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Protesta dei trattori, Riscatto Agricolo: “Non...

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Protesta dei trattori, Riscatto Agricolo: “Non andremo al corteo del 15 febbraio”

Secondo fonti parlamentari di maggioranza verrebbe anche dimezzato "l'importo da pagare per i redditi tra 10mila e 15mila euro"

Trattori (Fotogramma)

Un incontro distensivo con il governo quello di oggi tra il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e i rappresentanti di Riscatto Agricolo, ma i presidi locali rimangono fino a che l'intesa raggiunta, e gli impegni presi, non saranno "nero su bianco". Ad affermarlo all'Adnkronos sono alcuni agricoltori aderenti al movimento, protagonista della protesta dei trattori di questi giorni arrivata fino a Roma. "Abbiamo ottenuto ma non molliamo finché l'accordo non sarà nero su bianco e nelle varie province restiamo in presidio, ad esempio qui a Brescia" afferma Davide Pedrotti, il giovane allevatore di vacche da latte, referente di Riscatto per il bresciano e che, tra l'altro avrebbe voluto salire sul palco di Sanremo.

"Anche se a Roma stanno pensando di tornare nei luoghi di origine, una ventina di presidi rimarranno operativi, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia, Campania, Puglia, in Sardegna..." spiega Pedrotti e annuncia che dovranno "aspettare fino al 26 febbraio quando ci sarà la riunione straordinaria della Commissione Ue a Bruxelles, dove si vedrà se le modifiche alla Pac annunciate saranno realizzate (prima fra tutte lo stop all'obbligo di lasciare il 4% dei terreni incolti). Quanto all'esenzione dell'Irpef per i redditi sotto ai 10mila euro, allo studio del governo "non è il punto forte della nostra protesta, ma piuttosto che ci paghino il giusto prezzo ai nostri prodotti".

Sulla stessa lunghezza d'onda Roberto Congia, portavoce di Riscatto per la Sardegna, che nei giorni scorsi era venuto a Roma e aveva partecipato venerdì all'incontro con il ministro Francesco Lollobrigida. "Veramente non ho sentito ancora i portavoce del coordinamento nazionale perché voglio capire bene come è andata - spiega Congia raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos - ho visto il comunicato, sono contento perché la piattaforma riguarda anche la Sardegna e se sarà confermata l'apertura del tavolo anche sugli ecoschemi per il settore ovicaprino saremo pronti a smobilitare e a discutere con le istituzioni in maniera costruttiva".

"Siamo più sereni perché c'è un impegno a convocare dei tavoli e a discutere la nostra piattaforma - aggiunge Congia - cogliamo in maniera positiva la disponibilità a discutere e a dare delle risposte certe, alcune sono già arrivate, come ad esempio per l'esenzione dell'Irpef. Quindi il clima è meno agguerrito. Siamo agricoltori e i pastori della Sardegna a cagliari, Olbia e Porto Torres, e continuiamo a essere uniti al movimento Riscatto Agricolo, nel quale non c'è politica di mezzo - conclude - attendiamo risposte positive, decideremo tutti assieme il da farsi".

Intanto, annuncia Congia, il 15 febbraio a Bolotona, un comune in provincia di Nuoro, nel cuore dell'isola, i pastori sardi che appoggiano Riscatto Agricolo terranno una manifestazione.

Lollobrigida: "Al lavoro con Mef per nuova proposta su Irpef"

"Sull’Irpef insieme ai colleghi Giorgetti e Leo stiamo lavorando a una ulteriore proposta che garantisca, nel modo più rilevante possibile gli imprenditori agricoli" afferma il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida in una nota. "Il sostegno al reddito dei più deboli e l’abbattimento dei costi di produzione, - sottolinea - in un quadro di equità, restano la stella polare dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e spero che chiunque, al di là della collocazione parlamentare, abbia a cuore il sistema agricolo".

