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Attacco Hamas, verso i processi: ipotesi tribunali militari...
Attacco Hamas, verso i processi: ipotesi tribunali militari e pena di morte
Il problema dell'onere della prova frena i procedimenti giudiziari. Difficile determinare singole responsabilità, autorità israeliane valutano le opzioni
Le difficoltà nell'assolvimento dell'onere della prova contro i singoli miliziani di Hamas sospettati di aver preso parte al massacro di oltre 1.200 persone in Israele stanno ostacolando il lavoro del ministero della Giustizia israeliano in vista dell'apertura dei processi. Funzionari dello stesso ministero e dell'ufficio del procuratore generale, Gali Baharav-Miara, stanno lavorando alle accuse da immediatamente dopo la strage, ma il numero e la portata enorme dei crimini rende difficile raccogliere prove sufficientemente specifiche e solide per ogni singolo procedimento giudiziario.
In alcuni casi, evidenzia Haaretz, non c'è modo di stabilire quale sospettato abbia commesso un determinato reato, mentre in altri la natura delle prove rende difficile ottenere una condanna severa dell'imputato. Secondo alcune fonti, molti ministri del governo Netanyahu spingono perché i responsabili dei massacri compiuti il 7 ottobre nei kibbutz vicini al confine con Gaza vengano condannati a morte.
Una delle proposte avanzate al ministero della Giustizia è quella di dividere i sospettati in base al kibbutz, villaggio o città in cui hanno compiuto i loro atti e perseguire ciascun gruppo separatamente. Un'altra è che vengano giudicati secondo la legge contro il genocidio.
La legge israeliana sulla prevenzione del genocidio, promulgata nel 1950, potrebbe fornire una base probatoria più semplice per le condanne e prevede la pena di morte, che in realtà è stata eseguita solo una volta nel 1962 in Israele contro il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann. La legge richiede che ogni caso di pena di morte venga giudicato da un collegio di tre giudici tra cui uno della Corte Suprema, il che creerebbe un grave onere per il sistema giudiziario.
In alternativa, il governo valuta la possibilità di approvare una legge ad hoc che consenta di processare i sospettati di terrorismo nei tribunali militari anziché civili, come hanno fatto le autorità statunitensi con i terroristi di al-Qaeda catturati in Afghanistan. Il processo in un tribunale militare faciliterebbe le eventuali condanne a morte.
Un'altra opzione ancora è quella di emanare una legislazione speciale per i massacri del 7 ottobre, consentendo di perseguire chiunque sia coinvolto senza provare i loro atti specifici, ma tutti i funzionari interpellati hanno respinto questa proposta. La decisione finale sull'approccio dell'accusa, sottolinea Haaretz, verrà presa solo dopo il completamento delle indagini e la raccolta di tutte le prove, che si prevede richiederà molto tempo.
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici, martedì la visita a...
Buckingham Palace: "Medici incoraggiati dai suoi progressi"
Buckingham Palace mette fine alle congetture sullo stato di salute di Re Carlo. Il sovrano, malato di cancro, da martedì riprenderà i suoi impegni pubblici. Con la regina Camilla si recherà in visita a un centro di cure per i tumori. "Il team medico di Sua Maestà - fa sapere una nota della Casa Reale - è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".