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Forza Italia, messaggio a Salvini: “Noi incompatibili...

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Forza Italia, messaggio a Salvini: “Noi incompatibili con alleati Lega in Europa”

All'indomani della kermesse sovranista di Firenze, con il leader leghista che ha chiesto agli azzurri di accettare di allearsi con l'estrema destra europea, arriva la risposta del partito di Tajani

Forza Italia - Fotogramma

All'indomani del raduno sovranista di Firenze, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha chiesto a Forza Italia di accettare di allearsi con l'estrema destra europea, arriva il messaggio azzurro al numero uno del Carroccio.

“Con Matteo Salvini i rapporti sono ottimi, non c’è nessuna polemica; in Europa siamo per un'alleanza di centrodestra tra conservatori, liberali e popolari, non ci sarà nessun inciucio, ma non faremo mai alleanza con Afd e con la signora Le Pen”, ha detto in serata il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani a margine della cerimonia di premiazione organizzata dall’American Chamber of commerce in Italy, in corso a Milano sulle parole pronunciate ieri dal leghista.

“Matteo Salvini - insiste - è un alleato e può esserlo anche in Europa”. Certo è, avverte Tajani, che “noi non faremo mai alleanza con Afd e con la signora Le Pen, ma questo è noto e non ha nulla che vedere con l'Italia e con il governo”. In Europa “noi siamo per un'alleanza di centrodestra tra conservatori, liberali e popolari. La stessa alleanza che ha permesso di vincere il confronto con la sinistra e sconfiggere il candidato socialista per la presidenza del Parlamento europeo nel 2017”. Dunque “nessun inciucio, ma dobbiamo dare stabilità all'Europa e essere realisti”. Del resto “la centralità di Forza Italia nella stabilità dell'Europa è un elemento imprescindibile nella prossima legislatura. Forza Italia è parte del Ppe e senza Ppe non si governa l'Europa”. Proprio per questo, conclude, “non c’è nessun appello da fare, Salvini farà le scelte che ritiene opportuno fare. Dico solo che se Salvini vuole allearsi con noi io sono sempre disponibile. Siamo alleati in Italia, non vedo perché non dovremmo esserlo in Europa”.

La reazione di Forza Italia: "Noi incompatibili con alleati Lega in Ue"

Rispondendo alla domanda sul punto postagli a Tagadà su La7, il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè ha spiegato che la kermesse fiorentina, "è la riunione legittima di un partito politico che sceglie i suoi alleati come meglio crede, poi ognuno di noi può dare un giudizio su quell’evento. Per quanto riguarda Forza Italia abbiamo dichiarato già da molto tempo e pubblicamente l’assoluta e totale incompatibilità, in qualsiasi scenario, di allearci con partiti come Afd in Germania, Wilders in Olanda e Le Pen in Francia, che hanno idee e valori inconciliabili e in contrasto con la nostra stessa essenza, non tanto di Popolari Europei, ma proprio di persone con diversa sensibilità. Con quei partiti siamo assolutamente incompatibili".

Il parlamentare ‘azzurro’ spiega che "su questo non c’è alcuna possibilità di intesa né di inciucio, per usare le parole di Matteo Salvini, con queste formazioni che anche a Firenze hanno dato libero sfogo alle loro pulsioni/idee che non ci potranno mai, mai appartenere".

"Forza Italia partito membro del Ppe, primo partito europeo, lavora per un centrodestra unito, e la storia dimostra che dove ci si riesce si può vincere come avvenne per l’elezione di Antonio Tajani a presidente del Parlamento europeo sconfiggendo i socialisti". Così a Tg2 Italia Europa interviene Deborah Bergamini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera.

“Vogliamo governare anche in Europa con Salvini ma il problema è che all’interno della famiglia europea a cui appartiene la Lega ci sono dei partiti incompatibili con i valori che portiamo avanti e difendiamo. Dobbiamo raccogliere più consenso possibile intorno al Ppe - conclude Bergamini - per far capire che una Europa solida, stabile e responsabile può affrontare le sfide complesse che la aspettano”.

