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Gaza, 35 morti in attacco a campi profughi. Usa abbattono...

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Gaza, 35 morti in attacco a campi profughi. Usa abbattono drone e missile Houthi

Israele espande operazioni militari a Khan Younis. La denuncia Onu: "Fuoco israeliano contro convoglio aiuti". 35 morti in attacco notturno a campi profughi nella Striscia

Fumo sulla città di Khan Younis, a Gaza (Afp) - Afp

I mediatori del Qatar hanno detto ad Israele che Hamas "è d'accordo in linea di principio" alla ripresa dei negoziati per il rilascio di altri ostaggi in cambio di settimane di tregua a Gaza. Lo riporta il sito Walla, citato da Times of Israel.

Citando tre fonti israeliane, il sito riporta che Israele sta rispondendo "con cautela" al messaggio, sottolineando che emergerà velocemente se la disponibilità di Hamas è veramente seria.

I negoziati - viene ancora riferito dalle fonti - continuano ad essere incentrati sulla proposta presentata dal capo del Mossad, David Barnea, che prevede il rilascio di una quarantina di ostaggi, tra i quali donne ancora in mano di Hamas, uomini sopra i 60 anni e persone con problemi di salute. In cambio Israele fermerebbe le operazioni militari a Gaza per una settimana o due e rilascerebbe un numero di prigionieri palestinesi.

Una delle fonte israeliane definisce il messaggio arrivato dai mediatori del Qatar "molto preliminare", ma lo descrive comunque come "uno sviluppo positivo". "Ci muoviamo da una situazione congelata ad una molto fredda", sintetizza con un'immagine. Più negativa un'altra fonte, per la quale Israele deve ancora ricevere un'offerta concreta dal Qatar e sta aspettando ulteriori dettagli, aggiungendo, che "in ogni caso le distanze rimangono ampie".

In precedenza il Jerusalem Post aveva riportato la posizione di Hamas: gli ostaggi trattenuti dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza non verranno rilasciati fino "alla fine dell'aggressione israeliana". "Ribadiamo che non ci sarà nessun accordo per uno scambio di prigionieri né ci saranno negoziati sotto i bombardamenti", affermava il gruppo, dicendosi però "aperto a qualsiasi iniziativa che possa porre fine a questa guerra genocida israeliana".

Israele espande operazioni militari a Khan Younis

L'esercito israeliano ha annunciato oggi una "espansione" delle operazioni militari nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e nei dintorni, nell'ambito dell'offensiva lanciata dopo gli attacchi di Hamas. "Le forze di difesa israeliane (Idf) stanno espandendo le loro attività a Khan Younis", afferma l'esercito in una dichiarazione sul suo sito web, in cui aggiunge di aver "eliminato" "dozzine di terroristi" nelle operazioni effettuate durante l'ultimo giorno nella Striscia.

Già sovraffollato e sotto continui bombardamenti, il sud della Striscia di Gaza continua ad 'accogliere' sfollati e a Rafah si stima vivano più di 12.000 persone in ogni singolo chilometro quadrato e la città è diventata lo specchio della crescente crisi. Ma "la guerra non è vicina alla fine", come ha detto nei giorni scorsi il premier israeliano Benjamin Netanyahu mentre nella zona di Rafah - ha denunciato l'Organizzazione mondiale della sanità - è diventato sempre più difficile consegnare forniture sanitarie e carburante agli ospedali ancora aperti perché i palestinesi fermano i convogli alla disperata ricerca di cibo.

A Gaza oltre 21.500 morti

E' salito intanto a 21.507 il numero dei palestinesi che hanno perso la vita nella Striscia di Gaza da quando è iniziata la rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Gaza aggiungendo 55.915 feriti al bilancio. Solo nelle ultime 24 ore sono 187 i palestinesi uccisi nei raid israeliani, ha riferito il ministero guidato da Hamas.

Onu denuncia: "Fuoco israeliano contro convoglio aiuti"

Un convoglio con aiuti umanitari di ritorno dal nord della Striscia di Gaza è finito sotto il fuoco israeliano. Lo ha denunciato l'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, spiegando che soldati israeliani hanno sparato contro il convoglio che si muoveva lungo il percorso indicato dall'esercito.

