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Israele-Hamas, la guerra non si ferma: Rafah al centro...

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Israele-Hamas, la guerra non si ferma: Rafah al centro della strategia di Netanyahu

Raid su roccaforte nella Striscia di Gaza, quattordici morti. Si teme un allargamento delle operazioni di terra

Rafah nella Striscia di Gaza (Afp)

Rafah teme il peggio, il peggio del peggio. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, respingendo la controproposta di Hamas per un cessate il fuoco a Gaza, ha annunciato che le forze israeliane sono "pronte a operare a Rafah" nel sud della Striscia a ridosso del confine con l'Egitto. "La roccaforte di Hamas a Rafah è cruciale per la sua sopravvivenza", titola un'analisi del Jerusalem Post, mentre proseguono le operazioni militari israeliane nell'enclave palestinese, scattate dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele.

Il ruolo cruciale di Rafah

E' da Rafah che passano gli aiuti per la popolazione di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo Hamas, gruppo di cui Netanyahu vuole la "distruzione militare". Nell'area di Rafah si sono rifugiati quasi la metà dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza e, ha evidenziato il Guardian, ormai le tendopoli arrivano fino ai cimiteri. In centinaia di migliaia vivono ammassati con il timore di essere di nuovo sfollati, ha scritto il giornale, sottolineando come la scelta sia se restare in una città sovraffollata e aspettare l'offensiva o rischiare di spostarsi verso nord, verso una zona in cui continuano i combattimenti. A Rafah regna il panico, dice la tv satellitare al-Jazeera.

Per gli operatori umanitari Rafah è una "pentola a pressione della disperazione". Per Hamas, scrive il Jerusalem Post, "il controllo di Rafah è sempre stato importante", è una zona di "massima importanza" e, nonostante la "sconfitta" del gruppo "in molte zone della Striscia di Gaza", Hamas "continua a dominare a Rafah". Il gruppo, scrive il giornale, "vuole avere il controllo sugli aiuti e su altro, come le merci di contrabbando o gli arsenali di armi".

E in una Striscia martellata da quattro mesi dai militari israeliani "trae vantaggio dall'avere un gran numero di sfollati a Rafah da usare come scudi umani" per "sopravvivere a Gaza". Così "resistere a Rafah è cruciale per continuare a dominare a Gaza". E il Guardian sottolinea l'importanza per Israele della 'Philadelphi Route', i 14 chilometri che corrono tra la Striscia e l'Egitto.

Raid su Rafah, quattordici morti tra cui cinque bambini

Secondo l'agenzia palestinese Wafa, nelle scorse ore almeno 14 persone sono morte e decine sono rimaste ferite in bombardamenti israeliani che avrebbero colpito due case nella zona di Rafah. E tra le 14 vittime ci sarebbero cinque minori.

Le voci che arrivano da Rafah dicono che tutti temono un allargamento dell'operazione di terra delle forze israeliane. Alla Cnn il responsabile per i media del governo di Hamas a Gaza, Ismail Al-Thawabta, ha detto che se le Idf entreranno a Rafah sarà "un vero disastro".

Il capo dell'Onu continua a chiedere un cessate il fuoco immediato e il rilascio incondizionato degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Intanto Hamas ha confermato l'arrivo di una delegazione al Cairo "per completare i colloqui sul cessate il fuoco". Ieri Netanyahu ha detto senza mezzi termini che se Israele cedesse "alle condizioni di Hamas" si rischierebbe "un altro massacro", come quello del 7 ottobre. Il premier israeliano vuole la "vittoria totale".

Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto "particolarmente allarmato dalle notizie riguardo al fatto che l'esercito israeliano intende concentrarsi prossimamente su Rafah, dove centinaia di migliaia di palestinesi si sono ammassati nella disperata ricerca di salvezza". Secondo Guterres, "un'azione del genere aumenterebbe esponenzialmente quello che è già un incubo umanitario con conseguenze indicibili per la regione".

Israele libera 71 palestinesi detenuti nella Striscia di Gaza

Le forze militari israeliane hanno reso noto di aver rilasciato 71 palestinesi, fra cui 19 donne, detenuti nella Striscia di Gaza in seguito all'inizio della guerra contro Hamas. Gli ex prigionieri sono usciti dalla Striscia dal valico di Kerem Shalom. Le autorità israeliane non hanno ancora fornito dati sul numero complessivo di detenuti a Gaza. Fonti palestinesi denunciano "sparizioni forzate" nell'enclave. Il numero di detenuti palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme est sono 8.800, sempre secondo fonti palestinesi.