E ancora. Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, ai microfoni del Tg3 spiega: "Forza Italia è parte integrante del Partito popolare europeo: siamo europeisti e quindi i partiti non europeisti non possono essere in maggioranza con noi".

E dal fronte azzurro interviene anche Stefania Craxi, senatrice di Fi e a capo della Commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama. "Forza Italia - spiega la senatrice all'Adnkronos - fa parte del gruppo dei popolari europei, quindi resta chiaro che non sono possibili alleanze con partiti che hanno valori in contraddizione con quelli dei popolari e con il nostro posizionamento internazionale, atlantista". Per Craxi Fi continua a "lavorare per l'unità dl centrodestra, anche in Europa, ma è chiaro che per fare accordi bisogna essere in due...".

Craxi sottolinea che alla Ue servano correttivi: "L'Unione, va detto, non è ancora in condizioni di agire come attore politico con una sua autorevolezza sulla scena internazionale, non esprime una sola voce in politica estera e in tema di difesa come invece sarebbe necessario". "In Ue c'è bisogno di profonde riforme, di una governance più efficiente e democratica" un processo che "va di pari passo con l'allargamento dell'Unione verso popoli che guardano all'Europa e ai valori di libertà che tuttora rappresenta", conclude.

Il leader della Lega Matteo Salvini "è in campagna elettorale", ma "noi l'abbiamo iniziata prima di lui" e dovrebbe ricordarsi che il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani "non sbaglia mai". Così Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, risponde al ministro delle Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio, secondo il quale il leader degli azzurri "sbaglia" a dire che non si alleerà mai con forze anti-Ue come il Rassemblement National di Marine Le Pen e con Alternative fuer Deutschland.

Il tema delle alleanze in Ue, spiega Martusciello all'Adnkronos, "si porrà il 10 giugno, non prima, perché non sappiamo quali saranno i numeri che usciranno dalle elezioni e come si comporranno i gruppi. Quello che è certo è che, qualunque maggioranza si comporrà, Forza Italia ci sarà sempre, perché è centrale rispetto agli equilibri del Parlamento Europeo. Quanto ai singoli partiti, le alleanze le decidono Manfred Weber e Antonio Tajani: siamo fermi alle cose che hanno detto loro".

Ma un'alleanza con AfD è sempre fuori discussione? "Non è compito del capodelegazione - si schermisce Martusciello - disegnare le alleanze, ci rimettiamo alle loro decisioni. Se il segretario nazionale ritiene che queste alleanze non sono possibili, è ovvio che non sono possibili. Come è ovvio che i toni usati in maniera forte contro l'Europa, ieri, da alcuni antieuropeisti, non sono i nostri toni". Ed è altrettanto "ovvio che c'è una incompatibilità di fondo" con forze antieuropeiste come AfD. "Io penso - aggiunge Martusciello - che Matteo Salvini ha iniziato la campagna elettorale. Noi l'abbiamo iniziata da prima di lui, però. Penso che eventi come quelli di ieri" a Firenze "facciano parte di una strategia di campagna elettorale e di comunicazione".

Salvini, continua Martusciello, "sa quanto noi che in Europa non si vota con il maggioritario, ma con il proporzionale puro: le maggioranze si compongono il giorno dopo le elezioni. Il 10 giugno i segretari dei partiti avvieranno le decisioni. Noi siamo in campo con i nostri valori, in maniera molto chiara. E poi voglio ricordare a Salvini che Tajani non sbaglia mai". L'esito più probabile, allo stato, sembra una riedizione della situazione attuale, con i Liberali un po' meno forti e i Conservatori più numerosi di oggi: "Tajani lo ha detto chiaramente - ricorda Martusciello - l'obiettivo principale, il piano A, è ricostituire la maggioranza che elesse lui presidente del Parlamento Europeo nel 2017. Su quello ci auguriamo di poter lavorare: è ovvio che, in questa ottica, il rafforzamento dell'Ecr, e quindi l'apertura a partiti conservatori, è una buona notizia".

