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Sparatoria in una università di Las Vegas, tre morti

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Un'altra persona è stata ferita in modo grave. Morto il killer: era un professore

Sparatoria all'università del Nevada a Las Vegas - (Afp)

Sono tre i morti nella sparatoria all'Università del Nevada a Las Vegas (UNLV), un'altra in condizioni critiche. Morto anche il killer, ha dichiarato mercoledì la polizia di Las Vegas. Il vicepresidente dei servizi di sicurezza pubblica dell'UNLV, Adam Garcia, ha dichiarato che gli agenti hanno "colpito" il tiratore, che è stato poi trovato "deceduto". L'allarme nell'ateneo è scattato attorno alle 11.30 ora locale, le 20.30 in Italia, nella Beam Hall, edificio che ospita la facoltà di economia.

Nel giro di pochi minuti dal primo sparo, gli agenti della polizia di Las Vegas hanno sparato contro il tiratore, hanno dichiarato le fonti. Dopo essere intervenuti, hanno scoperto che il sospetto era morto.

Jason Whipple Kelly, studente al secondo anno di legge all'UNLV, stava entrando nel campus per sostenere un esame finale quando alle 11:51 ha ricevuto un SMS dall'università. "La polizia universitaria sta rispondendo a una segnalazione di spari in BEH (Beam Hall, ndr), evacuare in un'area sicura, correre-nascondersi-combattere", si leggeva. Non appena ha letto il messaggio, le sirene hanno iniziato a suonare e ha visto la polizia correre nel campus.

Assalitore era un professore di 67 anni

L'autore della sparatoria era un professore universitario di 67 anni. Lo rende noto la Cnn, citando fonti delle forze dell'ordine, precisando che l'uomo aveva legami con college in Georgia e North Carolina, ma non si sa che tipo di contatti avesse con il campus che ha attaccato. Ancora non è stata resa nota la sua identità.

In una conferenza stampa lo sceriffo dell'area metropolitana di Las Vegas, Kevin McMahill, ha detto che "quello che è successo oggi è stato un terribile, imperdonabile crimine, se non ci fosse stata l'eroica azione degli agenti che hanno risposto, vi sarebbero state molte altre vittime". La sparatoria ha shoccato il campus universitario, dove sono in corso gli esami di fine semestre prima delle vacanze invernali, e l'intera città di Las Vegas che nel 2017 è stata teatro della più sanguinosa strage di massa della storia moderna americana, con 60 persone uccise ed oltre 400 ferite durante un festival musicale.

Sono 565 le sparatorie di massa da inizio 2023 negli Usa

Al 26 ottobre, dopo il duplice attacco in Maine in cui sono morte 16 persone e decine sono state ferite, le sparatorie di massa negli Usa da inizio anno erano 565. La statistica è del Gun Violence Archive, che definisce sparatorie di massa quelle in cui almeno 4 persone rimangono uccise o vengono ferite. Dall'inizio dell'anno sono state invece 31 le sparatorie con un numero di vittime superiori a 4. La più sanguinosa delle sparatorie di masse di quest'anno è avvenuta lo scorso gennaio a Monterey Park, in California, dove 11 persone sono state uccise ed altre 10 ferite mentre festeggiavano il capodanno cinese.

I dati dell'Archive hanno registrato negli ultimi 3 anni i numeri più alti di episodi di violenza: 645 nel 2022, 688 nel 2021 e il 610 nel 2020. Finora quest'anno sono 15.500 le persone negli Usa che hanno perso la vita in incidenti che hanno coinvolto armi da fuoco, esclusi i suicidi. E tra questi si annoverano 246 bambini sotto gli 11 anni e 1100 adolescenti tra i 12 e i 17 anni.

Secondo il rapporto di un'altra organizzazione, la Kaiser Family Foundation, quasi un americano adulto su cinque ha avuto un familiare ucciso con un'arma da fuoco, compresi i suicidi. La stessa percentuale di adulti è stata almeno una volta minacciata con un'arma e circa un adulto su sei ha assistito ad una sparatoria.

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Esteri

Volantini, telefonate e messaggi: ecco l’ordine di...

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In vista della panificata offensiva. Riguarda i quartieri di Al-Salam, Al-Jeneina, Tabet Ziraa e Al-Byouk

Rafah - (Afp)

Volantini nella parte orientale della città, messaggi e telefonate con le istruzioni ai palestinesi. Così l'esercito israeliano sta procedendo nelle zone che devono essere evacuate a Rafah in vista della pianificata offensiva sulla parte meridionale della Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel, citando l'ordine di evacuazione lanciato dall'esercito israeliano che sta inoltre dando indicazioni su quali percorsi prendere per raggiungere una zona umanitaria designata .

Ordine evacuazione a Rafah, per chi vale

L'ordine di evacuazione - si legge - riguarda per ora solo alcuni dei quartieri orientali di Rafah, e non all'intera città nel sud di Gaza. L'Idf pubblica inoltre una mappa delle zone incluse. Il portavoce Avichay Adraee ha annunciato che l'esercito israeliano ha chiesto ai residenti nei quartieri di Al-Salam, Al-Jeneina, Tabet Ziraa e Al-Byouk di evacuare immediatamente verso l''area umanitaria ampliata' di Al-Mawasi".

