Cronaca
Torino, baby calciatore muore a 12 anni dopo essere stato...
Torino, baby calciatore muore a 12 anni dopo essere stato dimesso dall’ospedale
La Asl: "Avviate le verifiche ma i protocolli sono stati rispettati". Sarà l'autopsia a stabilire le cause del decesso
Un baby calciatore di 12 anni è morto all'ospedale Regina Margherita di Torino dove era arrivato in gravissime condizioni dopo essere stato visitato e dimesso, qualche ora prima, dall’ospedale di Chivasso.
Nelle ore successive le sue condizioni si sono aggravate tanto che il ragazzo è stato trasportato all'ospedale infantile torinese nella serata di ieri dove è andato in arresto cardiaco. A nulla sono valsi i tentativi, durati oltre un'ora, di rianimarlo. Ora a chiarire le cause del decesso toccherà all’autopsia che è stata chiesta dagli stessi sanitari del Regina Margherita.
Intanto, in una nota l'azienda Asl To4, esprime "grande vicinanza alla famiglia e informa che ha immediatamente attivato le dovute verifiche interne. Anche se tali verifiche prevedono qualche giorno di valutazione, da una prima analisi risulta che siano stati effettuati gli accertamenti necessari e siano stati correttamente seguiti i protocolli previsti".
A lutto la società di calcio Gassino-San Raffaele "nella figura di tutto il consiglio direttivo - si legge sulla pagina Facebook - si stringe con forza intorno ai genitori di A.V. nostro giovanissimo atleta classe 2011 che è prematuramente e improvvisamente scomparso questa notte. La tragedia ci ha colpiti profondamente lasciando in tutti noi un profondo dolore e sgomento. Da da tutto il Gassino-San Raffaele alla nostra Valeria e al papà Roberto le più sentite condoglianze e la vicinanza in questo momento immensamente doloroso per la grave perdita”, conclude il club sportivo.
Cronaca
Covid Italia, contagi in aumento: ecco perché, sintomi...
Palamara (Iss): "Crescita casi non è sorpresa, virus circola e varia. Infezioni probabilmente sottostimate, per molti sintomi simil influenzali"
Da qualche settimana assistiamo a un aumento dei contagi diagnosticati di infezione da covid. Sono 13.672 i casi registrati in Italia nella settimana tra il 18 e il 24 luglio, quasi il 53% in più rispetto ai 7 giorni precedenti quando i casi erano 8.942. "Un rialzo simile è stato osservato anche nel resto d’Europa e in altri Paesi del mondo e rispecchia, anche se con tempistiche leggermente diverse, quanto avvenuto nello stesso periodo dello scorso anno. Quello a cui stiamo assistendo, però, non è un evento inaspettato. Il virus continua a circolare nella popolazione generando sempre nuove varianti che possono differire in termini di capacità di trasmissione anche in relazione alle risposte immunitarie della popolazione". A fare il punto sui dati Covid nel nostro Paese è, per l'Adnkronos Salute, Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità.
Questo quadro conferma che, continua Palamara, "Sars-Cov-2 non ha un chiaro andamento stagionale, come altri virus respiratori che infettano con più facilità in inverno, l'influenza per esempio. Diversi fattori sembrano contribuire a questo fenomeno, incluse le caratteristiche del virus stesso in rapporto all’ambiente, ma anche la natura della risposta immunitaria che sviluppiamo. Alcuni dati infatti mostrano che, mentre la protezione contro la malattia grave, legata all'infezione e/o alla vaccinazione si mantiene nel tempo, l’immunità verso l’infezione sia più 'labile'. Questo significa che, a breve distanza dall’infezione, si può essere nuovamente suscettibili, come succede per il raffreddore'.
L'esperta: "Con grande probabilità, il numero dei casi segnalati è sottostimato"
Oggi, inoltre, "con grande probabilità, il numero dei casi segnalati è sottostimato, anche a causa della sottodiagnosi dovuta al fatto che, fortunatamente, in gran parte delle persone l’infezione decorre con sintomi simil-influenzali che possono essere confusi con altre infezioni respiratorie. Nelle stesse settimane, registriamo anche un aumento contenuto ma costante dei ricoveri che si osservano soprattutto nelle persone più anziane (oltre gli 80 anni). In generale, comunque, ad oggi l’impatto di questo incremento dei casi sugli ospedali rimane limitato".
