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Compagna e due figli morti, arrestato per omicidio stradale...
Compagna e due figli morti, arrestato per omicidio stradale e maltrattamenti
L'incidente a luglio scorso a Cerignola (Foggia). Le indagini hanno svelato un quadro familiare fatto di vessazioni e violenze fisiche e morali dell'uomo nei confronti della propria famiglia

E' accusato di maltrattamenti in famiglia e omicidio stradale l'uomo di 43 anni, residente a Trinitapoli, in provincia di Barletta-Andria-Trani. L'uomo, arrestato questa mattina all'alba dai carabinieri, era alla guida dell'automobile coinvolta in un incidente stradale a luglio scorso a Cerignola (Foggia), nel quale persero la vita la compagna e due figli, dei quattro che erano a bordo della vettura, e un motociclista con cui il mezzo si scontrò. Le indagini hanno svelato un quadro familiare fatto di maltrattamenti e vessazioni. Vittime la donna e i figli minori che oltre a subire le violenze avrebbero assistito a quelle verso la madre.
Le indagini sono partite a seguito dell’incidente verificatosi sulla statale 544 - località 'Tressanti', nel quale l’auto condotta dal 43enne e con a bordo la compagna e quattro dei cinque figli andò a impattare con una moto. Sul luogo dell’incidente intervennero i carabinieri della Compagnia di Cerignola che si occuparono dei rilievi stradali.
I militari di Trinitapoli hanno intrapreso una attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, dalla quale è emerso un quadro familiare fatto di quotidiani maltrattamenti, vessazioni e violenze fisiche e morali, dell’uomo nei confronti della propria famiglia. In particolare, gli approfondimenti investigativi hanno accertato come l’uomo avesse in molteplici situazioni palesato atteggiamenti estremamente violenti, minacciando di morte, in più occasioni, l’intera famiglia. Ora si trova in carcere.
Politica
Caso Cospito, opposizioni chiedono testa di Delmastro:...

Il sottosegretario alla Giustizia sarà processato per rivelazioni del segreto d'ufficio in relazione al caso dell'anarchico. La premier difende il fedelissimo e chiede ai suoi di fare quadrato