"In linea con quanto deciso a livello politico, l'IDF invita la popolazione, che è sotto il controllo di Hamas, a evacuare temporaneamente dai quartieri orientali di Rafah verso la zona umanitaria ampliata", si legge nella dichiarazione riportata dal Times of Israel dove si parla di "progressione graduale", "secondo una valutazione della situazione in corso". La zona umanitaria nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis comprende ospedali da campo e tendopoli per gli sfollati, secondo l'Idf.

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Israele-Hamas, frenata sulla tregua. Idf a popolazione...

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Negoziati sospesi fino a domani. La richiesta delle forze armate israeliane in vista della possibile operazione nel sud della Striscia: ai civili viene chiesto di spostarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis

Soldati israeliani - (Afp)

Negoziati sospesi tra Israele e Hamas fino a domani, martedì 7 maggio. Al termine di una giornata di intensi negoziati per una tregua a Gaza, la delegazione di Hamas che era al Cairo per i colloqui ha consegnato la risposta del gruppo ai mediatori di Egitto e Qatar ed è partita alla volta di Doha per consultazioni interne al movimento. La delegazione sarà di nuovo nella capitale egiziana domani, riferisce il canale egiziano Al Qahera. A Doha anche il capo della Cia William Burns "per un incontro con il premier Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani" con l'obiettivo di parlare "dell'impegno per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza". Israele intanto blocca tutte le attività di Al Jazeera nel Paese.

Idf chiede a popolazione palestinese di lasciare zona est di Rafah in vista dell'offensiva

Intanto le forze armate israeliane hanno cominciato a chiedere alla popolazione palestinese presente nella zona di evacuare i quartieri della parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, vicini al confine israeliano, in vista della pianificata offensiva nell'area meridionale dell'enclave. A riportarlo è il 'Times of Israel', precisando che ai civili viene chiesto di spostarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis.

Proprio ieri il ministro della Difesa Yoav Gallant ha ribadito: "Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi". E "questo significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro". Nelle ore precedenti il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aveva avvertito che i danni di un'operazione militare israeliana a Rafah "andrebbero oltre l'accettabile" senza un piano per proteggere i civili palestinesi.

Netanyahu: "Israele non accetterà richieste Hamas"

Dal canto suo, in una dichiarazione video, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa" e il ritiro delle truppe delle Idf dalla Striscia. "Israele non può accettarlo - ha detto -. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese". "Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi", ha quindi ribadito Netanyahu, accusando Hamas di "rimanere trincerato nelle sue posizioni", mentre Israele si dice ancora aperto a un accordo.

Ottant'anni dopo la fine dell'Olocausto, Israele affronta di nuovo un nemico "spietato e brutale" che cerca la sua distruzione, ha poi detto Netanyahu nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione di Yom Hashoah a Yad Vashem. L'attacco di Hamas del 7 ottobre "non è stato un Olocausto non per l'assenza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità", afferma il premier israeliano insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione"dei nazisti di spazzare via il popolo ebraico. "Gli assassini di Hamas sono guidati dallo stesso identico obiettivo", insiste, sottolineando che, a differenza dell'Olocausto, oggi Israele "ha la forza per difendersi". Israele "completerà l'eliminazione delle capacità di Hamas" e libererà gli ostaggi, promette Netanyahu.

Le accuse di Hamas

Dal canto suo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti". Hamas vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio", ha detto Haniyeh

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Israele-Hamas, negoziati sospesi fino a martedì

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Al temine di una giornata di colloqui sulla tregua al Cairo, la delegazione del movimento consegna la sua risposta e torna a Doha per consultazioni interne. Ma Netanyahu avverte: "Non accettiamo diktat"

Sfollato a Gaza - (Afp)

Sospesi fino a martedì i negoziati tra Israele e Hamas per una tregua a Gaza. Dopo una giornata di intensi negoziati, la delegazione di Hamas che era al Cairo per i colloqui ha consegnato la risposta del gruppo ai mediatori di Egitto e Qatar ed è partita alla volta di Doha per consultazioni interne al movimento.

La delegazione sarà nuovamente martedì nella capitale egiziana, riferisce il canale egiziano Al Qahera. A Doha anche il capo della Cia William Burns "per un incontro con il premier Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thani" con l'obiettivo di parlare "dell'impegno per raggiungere un accordo sugli ostaggi a Gaza". Israele intanto blocca tutte le attività di Al Jazeera nel Paese.

Netanyahu: "Israele non accetterà richieste Hamas"

In una dichiarazione video il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che Israele "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa" e il ritiro delle truppe delle Idf dalla Striscia. "Israele non può accettarlo - ha detto -. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese". "Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi", ha quindi ribadito Netanyahu, accusando Hamas di "rimanere trincerato nelle sue posizioni", mentre Israele si dice ancora aperto a un accordo.

