconsegnati immediatamente".

Netanyahu: "Spero troveremo accordo, manderò delegazione a Roma"

"Spero che troveremo un accordo" sulla Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, "il tempo ce lo dirà", ha dichiarato il primo ministro israeliano durante l'incontro con Trump al quale ha confermato che invierà un team a Roma all'inizio per colloqui sull'accordo sugli ostaggi.

"Siamo certamente ansiosi di avere un accordo e ci stiamo lavorando. C'è stato qualche movimento dopo la nostra pressione militare. Spero che ci saranno sufficienti movimenti per concludere un accordo", ha detto Netanyahu.

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