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Bufera sull’Unrwa, dopo Usa anche Canada e Australia...

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Bufera sull’Unrwa, dopo Usa anche Canada e Australia sospendono fondi

L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha annunciato un'inchiesta sul presunto coinvolgimento di dipendenti nell'attacco del 7 ottobre. Gaza: "Morti più di 26.200 palestinesi nella Striscia"

Aiuti a Gaza (Afp)

Unrwa nella bufera. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha annunciato un'inchiesta sul presunto coinvolgimento di dipendenti nell'attacco del 7 ottobre in Israele.

"Il Governo italiano ha sospeso finanziamenti Unrwa dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso stessa decisione. Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele", ha annunciato in un post su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Dopo gli Stati Uniti anche Canada, Australia, Finlandia e Regno Unito hanno deciso la sospensione di ulteriori finanziamenti all'Unrwa. "Ho parlato direttamente con il Commissario generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, per manifestare la preoccupazione del Canada per le accuse secondo cui dipendenti dell'Agenzia sarebbero stati coinvolti nel brutale attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre 2023", ha scritto su X il ministro canadese per lo Sviluppo internazionale, Ahmed Hussen. Il Canada "accoglie con favore la disposizione all'Unrwa del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, affinché indaghi su queste accuse molto gravi".

Il Canada "ha temporaneamente sospeso qualsiasi ulteriore finanziamento all'Unrwa" per il tempo dell'inchiesta e se le accuse risulteranno fondate l'auspicio è che "l'Unrwa adotti misure immediate contro coloro che verrà stabilito sono stati coinvolti nell'attacco terroristico di Hamas". Nel frattempo "non verranno ridotti gli aiuti alla popolazione di Gaza" e il Canada conferma "forte preoccupazione per la crisi umanitaria" nell'enclave palestinese, chiedendo "a tutte le parti che rispettino il diritto umanitario internazionale".

"Sono molto preoccupanti le accuse di coinvolgimento di dipendenti dell'Unrwa nei terribili attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele", ha scritto su X la ministra degli Esteri australiana Penny Wong, comunicando che l'Australia "sospenderà temporaneamente l'erogazione di fondi".

"Sono molto gravi" le accuse secondo cui 12 dipendenti dell'Unrwa avrebbero partecipato alla strage del 7 ottobre, ha dichiarato sul social X il ministro finlandese del Commercio estero e dello Sviluppo, Ville Tavio, aggiungendo che i finanziamenti della Finlandia all'Unrwa saranno "temporaneamente sospesi" in attesa dell'esito di un'indagine "indipendente e approfondita".

Anche il Regno Unito ha deciso di sospendere temporaneamente i finanziamenti all'Unrwa. In una nota il Foreign Office ha affermato che il Regno Unito è "sconvolto" dalle accuse. "Sospendiamo qualsiasi finanziamento futuro all'Unrwa mentre esaminiamo le accuse", si aggiunge nella nota, "rimaniamo impegnati a fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che ne ha disperatamente bisogno".

Israele esorta altri Paesi a tagliare fondi

"Stati Uniti, Canada, Finlandia, Australia, Italia e Regno Unito hanno cessato i finanziamento all'Unwra a causa del coinvolgimento dello staff nel massacro del 7 ottobre, esorto altri paesi a fare altrettanto". Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, dopo aver rilanciato, fra gli altri, il post del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che annunciava la sospensione dei finanziamenti.

"Il legame fra l'Unwra e Hamas è innegabile", quando si ricostruirà Gaza bisognerà sostituirla con altre agenzie "dedicate ad una vera pace e lo sviluppo", afferma ancora Katz. "Lo ripetiamo da anni, l'Unwra perpetua la questione dei rifugiati, ostacola la pace e serve da braccio civile di Hamas", aveva scritto Katz in un tweet precedente, in cui ringraziava Stati Uniti e Canada per aver sospeso i fondi.