Ma, osserva Martusciello, "mi sembra che l'elettorato sia molto fluido in Europa: basti guardare al Partito degli Agricoltori, in Olanda, che è salito e sceso nel giro di pochi mesi". Per il Ppe ci sono dei limiti chiari per l'allargamento della maggioranza: "La linea di confine - ricorda - è sempre quella del riconoscimento dell'Europa e dei suoi valori: quella è la base per ogni alleanza. Qualunque partito non riconosca questo non può stare in una maggioranza europea".

E la Lega secondo lei potrebbe stare in maggioranza? "Stiamo votando costantemente in maniera simile con gli eurodeputati della Lega - nota Martusciello - le proposte che arrivano sono sempre costruttive, quindi penso che Tajani non avrebbe alcun problema a garantire per la Lega nella maggioranza in Ue". Ma, almeno finché resta in un gruppo come Id, sembra difficile: "Vediamo come evolve il dialogo all'interno dei Conservatori, come si stabilizzeranno i numeri il 10 giugno. Il tema vero è che in Europa si vota con il maggioritario, quindi le maggioranze si compongono dopo il voto", conclude l'eurodeputato campano.

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Politica

Berlusconi, in vendita patrimonio immobiliare ma non villa...

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La decisione dei cinque figli, dopo la scomparsa dell'ex presidente del Consiglio

Nella foto villa Arcore (Fotogramma)

I cinque figli di Silvio Berlusconi si sono accordati per mettere in vendita una parte del patrimonio immobiliare dell'ex presidente del Consiglio, scomparso il 12 giugno scorso. A quanto apprende l’AdnKronos, l’intenzione dei cinque figli è di valorizzare il patrimonio ereditato dall’ex premier e di sondare il mercato per vendere parte delle proprietà immobiliari. E' esclusa la possibilità di mettere in vendita Villa San Martino, ad Arcore. In questo momento, stando a quanto si apprende, sarebbe in corso una valutazione per capire se terzi sono interessati all’acquisto di alcune proprietà. Non è escluso che tra i cinque figli ci sia qualcuno interessato a rilevare uno o più immobili. L’idea sarebbe comunque quella di vendere parte del patrimonio immobiliare. Stando a quanto assicurano fonti si tratta in ogni caso di una fase esplorativa.

L'intenzione di non vendere l'immobile di Arcore era stata espressa dalla figlia di Berlusconi, Marina in un'intervista a Bruno Vespa: "Nostro padre amava la vita, la luce, il viavai delle persone - aveva detto -. Villa San Martino deve rimanere così, viva: vogliamo che resti la sede di riunioni di lavoro, oltre che, naturalmente, il punto di incontro della nostra famiglia. È quello che lui avrebbe desiderato".

Tra gli immobili di proprietà di Fininvest c’è Villa Gernetto, nei pressi di Lesmo, in Brianza, dove l’anno scorso venne celebrato il matrimonio simbolico tra Silvio Berlusconi e la compagna Marta Fascina, la sede principale di Fininvest in via Paleocapa, a Milano, e il complesso di costa Turchese, a Olbia.

A Idra (la società che raggruppa le principali proprietà dell'ex premier che la controlla attraverso la Dolcedrago) appartengono invece Villa Certosa, in Sardegna, la cui stima si aggira attorno ai 300 milioni di euro, la villa di Arcore, la villa di Macherio e Villa Grande a Roma.

Alcune proprietà appartenevano a Silvio Berlusconi in persona, come Villa Campari a Lesa, sul lago Maggiore, la villa a Lampedusa - Baia della Luna, una villa ad Antigua e circa 100/150 appartamenti nel milanese. Di Sb Real Estate è invece Villa La Lampara a Cannes, mentre il complesso di Merate e Villa Sottocasa a Vimercate sono di Brianza 2 Srl (con Redaelli). Infine, le due barche principali sono Morning Glory (sotto Forza 5) e Sweet Dragon (personale di Silvio Berlusconi).