Il direttore dell'Unrwa a Gaza, Thomas White, ha spiegato in un tweet che ''il leader del convoglio internazionale e la sua squadra non sono rimasti feriti, ma un veicolo ha subito danni". White su X ha ribadito che ''gli operatori umanitari non dovrebbero mai essere un bersaglio''.

Raid su campi profughi Gaza, almeno 35 morti

Almeno 35 persone sarebbero state uccise, inclusi diversi bambini, durante attacchi notturni dell'esercito israeliano contro i campi profughi di Al Maghazi e Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza. L'esercito israeliano avrebbe attaccato durante la notte diverse abitazioni in queste due località. Riferiti dai media anche continui bombardamenti nelle vicinanze del campo profughi di Bureij, sempre nella stessa zona dell'enclave.

Sono stati segnalati feriti in una casa a Deir al Balah, anche se i media non hanno specificato quante siano le vittime, come ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Safa attraverso il suo profilo sul social network X.

Quattro giustiziati in Iran: "Sabotatori del Mossad"

La magistratura iraniana ha annunciato oggi l'esecuzione di quattro persone, definite "sabotatori", presumibilmente legate al Mossad, i servizi segreti israeliani, riporta l'agenzia di stampa Mizan, legata al ramo giudiziario della Repubblica islamica. "Quattro membri della squadra di sabotatori legati al regime sionista, che avevano commesso importanti azioni contro la sicurezza del Paese sotto la direzione degli agenti del Mossad, sono stati giustiziati questa mattina al termine delle procedure legali", si legge in un comunicato.

Usa abbattono drone e missile Houthi

L'esercito degli Stati Uniti ha intanto annunciato di aver abbattuto un drone e un missile balistico antinave lanciati dai ribelli yemeniti Houthi nel Mar Rosso meridionale, nell'ambito di attacchi contro imbarcazioni in risposta all'offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CentCom) ha indicato che l'attacco è avvenuto tra le 17.45 e le 18.10 (ora locale) e ha confermato che non ci sono stati feriti o danni a nessuna delle navi che si trovavano nell'area presa di mira.

Guterres: "Sempre più preoccupato per rischio allargamento conflitto"

Il segretario generale dell'Onu, António Guterres, è "gravemente preoccupato" per un ulteriore allargamento del conflitto a Gaza che potrebbe avere conseguenze "devastanti" per l'intera regione. Lo ha dichiarato il suo portavoce, Stéphane Dujarric. In questo quadro descrive come "estremamente allarmante" l'escalation di violenza in Cisgiordania, sottolineando "l'intensificarsi delle operazioni delle forze di sicurezza israeliane, l'alto numero di morti, la violenza dei coloni e gli attacchi agli israeliani da parte dei palestinesi". Guterres esprime inoltre "crescente preoccupazione" per altri effetti di allargamento del conflitto con i "continui attacchi da parte di gruppi armati in Iraq e Siria, e degli attacchi degli Houthi contro imbarcazioni nel Mar Rosso".

Per questo il segretario generale "esorta tutte le parti ad esercitare il massimo autocontrollo e adottare urgenti misure per ridurre la tensione nella regione". E rivolge un appello "a tutti i membri della comunità internazionale per fare tutto quello che è in loro potere per influenzare le parti coinvolte ad impedire un'escalation della situazione nella regione".

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Ostaggi Israele, vertice domenica a Roma e nuove condizioni...

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Il summit per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parteciperanno Cia e Mossad

Soldati israeliani - (Afp)

Vertice a Roma, domenica 28 luglio, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla, che citano fonti israeliane e americane. A partecipare saranno il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal.

Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che venerdì Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste.

Le nuove richieste di Netanyahu

L'incontro di venerdì è stato anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu: l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo.

Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà ad individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare a una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro a una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios.

Il team negoziale israeliano dal canto suo è preoccupato che le condizioni aggiuntive recentemente aggiunte dal primo ministro israeliano all'attuale bozza di accordo siano "destinate a causare una crisi", affermano l'emittente Kan e il sito di notizie Ynet citando fonti ben informate. "Lui pensa che se indurisce le posizioni di Hamas le spezzerà, ma sta facendo una scommessa pericolosa sulle vite degli ostaggi. Non c'è più tempo", hanno detto le fonti.

