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A Roma conclusa terza edizione Zero, acceleratore sviluppo cleantech

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

Con Zero, acceleratore sviluppo cleantech, lanciato da Cdp Venture Capital ed Eni

Roma, al “Demo Day” 30 startup cleantech in 3 anni

Sii è tenuto presso l’area Road (Rome Advanced District) del Gazometro di Eni ad Ostiense “Demo Day: 3 years of Impact Innovation”, l’evento conclusivo della terza edizione di Zero, l’acceleratore dedicato allo sviluppo delle startup cleantech. L’appuntamento ha visto ripercorrere i risultati del primo triennio di sviluppo delle imprese innovative con tecnologie nel campo delle fonti di energia alternative, dell’economia circolare, della riduzione dell’impatto ambientale e dello sviluppo sostenibile delle città, delle infrastrutture e del territorio. Nato nel 2021 per iniziativa di Cdp Venture Capital - nell’ambito della Rete Nazionale Acceleratori - e del main partner Eni, attraverso la sua scuola d’impresa Joule, Zero si poneva l’obiettivo di selezionare 30 startup cleantech in tre anni e accelerarne lo sviluppo grazie alla creazione di un vero e proprio ecosistema per la loro crescita. Assieme a Cdp Venture Capital, principale investitore, co-investono nelle startup accelerate LVenture Group, tra i più attivi investitori pre-seed nel Sud Europa, e il consorzio di Elis, che curano anche il programma di accelerazione. Si unisce ad Eni un network di corporate partner che include Acea, Maire Tecnimont, Microsoft e Vodafone, che sostengono la crescita delle startup attraverso l’interazione continua con mentor esperti e l’avvio di processi di sperimentazione.

Il settore Cleantech ha visto nel 2023 in Europa un’ulteriore concentrazione degli investimenti, attraendo il 27% del totale rispetto al 18% del 2022 (Atomico, State of European Tech), confermandosi uno dei trend centrali dell’innovazione. Nel primo triennio di Zero sono state 30 le startup accelerate, selezionate tra oltre 850 candidature, di cui il 30% provenienti a livello internazionale da oltre 50 Paesi diversi, a dimostrazione dell’attrattività del programma. Tra i verticali di interesse, i più rappresentati dalle candidature hanno riguardato soluzioni per la sostenibilità del territorio, dell’industria e delle infrastrutture e relative a fonti di energia alternative. Le startup accelerate hanno raccolto complessivamente oltre 3 milioni di euro, con alcuni importanti round pre-seed che hanno coinvolto anche fondi di venture capital europei.

Zero, grazie alla partecipazione dei corporate partner del programma, funziona anche come piattaforma di sperimentazioni partendo dai fabbisogni delle aziende, creando un vero e proprio matching tra need industriali e startup. Infatti, oltre alle attività di mentoring, si possono avviare processi di sperimentazione (Proof of Concept, PoC) al termine dell’Accelerazione. Nelle 3 edizioni del programma sono stati realizzati 7 PoC dimostrando, da una parte, la capacità delle startup di generare nuove soluzioni a servizio dei bisogni di grandi player industriali, e dall’altra di come il modello “industry driven” di Zero abbia dato vita a una fucina di co-innovazione secondo il paradigma del Corporate Venturing.

Oltre a favorire la crescita del modello di business delle startup, orientato al “go-to-market” e la collaborazione industriale con i corporate partner, Zero supporta anche lo sviluppo sostenibile a 360° delle imprese innovative. Partendo dalla “Metodologia di Valutazione dell’Impatto di Circolarità e di Impatto Sociale” sviluppata da Ergo Srl - l’Impresa spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - il team di ELIS, insieme a Eni Joule e alla startup Open Impact ha sviluppato un modello in co-design per la misurazione dell’impatto generato dalle soluzioni innovative delle startup. Questo framework ha permesso di individuare oltre 152 indicatori ambientali, sociali ed economici su cui le startup hanno generato impatto e arrivare a calcolare lo SROI (Social Return on Investment), il ritorno sociale sull’investimento. Il valore medio dello SROI per le 11 startup accelerate dalla terza edizione di Zero è pari a 4,16, un impatto sociale di oltre quattro volte il valore dell’investimento.

