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Consiglio europeo al via oggi a Bruxelles, sullo sfondo...
Consiglio europeo al via oggi a Bruxelles, sullo sfondo nodo riforma Patto stabilità
Il premier ungherese minaccia il veto sui colloqui di adesione con l’Ucraina. Sul tavolo del summit, oltre a Kiev, la questione dell’allargamento ai Balcani occidentali e la revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-27
Inizia con un’ora di ritardo il Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles, con il via ai lavori previsto inizialmente alle 9.30. Il rinvio è stato deciso per consentire incontri bilaterali tra i leader, confermano fonti Ue.
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen incontrano intanto stamani il premier ungherese Viktor Orban, che minaccia il veto sull’avvio dei colloqui di adesione con l’Ucraina e altri capitoli legati a Kiev, insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz, informano fonti Ue.
“L’allargamento non è una questione teorica. L’allargamento è un processo giuridicamente dettagliato, basato sul merito e che presenta dei presupposti. Ne abbiamo stabiliti 7 e, anche secondo la valutazione della Commissione, tre dei sette non sono soddisfatti, quindi non c’è motivo di negoziare l’adesione dell’Ucraina”, ha detto il premier ungherese a margine del Consiglio.
“Le precondizioni non sono state stabilite dall’Ungheria – prosegue -, le precondizioni sono state stabilite dalla Commissione: sette punti che sono pubblici. Su sette tre non sono stati soddisfatti: secondo me ancora di più, ma anche tre sono sufficienti per dire ‘ragazzi, non sono soddisfatte le precondizioni, quindi non c’è alcuna possibilità di avviare i negoziati'”, aggiunge.
Per quanto riguarda gli aiuti finanziari, “i soldi per l’Ucraina a breve termine sono già nel bilancio. Se si vogliono dare soldi a lungo termine e in quantità maggiori, dobbiamo gestirli fuori dal bilancio. E noi siamo a favore”, conclude.
I macro-temi del summit
Da un lato la questione dell’allargamento della Ue ai Balcani occidentali e il sostegno all’Ucraina nella guerra di aggressione iniziata dalla Russia nel febbraio del 2022; dall’altro, la revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-27. Questi i due macro-temi che la premier Giorgia Meloni troverà sul tavolo del Consiglio. Un appuntamento preceduto dal vertice Ue-Balcani occidentali che ha visto impegnata ieri sera l’inquilina di Palazzo Chigi insieme agli altri leader.
Incontro Meloni-Macron-Scholz
Al termine del vertice c’è stato un lungo faccia a faccia informale tra la premier e il presidente francese Emmanuel Macron. La presidente del Consiglio e il numero uno dell’Eliseo, che alloggiano nello stesso hotel, si sono incontrati in una sala per fare il punto sui principali dossier europei. Al colloquio si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Un colloquio informale quello tra i tre leader.
L’incontro con Meloni e Scholz è andato “molto bene”, c’è stata “un’ottima discussione”, ha detto ai cronisti Macron, al termine dell’incontro. Il veto di Orban sull’ingresso della Ucraina nella Ue? “Sono ottimista, siamo tutti volenterosi”, ha aggiunto il numero uno dell’Eliseo.
Possibile bilaterale Meloni-Orban
Si lavora intanto a un incontro bilaterale tra la premier Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban a margine del Consiglio, si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
I temi in agenda e quelli sullo sfondo
Sullo sfondo del summit Ue resta il tema della riforma della governance economica europea: l’argomento non è all’ordine del giorno del Consiglio europeo, ma potrebbe essere menzionato dopo l’ultimo Ecofin dell’8 dicembre e in vista della riunione straordinaria della prossima settimana.
