Sostenibilità
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Auto elettriche, scatta l’allarme: Cina pronta a superare l’Occidente anche nel riciclo di batterie
Il Dragone è già diventato leader delle esportazioni nel 2023
Da quando la transizione energetica è diventata una priorità delle politiche occidentali, gli scettici hanno mostrato preoccupazione per il ruolo della Cina, molto avanti nel settore della produzione di batterie e auto elettriche. Ora, però, il sorpasso del Dragone potrebbe arrivare anche sotto un altro profilo: quello del riciclo delle batterie per veicoli elettrici, da sempre un nervo scoperto della transizione.
Quanto riporta Bloomberg citando un rapporto di Circular Energy Storage, spaventa anche chi, in Usa e in Ue, è favorevole all’elettrico. Infatti, secondo le previsioni di Circular Energy Storage, la Cina avrà quasi quattro volte più batterie da riciclare entro il 2030 rispetto al 2021.
Una progressione che accentrerebbe nel paese di Xi Jinping la filiera delle auto elettriche, dalla produzione dei veicoli e delle batterie, allo smaltimento delle stesse, chiudendo un cerchio sempre più spostato verso Oriente.
I dubbi sul riciclo delle batterie in Cina
Parlando dell’industria cinese del riciclo delle batterie, Bloomberg descrive un’atmosfera “un po’ selvaggia”, dove alcuni individui pubblicano annunci sui social media per trovare batterie riciclabili come parte, sostiene la rivista finanziaria, di un vasto mercato grigio.
Mentre in Occidente è ancora acceso il dibattito sull’elettrico, e il settore delle auto elettriche è crollato pesantemente a dicembre, trascinato dal collasso tedesco, il Drago asiatico ha già raggiunto elevati standard nazionali per lo smontaggio delle celle delle batterie e il trasporto dei componenti delle batterie.
Di particolare rilievo la regola secondo cui le batterie devono essere trasportate in camion dotati di allarmi antincendio e spedite in contenitori ignifughi e resistenti al calore. Tuttavia, le linee guida e i regolamenti emessi da Pechino sono difficili da far rispettare e spesso vengono aggirati perché aumentano il costo dei materiali riciclati.
Dunque, anche in Cina le regole stanno trovando delle resistenze nei fatti, seppure più nascoste e meno urlate di quelle occidentali per i noti limiti alla libertà presenti nel paese.
Le regole cinesi sul riciclo
Le regole di riciclo delle batterie elettriche in Cina sono state stabilite dal governo cinese nel 2018, per affrontare il problema delle batterie esauste dei veicoli elettrici.
Secondo le regole di Pechino, le batterie riciclate devono restituire il 98% del contenuto originale di cobalto e nichel e l’85% di litio. Una misura che trova una matrice economica prima che ambientale dato che la Cina importa più del 90% del suo cobalto e nichel e più della metà del suo litio.
Altre regole predisposte dal governo sono:
- i produttori di batterie devono fornire informazioni tecniche sullo smontaggio e il riciclo dei loro prodotti, e offrire formazione ai costruttori di automobili;
- i costruttori di automobili devono essere responsabili della costruzione di una rete di riciclo delle batterie, e utilizzare i servizi post-vendita per recuperare le batterie;
- le batterie devono essere trasportate in camion dotati di allarmi antincendio e spedite in contenitori ignifughi e resistenti al calore.
Pechino incoraggia inoltre la cooperazione tra i produttori di batterie e le case automobilistiche, e la partecipazione dei capitali sociali.
La “colonizzazione economica” dell’Africa
Mentre in Occidente si sta provando a sostenere l’elettrico con incentivi e normative che ne agevolano l’acquisto, la Cina ha optato per una strategia più di ampio respiro, che, prima di arrivare al riciclo, parte dall’approvvigionamento di materie prime.
Per questo motivo, il paese di Xi Jinping ha investito molto in Africa, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, che detiene il 60% delle riserve mondiali di cobalto, e in altri paesi ricchi di litio, grafite e terre rare. Alcuni osservatori hanno definito questa strategia come una forma di “colonizzazione economica”, in quanto la Cina esercita una forte influenza politica e finanziaria sui paesi africani, spesso a scapito dei diritti umani, dell’ambiente e della sovranità nazionale, ma è indubbio che non si tratti di un unicum a livello globale.
Il sorpasso della Cina
Anche la transizione finisce per diventare strumento geopolitico, con l’asse Cina-Russia quanto mai attivo nel settore dell’automotive.