"Da anni lanciamo l'allarme: l'Unrwa perpetua la questione dei rifugiati, ostacola la pace, funge da braccio civile di Hamas a Gaza", aveva scritto già Katz, chiedendo all'Onu di "adottare misure personali immediate contro i vertici" dell'Agenzia.

"L'Unrwa deve pagare per le sue azioni - si legge nel post di Katz - L'Unrwa non è la soluzione, molti dei suoi dipendenti sono affiliati di Hamas con ideologie sanguinarie, contribuiscono ad attività terroristiche e preservano la sua autorità".

"Sotto la mia guida - ha aggiunto - il ministero degli Esteri israeliano vuole promuovere una politica che garantisca che l'Unrwa non farà parte del 'day after'". "Lavoreremo per avere sostegno bipartisan a questa politica negli Usa, nell'Ue e in altri Paesi - conclude - per fermare le attività dell'Unrwa a Gaza".

Hamas ha accusato Israele di compiere "minacce" contro l'Unrwa. "Chiediamo all'Onu e alle organizzazioni internazionali di non cedere alle minacce e ai ricatti" di Israele, la richiesta di Hamas in un post su Telegram, secondo quanto riportano i media israeliani.

Olp: "Da stop fondi a Unrwa rischi politici e umanitari"

Il segretario generale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), Hussein al-Sheikh, avverte che la decisione di alcuni Paesi di sospendere i finanziamenti all'Unrwa comporta "grandi rischi politici e di soccorso". "Chiediamo ai Paesi che hanno annunciato la cessazione del loro sostegno all'Unrwa di revocare immediatamente la loro decisione", ha affermato, aggiungendo che ciò "comporta grandi rischi di soccorso politico e umanitario in questo momento particolare". "Abbiamo bisogno del massimo sostegno per questa organizzazione internazionale e di non interromperne il sostegno", ha chiosato al-Sheikh.

Gaza: "Più di 26.200 morti dal 7 ottobre"

Sarebbero almeno 26.257 i palestinesi morti e 64.797 i feriti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. E' il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Secondo il ministero, riporta la tv satellitare al-Jazeera, nelle ultime 24 ore sono morti 174 palestinesi e altri 310 sono rimasti feriti.

A Gaza, il Nasser Hospital non è più in grado di fornire assistenza medica salvavita dopo che l'area di Khan Younis in cui si trova è stata sottoposta a un ordine di evacuazione ed è ora sotto i bombardamenti. Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia in una nota che nella Striscia di Gaza non esiste più una struttura sanitaria in grado di fornire cure mediche salvavita nel caso di un grande afflusso di feriti. Anche lo European Hospital - la seconda struttura ospedaliera più grande nel sud di Gaza dopo il Nasser in grado di fornire interventi chirurgici - ad oggi è irraggiungibile dalla popolazione e dal personale medico poiché le aree limitrofe sono sottoposte a un ordine di evacuazione.

Anp: "Cessate il fuoco immediato per obbligare Israele ad attuare misure Cig"

Il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha dichiarato in una nota che un cessate il fuoco "immediato" è "una condizione pratica per obbligare Israele, la potenza occupante, ad attuare le misure approvate dalla Corte internazionale di giustizia (Cig) per proteggere i civili e garantire i loro bisogni umanitari fondamentali". La nota arriva dopo che il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per prevenire atti di genocidio nella Striscia di Gaza.

"Il prosieguo di atti di genocidio da parte di Israele contro i palestinesi nella Striscia di Gaza è una sfida alla decisione della Corte. Ciò trascinerà la regione verso un'ulteriore distruzione sistematica mentre gli aerei da guerra israeliani continuano a prendere di mira ospedali e depuratori", ha aggiunto il ministero degli Esteri dell'Anp, condannando "la chiara intenzione israeliana di completare la distruzione di Gaza e trasformarla in un luogo inabitabile".

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Cloropricina, accuse Usa alla Russia sull’uso in...