Ma è la questione dell’allargamento della Ue il primo grande ‘topic’ in agenda. Come sottolineato da Meloni in occasione delle sue comunicazioni alle Camere, il governo italiano sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione di aprire i negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldova, paesi pesantemente colpiti dalla guerra scatenata da Vladimir Putin. Roma è d’accordo anche con la concessione dello status di candidato alla Georgia, che ha presentato domanda di adesione alla Ue, e per quanto riguarda i Balcani occidentali appoggia “fermamente” il cammino europeo della Bosnia Erzegovina. Infatti, sottolineano fonti diplomatiche italiane, il governo Meloni è impegnato a Bruxelles “a far valere un approccio strategico” ai Balcani occidentali, che tenga conto, “pur nella complessità delle sfide che l’area presenta”, della necessità di fornire ai paesi della regione una chiara prospettiva di integrazione europea.
Venendo al dossier ucraino, nel vertice di Bruxelles sarà ribadito il sostegno comune a Kiev. L’Italia in particolare continuerà a rimarcare la sua vicinanza al paese di Volodymyr Zelensky, altro punto evidenziato da Meloni nel suo intervento alla Camera e al Senato. La premier, alla vigilia del Consiglio europeo, ha avuto una conversazione telefonica con Zelensky. Meloni – viene riferito da Palazzo Chigi – ha confermato il sostegno del Governo italiano in ogni ambito alle Autorità e alla popolazione ucraine.
Ma su temi come l’ingresso di Kiev nella Ue non c’è affatto unanimità tra i 27. Il veto del premier ungherese Viktor Orban potrebbe infatti impedire l’entrata dell’Ucraina nella famiglia europea. Sulla questione è intervenuto ieri il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al suo arrivo all’Europa Building: “Incontrerò il primo ministro Orban oggi. Sto lavorando notte e giorno per raggiungere delle decisioni positive, perché i temi in agenda sono estremamente importanti per il futuro del progetto politico dell’Unione europea. Dobbiamo tenere conto di tutte le sensibilità, ma essere uniti ed esprimere il nostro supporto per l’Ucraina e per fare dei passi avanti verso l’allargamento della Ue”, le parole di Michel. Ma il capo del governo ungherese per ora non arretra: “La rapida adesione dell’Ucraina all’Unione europea” secondo Orban “avrebbe conseguenze devastanti”. Nel frattempo, anche per ‘agevolare’ le trattative, la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di fondi di coesione per Budapest.
L’Ucraina sarà centrale anche nei negoziati sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale. Le priorità per l’Italia sono: il sostegno finanziario a Kiev; risorse aggiuntive adeguate per attuare il nuovo Patto asilo e migrazione e investimento nelle collaborazioni con le nazioni del Vicinato Sud “per costruire partenariati paritari di lungo periodo”; maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi di Coesione.
Nel ‘menu’ del summit anche il conflitto in Medio Oriente: l’Italia continuerà a spingere per la soluzione dei due Stati, con l’obiettivo di garantire “un orizzonte politico solido” al popolo palestinese insieme alla sicurezza per Israele. Si parlerà inoltre di sicurezza, difesa (tra i leader c’è un sostanziale consenso sulla necessità di aumentare gli investimenti nel settore) e migranti, tema cruciale per il governo Meloni, impegnato a costruire, sia in Italia sia a Bruxelles, una risposta “strutturale” uscendo dalla logica dell’emergenza.
Da sciogliere anche l’annoso tema della riforma del Patto di stabilità. In vista del nuovo Consiglio Ecofin straordinario della prossima settimana, non è escluso che il tema possa essere sollevato a grandi linee anche in sede di Consiglio europeo, in particolare per dare mandato ai ministri di chiudere i negoziati entro la fine dell’anno. La premier Meloni ha affermato anche ieri che sulla trattativa ci sono “spiragli” ma non ha escluso l’arma del veto: “Credo che alla fine si debba dare una valutazione di ciò che è meglio per l’Italia, sapendo che se non si trova un accordo noi torniamo sui parametri precedenti”, ha detto in Senato la leader di Fratelli d’Italia.
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Lavoro, Mattarella: “Non è una merce, non possiamo...