Fonti: "Sale esenzione Irpef, -50% per redditi tra 10mila e 15mila euro"

“Il ministro Giancarlo Giorgetti e il vice ministro Maurizio Leo, in stretto contatto con il ministro Francesco Lollobrigida, stanno predisponendo un emendamento governativo sulla problematica dell’Irpef. Una norma che prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50% dell'importo da pagare per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro. Una norma che riguarderebbe solo gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti in forma individuale o in società semplice”. Lo riferiscono fonti parlamentari di maggioranza.

Per le stesse fonti, si tratta di un emendamento al Milleproroghe che è "la dimostrazione dell'impegno massimo del governo Meloni e della vicinanza agli agricoltori in questi 16 mesi. Un risultato, al di sopra delle aspettative, che certifica il raggiungimento dell’accordo all’interno della maggioranza, che si deve al lavoro congiunto dei ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo, che si sono prodigati per reperire le risorse necessarie a coprire i costi della misura”.

A Roma giovedì: due trattori al Colosseo e il presidio al Circo Massimo

Una nuova 'protesta' dei trattori è prevista giovedì mattina a Roma. Due sigle, 'Altragricoltura' e 'Popolo produttivo' hanno preavvisato la questura di Roma che, nella notte tra martedì e mercoledì, arriveranno nella Capitale un centinaio di mezzi agricoli provenienti da Caserta, Fondi, Velletri e dall'Abruzzo per posizionarsi in un'area privata nella zona di Castel di Leva. Giovedì mattina, 15 febbraio, due trattori, 'scortati' dalle forze dell'ordine, arriveranno fino al Colosseo.

Giovedì pomeriggio è prevista, invece, l'iniziativa dei Comitati Riuniti Agricoli (Cra) Agricoltori traditi, 'capitanati' tra gli altri da Danilo Calvani, al Circo Massimo. "Non andremo assolutamente alla manifestazione di giovedì prossimo, non è nostra" afferma all'Adnkronos Maurizio Senigagliesi, portavoce del movimento autonomo Riscatto Agricolo.

La Pietra: "Nelle prossime settimane tavolo con regioni e agricoltori"

"Nelle prossime settimane il governo aprirà un confronto con le Regioni e le organizzazioni agricole per individuare le filiere cui destinare i primi interventi di sostegno - ha detto il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra -, ma come giustamente evidenziato dagli agricoltori bisogna anche lavorare a una organica riforma del sistema assicurativo, così da abbassare i costi delle polizze assicurative per gli agricoltori, ampliare la platea degli assicurati e sostenere gli agricoltori contro i rischi catastrofali". "Il governo intende, inoltre, rafforzare il vincolo di origine 100% italiana delle produzioni, come aiuto diretto alla filiera agroalimentare nazionale" aggiunge.

Tajani: "Stiamo lavorando su Irpef, ma no a false promesse"

"C'è una base minima, che è quella dei 10mila euro, se si può ottenere di più meglio, noi stiamo lavorando" dice Antonio Tajani, ministro degli Esteri e segretario di Fi, a margine di una conferenza stampa alla Camera. "Avevamo chiesto all'inizio come Forza Italia un'esenzione totale, però il problema riguarda i conti, con il ministro Giorgetti stiamo lavorando perché comunque si parta da una base di 10mila e se si può ottenere di più meglio, però bisogna sempre essere responsabili". "Già con la quota dei 10 mila euro viene esentato l'80% delle aziende agricole, quindi già è un risultato molto importante. Ma questo ovviamente non basta, serve fare molto di più, serve una strategia complessiva", aggiunge Tajani.

Le posizioni della Lega che chiede di più? "Tutte le norme sono state approvate in Consiglio dei ministri da tutti, se si può migliorare la situazione siamo sempre pronti a farlo, servono però proposte che non siano demagogiche ma che possano permettere di risolvere i problemi, siamo contrari a fare false promesse", replica il ministro.

'Grande soddisfazione' Lega su Irpef agricola

Fonti della Lega esprimono "grande soddisfazione" per "la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull'Irpef", così "come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini", viene sottolineato.

