La formazione di Pioli, sotto 2-1, ribalta il risultato nel finale del match
Il Milan vince 3-2 in extremis sul campo dell'Udinese nel match della 21esima giornata della Serie A 2023-2024 segnato dai cori razzisti contro il portiere rossonero Maignan. L'estremo difensore lascia il campo e la gara viene sospesa per alcuni minuti nel primo tempo
La sfida riprende e l'Udinese, sotto per il gol di Loftus-Cheek, ribalta la situazione con le reti di Samardzic e Thauvin. Nel finale, controsorpasso rossonero: Jovic pareggia e Okafor firma il definitivo 3-2 in pieno recupero. Il Milan in terza posizione sale a 45 punti. L'Udinese, a quota 18, resta ai margini della zona retrocessione.
La partita
L'Udinese prova a partire con atteggiamento aggressivo e affronta il Diavolo a viso aperto. I rossoneri, che si affidano alle iniziative di Loftus-Cheek e Pulisic, al 16' si fanno vivi con Giroud: il sinistro del centravanti viene respinto da Okoye. Dall'altra parte, l'Udinese prova a creare con gli strappi di Ebosele ma la difesa del Milan vigila. L'equilibrio salta al 31'. Theo Hernandez ara la fascia sinistra e mette in mezzo il pallone che Loftus-Cheek sfrutta al meglio: conclusione incrociata e 0-1.
Al vantaggio del Milan segue la vergogna dei cori razzisti intonati contro Maignan. Il portiere reagisce lasciando il campo, seguito dai compagni. L'arbitro Maresca sospende il match, da regolamento, e ordina la ripresa dopo alcuni minuti. Si ricomincia a giocare e l'Udinese pareggia al 42'. Samardzic fa tutto da solo liberandosi al limite dell'area e insaccando all'angolino con un piatto chirurgico: 1-1.
Il Milan cerca di riprendere il controllo del match, che diventa spigoloso e spezzettato da falli e ammonizioni. Al 62', la difesa rossonera va in bambola e consente a Thauvin di mirare e sparare: palla all'incrocio, 2-1. La reazione del Milan è frenetica: la formazione di Pioli cerca spazi che non trova, l'Udinese si difende con ordine e quando può riparte. Il Diavolo si rialza con l'ennesima iniziativa di Theo Hernandez, che ancora una volta accende la luce a sinistra offrendo il pallone buono a Giroud: la conclusione del francese viene respinta dalla traversa, Jovic è puntuale al tap-in di testa e firma il 2-2 all'83'. Al 93', il Milan mette la freccia per il sorpasso decisivo. Florenzi crossa, Giroud fa la torre e Okafor spara di collo pieno: 2-3, vittoria rossonera al fotofinish.
Sport
Roma, Juric esonerato: serve terzo allenatore in anno nero
Secondo licenziamento dopo quello di De Rossi. Mancini, Garcia, Ranieri, Allegri: i nomi in ballo
La Roma ha perso in casa con il Bologna ed ha aperto un'altra crepa nella sua crisi con il secondo esonero di un allenatore in meno di due mesi. Dopo la decisione di mandare via Daniele De Rossi, con sole 4 giornate alle spalle, il ko interno con i rossoblu ha convinto Dan e Ryan Friedkin a cambiare ancora e esonerare Ivan Juric. Tra i due licenziamenti sono passati appena 53 giorni, con pochi punti all'attivo e molte delusioni in campionato e Coppa. Il ds giallorosso Florent Ghisolfi è già al lavoro da tempo per il sostituto, visto che era chiaro a tutti il destino di Juric prima dell'ennesimo passo falso.
I nomi sull'agenda di Friedkin
I nomi che potrebbero fare al caso della Roma non sono molti: gli allenatori candidati devono conoscere il campionato italiano, avere carisma, credibilità in uno spogliatoio complesso e capacità di portare la Roma fuori d questa situazione prima che diventi ancora più complessa. Il primo nome su tutti sembra essere quello dell'ex ct dell'Italia e dell'Arabia Saudita Roberto Mancini, con un passato alla Lazio e e con l'ostacolo sulla durata del contratto. Il tecnico vorrebbe almeno un biennale, anche se non arrivano conferme di contatti diretti con il club. L'alternativa potrebbe essere rappresentata da Claudio Ranieri che conosce bene l'ambiente e potrebbe essere il giusto traghettatore per portare la nave in porto prima di un cambio definitivo in estate. In questo momento pare molto più difficile pensare ad un ritorno di Daniele De Rossi.
Altra carta di livello potrebbe essere quella di Massimiliano Allegri, che dopo l'esonero della Juventus è alla ricerca di un nuovo progetto, ma anche in questo caso a lungo termine. Nella rosa dei nomi anche l'attuale ct della Turchia Vincenzo Montella. Ci sono poi le possibili alternative straniere, come il francese ed ex tecnico giallorosso Rudi Garcia che però male ha fatto al Napoli, dove è stato esonerato. Altri profili circolati in queste ore sono quelli di Frank Lampard, Graham Potter e Edin Terzic. Un'altra scommessa, forse troppo per un'annata già complicatissima.
Esteri
Trump esclude Pompeo e Haley, vuole solo...
