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Evoluzione delle azioni Telecom: l’analisi completa di SoldiExpert SCF

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Milano 9 gennaio 2024. La relazione fra il gruppo TIM e l’azione Telecom ha radici lontane, che risalgono a oltre un secolo fa. A seguito della privatizzazione parziale, avvenuta nel 1997, l'azienda ha vissuto una serie di importanti trasformazioni, inclusi cambi di proprietà e tentativi di scalata. Attualmente, pur essendo un gigante nel settore delle telecomunicazioni e focalizzandosi principalmente sul mercato italiano, la gestione dell'azienda è passata da tempo sotto il controllo di entità estere.

Anche per ciò che riguarda il futuro di TIM e dell'azione Telecom, le prospettive sono incerte, con molte variabili da considerare e un contesto in continua evoluzione. Cerchiamo di capire, allora, quali sono i punti di forza e di debolezza delle azioni Telecom, la loro evoluzione e le tendenze future grazie all’analisi di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente

Andamento dell’azione Telecom dal 1997

Dopo il suo debutto in borsa nel 1997, Telecom viene ben presto risucchiata nel fervore dei titoli del futuro, come le telecomunicazioni e internet. Nel periodo tra la fine del 1998 e l'inizio del 2000, il valore delle azioni è aumentato notevolmente, passando da 0,6 euro a 9 euro. Tuttavia, successivamente, ha subito un calo significativo, continuando a scendere fino a sotto 0,2 euro nell’ottobre 2023 prima di risalire intorno agli 0,3 euro attuali.

Andamento delle azioni Telecom dal 2013

Perfino prendendo in esame un periodo più circoscritto, il trend delle azioni Telecom non cambia anche se, per lo meno, è più semplice distinguere meglio i movimenti del prezzo. Da i massimi raggiunti nell’ottobre 2015, il valore delle azioni è calato dell'80%. In aggiunta, nonostante i prezzi fossero già diminuiti, negli ultimi due anni l'azione Telecom ha registrato un’ulteriore perdita di circa il 50%.

I settori di attività delle azioni Telecom

Il gruppo TIM, a cui appartiene l'azione Telecom, opera principalmente in tre settori: telecomunicazioni, tecnologia dell'informazione e media – intrattenimento. Per ciò che concerne le telecomunicazioni, l’azienda rappresenta il principale operatore italiano e offre un ampio ventaglio di soluzioni, che includono telefonia mobile e fissa, servizi dati e televisivi.

Invece, in merito al settore IT, il gruppo fornisce servizi come web hosting, soluzioni cloud e misure di sicurezza. Questi primi due servizi sono dedicati sia ai clienti privati che alle aziende, e includono soluzioni per il Cloud, l'IoT (Internet of Things) e la Cybersecurity.

Parlando invece dell’offerta riguardante l’ambito dell’intrattenimento, la società, attraverso la sua divisione TIMvision, propone soluzioni multimediali, servizi di intrattenimento, applicazioni e servizi digitali di streaming on demand. In particolare, permette agli utenti di accedere a un'ampia varietà di contenuti, come film, serie TV, programmi per bambini, documentari, eventi sportivi, concerti e molto altro. Il servizio è disponibile non solo per i clienti TIM, ma anche per utenti esterni, attraverso la sottoscrizione di un apposito abbonamento.

Oltre che nel mercato italiano, poi, TIM opera anche in Sudamerica, mediante la sua controllata TIM Brasil. Rappresenta uno dei principali attori nel mercato brasiliano delle comunicazioni. Mentre tramite l’altra sua controllata Telecom Argentina, offre servizi di telecomunicazioni fisse e mobili nel Paese.

Gli azionisti più rilevanti delle azioni Telecom

Attualmente, il principale azionista del gruppo TIM (di cui fa parte l’azione Telecom), è Vivendi, realtà francese attiva nel settore dei media e delle comunicazioni, in possesso di quasi il 24% delle azioni. Segue, con una quota leggermente inferiore al 10%, lo Stato Italiano tramite la Cassa Depositi e Prestiti.