Netanyahu, hanno proseguito le fonti, aveva ''creato aspettative prima del suo viaggio negli Stati Uniti in modo che potessimo migliorare la nostra posizione in seguito''. Il discorso del premier israeliano al Congresso ha deluso i parenti degli ostaggi tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza dal 7 ottobre, che speravano si impegnasse a raggiungere un accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi.

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Israele, Netanyahu ospite a casa Trump. Il tycoon attacca...

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L'ex presidente Usa: “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele. In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”

Benjamin Netanyahu e Donald Trmp - (Fotogramma)

"Irrispettosa". Così Donald Trump ha definito la dichiarazione di Kamala Harris sulla guerra di Gaza prima di un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in Florida per discutere del conflitto. Per la vicepresidente degli Stati Uniti e presunta candidata democratica alla presidenza è "tempo che la guerra finisca": "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", le parole di Harris nella conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.

Cosa ha detto Trump

Il tycoon ha criticato Harris prima dell'incontro nella sua casa di Mar-a-Lago, definendo le sue osservazioni “irrispettose” e prendendola di mira su una questione che ha diviso il partito democratico si legge sul Guardian. “Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele”, ha detto Trump. “In realtà non so come una persona ebrea possa votare per lei, ma questo dipende da loro”, ha aggiunto.

Le fotografie hanno mostrato Trump che salutava calorosamente Netanyahu, che sta concludendo una visita di una settimana negli Stati Uniti. Prima dell'incontro, il premier israeliano ha dichiarato di ritenere che la pressione militare su Hamas abbia creato un “movimento” nei colloqui per il cessate il fuoco e che invierà una squadra a un prossimo round di negoziati a Roma. “Il tempo ci dirà se siamo più vicini a un accordo per il cessate il fuoco”, ha dichiarato.

L'incontro è il primo da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2020. I due uomini hanno avuto rapporti tesi in passato dopo che Netanyahu si è congratulato con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni del 2020, un voto che Trump ha sostenuto, senza prove, essere stato manipolato. “Bibi avrebbe potuto rimanere in silenzio. Ha commesso un terribile errore”, aveva detto Trump all'epoca. “Che si fotta”. I due sembrano essersi riconciliati ora. “Abbiamo sempre avuto un buon rapporto”, ha detto l'ex presidente Usa ai giornalisti prima dell'incontro.

I due erano alleati politici in passato. Trump ha dato ampiamente carta bianca a Netanyahu durante il suo primo mandato. Questa settimana ha detto a Fox News che Israele dovrebbe finire la guerra e riportare indietro gli ostaggi “velocemente”. “Stanno venendo decimati da questa pubblicità, e sapete che Israele non è molto bravo nelle relazioni pubbliche”, ha detto Trump all'emittente.

Cosa ha detto Harris

Harris dal canto suo ha cercato di portare avanti la politica di sostegno a Israele dell'amministrazione Biden e al contempo di placare la crescente rabbia dei democratici per il bilancio umanitario del conflitto che ha ucciso 39.000 palestinesi. Quasi la metà dei Democratici al Congresso ha saltato il discorso di Netanyahu alla Camera dei Rappresentanti e decine di persone hanno dichiarato apertamente di volerlo boicottare a causa della guerra.

Harris ha incontrato Netanyahu giovedì alla Casa Bianca, poco dopo che il primo ministro aveva visto Joe Biden. Gli incontri separati hanno evidenziato come la presunta candidata democratica sia diventata sempre più indipendente da quando ha lanciato la sua campagna presidenziale. Allo stesso tempo, gli assistenti hanno cercato di minimizzare il potenziale di cambiamento tra Biden e Harris su Israele. “Il messaggio di Biden e di Harris al premier Netanyahu è stato lo stesso: è ora di concludere l'accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco”, ha scritto Phil Gordon, consigliere per la sicurezza nazionale di Harris.

Harris ha definito l'incontro “franco e costruttivo” e ha affermato che “Israele ha il diritto di difendersi e il modo in cui lo fa è importante”. Ha dichiarato che non interromperà gli aiuti militari a Israele perché “farà sempre in modo che Israele sia in grado di difendersi”. “Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante: le immagini di bambini morti e di persone disperate e affamate che fuggono per salvarsi, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta. Non possiamo distogliere lo sguardo di fronte a queste tragedie. Non possiamo permetterci di diventare insensibili alla sofferenza. E io non resterò in silenzio”, ha detto.