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Quando è stato utilizzato l'agente chimico, a che scopo e quali sono i rischi? A rispondere è il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Cdc

Soldato russo in Ucraina - Afp

Accuse dagli Usa alla Russia sull'uso di armi chimiche nella guerra contro l'Ucraina. Secondo il Dipartimento di Stato americano, infatti, Mosca avrebbe "utilizzato l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche ". Ma cos'è la cloropicrina, quali sono gli effetti, quando è stata utilizzata e a che scopo? A rispondere è Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie Cdc, organismo di controllo sulla sanità pubblica negli Stati Uniti.

Cloropicrina, cos'è

Liquido oleoso da incolore a leggermente giallo, con un odore intensamente irritante, la cloropicrina - spiega il Cdc - è utilizzata in agricoltura come fumigante del terreno. La cloropicrina è stata utilizzata anche come agente di guerra chimica e come agente antisommossa. E stata inoltre utilizzata in grandi quantità durante la Prima guerra mondiale e ne sono state accumulate scorte anche durante la Seconda guerra mondiale. L'agente chimico non è più autorizzato per uso militare. La cloropicrina è infatti un irritante con caratteristiche di gas lacrimogeno.

Come si diffonde, gli effetti

La cloropicrina può essere rilasciata negli spazi interni e nelle aree esterne - anche in agricoltura, contaminando i prodotti - sotto forma di spray liquido (aerosol). L'agente chimico può contaminare sia l'acqua che il cibo e può essere assorbita sistemicamente attraverso l'inalazione, l'ingestione e la pelle. È gravemente irritante per i polmoni, gli occhi e la pelle, sottolinea il Cdc.

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Ucraina, Macron: “Non escluso invio truppe se Russia...

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Il presidente francese torna a mettere in guardia Mosca in un'intervista al The Economist: "Siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore"

Emmanuel Macron - Afp

Il presidente francese torna a mettere in guardia la Russia: in caso di sfondamento del fronte in Ucraina, l'invio di truppe di terra occidentali non è da escludere. Dalle pagine di The Economist, Emmanuel Macron torna su un concetto espresso a febbraio e che allora aveva fatto molto discutere.

"Se i russi dovessero andare a sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non è il caso - dovremmo legittimamente porci il problema", ha affermato. "Escluderla a priori, non equivale a trarre le conclusioni degli ultimi due anni", ha aggiunto, alludendo al primo rifiuto dei paesi della Nato di inviare carri armati e aerei, e al successivo ripensamento.

"Non escludo nulla - ha quindi sottolineato il presidente francese -, perché davanti a noi c’è qualcuno che non esclude nulla. Senza dubbio siamo stati troppo titubanti nel definire i limiti delle nostre azioni nei confronti di qualcuno che non li ha più e che è l'aggressore".

"Ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vincesse in Ucraina, non ci sarebbe sicurezza in Europa", ha poi rimarcato Macron aggiungendo: "Non dobbiamo escludere nulla, perché il nostro obiettivo è che la Russia non possa mai vincere in Ucraina".

"L'aggressività della reazione russa alle mie parole ha dimostrato che ha avuto l’effetto desiderato, ossia 'non pensare che ci fermeremo qui se non lo fai'".

E ancora: "La Francia è un paese che ha effettuato interventi militari, anche di recente. Abbiamo dislocato diverse migliaia di soldati nel Sahel per combattere il terrorismo che potrebbe rappresentare una minaccia per noi. Lo abbiamo fatto su richiesta di Stati sovrani", ha detto in riferimento all'operazione Barkhane delle forze armate francesi in Mali, Ciad, Burkina Faso, Mauritania e Niger contro gruppi terroristici islamici.

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Usa, non si fermano proteste pro-Gaza nelle università:...