Sono 11 le startup accelerate dalla terza edizione di Zero, con soluzioni innovative che spaziano dall’efficientamento energetico di spazi e ambienti, allo sviluppo di nuovi materiali dagli scarti industriali, sino all’implementazione delle comunità energetiche e alla certificazione ESG. Hanno concluso con successo la terza edizione di Zero:

Arxax, infrastruttura digitale che punta a favorire il rifornimento di carburanti a basse o a emissioni zero di carbonio;

Climate Standard, piattaforma che velocizza i processi ESG relativi alle dichiarazioni climatiche, verificandone e certificandone l’autenticità;

Deentra, soluzione che permette alle persone di acquistare un pannello fotovoltaico e installarlo sul tetto di un'azienda, consentendo a chiunque di produrre energia sostenibile;

Dropper, soluzione hardware e software per il conteggio delle persone e la gestione degli spazi sia indoor che outdoor;

Hexergy, piattaforma SaaS basata su blockchain che consente di gestire ogni aspetto delle comunità energetiche, dalla progettazione, all’implementazione e alla gestione;

Koalisation, azienda che implementa progetti ad alto impatto basati sullo sviluppo sociale delle comunità indigene e sulla rigenerazione degli ecosistemi naturali;

Lit, dispositivo IoT associato a un’app che, grazie all’intelligenza artificiale, permette di monitorare i consumi energetici in tempo reale, evitare gli sprechi e ridurre la CO2;

Northern Light, startup che ha realizzato e brevettato un prodotto alternativo ai compositi in vetroresina, che risolve il problema del loro “fine vita”;

RECO2, azienda che trasforma gli scarti industriali in materiali da costruzione di alta qualità, riducendo l'impatto ambientale e promuovendo l'economia circolare;

Sly, soluzione per la prevenzione degli incendi basata su una rete di sensori AI perimetrali in grado di coprire vaste aree e rilevare eventi di accensione in pochi minuti;

Solho, soluzione che ingegnerizza i grandi impianti solari per la produzione di riscaldamento e raffrescamento utilizzabili in ambienti industriali o residenziali.

“Zero ha inaugurato la Rete Nazionale Acceleratori, una infrastruttura di innovazione che oggi conta 18 Acceleratori operativi e uno in rampa di lancio su tutto il territorio, che hanno complessivamente contribuito allo sviluppo di 300 nuove imprese e aggregato più di 185 fra partner e investitori nei mercati più strategici per il Paese”, commenta Agostino Scornajenchi, Amministratore delegato e Direttore generale di CDP Venture Capital, “Un’avventura partita proprio da questo acceleratore focalizzato sulla transizione energetica, in cui oggi la sfida è quella di convertire processi e produzioni tradizionali in chiave sostenibile. Ringrazio le aziende e gli operatori coinvolti che hanno creduto in questo percorso di cui oggi celebriamo i risultati; un modello virtuoso che aggrega partner e istituzioni contribuendo alla crescita della nuova generazione di imprenditori della net-zero economy”.

“In questi tre anni di attività nell’ambito del programma di accelerazione – dichiara Mattia Voltaggio, Head of Joule, la scuola di Eni per l’impresa - abbiamo visionato oltre trenta startup operanti in ambito cleantech e avviato cinque accordi di sperimentazione con le linee di business Eni, in diversi settori. Abbiamo avuto modo di coinvolgere sempre le nostre persone nelle fasi di selezione, mentoring e di test delle soluzioni, producendo un positivo effetto di “osmosi” in termini di sviluppo tecnologico ma anche di mindset imprenditoriale. Lo abbiamo fatto inoltre all’interno di un luogo iconico, quello del Gazometro di Roma Ostiense, che Eni ha iniziato a trasformare nel Rome Advanced District, uno spazio di sperimentazione tecnologica sulle nuove filiere energetiche”.

“Zero è un catalizzatore per lo sviluppo delle startup in un ambito, il cleantech, cruciale per la transizione ecologica e digitale del nostro sistema produttivo. Un ecosistema ideale che unisce istituzioni, investitori privati e grandi aziende con l’obiettivo di supportare la crescita della nuova impresa tecnologica e sostenibile. Siamo molto soddisfatti di aver contribuito, assieme a tutti i partner, al successo di questa iniziativa che ha avuto un ampio respiro, sia dal punto di vista delle candidature delle startup, giunte da tutta Europa, che per il coinvolgimento di investitori internazionali. Crediamo che Zero rappresenti un paradigma vincente di co-innovazione e un grande laboratorio di futuro”, ha affermato Luigi Capello, CEO di LVenture Group.

“Il progetto ZERO ha permesso d’integrare competenze tecniche, test, validazione di business model, co-innovazione e strategie di Venture Capital innovative. Ha puntato a creare soluzioni ad alto impatto, pronte per il mercato e l'applicazione sui territori. Siamo orgogliosi di aver portato la nostra esperienza nella misurazione e nella generazione d’impatto sociale e ambientale, attraverso formazione, sviluppo delle competenze, raccolta dati e misurazione dello SROI (Social Return on Investment). Abbiamo così aiutato le startup in accelerazione a migliorare la loro consapevolezza e a presentarsi agli investitori con un valore che va oltre il ritorno economico”, ha affermato Luciano De Propris – Head of Strategy & Innovation ELIS Innovation Hub.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Termosifoni accesi e stangata gas: le stime sui costi, i...