Il presidente della Repubblica in visita in uno stabilimento di Castrovillari (Cosenza): "E' legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità. Primo maggio Festa della Repubblica"
"Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società". Così il capo dello Stato Sergio Mattarella in visita a uno stabilimento di Castrovillari (Cosenza), in occasione della celebrazione del primo maggio, Festa del Lavoro.
"Il lavoro non è una merce. Ha un valore nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale, perché senza l’apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità. Ma proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico; lo rende un elemento costitutivo del destino comune", ha aggiunto Mattarella sottolineando: "Domani è Primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro".
"Il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita. Gli straordinari progressi della scienza e della tecnica per migliorare la qualità e la sostenibilità dei prodotti e dei servizi, devono essere sempre indirizzati alla tutela dell’integrità delle persone, dei loro diritti. A partire dal diritto al lavoro". Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella in visita a Cosenza.
"Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato. Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell’intera società", ha aggiunto Mattarella.
"Un tema prioritario, per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace, è quello del contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro, tema richiamato dalla ministra Calderone - ha affermato quindi Mattarella - Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile".
"I dati sull’occupazione registrano nel loro insieme una crescita significativa - ha continuato il capo dello Stato - Il trend positivo riguarda larga parte d’Europa, Italia in testa, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi e, particolarmente, per il mondo del lavoro. E’ una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile".
"Naturalmente non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all’estero a migliori condizioni - ha proseguito il presidente della Repubblica - Le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha. Gli indicatori positivi della congiuntura devono incoraggiarci a proseguire con intelligenza nel senso di una crescita economica fondata su equità e coesione".
Quanto ai "lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti. Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro - che confinano con l’illegalità, con lo sfruttamento o addirittura se ne avvalgono – generano anzitutto ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali".
"Vigilare è, quindi, un preciso dovere. Sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati i lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità", ha aggiunto il capo dello Stato.
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Europee, Docimo (FdI): “Diritto alla Salute omogeneo...
“Giorgia Meloni sta facendo un grande lavoro accrescendo il prestigio dell’Italia in campo internazionale. Questa azione va trasferita in Europa, dove occorre proporre politiche più vicine alle esigenze dei cittadini. Io metterò a disposizione tutto il mio impegno professionale in ambiti decisivi quali quelli dell’università e della sanità. In particolare, una sanità efficiente e tempestiva è un diritto inalienabile del cittadino, a garanzia della durata e della qualità della vita. L’assistenza sanitaria deve essere omogenea e di elevata professionalità in tutto il nostro Mezzogiorno, uguale per tutti i cittadini nell'intera nazione”. Lo dichiara la professoressa Raffaella Docimo, nell’annunciare la sua candidatura con Fratelli d’Italia alle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno nella circoscrizione Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria).
“Lavoro da molti anni nell’università e nella sanità, mettendo sempre al centro la persona, con umanità e rispetto. Questi valori li voglio portare avanti anche nella mia azione politica”, aggiunge la professoressa Docimo, ordinario di Malattie Odontostomatologiche e direttore della Scuola di Odontoiatria Pediatrica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, autrice di circa duecento tra articoli e libri in materie medico-scientifiche su riviste nazionali ed internazionali. Docimo, figlia del professor Rocco e moglie del cardiochirurgo Giuseppe Chiariello, è anche giornalista pubblicista, con attività svolta in giornali e televisioni.
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Europee 2024, liste chiuse: non solo Giorgia Meloni in...
L'Italia eleggerà eleggerà 76 deputati su 720
Sono state chiuse dai partiti le liste per le elezioni Europee 2024 (8-9 giugno). Molti i volti noti tra i candidati: oltre alla premier Giorgia Meloni, ci sono Elly Schlein, Matteo Renzi, Carlo Calenda e Antonio Tajani. L'Italia eleggerà eleggerà 76 deputati su 720.