Esistono, poi, numerose partecipazioni rilevanti, cioè superiori al 3%, da parte di diversi fondi di investimento italiani ed esteri, tra cui Vanguard e Blackrock. Tuttavia, questo scenario è destinato a cambiare con il piano di vendita della rete infrastrutturale.

Azione Telecom: gli ultimi dati di bilancio

Nel terzo trimestre del 2023, non soltanto le azioni Telecom, ma l'intero gruppo TIM ha mostrato margini di miglioramento, sia rispetto all'anno precedente sia in confronto alle previsioni degli analisti.

I ricavi hanno registrato una crescita del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e i margini EBITDA sono aumentati del 6,9%. Tali cifre indicano segni di stabilità e crescita per la società, sebbene si trovi in un contesto in continua evoluzione. Tuttavia, nonostante i segnali positivi, nel passaggio dal margine lordo alla redditività dell'azienda, il risultato rimane comunque negativo.

Piano aziendale e impatto sulle azioni Telecom

All'inizio di novembre, il CdA di TIM, di cui fanno parte le azioni Telecom, ha accettato l'offerta di acquisizione di NetCo da parte del fondo statunitense KKR. NetCo gestisce, sostanzialmente, tutte le infrastrutture di rete TIM.

Durante le trattative, il Governo italiano ha esercitato la Golden Power per assicurarsi una quota minoritaria in NetCo. L'offerta di KKR, approvata a maggioranza, è stata valutata tra i 18 e i 22 miliardi. Tuttavia, a metà dicembre, TIM ha deciso di estendere fino alla fine di gennaio 2024 il termine concesso a KKR per completare le attività di due diligence e presentare un'offerta finale su Sparkle. Sparkle possiede una rete proprietaria in fibra che si estende per circa 540.000 km, attraversando Europa, Africa, le Americhe e l'Asia.

Attualmente, Vivendi, il maggior azionista di TIM e di conseguenza delle azioni Telecom, non sembra aver accolto favorevolmente la decisione e ha pertanto presentato un ricorso. Nonostante ciò, l'operazione dovrebbe consentire a TIM di ridurre una buona parte del suo debito, che è stimato in circa 14 miliardi di euro.

Diversi dettagli dell'accordo rimangono tutt’ora da definire, fra cui, ad esempio, il piano industriale della società di servizi, dopo la vendita della rete infrastrutturale.

I punti di forza e le debolezze delle azioni Telecom

Tra i punti di forza delle azioni Telecom Italia spiccano una consolidata presenza nel mercato domestico e un significativo aumento di ricavi ed EBITDA (margine operativo lordo), segnali di una gestione migliore rispetto al passato.

Nonostante ciò, permangono numerose incertezze riguardo al piano di vendita della parte della rete infrastrutturale (NetCo). Tra queste, ad esempio, il nuovo assetto della società, che manterrà solo la divisione dei servizi e dovrà quindi affrontare i costi di affitto o utilizzo della rete.

Oltre, quindi, ad un leggero sollievo a breve termine dell'esposizione finanziaria, rimane ancora in dubbio quale sarà l'entità dei canoni per l'utilizzo della rete che verrà venduta a KKR, con Telecom che passerà da proprietaria a locataria. In questo tipo di operazioni, l'esperienza dimostra che chi acquista da un venditore in posizione debole ha maggiori possibilità di realizzare un affare vantaggioso.

È dunque troppo presto per esprimere un giudizio di merito sia sull'operazione di vendita della rete fissa sia sulla sostenibilità del business della futura TIM, e quindi delle azioni Telecom.

I costi fissi pesano sull’azione Telecom

L'azione Telecom si trasformerà presto in una società simile a Iliad (l'ultimo entrato nell'arena, ma molto aggressivo) o ai suoi competitor tradizionali, ma con una struttura di costi (dal personale alla struttura stessa) molto più onerosa rispetto ai concorrenti più agili. Positiva, tuttavia, rimane l'esposizione nel mercato brasiliano con TIM Brasil, che rappresenta per il gruppo una fonte di reddito molto proficua.

