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Violenza sulle donne, dall’impiegata alla manager le voci al rientro al lavoro dopo la maxi-mobilitazione

Più forza, consapevolezza e più condivisione: dieci storie italiane

Donne alla manifestazione del 25 novembre - Fotogramma

Più forza, più consapevolezza, più condivisione. Dopo l'ondata di mobilitazione nella giornata contro la violenza sulle donne, a partire dalla grande partecipazione alla manifestazione del Circo Massimo a Roma, resta forte il 'grido' delle donne. Adnkronos ha raccolto, al lunedì al rientro al lavoro, le voci di dieci donne, impegnate in diversi ambiti lavorativi.

La commerciante

"E' stata una delle prime volte -spiega Francesca Recine, commerciante di Genova, più punti vendita abbigliamento sportivo e articoli sportivi, vicepresidente di Fismo Confesercenti (negozi di abbigliamento) ad Adnkronos/Labitalia- in cui nel nostro Paese si è sentita una voce così forte contro la violenza sulle donne, a partire dalla manifestazione al Circo Massimo. E questo mi ha lasciato una grande forza, che viene dalla condivisione. Spesso gli atti di violenza accadono in ufficio, sul luogo di lavoro, e aver dato voce a una realtà spesso silente è stato molto importante. Da oggi credo che le tante donne vittime di violenza, che oltre ai gesti può essere contenuta anche nelle parole, non si sentano più sole. E da oggi proprio grazie alla condivisione che si è creata su questo tema tutti abbiamo capito che bisogna tenere gli occhi aperti, sempre", conclude.

La casalinga

Per Federica Rossi Gasparrini, presidente di Obiettivo Famiglia/Federcasalinghe, “inattesa ma bellissima è la grande partecipazione di donne e uomini alle iniziative contro la violenza sulle donne". "Noi c’eravamo, a far rumore, con coperchi e mestoli. Anche in famiglia, talvolta, serve rapportare la cultura del rispetto e della condivisione. Noi ci siamo!”, dice ad Adnkronos/Labitalia.

La libera professionista

"Degli eventi di questi giorni contro la violenza sulle donne -afferma Marcella Caradonna, commercialista e presidente dell'ordine dei commercialisti di Milano ad Adnkronos/Labitalia- resta la voglia di mettersi a disposizione e di fare rete contro questo fenomeno, offrendo le proprie competenze. Noi come commercialisti abbiamo fatto tanto contro la violenza economica. Spesso e volentieri infatti tante donne sono vittime di violenza e non riescono a staccarsi dal contesto in cui la subiscono perchè non hanno un lavoro e hanno paura di restare in mezzo a una strada. E allora è necessario creare una 'cintura di sicurezza' intorno a queste donne, facendo ognuno la propria parte, mettendo ognuno un tassello. Noi commercialisti ci siamo, uomini e donne".

La preside

Cristina Costarelli, preside e presidente dell'Anp Lazio, definisce la manifestazione contro la violenza sulle donne che sabato ha visto riempirsi le piazze di tutta Italia "un segno di speranza per il futuro nonostante la consapevolezza delle difficoltà". "La manifestazione di sabato - sottolinea Costarelli All'Adnkronos - sicuramente dà un segno positivo di coinvolgimento e di attenzione. Aver visto così tante persone di entrambi i sessi, di tutte le età, di tutte le professioni, unirsi in questi numerosi momenti su scala nazionale veramente dà un idea di quanto sia sentita questa situazione ci lasci ben sperare per il futuro anche se siamo consapevoli di tante difficoltà, tante criticità che necessitano di tempo affinché siano realmente superate. L'impresssione della partecipazione è sicuramente positiva".

