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Israele, Netanyahu: “Pronto a prolungare tregua ma...
Israele, Netanyahu: “Pronto a prolungare tregua ma guerra riprenderà”
Il premier israeliano a Biden: "Un giorno di tregua ogni 10 ostaggi"

Il premier israliano Benjamin Netanyahu ha detto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che è disponibile a prolungare l'attuale tregua nella Striscia di Gaza, ma quando questa sarà finita la guerra riprenderà a piena forza. "Abbiamo portato a casa un altro gruppo di ostaggi, donne e bambini, e io sono commosso nel profondo del cuore, tutta la nazione è commossa, quando vedo le famiglie riunite", ha detto il premier in un video, spiegando di aver parlato con il presidente americano e sottolineando che l'attuale tregua di quattro giorni può essere allungata, "un giorno ogni 10 ostaggi".
Ma Netanyahu è stato chiaro con Biden: "Alla fine dell'accordo, noi ritorneremo alla piena forza per raggiungere i nostri obiettivi: distruggere Hamas, assicurare che Gaza non ritorni a quello che era e naturalmente liberare tutti gli ostaggi. Sono sicuro - ha concluso - che avremo successo in questa missione, perché non abbiamo altra scelta".
La Casa Bianca ha reso noto che nella telefonata "il presidente ha salutato il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas negli ultimi giorni, compresa la bambina americana", Abigail Edan. I "due leader hanno discusso della pausa nei combattimenti e l'aumento della tanto necessaria assistenza umanitaria a Gaza".
"I due leader hanno convenuto che il lavoro non è ancora concluso e che continueranno a lavorare per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi", conclude il comunicato, sottolineando che il premier israeliano ha ringraziato il presidente "per il suo instancabile sforzo per aiutare a mediare e applicare a pieno l'accordo".
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Russia, Putin allarga l’esercito. Zelensky:...

Le forze di Mosca aumentano la pressione nella zona di Marinka, nell'oblast di Donetsk. La moglie di Zelensky: "Non si deve ricandidare"

Vladimir Putin allarga l'esercito della Russia. Volodymyr Zelensky prepara l'Ucraina all'inverno e alla nuova fase della guerra. Il conflitto, cominciato da quasi 650 giorni, mette a dura prova la tenuta dei due apparati militari. Mosca e Kiev devono fare i conti con le perdite provocate da una guerra di posizione, da mesi caratterizzata da scontri durissimi ad Est, con cambiamenti minimi negli equilibri.
Putin, con un suo decreto, cerca di dare una sterzata aumentando di quasi 170mila il numero dei militari russi, come riferisce l'agenzia di stampa russa 'Tass' spiegando che il decreto che è stato pubblicato sul sito web del Cremlino. Secondo il provvedimento l'organico delle forze armate è fissato a 2.209.130 unità di cui 1.320.000 militari. In precedenza si parlava di 2.039.758 unità di cui 1.150.628 militari.
Secondo il ministero della Difesa russo non sarebbe però prevista una mobilitazione. L'aumento, quindi, in tempi brevi non dovrebbe riflettersi su un incremento delle forze al fronte: dovrebbe essere attuato in più fasi e riguardare in particolare i cosiddetti soldati a contratto, ha spiegato il ministero. L'aumento del numero di militari, ha spiegato il ministero, "è dovuto alle crescenti minacce al paese associate alla conduzione di un'operazione militare speciale e alla continua espansione della Nato".
Zelensky: "Nuova fase della guerra".
A Kiev, intanto, Zelensky in un'intervista all'Ap delinea uno scenario destinato a mutare: "Siamo entrati in una nuova fase della guerra, questo è un fatto, L'inverno rappresenta una nuova fase della guerra", dice, mentre in Ucraina sono arrivati i rigori dell'inverno e la Russia ha ricominciato bombardamenti di città e infrastrutture dell'energia. I russi negli ultimi giorni sono diventati significativamente più attivi sul fronte di Marinka, nell'oblast' di Donetsk. Le forze russe stanno prendendo d'assalto le posizioni ucraine da più lati contemporaneamente, sia a Mariinka che nelle aree limitrofe.
L'Ucraina parallelamente conduce azioni mirate. Le forze armate hanno colpito con missili tre aree di concentrazione di personale, armi e attrezzature militari, nonché cinque depositi di munizioni russe.
Zelensky deve fare i conti anche con questioni interne e, nel verso senso della parola, domestiche. La first lady ucraina Olena Zelenska non vuole che suo marito si ricandidi. Ad affermarlo secondo quanto riferisce 'Ukrainska Pravda', è la stessa moglie del presidente in un podcast dell'Economist. "Non voglio che sia presidente per il prossimo mandato o per i prossimi due mandati", sottolinea la moglie di Zelensky che pensa che il marito debba trovare qualcosa di nuovo nella sua vita.
I giornalisti dell'Economist hanno chiesto a Zelenska come vede il futuro dopo la guerra per se stessa e la sua famiglia. "La nostra famiglia sarà di nuovo insieme. Vivremo insieme, con mio marito e i miei figli. Sempre. Prendiamoci una vacanza e andiamo da qualche parte, non so nemmeno dove, ma stiamo insieme, tutti e quattro. E questa vacanza sarà lunga, un mese intero. Dopodiché penseremo a cosa fare dopo, io e lui", spiega la moglie del presidente ucraino.
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Spende soldi degli elettori al casinò, deputato espulso da...