Infatti, la produzione automobilistica cinese ha stabilito un record nel 2023, soprattutto grazie all’aumento delle esportazioni di veicoli elettrici e alle spedizioni in Russia che hanno colmato il vuoto creato dall’uscita dei produttori occidentali.
Lo scorso anno le case automobilistiche cinesi hanno prodotto 30,16 milioni di veicoli contro i 27,02 milioni del 2022, secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers (Caam), superando i record del 2017.
A trainare il Dragone sono state soprattutto le esportazioni che sono aumentate addirittura del 58%, raggiungendo i 5 milioni di autovetture esportate. Numeri che hanno sancito il sorpasso sul Giappone, storico leader di settore, fermo a 4,3 milioni di auto esportate nel corso del 2023.
Un sorpasso che, come si è visto, parte da lontano e può travolgere il mercato: “Stiamo parlando dell’alba di un nuovo dominio”, afferma senza fronzoli Bruno Mafrici, senior advisor di Milano esperto in mercati internazionali e innovazione aziendale che spiega: “Non è un caso che la Cina stia avanzando nel settore delle auto elettriche. Gli investimenti strategici in ricerca e sviluppo, cominciati con parecchi anni di anticipo rispetto alle case europee, uniti a una pianificazione governativa lungimirante, hanno permesso alla Cina di ottenere un vantaggio competitivo. Questo - continua - si riflette nella loro predominanza nel settore delle batterie, un componente cruciale per il successo delle auto elettriche”.
In Italia, il fenomeno delle auto elettriche cinesi è particolarmente evidente. Le importazioni di auto dalla Cina hanno registrato un aumento di quasi quattro volte nel 2023 rispetto al 2022.
Conclusioni
Se la Cina dovesse conquistare la leadership anche nel riciclo delle batterie, il mercato occidentale ne risentirebbe pesantemente, diventando co-protagonista praticamente lungo tutta la catena delle auto elettriche.
Come è noto, l’Ue ha deciso lo stop all’immatricolazione di auto a motore termico a partire dal 2035. La sfida è organizzare il settore in modo da arrivare preparati all’appuntamento.
Occorrerà, però, che tutte le parti sociali (istituzioni, aziende e consumatori) remino nella stessa direzione, accettando l’ineluttabilità del cambiamento. Solo a quel punto, il modello cinese potrà rappresentare un valido esempio. Sempre se non sarà troppo tardi.
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Rifiuti, Omnisyst lancia ‘sportello’ per...
E' già operativo da venerdì scorso
Uno 'sportello rifiuti' per fornire supporto gratuito agli iscritti all’Ordine degli Ingegneri di Napoli, aiutandoli a navigare nella complessità e a sfruttare le opportunità del settore della gestione dei residui industriali. Lo sportello è già operativo da venerdì scorso (le richieste di informazioni possono essere inviate all'indirizzo e-mail: sportellorifiuti.rm@omnisyst.it). Ad annunciarlo Omnisyst, azienda attiva nella gestione dei rifiuti industriali, in occasione del seminario sul tema 'L’economia circolare nella gestione dei rifiuti industriali', ospitato nella Biblioteca Storica di Ingegneria del Politecnico Federiciano di Piazzale Tecchio. L'evento, valevole per due crediti professionali, è stato organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli e dall’Università di Napoli Federico II, con il contributo incondizionato di Omnisyst.
Ha aperto i lavori e portato il saluto del presidente dell'Ordine Gennaro Annunziata, e del Consiglio tutto, la consigliera dell'Ordine Maria Rosaria Pecce, ordinario all'Università di Napoli Federico II. Sono intervenuti, a seguire, il professore di Ingegneria Sanitaria Ambientale Massimiliano Fabbricino, Gennaro Alosco della Commissione Ambiente dell'Ordine e, per Omnisyst, Fabio Sambin, Strategic Client Development Director, Fabio Giacomo Santomauro, direttore Marketing, e Luca Trevisanutto, Area Manager. Ha moderato l’evento la giornalista Maria Chiara Graziano.
“L'argomento - ha detto la consigliera Pecce - è di grande interesse e il concetto di economia circolare non riguarda solo il mondo industriale, ma tutti i campi dell'ingegneria in cui gli scarti e i rifiuti si possono trasformare da fattori dannosi per l'ambiente in risorse economiche. Il Consiglio ha organizzato l'evento, ritenuto importante, per fornire ai nostri iscritti una prospettiva moderna e inquadrata nella tutela dell'ambiente, che deve fare parte di tutte le attività di progettazione e gestione dei nostri professionisti”.