L'impiegata

"Più che rispetto al ritorno in ufficio forse la domanda dovrebbe essere come mi sono sentita a tornare a casa. In realtà il nostro ufficio nel Municipio VIII di Roma è una realtà piuttosto virtuosa dove non si percepisce in alcun modo una discriminazione nei confronti nelle donne. Io vengo dal privato e il passaggio qui in Municipio è stato il passaggio in una oasi. Nel privato era complicato anche solo prendersi delle ore per i bambini piccoli, piuttosto che una giornata di malattia mentre qui c'è una grande attenzione alle necessità delle persone", dice all'Adnkronos Federica, dipendente del Comune di Roma, che sabato era in piazza per dire basta alla violenza contro le donne. "Io ho 50 anni - aggiunge - e gli uomini della mia generazione sono cresciuti con una cultura del patriarcato, una parola tornata d'attualità recentemente, difficile da scardinare, anche in famiglia, per quanto il clima sia non violento. Ci sono comunque delle libertà che un uomo si sente di prendere con più facilità rispetto ad una donna. Un uomo, come mio padre o anche il mio compagno, non si sente di giustificarsi in alcun modo per le proprie scelte mentre noi, anche per un retaggio culturale, ci viene quasi automatico giustificarci per la più piccola libertà che ci prendiamo. Per lui è naturale dire 'esco' senza aggiungere 'dove come e perché', per me no".

La scienziata

Dopo i cortei di Roma e Milano "mi sono sopresa ad essere invasa da una tristezza, la tristezza che le nostre lotte femministe non avessero messo fine agli abusi, alle discriminazioni per non parlare poi della violenza estrema sulle donne, il femminicidio", commenta l'astrofisica Patrizia Caraveo, classe 1954, con l'Adnkronos. La scienziata sottolinea di essere "rimasta molto colpita dalla numerosità e dalla quantità di persone, donne di tutte le età ma anche uomini, che hanno partecipato alle manifestazioni: è un segno di quanto sia necessario fare qualcosa, di quanto il problema continui ad essere importante e non risolto".

Patrizia Caraveo è stata direttore dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (Iasf) e direttore di ricerca dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, e fa parte del network di "100 donne contro gli stereotipi", "un elenco di donne scienziate - spiega - voluto dalla Fondazione Bracco con l'idea di dare ai media un 'catalogo' di possibili interlocutrici perché in Tv l'esperto di turno da consultare era sempre un maschio. L'elenco è iniziato con le scienziate, poi è stato ampliato con le donne in economia e adesso con le sportive: i premi per le donne sportive, per esempio, sono inferiori a quelli degli uomini".

"Sarebbe stato bello - prosegue Patrizia Caraveo - aver potuto vedere delle differenze fra le lotte femministe dei nostri anni e quelle di oggi, ma non mi sembra sia così. Dopo l'università davo per scontato che avevamo sviscerato questo problema e che la società sarebbe stata pronta a risolverlo. Poi quando mia figlia è cresciuta, io sono andata avanti con la carriera ed una mia amica americana mi ha chiesto di partecipare ad una conferenza vicino Washington su cosa accadeva alle donne nella scienza. Era la fine degli anni '90, per partecipare alla conferenza ho iniziato a cercare dati in Italia e sono letteralmente 'caduta dal pero'. Vivevo nell'ipotesi che il movimento femminista avesse ottenuto qualcosa, invece niente". "La verità - continua l'astrofisica - è che sui temi della parità di genere dovremmo 'copiare' la Coca-Cola: non smette mai di fare marketing ed i loro guru della pubblica dicono sempre che 'è vero che la Coca-Cola è conosciuta in tutto il mondo ma se smettessimo di fare spot i consumatori ci dimenticherebbero. E questo vale anche per le lotte di genere, le lotte per una vera parità di genere. Insomma un corteo è come fare uno spot: è evidente invece che dobbiamo battere sul tema ogni giorno, ancora e ancora".

L'operaia

"La vicenda di Giulia è stata una scossa forte ma qualcosa si stava già muovendo anche a livello delle istituzioni locali. Bisognerebbe però lavorare di più sulla cultura, intervenire a livello di scuola: insegnare che si può lavorare a braccetto uomo-donna ma sempre con rispetto. Ma bisognerebbe iniziare sradicando del tutto questa concezione anche un pò impalpabile per cui l'uomo può aspirare a fare l'astronauta e la donna no perchè fa i figli. Una forma di pressione che aleggia anche nelle fabbriche più rispettose, come la mia, dove restano sempre poche le donne che sono a capo o quelle inserite nella manutenzione oppure quelle che trovano spazio a livello di quadri amministrativi...c'è sempre velata, latente, questa sorta di preconcetto legato al fatto che a un certo punto la donna si deve assentare per i figli. Quasi che si debba scegliere tra carriera e maternità", sottolinea Miriam, operaia alla Stellantis di Val di Sangro in Abruzzo, due figlie di cui l'ultima di 4 anni, conversando con l'Adnkronos. "Eppure quando poi ci assentiamo, a qualsiasi livello, l'azienda il peso lo sente eccome: per questo la parità passa anche da un aiuto vero alla famiglia, di un sostegno soprattutto da un governo che dice di essere a favore della famiglia".