L'opposizione reclama le sue dimissioni, ma Giorgia Meloni lo blinda. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, sarà processato per rivelazioni del segreto d'ufficio in relazione al caso dell'anarchico Alfredo Cospito: la decisione è stata presa dal gup di Roma, Maddalena Cipriani dopo due ore di udienza, a conferma della scelta fatta a luglio dal gip Emanuela Attura. La notizia del rinvio fa suonare il campanello d'allarme a Palazzo Chigi, anche perché subito Pd, M5S e Avs alla Camera chiedono la 'testa' dell'esponente di governo in Via Arenula. Meloni, però, non ci sta, difende il suo fedelissimo e invita i suoi parlamentari a far quadrato attorno a lui.
FdI fa quadrato, le reazioni a Via della Scrofa
Dalle parti di Via della Scrofa ci tengono a sottolineare che l'operato della magistratura va rispettato ma lasciano chiaramente intendere che c'è qualcosa che non va se Delmastro viene rinviato a giudizio dopo la richiesta di non luogo a procedere da parte della Procura di Roma. Se il procuratore aggiunto Ielo chiede il proscioglimento e poi Delmastro viene processato, vuol dire che ci sono due linee diverse, fatevi una domanda e datevi una risposta, dice a mezza bocca un big meloniano in Transatlantico, a Montecitorio, alzando le braccia.
"Credo sia inconsueto il rinvio a giudizio dopo la richiesta di non procedere da parte del pubblico ministero", taglia corto Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Attuazione del programma e uno degli uomini più vicini alla Meloni, replicando al Pd che ha chiesto una mozione di sfiducia per Delmastro: "I dem - spiega all'Adnkronos Fazzolari - hanno tutto il diritto di presentare una mozione di sfiducia, è nelle loro possibilità. Ma ovviamente la sfiducia a Delmastro finirà in un nulla di fatto, perché il sottosegretario otterrà la piena fiducia da parte del Parlamento". Fazzolari però glissa quando gli viene chiesto se la decisione del gup su Delmastro sia da leggere come un nuovo 'round' del burrascoso rapporto tra magistratura e governo.
Sulla stessa linea Tommaso Foti: "Siamo vicini personalmente e come gruppo parlamentare all'amico Andrea nella certezza che in sede processuale dimostrerà l'infondatezza delle accuse rivoltegli". Il capogruppo di Fdi alla Camera avverte: "Se basta un rinvio a giudizio per rianimare i mai sopiti animi dei giustizialisti in servizio permanente effettivo, siamo fieri di essere schierati sul fronte opposto di una sinistra priva di idee e dei principi fondamentali dello Stato di diritto...".
Foti non le manda a dire al Pd: "Quanto alla riesumazione di una mozione con cui si vorrebbe che il presidente del Consiglio chiedesse le dimissioni di Delmastro, siamo disponibili a discuterla anche domani, ma i megafoni della Schlein stiano tranquilli che cadrà in un nulla di fatto, avendo il sottosegretario la piena fiducia del Parlamento". E se, a taccuini chiusi, c'è chi non disdegna l'espressione 'giustizia a orologeria', ufficialmente i meloniani smentiscono il tentativo di ricondurre il rinvio a giudizio di Delmastro all'allarme sull'opposizione giudiziaria al governo di centrodestra lanciato da Guido Crosetto. E' lo stesso ministro della Difesa a 'smontare' questo collegamento: "Io parlavo di tutt'altro, di una questione di principio non di casi specifici...".
Le opposizioni chiedono con forza un chiarimento, in sede parlamentare, del titolare della Difesa, per le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera lo scorso 26 novembre: "Le opposizioni mi hanno chiesto di riferire in Antimafia o al Copasir. Ho dato la disponibilità e poi mi hanno detto che non andava bene. Ora c'è un'altra richiesta urgente (non so da che gruppo) e, appena tornerò dall'estero, andrò a rispondere", ribadisce all'Adnkronos il ministro in quota Fdi.
Delmastro e il sostegno degli alleati
Delmastro incassa anche il sostegno degli alleati. Da Napoli, in serata, fa sentire la sua voce il vicepremier e numero uno azzurro Antonio Tajani che risponde al Pd: "Ogni giorno chiedono le dimissioni di qualcuno. Le dimissioni sono una cosa seria. Nel sistema italiano e in qualsiasi democrazia liberale si è innocenti finché non c'è una condanna definitiva, qui addirittura c'è stato un confronto tra la procura e il magistrato che ha chiesto il rinvio a giudizio, quindi figuriamoci. Ci sono opinioni diverse, io sono garantista per chiunque, a qualsiasi forza politica appartenga, sia esso mio alleato o mio avversario politico...". "Delmastro non si deve dimettere, ci sarà un giudizio e poi si vedrà", assicura Raffale Nevi, portavoce nazionale di Fi.
Arriva anche la solidarietà anche dalla Lega. Matteo Salvini per ora resta in silenzio e parla il suo sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: "Mi rammarico per la notizia del rinvio a giudizio di Andrea Delmastro. Ora il processo si svolga in tempi rapidi, nelle sedi appropriate e non sui giornali. Il garantismo è un principio assoluto e inderogabile. Spiace constatare che la sinistra lo applichi, ancora una volta, a corrente alternata".
Esteri
Israele pronto a nuova fase della guerra. Hamas: “60...

Mentre continuano i negoziati per la pausa nelle ostilità, lo Stato ebraico si prepara a riprendere i combattimenti. 159 gli israeliani tenuti ancora in ostaggio a Gaza