Comandante Hamas in video ai miliziani: "Arrendetevi"

Lo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, ha diffuso il video di un interrogatorio di un comandante di Hamas che chiede ai miliziani di arrendersi. "Consiglio a tutti voi la resa, perché altrimenti il vostro destino è la morte", si sente dire a Muhammad Nasser Suleiman Abu Namer, comandante dell'unità di elite Nukhba di Hamas, arrestato in un tunnel vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.

L'uomo riferisce di essere stato arrestato insieme ad altri due operativi e di non aver opposto resistenza ai soldati israeliani quando hanno fatto irruzione nel bunker. "Abbiamo deciso che non volevamo combattere e quando sono entrati ci siamo consegnati - sostiene Abu Namer - Eravamo seduti in una stanza, tutte le armi fuori, ci siamo seduti e abbiamo aspettato. Quando l'esercito è arrivato, abbiamo alzato le mani e ci siamo arresi".

Re di Giordania in tour per un 'cessate il fuoco immediato'

Re Abdullah di Giordania lascia il regno per un tour che lo porterà negli Stati Uniti, in Canada, Francia e Germania. Queste le tappe nell'ordine riportato dall'agenzia Petra secondo cui a Washington il sovrano vedrà il presidente americano Joe Biden. In programma, riferisce la Petra senza indicare la data prevista del faccia a faccia (che secondo indiscrezioni di stampa sarà all'inizio della prossima settimana), anche colloqui con altri responsabili dell'Amministrazione Usa e membri del Congresso. L'obiettivo è "mobilitare il sostegno internazionale per un cessate il fuoco immediato a Gaza, la protezione dei civili e la fornitura in modo sufficiente e stabile di aiuti umanitari". Il focus è anche sull'"importanza di creare un orizzonte politico che porti a una soluzione complessiva che ponga fine al conflitto israelo-palestinese".

A Ottawa, riporta ancora la Petra, re Abdullah vedrà il premier Justin Trudeau e a Parigi incontrerà Emmanuel Macron. In Germania parteciperà alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, in programma dal 16 al 18 febbraio, con diversi bilaterali in programma a margine dell'appuntamento.

Egitto: "Rafah? Pericoloso colpire area piena di civili"

Il Cairo manifesta tutta la sua preoccupazione per la situazione a Rafah nel sud della Striscia di Gaza a ridosso del confine con l'Egitto, dove vivono ammassati centinaia di migliaia di sfollati palestinesi e dove - ha detto ieri Benjamin Netanyahu - le forze israeliane (Idf) sono "pronte a combattere". "Senza dubbio prendere di mira quest'area della Striscia, piena di civili, comporta un pericolo", ha detto un portavoce del ministero degli Esteri del Cairo, Ahmed Abu Zeid, al canale egiziano al-Ghad in dichiarazioni rilanciate dalla Cnn.

Khamenei: "A Gaza tragedia di tutta l'umanità"

"La tragedia di Gaza è la tragedia del mondo musulmano, anzi di tutta l'umanità, e mostra come l'attuale ordine mondiale sia privo di valore, non possa durare e sia destinato a svanire". Lo ha dichiarato la Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, durante un incontro con un gruppo di funzionari e diplomatici dei Paesi musulmani a Teheran. Khamenei, secondo quanto riferito da Press Tv, ha affermato che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e molti Paesi europei "sono complici degli atti criminali del regime sionista contro il popolo palestinese", denunciando i raid israeliani sugli ospedali e la morte di quasi 30mila persone nella Striscia.

"Dietro tutti questi crimini contro il popolo palestinese ci sono il denaro, le armi ed il sostegno politico degli Stati Uniti", ha aggiunto la Guida Suprema, secondo cui "gli americani sono complici e responsabili dei tragici incidenti in corso".

"Sinwar irraggiungibile da 10 giorni, no contatti con mediatori Egitto e Qatar"

Yahya Sinwar sarebbe stato irraggiungibile negli ultimi giorni, "non avendo alcun contatto" in questo periodo con i mediatori egiziani e qatarini. Lo riferisce la tv israeliana Channel 12 secondo cui la ragione di questa mancanza di contatti non è chiara e potrebbe essere legata alla sua fuga, a uno stratagemma tattico o semplicemente all'impossibilità di mettersi in contatto a causa dei continui problemi di comunicazione a Gaza.

Molte decisioni sarebbero state prese senza di lui, ma non necessariamente quelle relative all'accordo sugli ostaggi, sottolinea Channel 12, mentre la tv Kan sostiene che la valutazione dell'establishment della sicurezza israeliana è che il leader di Hamas non sia stato coinvolto nella risposta del gruppo alla proposta, che Benjamin Netanyahu ha definito "delirante".

