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La Russa: “Volevo fare ministro sport per andare...
La Russa: “Volevo fare ministro sport per andare contro la Juve…”
"Non sono andato a Torino ieri, dopo che ci hanno rubato uno scudetto, con il rigore negato a Ronaldo"

"Volevo fare una cosa diversa, volevo fare il ministro dello Sport, così mi sarei riposato e anche divertito". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ospite di Italia Direzione Nord-Riflessioni sulla Leadership, presso la Fondazione Stelline di Milano. "Giorgia Meloni mi ha detto di no e ho fatto il presidente del Senato", aggiunge. "Ma -aggiunge con una battuta- non lo volevo fare per l'Inter, come ha detto Giorgia, ma per andare contro la Juve...".
Ieri Juve e Inter hanno pareggiato 1-1 nel big match della 13esima giornata della Serie A. "Non sono andato a Torino, dopo che ci hanno rubato uno scudetto, con il rigore negato a Ronaldo, una cosa che solo la Juve di allora poteva fare...", aggiunge. "Dico che, soprattutto nel secondo tempo, ho visto troppo timorose tutte e due le squadre, sarebbe piaciuto un po' più di coraggio da parte delle due compagini". "Io scaramantico? Vedo la partita con mio figlio Lorenzo, se sono con lui è difficile che perdiamo...", conclude.
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Tra febbre e ‘spettro’ Craxi, Crosetto parla in...

Il ministro della Difesa: "Non ho mai attaccato e mai attaccherò la magistratura. Prima o poi lo scontro tra politica e magistratura deve finire"