Santos espulso dalla Camera dei Rappresentanti

La Camera degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza l'espulsione del deputato George Santos, dopo che un rapporto del Comitato etico lo ha accusato di aver sperperato i soldi donati dagli elettori in casinò, negozi di lusso e investimenti fraudolenti. L'espulsione di Santos è stata approvata con 314 voti a favore, fra cui 104 suoi compagni del partito repubblicano, e 114 contrari.
Solo altri cinque deputati sono stati espulsi nella storia degli Stati Uniti: tre nel 1861 perché combattevano dalla parte dei confederati nella guerra civile, altri due nel 1980 e nel 2002 perché condannati per corruzione. Santos è il primo ad essere espulso senza una condanna in tribunale. Ma l'ampio rapporto della Commissione era molto circostanziato e Santos, deputato di New York alla sua prima legislatura, aveva già creato polemiche quando si era scoperto che la sua biografia era piena di notizie inventate. Ora toccherà al governatore di New York, Kathy Hochul, convocare elezioni per il seggio vacante, in quella che potrebbe essere per i democratici un'occasione per ridurre l'esigua maggioranza repubblicana.
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Cina, panda dello zoo di Edimburgo tornano a casa: segnale...

Secondo gli analisti potrebbe esserci lo zampino della 'diplomazia dei panda' di Pechino, e la scelta di richiamare gli unici due esemplari della Gran Bretagna potrebbe essere un segnale di raffreddamento dei rapporti diplomatici

C'è un traffico insolito alla zoo di Edimburgo, dove turisti da tutta la Gran Bretagna stanno arrivando per rivolgere un ultimo saluto a Yang Guang e Tian Tian, i due panda che dopo 12 anni di permanenza sono ora in procinto di tornare in Cina. Antenne drizzate per gli analisti, scrivono i media britannici, poiché anche in Scozia potrebbe esserci lo zampino della 'diplomazia dei panda' di Pechino, e la scelta di richiamare gli unici due esemplari della Gran Bretagna potrebbe essere un segnale di raffreddamento dei rapporti diplomatici.
Tian Tian e Yang Guang sono solo gli ultimi panda a lasciare l'Occidente dopo che gli accordi di scambio sono scaduti senza essere rinnovati dalla Cina. Dopo i falliti tentativi di riproduzione sia naturale che artificiale, lo zoo ha dichiarato di non avere in programma l'arrivo di altri esemplari perché la crisi globale della biodiversità impone di lavorare alla protezione di un maggior numero di animali a rischio.
Il mese scorso anche gli Stati Uniti avevano dovuto salutare i tre amatissimi panda del National Zoo di Washington. Un destino simile toccherà l'anno prossimo agli esemplari di Atlanta, gli ultimi rimasti negli Usa. I panda dello zoo di San Diego erano stati rispediti a casa nel 2019 e l'ultimo panda sopravissuto dello zoo di Memphis, è tornato a casa all'inizio di quest'anno. Tuttavia, durante il suo recente viaggio negli Stati Uniti, il presidente cinese Xi Jinping ha riacceso la speranza dei fan statunitensi, dichiarandosi "pronto a continuare" a prestare gli orsi agli zoo americani.