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Facile.it: nel 2024 oltre 1.100 euro di spesa a famiglia per il riscaldamento di casa

Termosifone - Adnkronos

Freddo, quanto ci costi? In vista dell’accensione dei termosifoni, Facile.it ha stimato che con le attuali tariffe del mercato libero, quest’anno gli italiani per riscaldare casa spenderanno, in media, 1.144 euro in bollette del gas. Il primo semaforo verde scatterà nelle città incluse nella cosiddetta Zona E, che copre gran parte del nord e del centro Italia; qui, a partire dal 15 ottobre, si potrà accendere il riscaldamento e, dalle settimane successive, il via verrà gradualmente esteso anche alle altre aree del Paese.

Sette consigli per risparmiare sul riscaldamento

Per evitare che nelle nostre case anche le bollette del gas siano 'bollenti', Facile.it ha stilato un elenco di sette consigli per risparmiare.

1) Occhio ai gradi: innanzitutto, è bene ricordare che non serve ricreare in casa una temperatura sahariana; non solo è nociva per la salute, ma sarebbe anche uno spreco di gas e di soldi. Ecco allora che abbassando di un solo grado il riscaldamento potremmo conseguire un risparmio in bolletta di circa 100 euro. Se invece decidiamo di ridurre le ore di accensione dei termosifoni, sappiate che bastano 60 minuti in meno al giorno per abbattere i costi di circa 36 euro in un anno.

2) Alcuni accorgimenti ai fornelli: sebbene la maggior parte dei consumi domestici di metano siano legati al riscaldamento, è bene fare attenzione anche al gas che usiamo per cucinare. Basta adottare alcuni piccoli accorgimenti ai fornelli per alleggerire la bolletta. Alcuni esempi? Cuocere in una pentola a pressione al posto di quella tradizionale aiuta a ridurre il consumo di gas, mentre usare il coperchio durante la preparazione della pasta fa risparmiare qualche altro euro all’anno. Addirittura, il semplice gesto di abbassare l’intensità del fuoco dopo che l’acqua è arrivata a ebollizione ci consentirebbe di risparmiare fino al 25% del gas normalmente usato; calcolando la cottura di 200 grammi di pasta al giorno, con questo trucchetto una famiglia di due persone risparmierebbe 12 euro. Anche il microonde può essere un grande alleato per abbattere i consumi e può essere una valida alternativa ai fuochi, ad esempio, per scaldare un bicchiere di latte o una tazza di tè.

3) Bagno e doccia: anche nella stanza da bagno bastano pochi gesti per risparmiare. Il primo consiglio è, naturalmente, di evitare gli sprechi; far scorrere a vuoto l’acqua calda mentre ci si rade equivale non solo a sperperare questa preziosa risorsa, ma anche a consumare inutilmente gas. E se ormai tutti, o quasi, sono consapevoli che un bagno caldo consuma molto più di una doccia, pochi sanno che anche sotto il soffione si possono adottare accorgimenti per ridurre i consumi. Ad esempio, ridurre la durata della doccia da 7 minuti a 5 minuti consente di risparmiare quasi 30 centesimi di euro ogni volta; se si abbassa la temperatura dell’acqua di 3 gradi, invece, si possono tagliare i consumi di gas fino al 9%.

4) Bonus casa, ultima chiamata? Il risparmio sui consumi energetici può essere davvero notevole se si ha la possibilità di fare interventi strutturali sulla propria abitazione come il cappotto termico, l’isolamento del tetto o il cambio degli infissi. Una buona controsoffittatura, ad esempio, può far risparmiare fino al 20% di energia. Si tratta di lavori importanti i cui costi possono spesso arrivare a quattro zeri, ma per il 2024 possono essere, almeno in parte, ammortizzati grazie ai Bonus casa.

5) Valvole termostatiche: le valvole termostatiche consentono di controllare la temperatura di ciascun termosifone. Possono quindi essere uno strumento utilissimo per chi vuole regolare la temperatura di ciascun calorifero sulla base delle reali esigenze delle diverse stanze della casa. Se, ad esempio, usiamo la camera da letto solo per dormire, non serve che lì i radiatori vadano a pieno regime tutto il giorno.

6) Dalla caldaia al buon senso: il controllo periodico dei fumi è obbligatorio, ma la periodicità cambia a seconda del tipo di caldaia (si va dai 12 mesi ai 4 anni), in ogni caso il suggerimento è di fare una revisione almeno una volta l’anno in vista della stagione invernale. Un apparecchio non efficiente non solo è potenzialmente pericoloso per la sicurezza, ma rischia di farci pagare più del dovuto. Come sempre, inoltre, non dimentichiamoci di adottare alcune semplici azioni di 'buon senso'. Ad esempio, limitiamo i ricambi di aria nelle ore di accensione del riscaldamento, non ostacoliamo i radiatori mentre sono in funzione, abbassiamo le persiane di notte per ridurre la dispersione di calore; si tratta di piccoli gesti a costo zero, ma che, bollette alla mano, potrebbero far risparmiare qualche euro.