Contro di me "un plotone di esecuzione ad personam", "non ho mai attaccato e mai attaccherò la magistratura" e "non ho mai parlato di incontri segreti o cospirazioni", "prima o poi lo scontro tra politica e magistratura deve finire", "mi hanno detto: attento, farai la fine di Craxi...". Nonostante la febbre alta che da giorni lo perseguita, Guido Crosetto si presenta in Aula alla Camera per rispondere all'interpellanza di +Europa in merito all'intervista al 'Corriere della Sera' dello scorso 26 novembre in cui il ministro della Difesa paventava il pericolo di un'"opposizione giudiziaria" per il governo. Il pubblico non è però quello delle grandi occasioni: sono infatti una trentina i deputati che, passate le 9.30, raggiungono alla spicciolata i banchi di Montecitorio per ascoltare l'intervento dell'esponente di Fratelli d'Italia. Tra questi il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein, con i quali Crosetto si intrattiene per un breve saluto prima di entrare in Aula.
Lo scambio di battute con Giuseppe Conte
Il co-fondatore di Fratelli d'Italia è l'uomo del giorno, tutti lo cercano in Transatlantico quando mancano pochi minuti all'interpellanza. "Ho vinto la scommessa, nessuno pensava che sarei stato presente e invece eccomi", scherza Conte con il titolare della Difesa, che risponde: "Io sapevo che saresti venuto". "Bene - la controreplica dell''avvocato del popolo' - è importante conoscere l'avversario". Un preoccupato Sergio Costa (vicepresidente della Camera M5S e presidente di turno dell'Aula) cerca di 'catechizzare' Crosetto e altri parlamentari, in dialetto napoletano: "Vediamo 'e nun far succedere bordelli...". Non ve ne saranno. Anche perché tra i due protagonisti del 'duello', Della Vedova e Crosetto, c'è un rapporto di lunga data: lo ricorderà in Aula Crosetto durante il suo discorso, ribadendo la sua stima per il parlamentare di +Europa ("alcuni degli anni che lei ha passato in questo posto li deve anche al fatto che io ho voluto candidarla, quando ero uno dei coordinatori regionali di Fi che decideva le liste").
La protesta del Pd
La seduta si apre con le proteste del Pd. "Volevamo una informativa, l'interpellanza non è esaustiva", attacca la capogruppo dem Chiara Braga, rivolta a Crosetto. "Sono stupito - risponde il braccio destro di Giorgia Meloni - perché tutto pensavo, tranne che qualcuno potesse contestare un ministro venuto a rispondere a un'interpellanza". "Sono venuto a rispondere febbricitante con 39 di febbre per rispetto del Parlamento... Mi è stata chiesta una cosa però a cui ho detto no: di sostituire l'informativa prevista sul Medio Oriente. A questo ho detto no, perché l'informativa sul Medio Oriente è fondamentale e importante", precisa Crosetto, dicendosi pronto a tornare in Aula per rispondere a una informativa ad hoc sulla giustizia. Il 'gigante' di Fdi respinge al mittente le critiche piovute su di lui negli ultimi giorni: "Sono colpito dalla mistificazione delle mie parole... Ho totale fiducia nelle toghe come nell'umanità, ma bisogna distinguere". "Quando c'è stata la necessità di rivolgersi a un magistrato per denunciare fatti gravi, l'ho fatto, come quest'estate, quando abbiamo discusso del caso dossier, che è ancora in corso ed è partito da una mia denuncia ai magistrati", spiega il ministro, rileggendo i passaggi 'incriminati' della sua intervista al Corriere.
Cosa ha detto Crosetto
Crosetto poi rincara: "Ho sollevato un problema perché non ho paura di nulla, sono pronto a venire altre mille volte in Parlamento. Qualcuno ha detto che ho detto queste cose perché temo le inchieste. No, in 60 anni non sono mai stato sfiorato da nulla". Racconta di aver ricevuto numerosi attestati di solidarietà: "In questi giorni ho ricevuto dei messaggi: 'sei un pazzo', 'che coraggio', 'farai la fine di Craxi', 'ti sei reso un obiettivo'... Sono illazioni, non sarò un obiettivo per nessuno". Poi entra nel cuore della questione: "Io mi chiedo: il ruolo della magistratura è quello di riequilibrare la volontà popolare? E' possibile che in questo Paese non si possa fare una riforma della giustizia? Sarà un caso che dal '92 - De Mita '92, D'Alema nel '97 - ci sia stato un sommovimento che ha bloccato ogni tipo di riforma? Io non penso che si possa fare una riforma della giustizia contro la magistratura. Io penso che chi ha responsabilità deve essere terzo".
Crosetto si concede anche una battuta: "Voi mi avete tirato per i capelli che non ho a parlare di questo in un giorno in cui non sto bene, ma non mi sottraggo... Non mi sottraggo, perché ritengo un tema fondamentale non quello della magistratura contro il governo, ma quello di ridefinire gli ambiti in cui costituzionalmente ogni organo dello Stato deve esercitare il suo ruolo e potere...". L'intervento del ministro di Fdi si conclude tra gli applausi della maggioranza: tutti soddisfatti, tranne le opposizioni e in particolare Della Vedova: "Non è stata nel merito della domanda posta", contesta l'interpellante a Crosetto. Un nuovo 'round' tra i due si consuma dopo la seduta, nella buvette di Montecitorio sotto lo sguardo di Schlein. Il deputato di +Europa continua a incalzare il ministro. Lo invita a circostanziare le sue accuse, chiedendogli anche delle presunte interferenze sulla magistratura del sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, denunciate dal quotidiano 'Il Domani'. "Hai chiamato in causa me ma in realtà volevi Mantovano", scherza Crosetto prima di congedarsi.
Le reazioni
E se dal Movimento 5 Stelle arriva una stroncatura dell'intervento di Crosetto ("dal suo discorso abbiamo ricavato solo complottismi e vittimismi, qui di 'ad personam' ci sono solo le fermate dei treni dei ministri", punge Conte), è Giorgio Mulè di Forza Italia a spendere parole d'elogio per l'alleato: "Ha parlato il linguaggio della verità - dice all'Adnkronos il vicepresidente della Camera azzurro -, le sue parole dimostrano a tutto tondo come una certa parte della magistratura interpreti il suo ruolo in maniera antitetica rispetto alle eventuali scelte del Parlamento e del governo". A chi gli chiede se l'allarme lanciato da Crosetto spingerà Fi a chiedere con ancora più forza la riforma della separazione delle carriere dei magistrati, Mulè risponde di no: "La necessità c'era prima e c'è adesso, nessuna ritorsione. Si sta facendo e si farà entro la legislatura, con tutte le altre riforme che devono accompagnare la giustizia". Matteo Renzi di Italia Viva ribadisce la sua stima per Crosetto, poi però esorta il governo a passare dalle parole ai fatti: "Si preoccupa di slogan e poco di sostanza. Se non fai la riforma con quale credibilità ti lamenti delle cose?".
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Stop carne sintetica, Mattarella promulga legge ma Italia...

