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Usa, al via la Conferenza dei conservatori: Trump al centro della scena
Presente anche una delegazione di Fratelli d'Italia

Al via da oggi 21 febbraio a sabato l'annuale Conferenza dei conservatori americani, ormai diventata una delle maggiori platee di sostegno di Donald Trump. Ancora una volta sarà lui al centro della scena anche se fra gli oratori c'è una delle star in ascesa dell'estrema destra, il nuovo presidente dell'Argentina, l'anarco capitalista Javier Milei. Fra le diverse delegazioni straniere attese al Gaylord National Resort in Maryland, vi sarà anche quella di Fratelli d'Italia.
L'evento si svolge mentre la Camera è in pausa, in attesa di riprendere i lavori il 28 febbraio, a soli tre giorni dalla prima scadenza per approvare il bilancio federale. Ma anche - a causa delle indicazioni di Trump - senza che i deputati abbiano ancora approvato il pacchetto di 60 miliardi di dollari di aiuti militari all'Ucraina. Mentre la morte in carcere del dissidente russo Alexei Navalny è al centro dell'attenzione internazionale.
Trump parlerà sabato, nello stesso giorno in cui si tengono le attese primarie repubblicane in South Carolina, dove la sua avversaria Nikki Haley, che è stata governatrice di questo stato, spera in una rimonta, malgrado i sondaggi avversi. Ma non c'è dubbio su dove batta il cuore della Conservative Political Action Conference. "La Cpac non è neutrale su Donald Trump", dichiara il presidente del Conferenza, Matt Schlapp. E del resto, ha rivelato il New York Times, i partecipanti saranno invitati l'ultimo giorno a partecipare a un sondaggio su chi potrebbe essere il miglior 'running mate', da candidare come vice presidente accanto a Trump. Per il quotidiano si tratta di "un ulteriore segnale di quanto l'ex presidente domini ormai il partito" repubblicano.
I nomi in gioco sono 17 fra cui alcuni possibili candidati come il senatore del South Carolina Tim Scott, o i deputati Elise Stefanik di New York e J.D. Vance dell'Ohio. Ma nella lista non mancano la deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene, seguace delle teorie complottiste di QAnon o il giornalista Tucker Carlson autore della recente e assai controversa intervista al presidente russo Vladimir Putin. Senza dimenticare Robert F. Kennedy Jr., candidato indipendente alle presidenziali, eccentrico discendente della famiglia Kennedy noto per le posizioni complottiste e no vax.
Riunito per la prima volta nel 1975, quando la stella nascente dei conservatori era Ronald Reagan, il Cpac è diventato negli anni l'evento che chiarisce quali sono i temi centrali e le priorità elettorali dei conservatori. Se un tempo era dominato dall'establishment repubblicano del Grand Olp Party (Gop), negli ultimi anni si è trasformato in un raduno di sostenitori del movimento Make America Great Again (Maga) di Trump.
Il tycoon vi partecipa come oratore sin dal 2011, quando ancora non era sceso in politica. E quest'anno il Cpac lo sostiene pienamente, mentre l'ex presidente sembra senza rivali nella sua corsa per la nomination repubblicana in vista delle presidenziali di novembre. Fra gli oratori vi sono anche il suo ex stratega della Casa Bianca, il guru dell'estrema destra Steve Bannon, e la nuora, Lara Trump, che l'ex presidente vorrebbe come co-leader del Comitato Nazionale Repubblicano.
La riunione degli anti-Trump
Il Cpac è a tal punto un evento trumpiano da aver spinto la sparuta schiera dei repubblicani anti Trump ad organizzare un proprio evento separato. Il gruppo Principles First si riunirà al Conrad Hotel di Washington il 23-25 febbraio per "portare avanti una politica di centrodestra basata sui principi" e "ricostruire una leadership di principi che serva il nostro Paese, non partigiana o personalista". Fra gli oratori troviamo il segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, che resistette alle pressioni di Trump per cercare di alterare il risultato elettorale delle presidenziali nel suo Stato.

Esteri
Ilaria Salis, portavoce di Orban: “Dovresti essere in...

In risposta all'annuncio dell'eurodeputata alla trasmissione 'Che Tempo Che Fa'

"Dovresti essere qui, non in tv". Lo scrive su X Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban, pubblicando un fotomontaggio in cui si vede Ilaria Salis ammanettata e in cella.
La presa di posizione in risposta al tweet in cui l'eurodeputata annunciava la sua partecipazione alla trasmissione 'Che Tempo Che Fa'.
Esteri
Turchia, il figlio dello chef Minguzzi dichiarato...