La vendita della rete infrastrutturale è diventata quasi un passo obbligato, considerando l'enorme entità dell'indebitamento, che aveva raggiunto i 31 miliardi di euro, mentre l'offerta di KKR per NetCo si basa su un enterprise value di 21 miliardi di euro. Attualmente, tale dismissione appare simile alla vendita dei "gioielli di famiglia" per un gruppo che è passato da una valorizzazione di mercato di oltre 100 miliardi di euro all'inizio del 2000 agli attuali 6 miliardi.

Le considerazioni finali di SoldiExpert SCF sulle azioni Telecom

La complessità della storia, della situazione attuale e persino delle potenziali evoluzioni del gruppo TIM, e quindi degli impatti sul titolo, rendono l'analisi e l'interpretazione dello scenario dell'azione Telecom particolarmente difficile.

Diversi risparmiatori, in possesso di azioni Telecom Italia, si domandano se valga la pena tenerle o liberarsene. Come vale per tutte le azioni, anche quelle Telecom andrebbero considerate all’interno di un paniere o di un portafoglio più ampio e articolato. Infatti, non è selezionare una singola azione che può fare la differenza, quanto più creare dei portafogli solidi e vari, che consentano di affrontare i mercati con tranquillità e in questi lustri l’Ufficio Studi di SoldiExpert SCF ha consigliato di tenersi ben lontani dal titolo non facendosi attrarre dalle false sirene che cercavano di attrarre i risparmiatori sull’azione. Dai report di numerose banche d’affari con target price sempre molto positivi alla falsa pista dei generosi dividendi pagati (solo nell’ultimo decennio il titolo ha perso il 60% tenendo conto delle cedole staccate).

SoldiExpert SCF, come società di consulenza indipendente, affianca i propri clienti nella costruzione di portafogli diversificati e nelle scelte di investimento. Gli esperti, infine, sono in grado di offrire consulenze ad hoc (una tantum o continuative) a seconda delle proprie esigenze finanziarie personali e familiari.

Informazioni su SoldiExpert SCF

Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.

Link e approfondimenti

Sito ufficiale: https://soldiexpert.com

Newsletter gratuita: https://soldiexpert.com/lettera-settimanale/

E-mail: ufficiostudi@soldiexpert.com 

Canale video Youtube: https://www.youtube.com/user/SoldiExpert

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Festival Regionale dell’Economia Civile, conclusi i lavori...

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Festival Regionale dell’Economia Civile, conclusi i lavori a Rieti: dialogo tra istituzioni, associazioni e territorio per un nuovo paradigma economico

Roma, 18 maggio - Si è conclusa, dopo tre giorni di lavoro a Rieti, la prima edizione del Festival Regionale dell’Economia Civile, tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2024, promossa da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzata e progettata con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzata grazie all’impegno del Comitato locale di Rieti coordinato da Campagna Sabina.

Luca Raffaele (Direttore NeXt Economia e membro del Comitato promotore del Festival Nazionale dell’Economia Civile) ha dichiarato: «È importante dare continuità a questo tipo di eventi, cercando di capire anche e soprattutto l’impatto che effettivamente hanno per le strategie di sviluppo locale. Questo primo Festival Regionale può rappresentare l’occasione di elaborare e sperimentare il primo modello di Distretto di Economia Sociale e Civile in Italia, che possa rendere stabile il lavoro di co-programmazione e co-progettazione svolto dalle organizzazioni pubbliche e private di un territorio. Ciò può generare nuove filiere produttive a impatto sociale, a partire dall’utilizzo di strumenti di finanza sociale e di Patti di Comunità».

Per Laura Ciacci (Coordinatrice Comitato Locale di Rieti) «essere i primi a portare questo tipo di rassegna è motivo di soddisfazione, soprattutto comprendendo che eventi del genere possono svolgere un ruolo fondamentale nel portare nelle diverse realtà una visione nuova e innovativa, come quella dell’economia sociale e civile. Per aumentare la partecipazione sul territorio lanceremo con il Festival nazionale una call per coinvolgere e valorizzare tutte le buone pratiche di economia sociale e civile presenti nella provincia di Rieti».