Bonelli: "Governo attacca politiche green per nascondere responsabilità"

“Il governo ha creato il problema con gli agricoltori aumentando loro le tasse e oggi, per distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità, attacca la transizione verde e lo fa mentre la crisi climatica produce danni ingenti: nel 2022 la siccità ha causato 6 miliardi di euro di danni all’agricoltura e, nel silenzio generale e senza alcuna reazione preoccupata da parte del governo, la Regione Sicilia ha dichiarato lo stato di calamità naturale per la siccità già nel mese di febbraio” ha detto il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.

“Condivido buona parte delle rivendicazioni degli agricoltori, dalla concorrenza sleale, al ruolo della grande distribuzione, alla riforma della Pac votata in Europa anche dalla Lega e FdI, che dà risorse alle grandi multinazionali a scapito dei piccoli agricoltori. Come ecologisti - continua - non siamo d’accordo sull’eliminazione della messa a riposo del 4% dei terreni, pratica agricola. I nostri nonni e bisnonni praticavano il riposo dei terreni, pratica chiamata anche ‘maggese’, che consente il recupero della fertilità del suolo, la riduzione dell'erosione e l'incremento della biodiversità: 'Un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante,’ scriveva Ovidio'".

"Do appuntamento al governo alla prossima primavera/estate, quando non ci sarà acqua per i campi e la siccità metterà purtroppo in ginocchio la nostra agricoltura. Irresponsabilmente, vengono attaccate le politiche sul clima, ben sapendo che la crisi climatica è la peggiore nemica dell’agricoltura”, conclude Bonelli.

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Italia Economia n. 19 dell’ 8 maggio 2024

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Energia, Chiesa (Polimi): “Pa traino della...

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Così Vittorio Chiesa, Chairman Polimi Graduate School of Management, in occasione dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”

Vittorio Chiesa, Chairman Polimi Graduate School of Management

"La pubblica amministrazione è un elemento trainante della transizione energetica". Così Vittorio Chiesa, Chairman Polimi Graduate School of Management, in occasione dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”, che si è tenuto oggi a Roma.

"La riqualifica energetica – ha continuato Chiesa – della pubblica amministrazione è un passo fondamentale per rientrare negli standard richiesti, che attualmente non sono sufficienti. In merito alle energie rinnovabili – ha aggiunto Chiesa – queste nel 2021 hanno contribuito al 40% sull’insieme della produzione di energia elettrica nazionale". Per raggiungere gli obiettivi del Pniec, ha precisato Chiesa, "entro il 2030 il peso dell’energia elettrica da fonti rinnovabili sul comparto energetico dovrebbe raddoppiare per raggiungere il target al 2030, installando 3,5 volte l’attuale capacità di fotovoltaico e 2,5 volte quella di eolico".

"Il teleriscaldamento – ha osservato l’esperto – ha il potenziale effettivo di produrre 38 TWh, utile ad efficientare quasi il 10% della domanda termica residenziale, con investimenti annui fra 7 e 10 miliardi di euro”. Questo permetterebbe, quindi, di passare dal 2% all’8% di produzione, recuperando il calore proveniente da acque reflue e temoriscaldatori".

"Oggi – ha evidenziato Chiesa – l’attuale diffusione della tecnologia arriva a 9,7 TWh all’anno, ma ha un potenziale di sviluppo di 4 volte superiore e entro il 2030 si può raggiungere” “Anche in questo caso – ha sottolineato Chiesa – è necessario vengano stanziati investimenti, vi sia una cooperazione fra norme ed incentivi, stimolando la domanda tramite l’introduzione, ad esempio, di obblighi di allacciamento alla rete per i nuovi edifici".

"Un altro elemento – ha sottolineato Chiesa – per favorire la transizione energetica è il biometano”. “Un tema – ha proseguito Chiesa – delicato è l’approvvigionamento di biometano, in quanto vi è difficolta ad accumulare la materia prima sufficiente”. “È – ha concluso Chiesa – dunque necessario favorire l nascita di consorzi che operino per consentire l’accumulo di biometano”.

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Cibus, Colavita: “Cresce in Usa con olio bio 100%...

