Cronaca
Salute, gastroenterologo Armuzzi: “Con sintomi...
Salute, gastroenterologo Armuzzi: “Con sintomi intestinali di Mici rivolgersi a specialista”
"Malattia di Crohn e colite ulcerosa si distinguono da colon irritabile"
"Quando una persona comincia ad avere dolore addominale, diarrea cronica e stanchezza persistente, credo sia il momento in cui si deve rivolgere al medico di medicina generale o allo specialista gastroenterologo". Lo ha detto Alessandro Armuzzi, responsabile Uo di Ibd - Malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), Irccs Humanitas di Rozzano (Milano), questa mattina nel corso di un evento su 'Malattia di Crohn e colite ulcerosa: diamo luce all'invisibile', organizzato a Milano da Abbvie.
Anche se la sintomatologia può essere confusa con un colon irritabile, può essere espressione di un inizio di una malattia di Crohn, quindi "da un punto di vista medico - raccomanda Armuzzi - è sempre opportuno iniziare un percorso, almeno iniziale, di tipo diagnostico, con esami del sangue e delle feci, come la calprotectina fecale, o anche una semplice ecografia delle anse intestinali. Perché al manifestarsi di questi segni e sintomi, corredati con un qualche indice di infiammazione a livello degli esami richiesti, bisogna procedere con l'iter completo per poter fare la diagnosi di malattia di Crohn. Nel caso della colite ulcerosa, nella stragrande maggioranza dei casi vi è anche un sanguinamento intestinale, un sintomo d'allarme che deve portare il paziente, qualsiasi sia l'origine, a consultare un medico per procedere con un iter diagnostico appropriato".
Ad oggi sono disponibili numerose terapie per la gestione della malattia di Crohn e colite ulcerosa. Ai trattamenti convenzionali "come la mesalazina e gli steroidi", ricorda lo specialista, si affiancano quelli più recenti, come gli anticorpi monoclonali. "Abbiamo a disposizione varie classi - precisa Armuzzi - e molto più recentemente anche le cosiddette piccole molecole. Le terapie biotecnologiche vanno iniziate quando il paziente non è tenuto perfettamente sotto controllo con la terapia convenzionale. E' meglio tenere sotto controllo da subito il paziente affetto o da malattia di Crohn o da colite ulcerosa". I corticosteroidi, "quando sono usati eccessivamente - evidenzia l'esperto - determinano un non controllo della malattia e numerosi effetti collaterali". Inoltre, "quando la malattia ha dei fattori prognostici sfavorevoli, è meglio tenere sotto controllo con il raggiungimento degli obiettivi principali che possono essere raggiunti con le terapie avanzate, come la guarigione mucosale".
"La guarigione mucosale è un endpoint che miriamo a raggiungere nella maggioranza dei pazienti, in tutti se possibile - rimarca Armuzzi - Chiaramente il modo più classico per poterla valutare è quello dell'endoscopia, della colonscopia e forse, entro l'anno dall'inizio di una terapia, la colonscopia è necessaria. Successivamente ci sono tante altre metodiche non invasive che possono essere surrogati della colonscopia, ad esempio il monitoraggio con la calprotectina fecale o l'ecografia delle anse intestinali che possono permettere di monitorare il paziente nel lungo termine senza utilizzare appunto la metodica invasiva".
Cronaca
Ferrovie, sciopero del 19 e 20 maggio. Salvini firma la...
La nota con le motivazioni del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato un'ordinanza di precettazione nei confronti delle sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero del trasporto ferroviario tra domenica 19 e lunedì 20 maggio. Lo rende noto il Mit in un comunicato.
Il motivo
La decisione, fanno sapere dal Mit, è maturata "soprattutto in vista dell'importante weekend per gli appassionati di Formula 1, in quanto coincide con la manifestazione sportiva 'Gran Premio del Made in Italy e dell'Emilia-Romagna' all'Autodromo di Imola. L'afflusso di turisti e appassionati stimato è di oltre 200mila persone. Lo sciopero causerebbe notevoli ripercussioni e problemi di ordine e sicurezza pubblica". Sulla base di queste motivazioni il ministro Salvini "ha pertanto disposto il differimento".
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 16 maggio
Nessun 6 nè 5+1 e jackpot sale a 22,3 milioni
Nessun 6 né 5+1, mentre in 3 hanno centrato il montepremi a disposizione dei punti 5 incassando rispettivamente 57.872,38. Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 raggiunge così quota 22.300.000,00 euro.
Quali punteggi vincono
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Ho vinto o no?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come scoprire se ho vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle estrazioni precedenti.
I numeri dell'estrazione vincente di oggi
La combinazione vincente del SuperEnalotto: 10, 11, 27, 31, 66, 83; Numero Jolly 25; SuperStar 57.
Cronaca
Chico Forti, chi è e perché era in prigione in Usa: la...
Il 1 marzo scorso l'annuncio di Giorgia Meloni da Washington: "Rientrerà in Italia"
Ultime settimane negli Usa per Chico Forti, il 65enne trentino detenuto per quasi 24 anni a Miami dopo una condanna all'ergastolo senza appello per l'omicidio dell'imprenditore australiano Dale Pike, ha lasciato oggi il carcere per essere trasferito in una struttura federale per l'immigrazione, ultimo passaggio prima del trasferimento in un carcere italiano.
Dal wind surf all'accusa di omicidio
Enrico Forti, detto Chico prima di essere arrestato era un campione di windsurf, documentarista e produttore televisivo. Ma la sua carriera venne interrotta bruscamente nel 1998 quando viene accusato dell'omicidio di Pike.
Dal 15 giugno 2000, giorno del verdetto, Forti si dice vittima di un complotto. Pike fu trovato morto in un boschetto che limita una spiaggia, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all'aeroporto. La morte fu fatta risalire tra le ore 20 e le 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato da Chico Forti.
La sentenza
Secondo la sentenza, non appellabile, Forti è stato condannato all'ergastolo per "aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamene, la morte di Dale Pike".
La storia di Forti è legata a doppio filo all’omicidio di Gianni Versace, avvenuto il 15 luglio 1997, a Miami Beach, due chilometri in linea d’aria dal luogo dove, sette mesi dopo (il 15 febbraio 1998), fu trovato cadavere Dale Pike, ucciso fra l’altro con lo stesso tipo di pistola che esplose i suoi colpi mortali contro Versace; due proiettili alla testa, come per Pike.
La battaglia per il rientro e l'annuncio di Meloni
Per anni la famiglia di Forti, soprattutto l'anziana madre, si è battuta per un suo rientro in Italia. Nel marzo 2021, un primo spiraglio era stato annunciato dall'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano, dove si collocano i detenuti in attesa di trasferimento", le parole di Di Maio. Ma poi qualcosa si è inceppato. Fino alla svolta, annunciata dalla premier Giorgia Meloni lo scorso 1 marzo dagli Usa: "Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti".
Un passaggio cruciale al quale sono seguiti una serie di adempimenti burocratici. Oggi, l'ultimo: la firma dell'accordo di Forti con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia.