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Ricerca, un ‘gemello digitale’ per testare cura...
Ricerca, un ‘gemello digitale’ per testare cura su misura per il paziente con ictus

Un gemello digitale che si 'immola' per salvare il paziente con infarto o emorragia cerebrali in corso, facendo testare su di sé il miglior trattamento per il suo alter ego in carne e ossa. Sembra un film di fantascienza, ma i ricercatori dell'Umc (University Medical Centers) di Amsterdam mirano a farlo diventare realtà in 6 anni. Gli scienziati hanno ricevuto un grant del programma Horizon, del valore di 10 milioni di euro, dalla Commissione europea, e guideranno 19 partner nella missione.
Per anni, spiegano gli esperti, i ricercatori hanno utilizzato i computer per simulare la progettazione di carte e voli aerei. Il pilota automobilistico Max Verstappen entra in un simulatore prima di entrare nella sua vera macchina di Formula 1 e Henk Marquering, professore di Intelligenza artificiale traslazionale all'Umc di Amsterdam, vuole portare questi simulatori nel campo della medicina. "Stranamente, le simulazioni al computer nel nostro lavoro sono lontane dalla norma, nonostante abbiano il potenziale per essere uno strumento incredibilmente prezioso - evidenzia - Con questo progetto, puntiamo a testare il trattamento per i singoli pazienti colpiti da ictus prima su un gemello digitale. I medici possono vedere nella simulazione quale strategia funziona e quale no".
Oltre ai 10 milioni di euro dell'Ue, due partner svizzeri del progetto e uno di Taiwan contribuiscono complessivamente con 3 milioni di euro. E ciascun partner da 12 paesi contribuisce con una parte della propria esperienza nel campo della simulazione al computer e della medicina. Quanto ai 'gemelli digitali' protagonisti del progetto non sono "un'animazione - puntualizza Alfons Hoekstra, professore di scienze computazionali all'Università di Amsterdam - ma veri e propri calcoli. Noi inseriamo la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco, le informazioni della scansione cerebrale e altri dati medici del paziente colpito da ictus. Quindi viene generata una sorta di 'gemello digitale' su cui possiamo simulare i trattamenti".
Un esempio concreto è la rimozione di un coagulo di sangue in caso di infarto cerebrale. Eseguendo simulazioni, i medici possono vedere se un trattamento specifico lascerà intatto il coagulo di sangue del paziente o lo disintegrerà. "Simulando il processo, il paziente riceve il trattamento ottimale", afferma Charles Majoie, professore di neuroradiologia all'Umc di Amsterdam. "Stiamo ora scoprendo cosa è bene per il singolo paziente. Più misurazioni possiamo inserire nel gemello digitale, più precisamente possiamo prevedere quale sarà il trattamento migliore", aggiunge Hoekstra.
Questo modo di inserire dati in un modello computerizzato è noto anche come intelligenza artificiale basata sulla conoscenza, e utilizza una conoscenza biologica e medica approfondita degli ictus. Si tratta di qualcosa di diverso dall'intelligenza artificiale basata sui dati, che esamina semplicemente grandi quantità di dati e utilizza i dati di molti pazienti precedenti per fare previsioni. "È una nuova disciplina quella che pratichiamo qui. Combiniamo i dati del computer con la conoscenza fisica e biologica di cui disponiamo. Scienziati informatici e medici lavorano insieme per rendere tutto ciò possibile", afferma Hoekstra.
Nei prossimi 4 anni i ricercatori lavoreranno sulla tecnologia che consentirà di creare un gemello digitale. Una volta che questa tecnologia sarà operativa, ci vorranno altri 2 anni circa per trasformarla in una simulazione al computer che possa essere utilizzata nella pratica. In questo modo i medici potranno presto utilizzare i loro computer per individuare il metodo di cura più adatto ai loro pazienti. "Un trattamento che è stato testato virtualmente per la prima volta sul vostro gemello digitale? Ora è davvero una cura su misura", conclude Marquering.
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Tivoli, Ordini medici e infermieri: “Addolorati per...

'Hanno sfidato le fiamme e il fumo'

Siamo "profondamente addolorati; vicini a famiglie vittime e a pazienti, grazie a medici, infermieri, soccorritori, strutture". Così i presidenti della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, e della Fnopi, la Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni infermieristiche, Barbara Mangiacavalli, sull'incendio all'ospedale di Tivoli. “Un grazie a tutti i medici e gli infermieri dell’Ospedale – concludono – che hanno sfidato le fiamme e il fumo per portare in salvo i pazienti. Un ringraziamento a tutti i soccorritori e al personale delle strutture che stanno accogliendo le persone evacuate, per continuare a fornire loro assistenza”.
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Influenza non si ferma, quasi 3 milioni gli italiani...

