Esteri
Elezioni Usa 2024, Trump escluso dalle primarie nel Maine
Secondo la decisione basata sul 14esimo emendamento della Costituzione, il tycoon "non è qualificato a ricoprire la carica di presidente" in conseguenza dell'assalto al Congresso Usa nel 2021
Dopo il Colorado, anche il Maine esclude Donald Trump dalle primarie in vista delle elezioni presidenziali in Usa nel 2024. Il massimo funzionario elettorale del Maine, la segretaria di Stato Shenna Bellows, ha stabilito che la richiesta per la nomina alle primarie dell'ex presidente è "invalida", secondo un documento pubblicato ieri.
In base al 14esimo emendamento della Costituzione americana, Trump "non è qualificato a ricoprire la carica di presidente", si legge nella sentenza. L'emendamento afferma che le persone che si sono "impegnate in un'insurrezione o ribellione" contro la Costituzione sono escluse dalle elezioni. Il team della campagna di Trump ha annunciato che ricorrerà contro la decisione.
La commissione elettorale del Wisconsin invece non ha accettato di prendere in considerazione il ricorso in cui si chiede di rimuovere Trump dalla scheda delle primarie repubblicane. La commissione non è entrata neanche nel merito della questione, rigettando il ricorso per motivi procedurali.
L'assalto al Congresso Usa del 6 gennaio 2021
I sostenitori di Trump hanno preso d'assalto il Campidoglio degli Stati Uniti a Washington il 6 gennaio 2021. Il Congresso era riunito per confermare formalmente la vittoria del democratico Joe Biden alle elezioni presidenziali. Trump ha detto, in un discorso pronunciato poco prima che i suoi sostenitori entrassero nell'edificio, che "tutti qui marceranno verso il Campidoglio per far sentire la vostra voce in modo pacifico e patriottico". Cinque persone sono morte a causa dei disordini.
Sulla base di questi eventi, diversi querelanti in diversi Stati degli Stati Uniti stanno tentando di far depennare il nome di Trump dalla votazione per le elezioni presidenziali del 2024. La settimana scorsa, la Corte Suprema del Colorado ha stabilito che Trump non è idoneo alle primarie statali del 5 marzo, a causa del suo ruolo nell’assalto al Campidoglio e che, quindi, non può partecipare alle elezioni primarie.
La sospensione delle decisioni in attesa dei ricorsi
Mercoledì il gruppo conservatore American Center for Law and Justice (Aclj) ha dichiarato che contesterà la decisione della Corte del Colorado, a nome del Partito Repubblicano del Colorado. Si chiede alla Corte Suprema degli Stati Uniti di annullare la sentenza. La stessa Corte Suprema del Colorado ha sospeso la sua decisione finché la questione non sarà stata definitivamente chiarita in appello.
Anche Bellows ha sospeso per il momento la sua decisione. Le votazioni interne ai partiti, Stato per Stato, iniziano a gennaio nell'Iowa. Le elezioni primarie determineranno chi sarà in lizza per le elezioni americane del 5 novembre. Trump spera di vincere le elezioni presidenziali americane del 2024 e di tornare alla Casa Bianca.
Esteri
Iran, poteri al vice presidente ed elezioni entro 50...
I timori di un epilogo drammatico crescono ora dopo ora e gli osservatori analizzano lo scenario che si aprirà in caso di eventuale scomparsa di Raisi
L'Iran attende con il fiato sospeso notizie dal luogo dell'incidente dell'elicottero con a bordo il presidente, Ebrahim Raisi, e il ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian. I timori di un epilogo drammatico crescono ora dopo ora e gli osservatori analizzano lo scenario che si aprirà in caso di eventuale scomparsa di Raisi. La Costituzione iraniana, in caso di morte improvvisa del presidente, prevede che ne assuma i poteri il primo vice presidente - che ora è Mohammad Mokhber - con l'approvazione della Guida Suprema, Ali Khamenei.
Secondo la gerarchia politica della Repubblica islamica, il capo dello Stato è la Guida e il presidente è considerato il capo del governo ed il secondo nella linea di comando. La Costituzione stabilisce inoltre, con in carica il primo vice presidente, che entro 50 giorni il Paese vada alle elezioni per eleggere un nuovo presidente.
Esteri
Raisi, il discepolo di Khamenei con ombre nel passato
Venne eletto presidente al primo turno delle elezioni del 18 giugno 2021 con quasi 18 milioni di voti
Nato nel 1960 a Mashad, la seconda città più importante dell'Iran, Ebrahim Raisi - a bordo dell'elicottero da ore oggetto di ricerche delle squadre di soccorso nella provincia dell'Azerbaigian orientale - venne eletto presidente al primo turno delle elezioni del 18 giugno 2021 con quasi 18 milioni di voti (il 61,9% delle preferenze). E' stato studente di teologia e giurisprudenza islamica della Guida Suprema, Ali Khamenei. Appena ventenne - sulla scia degli eventi della rivoluzione - venne nominato procuratore generale di Karaj, uno dei sobborghi di Teheran.
Procuratore capo della capitale dal 1989 al 1994, vice capo della magistratura dal 2004, poi procuratore generale, nel 2016 Raisi venne messo da Khamenei a capo della 'Astan Quds Razavi', una delle più grandi fondazioni religiose del Paese che sovrintende al santuario dell'Imam Reza di Mashad. Tre anni dopo divenne capo della magistratura. Fa parte dell'Assemblea degli Esperti, l'organo che elegge la Guida Suprema.
Sposato con Jamileh Alamolhoda, docente all'Università Shahid Beheshti di Teheran, e padre di due figlie, può vantare anche un legame di parentela (è il genero) con la guida della preghiera del venerdì a Mashad, l'influente ayatollah Ahmad Alamolhoda. Sanzionato dall'Amministrazione Trump per i suoi presunti abusi nel campo dei diritti umani, per l'opposizione all'estero è legato indissolubilmente alla cosidetta 'commissione della morte', un tribunale speciale voluto dall'ayatollah Khomeini in persona che nel 1988 condannò al patibolo - secondo il Center for Human Rights in Iran - migliaia di prigionieri politici iraniani.
Intervistato sulle purghe, Raisi negò qualsiasi coinvolgimento e alla sua prima conferenza stampa dopo le elezioni sostenne di aver "sempre" difeso i "diritti umani". Assai più intransigente si mostrò verso gli attivisti dell'Onda Verde che nel 2009 protestavano contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad. "A coloro che parlano di 'compassione islamica e perdono', noi rispondiamo: continueremo ad affrontare i rivoltosi fino alla fine e - diceva - sradicheremo questa sedizione".
Il 19 giugno, giorno della conferma della sua vittoria alle presidenziali, promise di fare del suo "meglio per migliorare i problemi della popolazione" e due giorni dopo rispose con un secco "no" a un giornalista che gli chiedeva se fosse disposto a incontrare il presidente americano Joe Biden.
Esteri
Meta, Ue indaga su Facebook e Instagram
La Commissione Europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta ha violato o meno la legge sui servizi digitali in ambiti legati alla protezione dei minori
La Commissione Europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, che controlla i social network Facebook e Instagram, ha violato o meno la legge sui servizi digitali (Dsa) in ambiti legati alla protezione dei minori.