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L'azienda molisana produce non solo olio 100% italiano e punta a nuove acquisizioni in Italia e all'estero

Giovanni Colavita

Colavita, l'azienda molisana che ha il suo core business nell'olio extra vergine di oliva 100% italiano, si espande e punta a conquistare sempre più mercati esteri con nuove e prossime acquisizioni, non solo nel mondo dell'olio. "L'obiettivo è continuare a crescere e di fare un'acquisizione l'anno o ogni due anni, con brand anche non italiani per portare poi la produzione anche in Italia". A tracciare un panorama dello sviluppo dell'impresa è l'amministratore delegato di Colavita Usa Giovanni Colavita, intervistato dall'Adnkronos, a margine di Cibus alle Fiere di Parma. Tre stabilimenti in Italia, uno nel Lazio e due in Molise, e tre stabilimenti negli Stati Uniti, due in California e uno nel New Jersey, Colavita ha già nel suo portafoglio una gamma di prodotti diversi oltre all'olio di oliva, quali olio di semi, pasta, aceto, pomodori.

"La più recente acquisizione, l'anno scorso, è O Olive Oil and Vinegar, un'azienda californiana che produce esclusivamente prodotti californiani al 100%, leader in vari segmenti di aceto per gli Stati Uniti e leader nell'olio biologico in California, quindi siamo il più grosso produttore di olio biologico californiano, con questo marchio che si posiziona in un segmento super Premium e completa la nostra offerta essendo già leader nel segmento Premium", spiega Giovanni Colavita, che insieme a alla sorella Carla ed ai cugini Andrea, Paolo e Gianni rappresenta la terza generazione in azienda. Un settore quello dell'olio californiano in forte crescita negli ultimi 15 anni e sempre è più attento alla qualità.

"L'acquisizione del brand californiano, l'anno scorso, si colloca proprio nell’ottica di andare a penetrare quel mercato con un brand che è 100% californiano e che gode di grande attenzione da parte del consumatore statunitense" sottolinea l'imprenditore. "Siamo presenti in 80 Paesi con circa 200 milioni di fatturato e con una forte crescita anche nel mercato italiano su cui stiamo puntando molto, ma il nostro fatturato viene per l'80% dall'export" spiega Colavita.

Colavita ha anche acquisito una boutique di vini italiani negli Stati Uniti, la Panebianco Wines, che rappresenta grandi marchi nazionali e sta crescendo molto nell'importazione e distribuzione diretta di vini di fascia alta negli States. Colavita Usa è inoltre il più grande importatore di brand italiani negli Usa, tra gli altri Perugina, Mulino Bianco, San Benedetto, Rio mare, Sperlari e tanti altri.

Capitolo prezzi: "Oggi siamo a prezzi folli prima eravamo a prezzi molto bassi, bisogna trovare una via di mezzo e bisogna partire dal mondo della produzione ma questo mercato sta dimostrando che uno choc è pericoloso perché rischiamo di perdere mercato a favore degli oli di semi. Bisogna trovare una stabilità dei prezzi, perché quello che rende difficile il nostro lavoro - prosegue - è un altalenare di prezzi, da alti a bassissimi" la stabilità "è importante per tutti i player della filiera e per il consumatore che altrimenti si confonde".

"I prezzi sono molto aumentati - conferma - ma come dico sempre, una bottiglia di vino si paga più dell'olio e si beve in mezz'ora e il lavoro che c'è nell'olio non è inferiore a quello che serve per produrre il vino". "Credo che l'olio debba riposizionarsi - spiega Colavita - perché negli anni è stato sottovalutato in quanto ha alti costi di produzione e gli agricoltori devono essere remunerati adeguatamente ma il suo valore non viene percepito sugli scaffali". Inoltre, c'è attenzione all'origine in etichetta. "Noi siamo stati i primi ad anticipare l'origine in etichetta prima della normativa - sostiene - ad un certo punto abbiamo cominciato ad offrire anche un prodotto non solo 100% italiano e quindi un prodotto comunitario e anche mediterraneo ma sempre con massima trasparenza in etichetta". (dall'inviato Cristina Armeni)

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