La dirigente

"Questo 25 novembre ci lascia due consapevolezze. La prima è quanto sia ancora necessario un impegno ampio, vero e diffuso per ridurre il fenomeno allarmante delle violenze. La seconda è che altrettanta dedizione ed attenzione dovrà essere messa nel mondo del lavoro per contrastare le discriminazioni e gli ostacoli che pregiudicano la partecipazione paritaria delle donne al lavoro, circostanza che ancora caratterizza il nostro Paese. Abbiamo assistito in queste settimane forse a un risveglio collettivo di coscienze. Adesso non dobbiamo disperdere questa attenzione, ma renderla concreta. Se davvero vogliamo raggiungere una democrazia paritaria, dobbiamo prima di tutto investire nelle infrastrutture sociali ed educative, a cominciare dagli asili nido e dall'assistenza degli anziani. La cura dell'essere umano è il primo passo per alleggerire le donne e permettergli di realizzarsi a pieno", dice ad Adnkronos/Labitalia Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda.

"Serve poi una formazione anche economica e finanziaria, che consenta alle donne di essere autonome e di avviare percorsi di attività economiche anche in modo indipendente. Oggi più che mai abbiamo bisogno della componente femminile, della sua visione di resilienza e creatività anche in ambito economico. Ma prima ancora, la nostra società necessità di un cambio culturale, che metta al centro il valore sacro di ogni singola vita. Solo così possiamo prevenire ogni violenza e conflitto", aggiunge.

La donna medico

La violenza di genere coinvolge le donne medico tre volte: "In primo luogo come professioniste che assistono e curano le vittime, in secondo luogo per il rischio di aggressioni ai sanitari che nel 70% colpiscono proprio le donne, e infine nelle dinamiche di lavoro per i diritti non rispettati e gli ostacoli alla carriera rispetto ai colleghi maschi: siamo la maggioranza degli operatori sanitari e la minoranza nei posti di comando", illustra all'Adnkronos Salute Chiara Rivetti, segretaria regionale Anaao Assomed Piemonte e medico internista.

Da medico, ribadisce Rivetti, "i punti di vista sul tema sono diversi. Attraverso l'assistenza e la cura delle vittime si ha una consapevolezza diretta della frequenza, della dimensione e dell'importanza del fenomeno che, nella metà dei casi, evidenzia violenze che si consumano dentro la famiglia. Abbiamo la percezione precisa dell'urgenza che serve fare subito qualche cosa". Come lavoratrici, invece, "credo che il successo della manifestazione sia servito a non far sentire sola nessuna di noi: ormai è chiaro che siamo in tante a vivere un ambiente di lavoro in cui esiste il rischio di violenza psicologica o fisica. E che possiamo sostenerci a vicenda", aggiunge Rivetti, ricordando che sul lavoro"ci sono aggressioni che non sempre riusciamo a riconoscere, come i diritti negati. E anche in questo caso credo che la manifestazione ci abbia aiutato a cambiare sguardo, a porsi la domanda fondamentale: ma il mio primario, rispetto a una mia richiesta, avrebbe dato la stessa risposta se fossi stata un uomo? Una domanda che troppe volte non ci siamo fatte a fronte di un avanzamento di carriera mancato, per esempio".