Non ci saranno l'ex segretario di Stato e l'ex ambasciatrice delle Nazioni Unite
Nel governo di 'fedelissimi' che sta costruendo Donald Trump non figureranno l'ex segretario di Stato Mike Pompeo e l'ex ambasciatrice delle Nazioni Unite Nikki Haley, che potrebbero aver pagato alcuni diverbi passati con il neoeletto presidente. In un post pubblicato sul social network Truth, è lo stesso tycoon ad annunciare l'esclusione dei due repubblicani: “Ho apprezzato molto lavorare con loro in precedenza e vorrei ringraziarli per il loro servizio al nostro Paese”. Ma la decisione di Trump rivela quella che sarà la parola d'ordine nel processo di selezione della prossima squadra di governo: lealtà.
Haley ha corso contro Trump nelle primarie repubblicane e non l'ha accompagnato nella campagna presidenziale. Pompeo, ex segretario di Stato, aveva condannato l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, attirandosi le antipatie del popolo 'Maga', che da allora lo vede come un rappresentante dell'establishment. Secondo Politico, l'ex direttore della Cia avrebbe a lungo considerato di candidarsi alla presidenza nel 2024, salvo poi scegliere di non sfidare Trump per la nomination repubblicana. Sia Haley che Pompeo hanno appoggiato la candidatura del tycoon molto più tardi rispetto ad altri ex funzionari della prima amministrazione.
Secondo quanto riferito a Politico da due fonti, Pompeo stava facendo degli sforzi concreti per diventare il nuovo segretario alla Difesa, e in molti lo consideravano tra i favoriti, ma la sua candidatura si sarebbe scontrata con l'accesa opposizione delle persone più vicine al tycoon, tra cui il figlio Donald Trump Jr. e il commentatore di estrema destra ed ex conduttore di Fox News Tucker Carlson.
“C'è il desiderio di non avere persone con ambizioni presidenziali che usino i posti nel gabinetto di Trump come trampolino di lancio - ha detto una delle fonti, ex funzionario dell'amministrazione Trump - È stato scottato in passato da Mike e da Haley, e le loro idee di politica estera non sono allineate a quelle del presidente”.
Esteri
Partita Francia-Israele, mobilitate 4mila forze...
Macron sarà giovedì alla partita in programma allo Stade de France
Schieramento imponente di forze dell'ordine per la partita Francia-Israele di Nations League in programma giovedì prossimo allo Stade de France. Un incontro ad "alto rischio", come ha detto il prefetto di Parigi, Laurent Nuñez, confermando su Bfmtv che saranno mobilitate 4.000 forze dell'ordine, tra Polizia e Gendarmerie, un "dispositivo estremamente rafforzato".
Circa 1.600 agenti della sicurezza saranno mobilitati allo Stade de France e il Raid, unità d'élite della Polizia francese, scorterà la squadra israeliana, ha precisato, parlando di un match in un "contesto geopolitico molto teso" dopo i fatti di Amsterdam in concomitanza con la partita tra Ajax e Maccabi Tel Aviv. A Parigi, ha detto Nunez, sarà 'tolleranza zero' in caso di disordini prima e dopo l'incontro. "Non tollereremo eccessi né disturbi dell'ordine pubblico", ha affermato, ribadendo che saranno "estremamente rafforzati" i controlli all'ingresso dello stadio.
Nunez ha anche annunciato il divieto di esporre bandiere palestinesi allo Stade de France in occasione della partita. In un'intervista ai media francesi, ha dichiarato: “Negli stadi non ci possono essere messaggi a sfondo politico, comprese le bandiere palestinesi. Nello stadio saranno presenti solo bandiere francesi e israeliane”.
Alla partita assisterà anche il presidente francese Emmanuel Macron. Lo ha annunciato l'Eliseo, secondo cui la presenza di Macron è stata voluta per “inviare un messaggio di fratellanza e solidarietà dopo gli intollerabili atti di antisemitismo che hanno seguito la partita di Amsterdam questa settimana”.
Consiglio di sicurezza: israeliani non vadano a partita Francia-Israele
Il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano esorta i connazionali a non andare giovedì a Parigi per la partita Francia-Israele, nel timore di disordini e violenze simili a quelli avvenuti nei giorni scorsi ad Amsterdam. In una nota si legge: "Il Consiglio di Sicurezza Nazionale raccomanda agli israeliani all'estero di prendere precauzioni (...) in particolare la prossima settimana, di evitare di recarsi ad eventi sportivi e culturali che coinvolgano gli israeliani, in particolare l'imminente partita della nazionale israeliana a Parigi".
“Negli ultimi giorni sono stati individuati diversi appelli tra i filopalestinesi e i sostenitori dei gruppi terroristici per fare del male a israeliani ed ebrei, sotto la copertura di proteste e dimostrazioni e approfittando della partecipazione di massa (a eventi sportivi e culturali) per massimizzare i danni e l'esposizione mediatica”, si legge nel comunicato del Consiglio di sicurezza nazionale.
Si sconsiglia, oltre a Parigi, anche di recarsi in città in cui ci sono minacce a ebrei e israeliani, tra cui Bruxelles, Amsterdam e altre “città centrali britanniche” non specificate. Il comunicato suggerisce infine agli israeliani che viaggiano all'estero di evitare d'identificarsi come tali, e avverte i viaggiatori di informarsi sui rischi nelle loro destinazioni, e sulla presenza di “immigrati provenienti da Paesi contrari a Israele”.