"Sappiamo cosa è necessario fare e siamo pronti alla fase successiva" della guerra contro Hamas al termine della tregua nella Striscia di Gaza. Ad assicurarlo è il capo delle Forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi che ieri ha dato il suo via libera alla ripresa dell'operazione di terra una volta finito il cessate il fuoco.
Mentre continuano le indiscrezioni sui negoziati per la proroga della pausa nelle ostilità iniziata lunedì scorso, Israele intanto "sta facendo quanto in suo potere per il ritorno di tutti gli ostaggi" trattenuti da Hamas dall'attacco del 7 ottobre. Ma i militari israeliani "sono pronti a riprendere immediatamente i combattimenti", le parole durante un briefing con i vertici della sicurezza israeliana del ministro della Difesa Yoav Gallant.
Lo Stato ebraico è infatti "pronto a riprendere la lotta in un attimo", avverte il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. "Siamo in un momento complesso. Lavoreremo per ottenere il massimo" dell'accordo per il rilascio degli ostaggi, ha detto Gantz parlando alla stampa, ma "allo stesso tempo siamo preparati e pronti a tornare a combattere, in qualsiasi momento, compreso in questo momento" la "guerra più importante" dalla guerra d'indipendenza del 1948. Giurando che Israele non darà tregua ad Hamas, Gantz dice che la guerra continuerà fino a quando i residenti delle comunità israeliane di confine che sono state evacuate durante i combattimenti "potranno tornare in sicurezza" alle loro case.
Estensione della tregua, le condizioni di Israele
Intanto Israele insisterà perché vengano rilasciati tutti i bambini e tutte le donne portate in ostaggio nella Striscia prima di discutere un'estensione dell'accordo che preveda la liberazione anche di uomini e di soldati, ha spiegato un funzionario dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, come riferisce il Times of Israel.
"Abbiamo un accordo, l'accordo riguarda i bambini e le donne. Conosciamo i nomi di tutti i bambini e di tutte le donne che si trovano nella Striscia di Gaza. Non accettiamo l'idea che Hamas non sappia dove si trovino, che abbia difficoltà a trovarli", ha affermato il funzionario.
Israele, ha aggiunto la fonte riferendosi agli israeliani dei quali è stato concordato il rilascio, "non abbandonerà 27 persone per discutere un nuovo accordo che verrebbe violato allo stesso modo". Secondo quanto riferito, Hamas sarebbe disposto a prolungare ulteriormente il cessate il fuoco, giunto al sesto giorno e che scadrà domani mattina. Respinta, invece, l'ipotesi di ''un accordo di tutti per tutti'', ovvero che preveda la liberazione di tutti gli ostaggi in cambio della scarcerazione di tutti i detenuti palestinesi.
159 israeliani ancora a Gaza, Hamas: "60 uccisi da raid Israele"
Sono in tutto 159 gli israeliani tenuti ancora in ostaggio da Hamas e da altri gruppi a Gaza, ha riferito un portavoce delle Forze di difesa israeliane. Secondo quanto sostiene l'ex ministro della Sanità di Hamas, Bassem Naim, 60 ostaggi sarebbero rimasti uccisi nei raid condotti da Israele sulla Striscia in risposta all'attacco del 7 ottobre. "Abbiamo confermato due o tre settimane fa che 60 israeliani sono stati uccisi durante i bombardamenti israeliani e sono ancora sotto le macerie", ha detto ieri nel corso di una conferenza stampa a Città del Capo, parlando anche di donne e bambini rimasti vittime dei raid.
Sport
Benfica-Inter 3-3, Joao Mario tris e rimonta nerazzurra

La formazione di Inzaghi, già agli ottavi di Champions, risale da 0-3 e nel finale 'rischia' di vincere

L'Inter pareggia per 3-3 in casa del Benfica nel match valido per la quinta giornata del Gruppo D di Champions League. I nerazzurri, sotto 3-0 nel primo tempo per la tripletta dell'ex Joao Mario, rimontano nella ripresa. La squadra allenata da Inzaghi, già qualificata agli ottavi, ha 11 punti come la Real Sociedad e si giocherà il primo posto nel girone tra due settimane nello scontro diretto con i baschi a Milano.
La partita
Joao Mario comincia il suo show personale al 5'. Tengstedt fa sponda con un colpo di testa, il compagno arriva e fa centro con un sinistro di prima intenzione: 1-0. Gli stessi giocatori sono protagonisti del raddoppio al 13'. Il Benfica recupera palla, Tengstedt arriva sul fondo e mette in mezzo un pallone invitante: Joao Mario ringrazia e imbuca, 2-0. L'Inter, poco più che uno sparring partner in avvio, si fa viva al 26' con Arnautovic. Trubin se la cava con una avventurosa respinta di piede. Al 34', tris del Benfica. Ancora Joao Mario e ancora Tengstedt come suggeritore. Il cross colpisce l'ex giocatore dell'Inter che, quasi involontariamente, firma la tripletta: 3-0.
Alla fine del primo tempo, nello spogliatoio dell'Inter succede qualcosa. Nella ripresa, i nerazzurri si presentano effettivamente in campo. Al 51' la formazione di Inzaghi riapre i giochi con Arnautovic, che deposita in rete dopo la sponda di Bisseck. Al 58' il match torna totalmente in discussione. Cross di Acerbi e Frattesi, dal dischetto del rigore, indovina il sinistro al volo che vale il 3-2. La rimonta viene completata al 71'. Otamendi stende Thuram, rigore che Sanchez non sbaglia: 3-3.
L'ultima porzione di match è un duello senza esclusione di colpi. All'83' Di Maria chiama Audero alla gran parata. All'86' i portoghesi rimangono in 10 per l'espulsione di Antonio Silva, che abbatte Barella. I padroni di casa cercano comunque la vittoria e all'89' si rendono pericolosi con Rafa Silva, impreciso al tiro. Al 95' l'ultimo brivido: Barella ha a disposizione il match point da 10 metri, palo pieno.