In sanità, inoltre, come dimostra la cronaca, "siamo a rischio anche di aggressioni da parte dei pazienti, in particolare in aree come i pronto soccorso. In 7 casi su 10 sono colpite proprio le donne. E credo che anche qui una delle prime domande è sempre: se la collega aggredita fosse stata un uomo, sarebbe successo lo stesso? In molti casi - osserva Rivetti - la risposta è negativa. Penso che ora, dopo questa mobilitazione, mai vista prima con questi numeri, siamo più consapevoli che molte delle nostre problematiche lavorative sono anche legate al genere. Il dato positivo è che ci sentiamo meno isolate".

L'infermiera

"Come professioni infermieristiche siamo sempre più coinvolti sul tema della violenza sulle donne. Siamo quelli che facciamo front office in Pronto soccorso, le braccia che accolgono le donne che arrivano in ambulanza o con le proprie gambe. Come siamo in prima linea quando si parla di aggressione ai nostri danni da parte di pazienti o familiari in attesa in Pronto soccorso", dice, all'Adnkronos Salute, Natascia Mazzitelli, segretario del Consiglio direttivo dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Roma, che sabato ha partecipato all'inaugurazione di una panchina rossa nel cuore del commissariato Casilino con una dedica a Giulia Cecchettin e a tutte le vittime di femminicidio e violenza di genere. "Per questo, con forza, non vogliamo che si dimentichi la grande manifestazioni di sabato al Ciro Massimo che deve farci da guida affinché quello che è accaduto a Giulia Cecchettin non si verifichi mai più", rimarca. "La panchina rossa è un simbolo - prosegue - per promuovere la cultura del rispetto". Sul tema del riconoscimento professionale delle donne, la segretaria Opi di Roma aggiunge che "da questo punto di vista sono stati fatti enormi passi in avanti, il 70% degli infermieri è donna ma ci sono colleghi maschi bravissimi. Certo, è chiaro che quando una assistita anziana si vede arrivare un infermiere e non una infermiera - conclude - ancora fa fatica ad accettarlo, ma questo fa parte del lavoro e comunque c'è oggi una grande integrazione di genere nel nostro".

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Economia

Dazi Usa, Panetta: “Danneggiano anche chi li avvia,...

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Per il governatore della Banca d'Italia è possibile "che l'amministrazione statunitense stia utilizzando gli annunci sui dazi come leva negoziale"

Fabio Panetta (Fotogramma)

"L’esperienza storica mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei Paesi che le avviano" ed è quindi possibile "che l’amministrazione statunitense stia utilizzando gli annunci sui dazi come leva negoziale per ridefinire i rapporti economici e politici con altre aree del mondo". E' quanto sostiene il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento al 31° Congresso annuale di Assiom Forex, che si svolge a Torino.

"Tuttavia, in un contesto già segnato da tensioni geopolitiche, commerciali e belliche - indica però il governatore - questa strategia potrebbe sfuggire al controllo, generando effetti ben oltre quelli desiderati, aggravando i dissidi esistenti e aprendo nuove fratture. Soluzioni negoziali basate sulla cooperazione non solo rappresentano un’alternativa preferibile, ma sono necessarie per evitare una spirale di conflitti che minaccerebbe la stabilità globale", dice il governatore.

Effetti e conseguenze

Quanto agli effetti, "se i dazi annunciati in fase pre-elettorale" dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump "fossero attuati e accompagnati da misure di ritorsione, la crescita del Pil globale si ridurrebbe di 1,5 punti percentuali. Per l’economia statunitense l’impatto supererebbe i 2 punti. Per l’area dell’euro le conseguenze sarebbero più contenute, intorno a mezzo punto percentuale, con effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti". "Nella fase iniziale questi impatti negativi potrebbero essere amplificati dall’aumento dell’incertezza sulle politiche commerciali, già evidente nelle ultime settimane", aggiunge Panetta.

Mentre "un aumento dei dazi statunitensi sulle esportazioni europee non avrebbe presumibilmente effetti significativi sull’inflazione". "I dazi - spiega infatti - potrebbero generare pressioni al rialzo legate a un deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e a eventuali misure di ritorsione da parte della Ue. Tuttavia, questi effetti verrebbero compensati da un rallentamento dell’economia globale e dal dirottamento verso i mercati europei delle merci cinesi colpite da dazi elevati. Secondo nostre stime, l’effetto netto dei dazi sull’inflazione sarebbe perciò contenuto, se non leggermente negativo", indica ancora Panetta che avverte: "I rischi più insidiosi per l’inflazione provengono dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas. Nel breve termine questi andamenti potrebbero rendere più variabile il percorso dell’inflazione. Gli sviluppi futuri andranno monitorati con attenzione, anche se nel medio periodo il rallentamento della domanda mondiale potrebbe contenere le pressioni sui prezzi", dice il governatore della Banca d'Italia.