I dati nel rapporto Iss: registrati nell'ultima settimana 630mila casi. Più colpiti bimbi sotto i 5 anni

Corre veloce l'influenza 2023 in Italia: 630mila contagi nell'ultima settimana (27 novembre - 3 dicembre) e sono quasi 3 milioni gli italiani colpiti dall’inizio della sorveglianza epidemica. "Continua ad aumentare il numero di casi di sindromi simil-influenzali (Ili) in Italia. Nella 48esima settimana (27 novembre-3 dicembre), l’incidenza è pari a 10,7 casi per mille assistiti (9,3 nella settimana precedente). Si sottolinea che a tale aumento concorrono diversi virus respiratori e non solo quelli dell’influenza", evidenzia l'ultimo rapporto epidemiologico RespiVirNet pubblicato dall'Iss. Nella settimana monitorata dal report, "i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 630.000, per un totale di circa 2.946.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza".
"Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 24,7 casi per mille assistiti (18,5 nella settimana precedente). La scorsa stagione in questa stessa settimana l’incidenza nei bambini sotto i cinque anni era pari a 49,2 casi mille assistiti", registra il report. Nelle altre fasce d'età, l'incidenza arriva a 11,41 (15-64 anni) e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 6,33 casi per mille assistiti", conclude il report.
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Sanità, Consulcesi: “‘Onboarding &...

Presidente Colombati: "Le nostre migliori competenze e risorse per sostenere i fragili"

E’ un ‘ponte’ tra competenze e necessità nel mondo del Terzo Settore in ambito sanitario e umanitario il nuovo progetto “Onboarding & Training” di Fondazione Consulcesi che, come Gruppo, mette a disposizione di Enti partner, Ong ed Ets, la massima expertise nel settore salute, con l’obiettivo di portare a bordo nuovi progetti e formare personale medico specializzato. Si tratta di "un progetto - spiega Simone Colombati, presidente di Fondazione Consulcesi - per continuare a sviluppare sotto nuove forme la nostra mission di supporto e assistenza ai più fragili attraverso il sostegno a medici ed enti impegnati in ambito sanitario-umanitario totalmente gratuito per gli enti partner coinvolti e che vede le nostre migliori risorse e competenze al servizio dei bisogni di questi”.
L’iniziativa - spiega una nota - si muove su due core asset del Gruppo Consulcesi, cui la Fondazione fa riferimento: la piattaforma formativa e il più ampio database e di medici e professionisti sanitari d’Italia con 1,6 milioni di contatti profilati per professione e specializzazione. Grazie a questa banca dati, la Fondazione potrà coinvolgere e invitare operatori sanitari attraverso una attività di awareness e di coinvolgimento affinché conoscano e scelgano di partecipare alle chiamate dei progetti di Enti del Terzo Settore e Ong. Attraverso la piattaforma formativa il personale medico volontario avrà accesso ad un catalogo online composto da oltre 300 corsi e/o modelli didattici innovativi, sviluppati o da sviluppare ad hoc con il partner Sanità in-Formazione (Best Provider Ecm nella categoria Formazione a distanza Fad). La scelta e la selezione delle figure da coinvolgere nell’organizzazione saranno gestite dall’Ente partner sulle base delle proprie necessità e della propria mission, così come anche il percorso formativo sarà realizzato in partnership con l’ente richiedente, sulla base delle sue specifiche necessità formative.
A dare il via al progetto è il corso di formazione per migliorare diagnosi e cura della malattia di Charcot-Marie-Tooth realizzato a sostegno dell’Acmt-Rete, associazione di volontariato nata con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone affette dalla patologia. Sebbene si tratti della neuropatia periferica ereditaria più diffusa, è ancora tra le meno conosciute, anche in ambito sanitario, e tra le più sottodiagnosticate. "Le persone affette - osserva Federico Tiberio, Presidente Acmt-Rete Odv - attendono in media 10 anni prima di ricevere una diagnosi” vivendo “nell’incertezza e privati della possibilità di sottoporsi alle sperimentazioni cliniche che oggi, finalmente, stanno muovendo i primi passi anche in Italia”.
A tale proposito, evidenzia la direttrice di Fondazione Consulcesi, Silvia Superbi: “Accanto alla mancanza di investimenti destinati alla ricerca di cure persiste - per questa come per moltissime altre malattie rare - una carenza nella formazione di medici e professionisti sanitari. Per questo -aggiunge - è particolarmente innovativo quanto virtuoso il progetto di divulgazione che Acmt-Rete porta avanti e che trova in questo corso Ecm ulteriore forza, anche grazie ai nostri partner che ne faciliteranno la diffusione, tra cui la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma”.
Il corso ‘Riconoscere, diagnosticare e curare la malattia di Charcot- Marie-Tooth (Cmt)’, reso disponibile gratuitamente a tutti i medici di medicina generale, chirurghi, psicologi e tante altre professioni medico-sanitarie, e in modalità Fad per venire incontro alle fitte agende dei professionisti, prevede il rilascio di 5.0 crediti Ecm. Responsabile scientifico è Francesco Ferraro, direttore del dipartimento di Riabilitazione specialistica neuromotoria, presso il presidio di Riabilitazione multifunzionale “Don Primo Mazzolari “di Bozzolo AO “Carlo Poma” di Mantova, affiancato da altri 6 esperti, specialisti in diverse aree di intervento. “L’intento - ribadisce Tiberio - è fornire ai medici degli elementi che permettano loro di riconoscere dei segni clinici caratteristici della malattia e indurli a invitare il paziente verso uno specialista il prima possibile, per far sì che nessun altro bimbo con Cmt venga rimproverato perché distratto”.
“L’impegno della Fondazione verso una sanità accessibile a tutti - conclude Superbi - continuerà a passare anche per il sostegno alle malattie rare e alle persone da queste affette. A tal proposito, i prossimi progetti di 'Onboarding e training' che porteremo avanti saranno proprio in direzione della formazione per altre malattie rare”.