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Politica

Elezioni Sardegna, Todde: “Primarie questione...

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"Democrazia partecipativa è una cosa seria, non si improvvisa". E annuncia: "Mi dimetterò da deputata se vinco e se perdo, questa è una maratona"

Alessandra Todde (Fotogramma)

"Le primarie sono una questione totalmente pretestuosa". Così all'AdnKronos Alessandra Todde (M5S), candidata del centrosinistra alla Regione Sardegna, chiarisce la sua posizione su una questione che ha scatenato non poche polemiche. "Per organizzarle e condividere modalità e tempi (online, offline, miste, centri con specifico numero abitanti ecc) sarebbe stato necessario prevederle non meno di un anno fa. E nonostante tutto ciò, il tema è stato dibattuto a lungo all’interno del tavolo di coalizione e dei singoli partiti. La maggior parte delle sigle di centrosinistra, comprese alcune di quelle uscite subito dopo l’individuazione del mio nome, hanno deciso insieme quale strada percorrere, senza ingerenze esterne", precisa Todde.

"La democrazia partecipativa è una cosa seria e non può essere improvvisata - continua Todde - Nessuna delle sigle si è detta contraria per principio alle primarie, ma è stato sottolineato quanto fosse importante dotarsi di criteri precisi per la scelta del candidato o della candidata. Infatti, sono stati scelti in modo partecipato e condiviso da tutti i criteri a cui doveva corrispondere la candidata o il candidato".

"Chi si è chiamato fuori, nascondendosi dietro le primarie ha deciso di non accettare il metodo democratico individuato dalla nostra coalizione, composta da partiti e movimenti che non sono circoli ristretti, perché hanno regole di democrazia interna che li rende rappresentativi dei loro iscritti. Non si può da un lato scegliere una classe dirigente per poi far finta che regole e metodi e percorsi democratici non servono a nulla".

"Soru vuole comandare e imporsi"

"Mi sembra evidente che il fatto per cui Soru è uscito dal Pd è perché il suo partito, con delle regole democratiche e accettate da un tavolo di coalizione oltre che con tutti i passaggi politici necessari tra direzioni, segreterie e assemblee, non ha individuato lui come profilo. Quindi più che da paladino della democrazia, mi sembrano atteggiamenti tipici di un uomo che vuole comandare su tutto e tutti imponendosi anche quando sarebbe più opportuno non farlo", dice Todde.

"Le faccio una provocazione: nella coalizione di Soru il metodo della scelta del candidato governatore è stata fatta con le primarie? No. Quindi, le regole valgono sempre per gli altri e mai per se stessi? - evidenzia Todde - È chiaro che si dovrebbe ricucire nel nome dell'unità, non certo nel nome della continuità. Faccio un invito: discutiamo del programma, di cosa fare per la Sardegna, confrontiamoci sui temi. Ma con regole chiare e precise che non ci obblighino a fermarci, ma ci lancino uniti verso la vittoria".

"Soru con Renzi va in continuità con la giunta Solinas"

Ad Alessandra Todde, nella corsa alla Regione Sardegna, Soru ha preferito aprire ad alleanze che secondo la candidata del centrosinistra, ex vice presidente del Movimento, “lo pongono in continuità con la giunta Solinas”. A chi si riferisce e cosa sta succedendo? "È tutto pubblico - risponde Todde - Soru ha ricevuto aperture da parte di Italia Viva che esprime in giunta l'assessore Anita Pili. Un partito che governa con Solinas e che quindi sostiene la destra al governo della Regione. Soru ha l'endorsement di Luigi Cucca, segretario regionale di Azione, l'uomo che Solinas voleva come segretario generale nella sua giunta. Nomina bloccata per incompatibilità".