Crescita Italia

Parlando di crescita, Panetta spiega che negli ultimi trimestri quella "economica italiana si è affievolita, anche a causa del difficile contesto internazionale e degli effetti della stretta monetaria" e "di fatto, attraverso il commercio internazionale le difficoltà dell’economia tedesca si stanno trasmettendo a quella italiana".

"Nel complesso del 2024 - ricorda - il Pil è aumentato dello 0,5%, di circa 2 decimi in più senza la correzione per il maggior numero di giornate lavorative, ma la crescita si è arrestata nel secondo semestre. Secondo le nostre previsioni, nei prossimi mesi il prodotto tornerà a espandersi".

"La riduzione dei tassi di interesse, gli alti livelli di occupazione e la ripresa della domanda estera sosterrebbero i consumi e le esportazioni, favorendo nel contempo l’accumulazione di capitale da parte delle imprese", dice ancora Panetta.

Banche

Capitolo banche. "L'esito delle operazioni" di concentrazione che "coinvolgono banche di varie dimensioni, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio e intermediari esteri" è "affidato alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti", afferma il governatore della Banca d'Italia, ricordando come "i procedimenti autorizzativi coinvolgono la Banca d’Italia sia in autonomia sia in collaborazione con diverse autorità nazionali ed europee. L’iter si avvia dopo la notifica delle operazioni da parte dei soggetti promotori, che non sono tenuti a informare preventivamente le autorità. La Vigilanza verifica la conformità alle normative italiane ed europee, valutando la capacità di ciascuna operazione di dar vita a intermediari solidi, efficienti e capaci di operare secondo principi di sana e prudente gestione al servizio dell’economia reale e senza compromettere la stabilità finanziaria", spiega ancora Panetta.

Le operazioni di concentrazione che stanno interessando il comparto bancario italiano, osserva, "sono favorite in primo luogo dall’abbondanza di capitale in eccesso nel settore" e "ridurrebbero il divario dimensionale tra i principali intermediari italiani e i concorrenti europei".

"In Italia - ricorda - il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volte inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi. Sebbene in generale nel settore bancario le grandi dimensioni comportino sia vantaggi sia alcune criticità ben note, queste operazioni possono essere inquadrate in una prospettiva di integrazione e consolidamento del mercato europeo", afferma il governatore.

Criptovalute

Nel suo intervento Panetta parla anche di criptovalute. "I rischi legati alle criptoattività non derivano soltanto dalle divergenze normative. Non si può escludere che una o più criptoattività, incluse quelle con caratteristiche di moneta elettronica, vengano emesse da giganti tecnologici e inizino a diffondersi in Europa. Se questi mezzi di pagamento privati, facilmente integrabili in piattaforme commerciali con miliardi di utenti, dovessero diffondersi ampiamente, le conseguenze potrebbero essere rilevanti", dice il governatore della Banca d'Italia.

"Le banche commerciali - prosegue - rischierebbero di perdere una parte importante delle loro funzioni. Nel dibattito pubblico si sostiene a volte che l’introduzione dell’euro digitale comporterebbe questo rischio, ignorando che la vera minaccia proviene dalle criptoattività, per le quali, a differenza dell’euro digitale, non sono previsti limiti alla detenzione da parte dei risparmiatori".

"Inoltre le banche centrali, responsabili del buon funzionamento del sistema dei pagamenti, si troverebbero a operare in un contesto in cui pochi soggetti privati, magari esteri, avrebbero un ruolo così rilevante da compromettere la stabilità del sistema in caso di incidenti. I rischi per il sistema dei pagamenti e i mercati finanziari sarebbero dunque considerevoli", dice ancora Panetta.

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Economia

Sanremo: Generali, con italiani ‘Partner di vita’ per...