Ottant'anni dopo la fine dell'Olocausto, Israele affronta di nuovo un nemico "spietato e brutale" che cerca la sua distruzione, ha poi detto Netanyahu nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione di Yom Hashoah a Yad Vashem. L'attacco di Hamas del 7 ottobre "non è stato un Olocausto non per l'assenza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità", afferma il premier israeliano insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la "stessa intenzione"dei nazisti di spazzare via il popolo ebraico. "Gli assassini di Hamas sono guidati dallo stesso identico obiettivo", insiste, sottolineando che, a differenza dell'Olocausto, oggi Israele "ha la forza per difendersi". Israele "completerà l'eliminazione delle capacità di Hamas" e libererà gli ostaggi, promette Netanyahu.

Leader Hamas accusa Netanyahu: "Sta sabotando sforzi dei mediatori"

Dal canto suo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti". Hamas vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio", ha detto Haniyeh

Gallant: "Presto operazione a Rafah"

"Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi". E "questo significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro", ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, alle forze israeliane (Idf) a Gaza, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet. Nelle scorse ore il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avvertito che i danni di un'operazione miliare israeliana a Rafah "andrebbero oltre l'accettabile" senza un piano per proteggere i civili palestinesi.

Media: Usa hanno bloccato una consegna di munizioni a Israele

La scorsa settimana l'Amministrazione Biden ha bloccato una spedizione a Israele di munizioni di fabbricazione Usa. Lo riporta Axios, che cita due funzionari israeliani, sottolineando come sia la prima volta dall'attacco del 7 ottobre in Israele e dall'avvio delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza che gli Usa fermano una fornitura di armi per i militari israeliani.

Israele 'spegne' al-Jazeera: "Canale che istiga, sarà chiuso"

Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha firmato le disposizioni per spegnere al-Jazeera in Israele subito dopo che il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera unanime allo stop delle attività della rete, in linea con una legge passata ad aprile dalla Knesset "Il governo da me guidato ha deciso all'unanimità: il canale di istigazione al-Jazeera sarà chiuso in Israele", ha scritto su X Netanyahu.

Dopo la decisione, c'è stato un blitz negli uffici di al-Jazeera a Gerusalemme Est e sarebbero state sequestrate attrezzature. Al-Jazeera ha denunciato come i fornitori di servizi via cavo e via satellite abbiano rimosso il canale. In una nota pubblicata su X, la tv del Qatar accusa: "Condanniamo e denunciamo questo atto criminale di Israele che viola il diritto umano di accesso all'informazione".

La decisione di Israele è una "violazione palese della libertà di stampa", una "rappresaglia" per il lavoro della rete. Parola di Hamas, che - riporta la stessa tv satellitare - chiede alle organizzazioni internazionali per la libertà di stampa e i diritti umani di "condannare" le mosse israeliane e "adottare misure punitive". In un comunicato diffuso su Telegram il gruppo afferma che la "chiusura di al-Jazeera è una misura repressiva e una rappresaglia per il ruolo professionale del canale nell'esporre i crimini e le violazioni dell'occupazione a Gaza e in Cisgiordania".

Razzi Hamas su Kerem Shalom, feriti

L'esercito israeliano ha annunciato la morte di tre soldati nell'attacco missilistico rivendicato da Hamas contro un campo vicino a Kerem Shalom, nel sud di Israele. E' quanto riferisce 'The Times of Israel'. I soldati uccisi sono il sergente maggiore Ruben Marc Mordechai Assouline, 19 del battaglione Shaked della brigata Givati, di Ra'anana; il sergente maggiore Ido Testa, 19 anni, del battaglione Shaked della brigata Givati, da Gerusalemme; il sergente maggiore Tal Shavit, 21 anni, del 931° battaglione della brigata Nahal, di Kfar Giladi.

Altri 11 soldati sono rimasti feriti nell'attacco missilistico, tra cui due soldati del 931° battaglione e un soldato del battaglione Shaked che sono in gravi condizioni. Hamas ha lanciato più di 10 razzi dall'area di Rafah nell'attacco.

Raffica di razzi dal Libano

Una raffica di razzi, più di 60, è stata lanciata dal Libano in direzione del nord di Israele, alcuni dei quali sono stati intercettati. Si tratta di uno degli attacchi più intensi dal Libano dall'inizio delle tensioni in Medio Oriente, al quale l'Idf ha risposto colpendo diversi siti appartenenti al gruppo libanese nel sud. Gli obiettivi, riferisce 'The Times of Israel', includevano edifici e altre infrastrutture nelle città di Markaba, Taybe, Kafr Kila e Odaisseh. Colpito anche un altro sito di Hezbollah a Mays al-Jabal, aggiunge Tsahal, l'esercito israeliano. Hezbollah ha annunciato in precedenza di aver lanciato i razzi in risposta all'attacco di Mays al-Jabal, che ha ucciso e ferito civili.

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