"La coalizione di Soru passa da partiti indipendentisti a forze europeiste, da partiti a favore del nucleare a partiti contrari, da chi postava sui social l’attacco di Hamas ad Israele (Liberu) a chi sostiene Israele. Soru dice di essere alternativo a questa giunta ma si imbarca chi lavora in totale continuità con Solinas. Noi siamo l’unica reale alternativa a questa giunta e alla destra che ci sta governando in Sardegna", afferma Todde.

"Mi dimetterò da deputata se vinco e se perdo, questa è una maratona"

Todde, se non dovesse vincere le elezioni, lascerà il Parlamento per restare in Sardegna come consigliera? "Si. Resterò qui. È la mia terra, la mia gente, il mio popolo. La mia non è una sfida per i prossimi due mesi. Ma una maratona che deve cambiare realmente la Sardegna. Un progetto per i prossimi vent’anni", risponde all'AdnKronos l'esponente del M5S.

"Dalla Sardegna partirà un segnale che arriverà fino a Palazzo Chigi - continua Todde - All’incoerenza di questa destra rispondiamo con i fatti, con determinazione e voglia di cambiamento. La destra sta levando la voce a chi purtroppo ne aveva già poca. Noi gliela vogliamo ridare". Se invece dovesse vincere? "Se vinceremo, mi dimetterò da deputata e farò la Presidente. Se perderemo, farò la consigliera regionale", chiarisce.

"Credo in nuovo centrosinistra che stiamo costruendo"

"Credo nel nuovo centro sinistra che stiamo costruendo in Sardegna con tante forze al tavolo - spiega - Dobbiamo ridare una speranza alla nostra isola che per colpa di questa giunta è diventata un deserto. Dalla Sardegna può partire un vento di cambiamento che potrà influenzare anche gli altri contesti in cui si andrà a votare"

"Noi lavoriamo non solo ad una ripartenza, ma ad un reale cambiamento - sottolinea Todde - Sono consapevole delle cose da fare e sono felice dei miei compagni di viaggio. All’arroganza dell’Io, anteponiamo il Noi. Ai disastri portati avanti da Loro, proponiamo le nostre ricette. Oggi più che mai, è il momento del noi".

"Priorità? Un ospedale pediatrico per i nostri bambini"

"Le priorità per la Sardegna e i sardi sono sanità, trasporti, lavoro, infrastrutture e istruzione. Ci sono tante battaglie da condurre ma soprattutto ci sono tante cose da fare. Lotta a povertà, spopolamento e dispersione scolastica. Sanità accessibile per tutte e tutti e non solo a chi ha i soldi. Lavoro per i sardi e investire su formazione e giovani. Infrastrutture perché bisogna rinascere e nodo trasporti perché i sardi non devono più vivere in una prigione a cielo aperto dove muoversi e spostarsi è impossibile. Una fra tutte: un ospedale pediatrico per i nostri bambini che devono potersi curare in Sardegna. Me lo chiedono le mamme e i papà. Ed io lo farò", assicura Todde.

"Lunedì voteremo Appendino vicepresidente M5S"

"Con Conte e tutto il M5S siamo una famiglia e una meravigliosa comunità. Mi sono dimessa da vicepresidente per poter rappresentare al meglio la coalizione del 'Noi'. Lunedì voteremo per Chiara Appendino. Un’amica e bravissima collega. Mi ha sempre sostenuto ed io oggi sostengo lei", dice Todde, che nell'avviare la sua corsa alla Regione Sardegna ha deciso di dimettersi dall'incarico di vicepresidente del Movimento 5 Stelle.

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Politica

Nomina Valditara, La Russa telefona a Concia:...