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La polizia ha fatto irruzione nell'accampamento allestito dai manifestanti ma non sono stati segnalati incidenti

Manifestanti pro-Gaza nell'Università della California - (Afp)

Non si fermano proteste pro-Palestina nelle università americane. Nella notte la polizia ha fatto irruzione nell'accampamento allestito dai manifestanti nell'Università della California, Ucla, uscendo dopo qualche ora. Lo ha riferito la Cnn, secondo cui l'uscita degli agenti - contro cui urlavano i dimostranti - è avvenuta senza incidenti. E' rimasta solo una piccola presenza all'esterno del perimetro dell'accampamento, fa sapere l'emittente.

Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente. "La polizia ha lanciato un 'flashbang', quasi come una tecnica di distrazione, mentre avviava la sua operazione per smantellare l'accampamento", ha riferito la corrispondente di SkyNews. In precedenza le forze dell'ordine avevano chiesto via altoparlante ai manifestanti di lasciare il posto, dopo aver dichiarato illegale l'accampamento. I dimostranti nel campus di Los Angeles dell'Università della California, continuano intanto a urlare "Non ce ne andremo".

Diverse agenzie per la sicurezza hanno inviato sul posto le loro unità con compiti specifici: al Dipartimento di Polizia di Los Angeles è affidato l'incarico di mettere in sicurezza il perimetro, la California Highway Patrol entrerà nell'accampamento, il dipartimento dello sceriffo di Los Angeles sarà responsabile del controllo sulla folla. Le forze dell'ordine sul posto sono dotate di dispositivi di protezione, comprese maschere antigas, secondo le fonti citate dall'emittente.

Scontri tra gruppi filo israeliani e filo palestinesi

Ieri scontri tra gruppi di manifestanti filo israeliani e filo palestinesi sono scoppiati nel campus di Los Angeles. "Sono avvenuti orribili atti di violenza e abbiamo immediatamente chiamato la polizia", ha detto la vice rettrice. Un giornalista che lavora per il "Daily Bruin", giornale dell'università, ha riferito che i manifestanti filo Israele hanno lanciato "petardi, uno scooter, bottiglie d'acqua e gas lacrimogeni" contro il gruppo avverso.

Arrestati centinaia di manifestanti

Centinaia di manifestanti sono stati arrestati nelle ultime 24 ore durante le proteste che stanno infiammando i campus universitari negli Stati Uniti. Anche se le richieste dei manifestanti variano da università a università, la maggior protesta contro la guerra a Gaza e chiedono di disinvestire dalle aziende che sostengono Israele.

Università dell'Arizona: mercoledì le forze dell'ordine hanno usato palline di pepe e proiettili di gomma contro i manifestanti, ha detto l'università in una nota.

A New York, circa 300 persone sono state arrestate nell'operazione di polizia condotta per sgomberare i campus della Columbia e del City College dai manifestanti pro Gaza. Ancora da capire quanti di coloro che occupavano la Hamilton Hall della Columbia fossero studenti e quanti no. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha denunciato "un movimento per radicalizzare i giovani...non permetterà che questo accada".

Fordham University: almeno 15 persone sono state arrestate dopo che decine di manifestanti hanno allestito un accampamento all'interno dell'edificio Lowenstein dell'università, secondo una dichiarazione della scuola che ha chiesto al Dipartimento di Polizia di New York di essere nel campus almeno fino al 22 maggio.

Università di Buffalo: circa 16 persone sono state arrestate mercoledì sera dopo una protesta filo-palestinese al North Campus dell'università, ha detto la scuola in un comunicato.

Dartmouth College: Novanta persone sono state arrestate durante la protesta filo-palestinese di mercoledì con l'accusa di aver commesso reati tra cui violazione di domicilio e resistenza all'arresto, ha detto la polizia della città di Hanover nel New Hampshire.

Università del Texas a Dallas: almeno 17 arresti sono stati effettuati nel campus mercoledì sera, hanno detto i funzionari della scuola.

Università del Wisconsin-Madison: diversi manifestanti sono stati arrestati mercoledì, ha detto il cancelliere Jennifer L. Mnookin in una lettera alla comunità del campus.

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