"Una grande occasione di crescita e confronto - ha detto Sambin a proposito del seminario - L’ampia partecipazione di ingegneri, accademici, studenti universitari e dottorandi PhD, oltre a delegati di imprese del territorio e stakeholder, ha dimostrato la volontà del territorio campano di dirigersi verso un futuro sempre più circolare".
Fabio Giacomo Santomauro ha enfatizzato come l'evento abbia offerto “una preziosa opportunità per approfondire la gestione dei rifiuti industriali, il ruolo fondamentale del sottoprodotto come abilitante alla simbiosi industriale e l’importanza della digitalizzazione in questo settore”.
Luca Trevisanutto, infine, ha delineato la composizione del tessuto industriale campano, evidenziando le aree produttive principali e la presenza di oltre 2000 operatori nel settore ambientale. “Tra i progetti sostenibili di rilievo sviluppati in Campania - ha detto Trevisanutto - va menzionato il progetto '100% Campania', nato nel 2013, che coinvolge aziende nella gestione della filiera dal macero al packaging, e il recente progetto 'Greenia', avviato nel 2023, volto a promuovere la sostenibilità ambientale attraverso tecnologie innovative di intelligenza artificiale”.
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ReBuild 2024, Greenaccord Onlus: “Cerchiamo di...
Il segretario generale di Greenaccord Onlus alla giornata inaugurale della decima edizione di ReBuild, la fiera dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito: “L’energia delle comunità energetiche viene prodotta in una dinamica di cooperazione”
“Le comunità energetiche sono al momento qualche decina. Il nuovo decreto è partito a gennaio, siamo in una fase di grande fermento e in una stagione di progettazione. Stiamo infatti cercando di mettere a terra quella che l'Unione europea definisce ‘democratizzazione dell’energia', ossia l'idea che l'energia da bene di consumo possa diventare bene comune, nella triassialità della sostenibilità - sociale, ambientale ed economica - da perseguire contestualmente. Siamo in questa stagione e speriamo tra qualche mese di avere un bilancio più maturo da commentare”. Sono le parole di Giuseppe Milano, segretario generale di Greenaccord Onlus, a margine del panel ‘I nuovi modelli per la transizione energetica: gli scenari del green sharing’, tenutosi nel corso della prima giornata di ReBuild - Meeting the next built environment.
In svolgimento al Centro congressi di Riva del Garda il 14 e 15 maggio 2024, ReBuild è la manifestazione dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito che quest’anno giunge alla sua decima edizione.
Milano entra poi nel dettaglio del significato di casa come parte di una comunità energetica: “L’energia che serve per soddisfare i fabbisogni dei soci aderenti alle comunità energetiche viene prodotta in una dinamica di cooperazione e, secondo quel che dice anche l’Arera, all'energia che viene condivisa viene anche riconosciuto un valore economico che, per esempio, può concorrere alla riduzione della bolletta. In un momento di grandi povertà energetiche in aumento e disuguaglianze, avere questo tipo di supporto male non fa” conclude.
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ReBuild 2024, Pulice (CDP – Rics Italia):...
"Rispetto ai valori che la finanza può promuovere per declinare la sostenibilità in prassi “un tema fondamentale, che soprattutto in questo periodo mi sento di enfatizzare, è quello dell’etica e della trasparenza. Tematiche che hanno a che fare prevalentemente con la ‘G’ dei criteri ‘Esg’, ovvero la governance". Così Massimiliano Pulice, presidente dell’Advisory board di Rics Italia e responsabile team advisor di Cassa depositi e prestiti, a margine del panel ‘Values drive value: valori che generano valore’, svoltosi nel corso della prima delle due giornate di ReBuild - Meeting the next built environment. In svolgimento al Centro congressi di Riva del Garda il 14 e 15 maggio 2024, ReBuild è la kermesse dedicata all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito che quest’anno giunge alla sua decima edizione.
“Parlo di trasparenza perchè in Rics la certificazione dei membri avviene dopo un assestment di comprovata track record legato alla reputazione - spiega Pulice - In Cassa Depositi e Prestiti rappresentiamo l'asse di consulenza che supporta gli enti centrali e locali nello sviluppare competenze legate all’implementazione e allo spending di investimenti di carattere europeo. La capacità di saper pianificare in modo chiaro e trasparente e di dimostrare quanto pianificato e quanto speso - conclude - è fondamentale per far crescere la credibilità del sistema Italia”.