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Dopo le polemiche anche nella maggioranza sulla collaborazione dell'attivista con il ministero dell'Istruzione per il progetto 'Educazione alle relazioni' nelle scuole, il presidente del Senato ha contattato l'ex parlamentare invitandola al concerto di Natale a Palazzo Madama

Ignazio La Russa e Paola Concia - Fotogramma

Una telefonata per esprimere "solidarietà e vicinanza" con l'invito al concerto di Natale, previsto domani a Palazzo Madama. A quanto apprende AdnKronos, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha contattato l'ex parlamentare e attivista Anna Paola Concia, la cui collaborazione con il ministero dell'Istruzione ha provocato polemiche anche nella stessa maggioranza.

La telefonata, secondo le stesse fonti consultate, non ha riguardato i temi al centro del dibattito politico e la natura dell'incarico. Concia avrebbe espresso apprezzamento per il colloquio, ringraziando per l'invito per l'evento di domani che non potrà seguire in quanto attualmente fuori dall'Italia.

Valditara frena dopo le polemiche: "Progetto scuola avanti senza garanti"

Dopo le critiche arrivate da Lega e Fratelli d'Italia per la nomina di Anna Paola Concia tra le garanti del progetto 'Educazione alle relazioni' nelle scuole, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha poi deciso per il passo indietro.

"Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche - spiega il ministro -, ho deciso di non attivare l'incarico di garanti del progetto 'Educazione alle relazioni' a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il progetto 'Educare alle relazioni' andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti", spiega il ministro.

Concia: "No condizioni per lavoro equilibrato"

“Capisco la decisione del ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami: dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto 'Educazione alle relazioni'. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne", commenta Paola Concia, Coordinatrice del Comitato Organizzatore di Didacta Italia, dopo la decisione del ministro.

"Credevo davvero che l'orribile femminicidio di Giulia Cecchettin avesse segnato uno spartiacque anche su questo - continua - E' stato cosí per le donne, che sono scese in piazza a migliaia, a prescindere dalle loro convinzioni politiche. È stato cosí per i giovani, che hanno fatto altrettanto e hanno animato dibattiti importanti nelle scuole. Non è stato così per quei settori estremisti dell'associazionismo e della politica che si sono mobilitati per sabotare la possibilità stessa di un confronto super partes. Peccato. Il mio impegno resta, cosí come quello delle istituzioni scolastiche, confermato oggi dal ministro. Lo rilanceremo nella prossima edizione di Didacta Italia e in ogni altra occasione utile".

Suor Monia Alfieri: "Prendo atto decisione Valditara, ora maggioranza sia coerente"

"Prendo atto della decisione del ministro Valditara e gli auguro buon lavoro per il bene di tutti gli studenti italiani". Così all'Adnkronos suor Monia Alfieri, tra i tre garanti che erano stati scelti dal ministro dell'Istruzione per il progetto di prevenzione contro la violenza sulle donne 'Educare alle relazioni'. Tuttavia, si precipita ad aggiungere, "mi auguro, che da questo momento in poi, tutte le forze politiche, soprattutto quelle della maggioranza che legittimamente in queste ore hanno fatto sentire la loro voce a favore delle famiglie italiane, siano coerenti con quanto promesso in campagna elettorale, ovvero garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie e scongiurarne il monopolio".

Suor Monia Alfieri, dunque, invoca "coerenza" in relazione "alla legge di bilancio, perché solo in Italia le famiglie, quando esercitano la libertà di scelta educativa optando per le scuole paritarie, devono pagare due volte: tasse e retta. In tutta Europa, invece, la famiglia esercita la libertà di scelta educativa senza condizionamento economico. Questa stortura ha portato in Italia a un danno enorme. Il rischio reale nel nostro paese è quello del monopolio educativo, perché le scuole paritarie dei poveri non ce la fanno più e stanno chiudendo".

Secondo suor Monia Alfieri 'l'operazione che va fatta è dare il 70% del costo medio studente alle famiglie che scelgono la paritaria". Si tratterrebbe "di 2,5 miliardi di euro da distribuire in 5 manovre, partendo dall'attuale legge finanziaria con 500 milioni di euro a fronte di uno stanziamento che prevede solo 50 milioni di euro per le scuole dell'infanzia e conferma i 110 milioni per la disabilità. Sono indubbiamente contenta che in queste ore le forze di maggioranza si siano schierate a favore della famiglia - conclude - ma chiedo coerenza...".