Sintomi nuove varianti, "no evidenza più gravi"
"Al momento non ci sono ragioni per pensare che le varianti attualmente circolanti di Sars-Cov-2 causino dei sintomi diversi o più gravi rispetto alle precedenti. Oggi, fortunatamente, esiste una immunità diffusa nella popolazione che, per questo, risulta protetta dalle complicanze più gravi. Ovviamente lo stato di salute della persona gioca un ruolo molto importante nel determinare un quadro clinico severo. Per questo le persone anziane e quelle più vulnerabili per condizioni particolari o altre malattie devono essere più attente e proteggersi", ha detto ancora Palamara che fa il punto sui dati Covid in Italia ricordando che "la variante JN.1, derivante da Omicron, è largamente prevalente con tutti i suoi sottolignaggi, come KP.2.3, KP.3, KP.3.1.1"
Attualmente "non si teme più il virus come nel corso della pandemia, ma bisogna con realismo tutelare le persone più vulnerabili da questa come da altre infezioni respiratorie le cui conseguenze possono essere prevenute. Vale la pena, ricordare che le più semplici azioni come il frequente lavaggio delle mani e l’aerazione degli ambienti sono le prime e più semplici misure di prevenzione", aggiunge Palamara.
Sempre in tema di prevenzione "sono in corso di valutazione, per la campagna vaccinale autunnale, diverse tipologie di vaccini aggiornati contro le varianti circolanti di Sars-Cov-2. L’Ema ha approvato o ha in via di approvazione diversi vaccini che riconoscono la variante JN.1. Ormai non ha più senso parlare di terza, quarta o quinta dose. Prima della stagione invernale nella quale come quest’anno circoleranno molti virus respiratori, è bene che le persone anziane e vulnerabili si proteggano dal Covid e dall’influenza stagionale", conclude.
Cronaca
Ministero Salute, ‘su uso profilattico informazione...
Campitiello, 'inchiesta Adnkronos ci dà una mano a scattare fotografia del fenomeno, utilizzeremo input per prossime campagne'
Il tema della prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, della contraccezione e dell'uso corretto del profilattico "è un argomento a cui il ministero della Salute è particolarmente sensibile", anche perché i rischi della disinformazione "riguardano i ragazzi tra i 14 e i 25 anni in maniera determinante. Per questo lavoriamo anche a campagne di comunicazione e di informazione corretta per l'utilizzo del profilattico". A dirlo, all'Adnkronos Salute, Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute che è anche ginecologa quindi "particolarmente attenta su queste tematiche", sottolinea in merito alla video-inchiesta realizzata dall'Adnkronos che conferma come il profilattico vada poco "di moda" tra i più giovani con il conseguente allarme sulla diffusione delle malattie sessualmente trasmesse.
"Ho visto l'inchiesta - ha aggiunto - e credo sia utilissima anche per noi, perché ci dà una mano e ci offre la fotografia del fenomeno. E quindi verrà utilizzata anche dal ministero della Salute nella preparazione delle campagne di comunicazione che realizzeremo insieme alla direzione della Comunicazione del dicastero". Ma oltre alle campagne "ricordiamo che un grande partner del ministero della Salute sono i medici di medicina generale, così come i pediatri di libera scelta che con la loro attività capillare sul territorio garantiscono il corretto veicolo dell'informazione".
Ma per arrivare ai ragazzi "è fondamentale utilizzare anche il loro linguaggio e i canali a loro vicini, come social media, TikTok, Istagram", aggiunge Campitiello evidenziando che "il ministero della Salute è impegnato anche sul fronte della corretta informazione sulla vaccinazione contro l'Hpv. Proteggersi da questa infezione vaccinandosi, sia per i ragazzi che per le ragazze, è importante in quanto l'Hpv determina a importanti forme tumorali", sottolinea Campitiello. "Personalmente - conclude - il mio dipartimento dedicherà, alla campagna di comunicazione, alla prevenzione e soprattutto al raggiungimento delle fasce d'età più giovani, il massimo impegno perché i ragazzi devono essere informati e purtroppo oggi sono lontani dalla corretta informazione medico-sanitaria."
Cronaca
Ancona, 42enne trovato morto in casa si sarebbe suicidato
A dare l'allarme è stato un amico dell'uomo. Il corpo ritrovato riverso a terra con intorno molto sangue
Un uomo di 42 anni è stato trovato morto in casa, riverso dietro la porta del suo appartamento, in via Bezzecca ad Ancona. Intorno al corpo numerose tracce di sangue. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile che hanno avviato le indagini e la Polizia Scientifica.
L'uomo, secondo le prime risultanze delle indagini, si sarebbe suicidato. A dare l'allarme un suo amico che non riuscendo a contattarlo al telefono è andato a casa del quarantaduenne non ricevendo neanche lì alcuna risposta. L'intervento della polizia ha permesso di scoprire il cadavere. Secondo quanto ricostruito l'uomo si sarebbe impiccato e le tracce di sangue trovate sarebbero dovute alla caduta del corpo a terra.