7) Valutare il fornitore: ultimo consiglio, ma non meno importante, è quello di valutare le tariffe offerte dal proprio fornitore di gas. Sul mercato libero ci sono centinaia di venditori e la differenza di prezzo tra l’uno e l’altro può essere in alcuni casi notevole. Secondo l’analisi di Facile.it, la spesa per la bolletta del gas può variare fino al 20% tra le migliori e le peggiori offerte presenti sul mercato; scegliere quindi un fornitore non conveniente significa rischiare di spendere anche 200 euro in più per riscaldare casa.

"Per l’attivazione di un nuovo contratto di fornitura - spiegano gli esperti di Facile.it occorrono tra i 15 e i 60 giorni - pertanto questo è il periodo ideale per confrontare le offerte sul mercato libero e valutare un possibile cambio di fornitura in vista della stagione invernale. Ricordiamo che il passaggio è gratuito e non comporta una interruzione di fornitura".

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Economia

Boeing taglia 17mila posti di lavoro e rimanda ancora...

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Il taglio equivale al 10% della forza lavoro

Un Boeing 787 - (Fotogramma)

Boeing si prepara a tagliare il 10% della sua forza lavoro globale, ovvero circa 17.000 posti di lavoro, in uno scenario complicato in cui il colosso stima forti perdite e rimanda ancora al 2026 il lancio di un nuovo aereo, il 777X mentre si prepara allo stop della produzione del cargo 767. A riferire le intenzioni dell'amministratore delegato Kelly Ortberg, che ha assunto la direzione del gruppo ad agosto, è il Wall Street Journal che ricorda come le trattative tra Boeing e i leader sindacali si sono interrotte nei giorni scorsi allontanando le speranze di una rapida fine di uno sciopero che ha bloccato la produzione della maggior parte degli aerei.

In questo contesto le agenzie di rating potrebbero declassare a livello 'spazzatura' il giudizio su Boeing, complicando ulteriormente la ricerca di finanziamenti. "La nostra attività è in una situazione difficile", ha spiegato Ortberg in un messaggio ai dipendenti in cui sottolinea come Boeing abbia bisogno di concentrare le proprie risorse "nelle aree fondamentali, piuttosto che disperderci in troppi sforzi che possono spesso comportare prestazioni insufficienti e investimenti insufficienti".

Il 777X, progettato per essere il nuovo best seller con una capacità di circa 400 passeggeri, è stato presentato nel 2013 e le consegne per i circa 480 ordini già raccolti sarebbero dovute iniziare nel 2020.

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Economia

E’ morto Marcello Mutti, patron del colosso del...

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Il ministro Urso: "Scompare un imprenditore di primo piano nel settore agroalimentare"

Marcello Mutti

E' morto Marcello Mutti, 83 anni, patron della storica e omonima impresa emiliana specializzata nella lavorazione e nelle conserve di pomodoro. L'imprenditore si è spento mercoledì sera. A dare la notizia la 'Gazzetta di Parma' che ha raccolto le parole del figlio Francesco, dal 1994 amministratore delegato dell'azienda.

"Mio padre è scomparso nella casa in cui è venuto al mondo. La casa all'interno dell'azienda", sottolinea, spiegando che "l'eredita' che ci lascia è quella di vedere l'azienda come un valore, basato sull'importanza della progettualita' e della costruzione. Un'azienda in cui l'attenzione e il rispetto verso la persona devono essere prioritari". Commentando la scomparsa il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, su X osserva come con Marcello Mutti "ci lascia un modello di tenacia, innovazione e passione. Un capitano d'azienda in grado di scrivere una bella storia di imprenditoria familiare italiana che ha permesso al nostro Paese di avere un ruolo di primo piano nel settore agroalimentare".

Mutti, nato il 25 dicembre 1940, si era laureato in Economia e Commercio ed era sposato dal 1966 con Angelita Rossi. La Mutti, storica azienda di Parma, è leader in Europa nel mercato dei derivati del pomodoro. Le sue origini risalgono al 1899 quando Marcellino e Callisto Mutti danno avvio alla prima campagna di trasformazione del pomodoro. Oggi il Gruppo Mutti, con oltre 125 anni di storia, è presente in 100 Paesi al mondo con un fatturato netto nel 2023 pari a 665 milioni di euro e 525.000 tonnellate di pomodoro trasformate nello stesso anno. Per quanto riguarda le vendite, nel 2023 i volumi export hanno superato i volumi di vendita italiani a seguito di una crescita a doppia cifra ogni anno.

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