Daniele Sinibaldi (Sindaco di Rieti) ha detto: «La sfida che dobbiamo lanciare e che stiamo cercando di fare anche come amministrazione comunale è quella di iniziare un percorso serio su questo tema, coinvolgendo tutti gli attori del territorio, perché è necessario un reale cambio di paradigma. Non può naturalmente limitarsi come percorso alle iniziative culturali, ma ha bisogno di trovare un terreno di concretezza. Per questo motivo ci proponiamo volentieri di impegnarci insieme al comitato locale del festival e a chiunque voglia essere partecipe di questo processo».

Claudia Chiarinelli (Assessore Sviluppo Economico e Lavori Pubblici Comune di Rieti): «Rieti deve essere orgogliosa di aver ospitato questo evento pre-festival, ma ancor di più deve saper fare tesoro di ciò che questa tre giorni lascia. Confronti, dibattiti e conferenze che hanno lanciato un messaggio chiaro: il tessuto cittadino può e deve cogliere, comprendere la necessità di fare sistema, fare rete ad ogni livello coniugando l’iniziativa privata con quella pubblica, istituendo un tavolo istituzionale di lavoro dedicato all’economia sociale e civile».

LINEE GUIDA PER L’ECONOMIA SOCIALE E CIVILE

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Festival Regionale dell’Economia Civile, il ruolo...

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Festival Regionale dell’Economia Civile, il ruolo dell’economia sociale e civile nel futuro dell’Europa

Roma, 18 maggio 2024 - Proseguono, a Rieti, i lavori del Festival Regionale dell’Economia Civile, che vuole coinvolgere le comunità locali in tutte le componenti della società civile come attori di economia sociale e civile per dare prospettive di miglioramento.

Di territori e visione futura, si è parlato nel corso del dibattito pubblico tenutosi a Palazzo Aluffi – Polo Universitario di Rieti, Sabina Universitas. Andrea Ferrante (Biodistretto Amerina e delle Forre) ha dichiarato: «Lavoriamo per ricordare che cibo è diritto e non una merce, è un servizio alla comunità. Il Lazio è l’unica regione italiana dove l’area metropolitana fa 4/5 della popolazione regionale, per cui purtroppo spesso si ha una visione alquanto Roma-centrica, ma l’Italia è fatta anche di quei piccoli territori fondamentale anche per l’economia sociale».

«Slow Food come associazione no profit si trova perfettamente ad agio nell’ambito dell’economia sociale. Mi viene in mente il tema a noi molto caro dell’agricoltura sociale, dove si ha la possibilità di far incontrare due realtà da sempre vicine ma che i recenti sviluppi dell’agro-industria hanno sempre più disgiunto» ha dichiarato Luigi Pagliaro (Presidente di Slow Food Lazio).

Enza Bufacchi (Direttrice CNA Rieti) ha spiegato: «La CNA già oggi nella sua azione favorisce questi processi con le sue iniziative progettuali. Penso al progetto “Vivaio”, una piccola incubatrice di impresa con cui stiamo facendo moltissimo orientamento alla creazione di impresa per poi accompagnare nel percorso alcune delle persone che arrivano a raggiungere il proprio obiettivo».

Si è poi parlato di action plan europeo, con Paola Ferrara (Sustainability Manager Confcooperative e Direttrice Coopermondo) che ha dichiarato: «Con questo Festival stiamo cercando di contaminare un’economia che per algoritmi e per far quadrare i bilanci tende troppo a mettere al centro il profitto trascurando però gli aspetti più sociali ed umani dell’economia stessa. Si deve tornare a considerare l’uomo in quanto tale, non solamente come strumento economico».

Gianluca Salvatori (Segretario Generale Euricse, osservatore task force ONU economia sociale e solidale): «Lo scopo con cui è nata l’UE era il consolidamento di uno spazio di libero mercato, libera circolazione ecc. Negli ultimi 15 anni, però, abbiamo vissuto un filotto di crisi che hanno smentito la teoria secondo cui il mercato è capace di risolvere ogni problema, inducendo le autorità internazionali a rivedere il proprio impianto ideologico, introducendo l’idea che è possibile un nuovo tipo di economia guidato dagli obiettivi sociali».

Per Leonardo Pofferi (Direttore Ufficio Confcooperative Bruxelles): «Avremo presto nuovi interlocutori politici a livello europeo, cui chiederemo di consolidare il percorso fino ad oggi percorso, ribadendo che la direzione intrapresa verso la tutela dei diritti all’interno dell’economia non deve e non può essere variata».