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Ostaggi Israele, vertice domenica a Roma e nuove condizioni...

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Il summit per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parteciperanno Cia e Mossad

Soldati israeliani - (Afp)

Vertice a Roma, domenica 28 luglio, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla, che citano fonti israeliane e americane. A partecipare saranno il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal.

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste.

Le nuove richieste di Netanyahu

L'incontro di venerdì è stato anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu: l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo.

Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà ad individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare a una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro a una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios.

Il team negoziale israeliano dal canto suo è preoccupato che le condizioni aggiuntive recentemente aggiunte dal primo ministro israeliano all'attuale bozza di accordo siano "destinate a causare una crisi", affermano l'emittente Kan e il sito di notizie Ynet citando fonti ben informate. "Lui pensa che se indurisce le posizioni di Hamas le spezzerà, ma sta facendo una scommessa pericolosa sulle vite degli ostaggi. Non c'è più tempo", hanno detto le fonti.

Netanyahu, hanno proseguito le fonti, aveva ''creato aspettative prima del suo viaggio negli Stati Uniti in modo che potessimo migliorare la nostra posizione in seguito''. Il discorso del premier israeliano al Congresso ha deluso i parenti degli ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza dal 7 ottobre, che speravano si impegnasse a raggiungere un accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi.

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Israele, Netanyahu ospite a casa Trump. Il tycoon attacca...

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L'ex presidente Usa: “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele. In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”

Benjamin Netanyahu e Donald Trmp - (Fotogramma)

"Irrispettosa". Così Donald Trump ha definito la dichiarazione di Kamala Harris sulla guerra di Gaza prima di un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Florida per discutere del conflitto. Per la vicepresidente degli Stati Uniti e presunta candidata democratica alla presidenza è "tempo che la guerra finisca": "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", le parole di Harris nella conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.

Cosa ha detto Trump

Il tycoon ha criticato Harris prima dell'incontro nella sua casa di Mar-a-Lago, definendo le sue osservazioni “irrispettose” e prendendola di mira su una questione che ha diviso il partito democratico si legge sul Guardian. “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele”, ha detto Trump. “In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”, ha aggiunto.

Le fotografie hanno mostrato Trump che salutava calorosamente Netanyahu, che sta concludendo una visita di una settimana negli Stati Uniti. Prima dell'incontro, il premier israeliano ha dichiarato di ritenere che la pressione militare su Hamas abbia creato un “movimento” nei colloqui per il cessate il fuoco e che invierà una squadra a un prossimo round di negoziati a Roma. “Il tempo ci dirà se siamo più vicini a un accordo per il cessate il fuoco”, ha dichiarato.

L'incontro è il primo da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2020. I due uomini hanno avuto rapporti tesi in passato dopo che Netanyahu si è congratulato con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni del 2020, un voto che Trump ha sostenuto, senza prove, essere stato manipolato. “Bibi avrebbe potuto rimanere in silenzio. Ha commesso un terribile errore”, aveva detto Trump all'epoca. “Che si fotta”. I due sembrano essersi riconciliati ora. “Abbiamo sempre avuto un buon rapporto”, ha detto l'ex presidente Usa ai giornalisti prima dell'incontro.

I due erano alleati politici in passato. Trump ha dato ampiamente carta bianca a Netanyahu durante il suo primo mandato. Questa settimana ha detto a Fox News che Israele dovrebbe finire la guerra e riportare indietro gli ostaggi “velocemente”. “Stanno venendo decimati da questa pubblicità, e sapete che Israele non è molto bravo nelle relazioni pubbliche”, ha detto Trump all'emittente.

Cosa ha detto Harris

Harris dal canto suo ha cercato di portare avanti la politica di sostegno a Israele dell'amministrazione Biden e al contempo di placare la crescente rabbia dei democratici per il bilancio umanitario del conflitto che ha ucciso 39.000 palestinesi. Quasi la metà dei Democratici al Congresso ha saltato il discorso di Netanyahu alla Camera dei Rappresentanti e decine di persone hanno dichiarato apertamente di volerlo boicottare a causa della guerra.

Harris ha incontrato Netanyahu giovedì alla Casa Bianca, poco dopo che il primo ministro aveva visto Joe Biden. Gli incontri separati hanno evidenziato come la presunta candidata democratica sia diventata sempre più indipendente da quando ha lanciato la sua campagna presidenziale. Allo stesso tempo, gli assistenti hanno cercato di minimizzare il potenziale di cambiamento tra Biden e Harris su Israele. “Il messaggio di Biden e di Harris al premier Netanyahu è stato lo stesso: è ora di concludere l'accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco”, ha scritto Phil Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale di Harris.