Il Quirinale ha dato notizia dell'avvenuta notifica alla Commissione europea e dell'impegno a conformarsi a eventuali osservazioni in quella sede

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato oggi la legge contenente le disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il governo, riferisce una nota del Quirinale, ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell'avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione europea e con l'impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell'ambito della procedura di notifica.
Ue su carne coltivata in laboratorio
"Abbiamo appena ricevuto una nuova notifica" per la legge italiana che vieta la vendita della carne coltivata in laboratorio, dice la la portavoce della Commissione europea per il Mercato interno Johanna Bernsel, e "per quanto ne so non abbiamo ancora condotto la nostra analisi". "La nuova notifica - continua Bernsel - verrà analizzata nel merito, nella sostanza, a prescindere dalla procedura legislativa. La compatibilità con il diritto Ue non è influenzata dalla procedura. Per quanto riguarda la tempistica, l'obbligo è di notificare i progetti di legge. A quanto ne sappiamo, la legge non è ancora vigente in Italia. L'obiettivo è che i progetti vengano notificati, in modo che le leggi in contrasto con il diritto Ue non entrino in vigore negli Stati membri". "In generale - prosegue - l'obiettivo è che nessuna legge entri in vigore in uno Stato membro, se contrasta con il diritto Ue. Se una legge entra in vigore e non viene notificata, e se si tratta di una legge che avrebbe dovuto essere notificata, perché ci sono delle eccezioni, allora si può richiedere ai Tribunali nazionali di dichiararla inapplicabile".
Beppe Grillo
"In ogni rivoluzione epocale, c’è chi abbraccia il futuro e chi cerca di fermarlo" scrive sui social Beppe Grillo. "È il caso della carne coltivata, innovazione che ci proietta in un mondo più giusto e più sano. Perché allora c’è chi non vuole proprio sentirne parlare? Che sia per pregiudizio o per meri interessi economici, è una posizione ingiustificata che danneggia l’Italia e gli italiani".
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Cacciari: “Landini leader centrosinistra? Ma per...

L'ex sindaco di Venezia commenta il sondaggio Emg/Adnkronos: "'Difficilissimo cambiare casacca e fare l'uomo di Stato"

"Maurizio Landini scelto come leader dagli elettori del centrosinistra? Ma per carità! I sindacalisti hanno sempre dato pessima prova di sé ogni volta che sono scesi in politica. Il sindacalista è tutt'altro mestiere rispetto al politico, ed è difficilissimo cambiare casacca e fare l'uomo di Stato. E' sempre stato così, anche per persone di levatura superiore a Landini". A dirlo all'Adnkronos è Massimo Cacciari, che commenta così il sondaggio Emg/Adnkronos secondo il quale per il 48% elettori del centrosinistra Landini potrebbe essere possibile un leader di quest'area politica.
In particolare, ha risposto sì a Landini leader il 42% degli elettori Pd e il 30% di quelli 5 Stelle, mentre alla domanda 'Tra Landini, Conte e Schlein chi vorrebbe come leader della sinistra?', il 32% ha scelto Landini, il 30% Giuseppe Conte e il 20% Elly Schlein.
"Landini faccia bene il suo lavoro, che è di contestazione - scandisce Cacciari - anche certamente in prospettiva di Governo, ma principalmente nell'ottica di difendere in modo preciso e puntuale interessi determinati". Per l'ex sindaco di Venezia, il risultato del sondaggio "non è affatto una sorpresa. Chi ha ancora un vaghissimo senso di sinistra molte volte si è rivolto, in situazione di crisi dei partiti di centro-sinistra, ai sindacalisti. E' accaduto al momento del compromesso storico con Lama, è stato così con Cofferati, 15 anni fa il 90% avrebbe detto Cofferati. Questo perché il sindacalista ha una collocazione geografica che inevitabilmente attira le simpatie di un elettorato o di un'opinione pubblica vagamente di sinistra", osserva Cacciari.
Invece "Conte mi stupisce un po' di più, ma è sempre stato rappresentante di una fascia intermedia tra sinistra e 5 Stelle, non sfruttata adeguatamente né dai 5 Stelle né dal Partito Democratico per costruire un'intesa di governo o di opposizione. Ma questa fascia intermedia c'è, quindi lo stupore è relativo". E Conte alla guida del centrosinistra le piacerebbe? "Ma per carità! Si tengano la Schlein fino alle europee, sarebbe del tutto assurdo in questo momento un cambiamento di direzione". Un altro nome oltre ai tre indicati, Cacciari non lo fa, perché "non è questione di nomi - ribadisce il professore, come spesso ha fatto in passato - E' una questione di radicamento, di linea programmatica che al momento non esiste, di ritrovare la propria identità".