Lucia Annunziata lascia la Rai: un atto di serietà
Lucia Annunziata, una delle figure più influenti nel panorama giornalistico italiano, ha rassegnato le sue “irrevocabili” dimissioni dalla Rai. La sua mossa pone l’accento su un crescente disaccordo con l’attuale governo, in particolare riguardo le modalità di intervento sulla televisione pubblica.
Le recenti nomine effettuate dal consiglio di amministrazione (Cda) della Rai hanno scatenato le critiche di Annunziata. Gian Marco Chiocci è stato nominato direttore del Tg1, Antonio Preziosi al Tg2, Francesco Plonati al Gr e Jacopo Volpi a Raisport. Queste decisioni non hanno goduto di un consenso unanime: la presidente Soldi e Francesca Bria hanno votato contro il pacchetto sulle testate, mentre Alessandro Di Majo (Cinquestelle) si è astenuto.
“Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale”, ha affermato Annunziata nel suo comunicato. Ha poi aggiunto che riconoscere questa distanza tra lei e il governo è un atto di serietà nei confronti dell’azienda che si appresta a governare. Ha infine dichiarato che non ci sono le condizioni per una collaborazione e che non intende avviarsi sulla strada di una permanente conflittualità interna sul lavoro.
Alla notizia delle dimissioni di Annunziata, l’a.d. Rai Roberto Sergio ha espresso il suo sincero dispiacere, sottolineando che il suo primo atto in Cda è stato il via libera a poche produzioni, tra le quali “In mezz’ora”. Sergio ha espresso l’augurio che Annunziata possa completare il ciclo di trasmissioni e che ci possano essere ulteriori occasioni di incontro.
L’uscita di Annunziata dalla Rai sottolinea l’importanza del dibattito sulla governance della televisione pubblica italiana. Le decisioni prese dal governo e dal Cda della Rai stanno diventando sempre più critiche per il futuro dell’organizzazione. In un settore in rapida evoluzione come quello dei media, la questione di come vengono prese queste decisioni e chi ha l’autorità per farle diventa sempre più centrale.
La decisione di Annunziata di lasciare la Rai segna un momento significativo nel dibattito sulla governance della televisione pubblica italiana. Mentre le sue dimissioni segnalano un disaccordo con l’attuale governo e le sue nomine, sottolineano anche l’importanza di una governance equa e trasparente nell’industria dei media. Il suo gesto, definito un atto di serietà, potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della Rai e del panorama mediatico italiano in generale.

Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!