Vanessa Pallucchi (Portavoce Forum Terzo Settore): «Tutto il mondo del terzo settore, dal volontariato alle fondazioni, svolge e ha svolto in questa transizione - fortemente caratterizzata da un liberalismo capitalista - un grande ruolo di equilibrio e tutela rispetto alla questione sociale. Se alcune questioni importanti, per esempio quelle legate alla disabilità, hanno assunto una posizione centrale, molto si deve ai cittadini attivi e alla loro capacità di essere corpo unito».

Daniela Freddi (Responsabile del Piano per l’Economia sociale, città metropolitana di Bologna): «In questo momento il focus deve essere sull’economia sociale, finora troppo trascurata. La politica al riguardo deve essere sì guidata dalle Pubbliche Amministrazioni ma allo stesso tempo deve essere capace di coinvolgere tutti gli attori presenti sul territorio, prendendone in considerazione i naturali rapporti di competizione ma costruendo contestualmente un perimetro in cui quegli stessi soggetti possano riuscire a collaborare».

Monica di Sisto (Vice Presidente Fairwatch): «Si avverte la necessità di uscire da un’ottica in cui si presta attenzione solamente all’economia finanziaria e delle grandi imprese volte solo al profitto, per recuperare una visione più vicina alle piccole realtà imprenditoriali operanti nei territori, rimettendo così al centro la persona rispetto al guadagno».

Simona De Giorgio (Coordinatrice del Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino e della piattaforma progettuale Torino Social Impact): «Per favorire lo sviluppo dell’economia sociale e civile le P.A. devono dialogare con tutte le componenti del territorio, partendo da quelle produttive a quelle associazionistiche e anche le altre P.A. come il settore bancario o della ricerca. Il tema è favorire la nascita di ecosistemi e sicuramente questo Festival è un passo avanti in questa direzione».

Giovanni Betti (Ufficio Federcasse di Bruxelles): «Il nostro tentativo è stato quello di porre davanti alla Commissione e alle istituzioni europee, a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Action Plan, la necessità di dare maggiore attenzione al tema dell’economia sociale anche tramite un maggiore sostegno a quelle imprese che scelgono di correre un maggiore rischio magari scegliendo di non delocalizzare e cercando un tipo di sviluppo sostenibile».

Leonardo Tosti (Vicepresidente Camera di Commercio Rieti-Viterbo): «Il primo passo da fare per avviarsi verso un’economia più civile e sostenibile è quello di acquisire più consapevolezza come consumatori, partendo dal considerare con maggiore meticolosità l’intera filiera che accompagna il prodotto dall’inizio del processo di produzione fino ad arrivare al termine dell’utilizzo».

Il Festival Regionale dell’Economia Civile è una tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile2024 ed è promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia perTutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzato grazie all’impegno di Campagna Sabina.

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/festival-regionale-delleconomia-civile

LINEE GUIDA PER L’ECONOMIA SOCIALE E CIVILE

https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/linee-guida-per-uneuropa-sociale-civile-e-partecipata/

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Festival Regionale dell’Economia Civile:focus su territori...

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Festival Regionale dell’Economia Civile:focus su territori e visione europea

Roma, 18 maggio 2024 - Seconda giornata di lavori per il Festival Regionale dell’Economia Civile in corso a Rieti, tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2024, promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzato grazie all'impegno di Campagna Sabina.

Dopo una mattinata di incontro con le scuole, nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con il panel “Strategie per lo sviluppo locale sostenibile, partecipato e civile”, nel corso del quale si sono susseguiti interventi di rilievo.

Leonardo Becchetti (Direttore Festival Nazionale Economia Civile e Co-fondatore NeXt Economia) ha dichiarato: «La comunità sociale economica è composta da grandi aree urbane, ma anche da tantissime realtà interne che, con la crisi demografica, sono a rischio. Qui le popolazioni, troppo spesso, non sono al centro dell’attenzione e soffrono di una diseguaglianza di rappresentazione. Fare un Festival di questo tipo a livello regionale è importante, perché certifica l’attenzione dell’economia civile ai problemi del territorio».