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Per il terzo anno consecutivo al Festival, l’iconico balconcino segno di vicinanza al territorio

Sanremo: Generali, con italiani ‘Partner di vita’ per costruire il futuro

“Tradizione, italianità e vicinanza sono valori del Festival di Sanremo e anche di Generali che li applica nel quotidiano per essere partner dei nostri clienti e costruire insieme il loro futuro”. Lo ha detto Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, dal famoso e ormai iconico ‘Balconcino’ dell’Agenzia di Sanremo “che idealmente rappresenta tutte le piazze, tutti i balconcini, tutti i luoghi dove tutta la nostra eccezionale rete di agenti opera tutti i giorni per progettare il futuro” con gli italiani". "Proprio “la rete di 2mila agenzie e 20mila colleghe e colleghi presenti sul territorio, è il cuore del nostro business - sottolinea Monacelli - È grazie a loro se riusciamo a tenere fede alla nostra ambizione, che è quella di essere ‘Partner di Vita’ delle persone, in ogni momento rilevante, accompagnandole, con la consulenza di valore, a fare scelte consapevoli e responsabili con l’obiettivo di proteggere il loro futuro e il futuro delle persone che stanno loro a cuore”.

Per il terzo anno consecutivo “siamo felicemente presenti a Sanremo” con vista sull’Ariston “perché vogliamo essere dove succedono le cose che contano - aggiunge Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia - Milioni di persone seguono Sanremo ogni sera e noi vogliamo essere vicini agli Italiani, nei vari momenti di vita, anche in un momento leggero, come si vede nello spot che abbiamo lanciato in questa occasione: mentre ‘tutti cantano Sanremo’, ci sono persone che prendono decisioni importanti della loro vita e noi, con i nostri agenti siamo loro vicini”. Con Sanremo “è scoccata una vera e propria scintilla - racconta Oddone - C’è una condivisione di valori: tradizione, passione, ma anche innovazione, con nuovi linguaggi dedicati a tutte le generazioni. Abbiamo raccontato il Festival con la voce di Caterina Ferioli, protagonista della nuova serie TV Belcanto, che è diventata portavoce di una prospettiva privilegiata sul Teatro Ariston attraverso i social, per coinvolgere ed entusiasmare persone di tutte le età. Un racconto a 360 gradi - conclude - da una prospettiva unica sull’Ariston al quale siamo molto felici di dare il nostro contributo”.

Generali ha partecipato anche al FantaSanremo con la lega #BalconcinoGenerali per accogliere tutte le persone che sceglieranno di giocare durante i giorni della kermesse all’iniziativa social più popolare, coinvolgente e divertente.

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Economia

Marco Bizzarri protagonista della cover story di Genius...

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Il trimestrale racconta l'ex Ad di Gucci e ora presidente e azionista del marchio Elisabetta Franchi

Marco Bizzarri

Marco Bizzarri, ex Ad di Gucci ora presidente e azionista del marchio di lusso Elisabetta Franchi è il protagonista di copertina della nuova edizione (febbraio) di Genius People Magazine, il book-magazine trimestrale che celebra l’ingegno, la creatività e le storie di successo.

Con oltre 10 anni di storia, Genius in ogni numero propone un viaggio attraverso interviste esclusive, approfondimenti e reportage dedicati a chi ha il coraggio di pensare fuori dagli schemi.

“Genius, continua nel suo lavoro di specchio del nostro tempo, aiutandoci a capire chi siamo e dove stiamo andando. Uno strumento per guardare e indagare il domani” commenta il direttore responsabile, Francesco La Bella, anche ideatore e motore del book magazine.

Genius People Magazine può contare sui suoi partner commerciali e sull’innovativa e capillare filiera distributiva che si avvale della collaborazione di PR Ambassador nei luoghi e nelle città più rinomate d’Italia e del network fra aziende leader del settore e personalità del mondo del business.

Oltre alla versione cartacea, Genius People Magazine offre un'esperienza digitale con contenuti interattivi, video esclusivi e un blog aggiornato. Da maggio 2023, la nuova app Genius People Magazine è disponibile in esclusiva per dispositivi iOS sull’App Store.

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