Harris non ha detto come Netanyahu abbia risposto all'offerta dell'amministrazione Biden di un cessate il fuoco in tre parti che inizierebbe con il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane dai centri abitati e con il rilascio di alcuni ostaggi. Non ha risposto alle domande dei giornalisti dopo le osservazioni.

“C'è stato un movimento di speranza nei colloqui per assicurare un accordo su questo accordo”, ha detto Harris. “E come ho appena detto al Primo Ministro Netanyahu, è ora di concludere questo accordo. Quindi, a tutti coloro che hanno chiesto un cessate il fuoco e a tutti coloro che desiderano la pace, vi vedo e vi sento”. Ha detto di aver espresso la sua “seria preoccupazione per l'entità delle sofferenze umane a Gaza, compresa la morte di troppi civili innocenti, e ho espresso chiaramente la mia seria preoccupazione per la terribile situazione umanitaria”.

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Trump riceve Netanyahu a Mar a Lago: “Se non vinco si...

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L'ex presidente: "Non ci siamo mai stati così vicini dalla Seconda Guerra Mondiale"

Trump e Netanyahu - La foto condivisa su X dal premier israeliano

Se non vinco le elezioni a novembre, si rischia una "Terza Guerra Mondiale" in Medio Oriente. Lo ha detto Donald Trump accogliendo oggi, 26 luglio, a Mar a Lago il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la moglie Sarah.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha salutato calorosamente il leader israeliano e la moglie sulla soglia della sua residenza, con baci e strette di mano prima di posare dicendo ''facciamoci una bella foto'' insieme ai due ospiti. "Che onore. Entrate, entrate", ha detto Trump a Netanyahu e alla moglie. "Ci sei mancato", ha commentato Sara Netanyahu, mentre Trump ha parlato della "cena più bella che abbia mai fatto", forse riferendosi a un precedente incontro mentre lui era alla Casa Bianca.

Trump e Netanyahu hanno poi guardato la foto di uno dei bambini Bibas, rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre da Hamas, su richiesta del loro nonno Eliyahu Bibas. "Ci occuperemo di questo", ha commentato Trump.

"Se vinciamo, sarà semplice, tutto funzionerà e sarà molto veloce - ha quindi affermato l'ex presidente ai giornalisti all'inizio dell'intervento - se non vinciamo, finiremo per avere grandi guerre in Medio Oriente forse una Terza Guerra Mondiale".

"Siamo più vicini ad una Terza Guerra Mondiale oggi di ogni altro momento dopo la Seconda Guerra Mondiale, non lo siamo mai stati così vicini, perché abbiamo persone incompetenti che guidano il nostro Paese", ha detto ancora Trump. Quindi ha aggiunto: "Non so come un ebreo possa votare" per Kamala Harris. "Non sono stati molto gentili nei confronti di Israele".

Riguardo poi alla sua relazione con Netanyahu, che sarebbe stata abbastanza fredda negli ultimi anni, il tycoon ha detto "nessun presidente ha fatto quello che ho fatto io per Israele". Lo ha affermato l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrando il primo ministro israeliano Benjamin 'Bibi' Netanyahu e sua moglie Sarah nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. "Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e se non l'ho avuto, ho un'arma segreta. Sai qual è? Sarah", ha aggiunto Trump appoggiando le mani sulle spalle della moglie di Netanyahu. "Ho Sarah. Finché avrò Sarah, questo è tutto ciò che conta", ha continuato Trump. E infine ha affermato che "non è una situazione accettabile" quella degli ostaggi ancora in mano ad Hamas: "Devono essere riconsegnati immediatamente".

Netanyahu: "Spero troveremo accordo, manderò delegazione a Roma"

"Spero che troveremo un accordo" sulla Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, "il tempo ce lo dirà", ha dichiarato il primo ministro israeliano durante l'incontro con Trump al quale ha confermato che invierà un team a Roma all'inizio per colloqui sull'accordo sugli ostaggi.

"Siamo certamente ansiosi di avere un accordo e ci stiamo lavorando. C'è stato qualche movimento dopo la nostra pressione militare. Spero che ci saranno sufficienti movimenti per concludere un accordo", ha detto Netanyahu.

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