Le reazioni

"La decisione di Valditara è stata giusta, questo esperimento nella scuola andrà avanti con i docenti e con i gruppi di studenti. Questa è la cosa più logica". Interpellata dall'Adnkronos, la sottosegretaria di Fratelli d'Italia all'Istruzione, Paola Frassinetti, dice la sua sulla scelta del ministro di non attivare più l'incarico di garanti del progetto 'Educazione alle relazioni'. Per Frassinetti "l'importante è che si parli di rispetto e che si condanni la violenza di genere. Nelle nostre materie, soprattutto quelle umanistiche, si possono trovare tanti esempi positivi per la formazione dei nostri ragazzi. Da Dante e Beatrice a 'I Promessi sposi': abbiamo tante opportunità per evidenziare le posizioni più consone a portare avanti una cultura del rispetto".

La destra ha temuto che la partecipazione di Concia al progetto educativo potesse spalancare le porte alla 'teoria gender': "La teoria gender non c'entra niente con la cultura del rispetto e nelle scuole non deve entrare, Fdi questo lo ha sempre sostenuto. Ma non mi sembra fosse questo l'intento. E' un progetto - sottolinea Frassinetti - che nasce sull'onda dell'emergenza femminicidi. Un tema che richiede un'alleanza tra scuola e famiglia".

Su Concia c'è stato un errore di valutazione da parte di Valditara? "Teniamo buona l'ultima dichiarazione del ministro, che avrà preso atto dell'incomprensione. Andiamo nel merito delle cose, cerchiamo senza litigi di proporre ai nostri ragazzi una cultura del rispetto che faccia bene a tutti", risponde la sottosegretaria di Fdi.

Forza Italia esprime invece rammarico per il dietrofront del titolare del dicastero di Viale Trastevere, pur comprendendone le ragioni. "Capisco la posizione del ministro Valditara che ha voluto evitare polemiche e strumentalizzazioni su un tema delicatissimo ed attuale come l'educazione al rispetto della libertà e della dignità di genere; tema che deve unire e mai dividere. Detto questo è un vero peccato aver dovuto rinunciare al contributo di una persona competente e dalla forte sensibilità su questi temi, come Anna Paola Concia", dice all'Adnkronos il sottosegretario alle Infrastrutture di Fi, Tullio Ferrante.

Secondo l'esponente azzurro "la composizione delle garanti, di diversa estrazione, tutelava il principio del pluralismo culturale che a mio avviso dovrebbe essere il faro nell'educazione dei nostri figli" ma "il progetto 'Educazione alle relazioni' resta in piedi e questa", conclude Ferrante, "resta la cosa più importante".

La segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine della fiera Più libri più liberi sottolinea: “Sono passati pochi giorni dai funerali di Giulia Cecchettin e risuonano nelle nostre orecchie le parole di suo padre che chiamano alla responsabilità tutte le istituzioni e le forze politiche perché lavorino sulla prevenzione, invece abbiamo visto altra violenza di genere, altri femminicidi, altri stupri”.

“È urgente rendere obbligatoria l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in tutti i cicli scolastici coinvolgendo le competenze e i centri antiviolenza, questa è la strada. Per cui, ci preoccupa vedere che il ministro Valditara nomina dei garanti per i suoi progetti, solo facoltativi, e poi non è in grado nemmeno di andare avanti su quei progetti".

“Noi continuiamo a confermare la nostra disponibilità a lavorare insieme su una legge che renda obbligatoria in tutti i cicli scolastici l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze: dobbiamo intervenire prima che si radichi quell’idea violenta e criminale di un possesso di un controllo sul corpo e sulla vita delle donne”.

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