Maurizio Aletti (Direttore Generale di Federlus) ha sottolineato come «le banche di credito cooperativo svolgono un ruolo significativo contro lo spopolamento bancario. Molti istituti lasciano i territori perché, dal loro punto di vista, sono meno redditizi. Le banche di credito cooperativo, al contrario, cercando di mantenere i presidi territoriali per i soci ed i clienti delle comunità locali e nel lazio tale azione è significativa».

Pinuccia Niglio (Prefetto di Rieti) ha dichiarato: «La sicurezza non è lontana dalla felicità, dalla società felice. È evidente, d’altronde, la coincidenza tra gli scopi dell’economia sociale e civile e gli obiettivi principali della nostra Costituzione. Le Istituzioni, non va dimenticato, hanno il dovere di rimuovere ciascuno ostacolo che impedisca la piena realizzazione della persona».

Per Cristina De Luca (Presidente CSV Lazio) «il volontariato è uno di quei soggetti presenti sul territorio che devono lavorare in ottica di relazione tra di loro, superando steccati un tempo ideologici, per permettere maggiore consapevolezza verso l’impegno gratuito che pone al centro la persona, anche superando le disuguaglianze. Il volontariato irradia l’impegno del singolo rendendolo impegno comunitario, il tutto riuscendo a tenere lo sguardo a presente e congiuntamente al futuro».

Stefania Mancini (Presidente Assifero) ha ricordato come ci siano «centinaia di migliaia di fondazioni ed enti filantropici in Europa. Le Fondazioni al momento sono dall’UE comprese nel piano di azione dell’economia sociale come soggetti strategici e non solo finanziatori grazie a uno straordinario processo di lettura dei territori. Le cosiddette Fondazioni di comunità a livello territoriale sono una prassi molto interessanti da considerare in questo quadro, poiché vivono esclusivamente se avallate dai soggetti che rappresentano i diritti degli abitanti del territorio e dagli abitanti stessi. Le Fondazioni non di comunità, invece, hanno il diritto e il dovere di aiutare le organizzazioni locali, comprese quelle di volontariato, svolgendo un ruolo altrettanto importante per i territori».

«In Italia si è accentrato tutto nelle grandi città, soprattutto a livello di sviluppo economico. Tutto ciò ha depauperato le aree interne, che si sono impoverite demograficamente. Come Regione Lazio vogliamo dare nuova linfa alle aree interne» ha dichiarato Manuela Rinaldi (Assessore Lavori Pubblici, Politiche di Ricostruzione, Viabilità, Infrastrutture, Regione Lazio).

Dal territorio, il focus si è spostato all’internazionalità con il panel “L’economia sociale e civile in Europa”. «L’economia sociale guarda a soggetti aggregati e strutturati, ponendosi obiettivi concreti. Se parliamo di economia civile, però, dobbiamo avere un respiro più ampio e un orizzonte dove non c’è chi sta dentro e chi sta fuori. In economia civile le persone provano a sentirsi parte di una comunità con un legame più profondo con l’idea dei territori e il benessere collettivo» ha detto Francesca Coleti (Responsabile Terzo Settore ed economia sociale ARCI Nazionale).

Per Paolo Dalla Sega (Manager Culturale Greccio 2023, Curatore Piano di politiche culturali Trento 2034) «bisogna insegnare ai territori che si raggiungono più risultati in logica di rete. Questo è il fondamento dell’economia sociale e civile: tenere insieme mondi che viaggiano separati, perché insieme si raggiungono traguardi più importanti. Nelle aree interne il protagonismo si traduce troppo spesso in particolarismo. Bisogna superare questi sentimenti irrazionali e cominciare a crescere insieme, condividendo obiettivi».

Silvia Stilli (Portavoce AOI Cooperazione E Solidarietà Internazionale) ha evidenziato come «l’economia civile in Italia è un dato caro e assodato se parliamo del suo valore. Purtroppo non per la sua diretta applicazione. A livello europeo, invece, c’è differenza e siamo ancora un po’ indietro. Il nostro Paese ha più senso di comunità per sviluppare economie più sostenibili che siano di giustizia sociale, di felicità e benessere complessivo».

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

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