Il 14enne era stato accoltellato in un mercato di Istanbul lo scorso 24 gennaio

E' stato dichiarato ufficialmente morto Mattia Ahmet Minguzzi, il figlio 14enne dello chef italiano Andrea Minguzzi e della violoncellista Yasemin Akincilar, che era stato accoltellato nel mercato di Kadikoy a Istanbul lo scorso 24 gennaio. Mattia Ahmet, che viveva con la sua famiglia nel distretto di Beyoglu, si era recato al mercato di Kadikoy con due amici per acquistare attrezzatura per lo skateboard. Secondo la ricostruzione dei media locali, ci sarebbe stato un alterco per futili motivi con altri due giovani di 15 e 16 anni, culminato nell'accoltellamento. I fatti sono stati ripresi dalle telecamere di sicurezza del mercato. I due aggressori, che hanno precedenti penali, sono stati arrestati.
Alla famiglia il cordoglio del Comites Istanbul: "In un momento cosi drammatico per la nostra comunità, che ha visto spegnersi il giovane Mattia Ahmet Minguzzi vittima di un atto di efferata e insensata violenza che aborriamo, vogliamo ricordarlo con affetto, porgendo alla famiglia le nostre più sentite condoglianze".
"L'Amministrazione Comunale di Riccione - scrive su Facebook la sindaca Daniela Angelini - esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Mattia Ahmet Minguzzi per la tragica e ingiusta scomparsa del giovane, vittima di un atto di violenza insensata. Questa tragedia colpisce direttamente la nostra comunità e lascia un segno profondo. In particolare coinvolge una dipendente del Comune di Riccione, zia di Mattia, alla quale va tutta la solidarietà e l'affetto in questo momento di dolore indescrivibile. L'amministrazione si stringe attorno a lei e alla sua famiglia, rinnovando il proprio sostegno e la propria vicinanza".
Esteri
Bill Gates a Che tempo che fa: “I vaccini...

"Ci sarà un’altra pandemia e il ruolo dell'Oms è critico"

"I vaccini funzionano. Ci sarà un’altra pandemia e il ruolo dell'Oms è critico". E' un passaggio dell'intervista di Bill Gates a Che tempo che fa oggi 9 febbraio. Nel colloquio con Fabio Fazio si parla delle attività della Fondazione Gates, del ruolo dell'Oms e delle posizioni assunte da Donald Trump in relazione alla scienza.
"Questo è un momento di sfide. Dobbiamo cercare di chiarire che cosa accade con lo sviluppo dei vaccini. Siamo riusciti ad esempio a ridurre moltissimo il numero di bimbi che muoiono ogni anno, da 10 milioni a 5 milioni a partire dall’anno 2000 ad oggi. I vaccini funzionano grazie alla generosità della nostra Fondazione ma anche di molti Governi, compreso quello Americano e quello Italiano, che acquistano vaccini per i bambini poveri. È ironico che in un momento in cui ci sono un sacco di vaccini nuovi che vengono sviluppati, alcuni siano confusi, per dire, rispetto a quanto siano positivi", dice Gates.
"Certamente è un momento interessante. Tutte le scoperte, le innovazioni, i nuovi vaccini, l’intelligenza artificiale, tutte queste cose sono molto entusiasmanti, ci sono un sacco di cose positive che possono accadere. Ma il mondo è più in disaccordo di quanto ci si aspettasse, anche per quanto riguarda dare le precedenze ai paesi poveri. Ci sono un sacco di cose che accadono, vengono devoluti meno fondi, e noi stiamo cercando di lavorare su questo", aggiunge.
Trump, con una delle prime decisioni, ha decretato l'uscita degli Usa dall'Oms. "L'inizio dell’Amministrazione come dire, è adesso. Hanno detto prima che avrebbero collaborato e il ruolo più costruttivo che io posso avere è parlare con entrambe le parti per vedere se ci sono dei punti di contatto. Ci sarà un’altra pandemia, non sappiamo quando, ma il ruolo dell’Oms è proprio quello, molto molto critico", afferma.
"L’Oms fa per esempio un programma di eradicazione della polio, e io ci lavoro, sono molto, molto impegnato in questo programma. Quindi sì, è un momento difficile per chi vuole aiutare, perchè ci sono delle incertezze, sui fondi anche dall’Europa e ci sono delle sfide, per esempio negli Stati Uniti stanno mettendo in dubbio anche il funzionamento di queste agenzie. Io sto cercando di fare del mio meglio per andare avanti e progredire", dice ancora.