Harris ha definito l'incontro “franco e costruttivo” e ha affermato che “Israele ha il diritto di difendersi e il modo in cui lo fa è importante”. Ha dichiarato che non interromperà gli aiuti militari a Israele perché “farà sempre in modo che Israele sia in grado di difendersi”. “Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante: le immagini di bambini morti e di persone disperate e affamate che fuggono per salvarsi, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta. Non possiamo distogliere lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza. E io non resterò in silenzio”, ha detto.

Harris non ha detto come Netanyahu abbia risposto all'offerta dell'amministrazione Biden di un cessate il fuoco in tre parti che inizierebbe con il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane dai centri abitati e con il rilascio di alcuni ostaggi. Non ha risposto alle domande dei giornalisti dopo le osservazioni.

“C'è stato un movimento di speranza nei colloqui per assicurare un accordo su questo accordo”, ha detto Harris. “E come ho appena detto al Primo Ministro Netanyahu, è ora di concludere questo accordo. Quindi, a tutti coloro che hanno chiesto un cessate il fuoco e a tutti coloro che desiderano la pace, vi vedo e vi sento”. Ha detto di aver espresso la sua “seria preoccupazione per l'entità delle sofferenze umane a Gaza, compresa la morte di troppi civili innocenti, e ho espresso chiaramente la mia seria preoccupazione per la terribile situazione umanitaria”.

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Trump riceve Netanyahu a Mar a Lago: “Se non vinco si...

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L'ex presidente: "Non ci siamo mai stati così vicini dalla Seconda Guerra Mondiale"

Trump e Netanyahu - La foto condivisa su X dal premier israeliano

Se non vinco le elezioni a novembre, si rischia una "Terza Guerra Mondiale" in Medio Oriente. Lo ha detto Donald Trump accogliendo oggi, 26 luglio, a Mar a Lago il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie Sarah.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha salutato calorosamente il leader israeliano e la moglie sulla soglia della sua residenza, con baci e strette di mano prima di posare dicendo ''facciamoci una bella foto'' insieme ai due ospiti. "Che onore. Entrate, entrate", ha detto Trump a Netanyahu e alla moglie. "Ci sei mancato", ha commentato Sara Netanyahu, mentre Trump ha parlato della "cena più bella che abbia mai fatto", forse riferendosi a un precedente incontro mentre lui era alla Casa Bianca.

Trump e Netanyahu hanno poi guardato la foto di uno dei bambini Bibas, rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre da Hamas, su richiesta del loro nonno Eliyahu Bibas. "Ci occuperemo di questo", ha commentato Trump.

"Se vinciamo, sarà semplice, tutto funzionerà e sarà molto veloce - ha quindi affermato l'ex presidente ai giornalisti all'inizio dell'intervento - se non vinciamo, finiremo per avere grandi guerre in Medio Oriente forse una Terza Guerra Mondiale".

"Siamo più vicini ad una Terza Guerra Mondiale oggi di ogni altro momento dopo la Seconda Guerra Mondiale, non lo siamo mai stati così vicini, perché abbiamo persone incompetenti che guidano il nostro Paese", ha detto ancora Trump. Quindi ha aggiunto: "Non so come un ebreo possa votare" per Kamala Harris. "Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele".

Riguardo poi alla sua relazione con Netanyahu, che sarebbe stata abbastanza fredda negli ultimi anni, il tycoon ha detto "nessun presidente ha fatto quello che ho fatto io per Israele". Lo ha affermato l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrando il primo ministro israeliano Benjamin 'Bibi' Netanyahu e sua moglie Sarah nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. "Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e se non l'ho avuto, ho un'arma segreta. Sai qual è? Sarah", ha aggiunto Trump appoggiando le mani sulle spalle della moglie di Netanyahu. "Ho Sarah. Finché avrò Sarah, questo è tutto ciò che conta", ha continuato Trump. E infine ha affermato che "non è una situazione accettabile" quella degli ostaggi ancora in mano ad Hamas: "Devono essere riconsegnati immediatamente".

Netanyahu: "Spero troveremo accordo, manderò delegazione a Roma"

"Spero che troveremo un accordo" sulla Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, "il tempo ce lo dirà", ha dichiarato il primo ministro israeliano durante l'incontro con Trump al quale ha confermato che invierà un team a Roma all'inizio per colloqui sull'accordo sugli ostaggi.

"Siamo certamente ansiosi di avere un accordo e ci stiamo lavorando. C'è stato qualche movimento dopo la nostra pressione militare. Spero che ci saranno sufficienti movimenti per concludere un accordo", ha detto Netanyahu.

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