Cronaca
Mauritius, il caso Wakashio che sta facendo il giro del...
Mauritius, il caso Wakashio che sta facendo il giro del mondo
Capitano, mio capitano, cosa c’era a bordo della sua nave portarinfuse? Ruggine? Un po’ (o molto) di alcol per festeggiare magari un compleanno? Cibo per l’equipaggio? Della “farina” o altra polvere bianca? Da quando il Wakashio è naufragato a Pointe-d’Esny, a Mauritius, il 25 luglio, se ne parla un po’ in tutto il mondo. Ma cerchiamo di capire come è successo.
Finora, ufficialmente, i membri dell’equipaggio ed il capitano, Sunil Kumar Nandeshwar di 58 anni, affermano che “l’incidente” che ha inquinato le acque turchesi era dovuto a “troppe bevande” che lui e i marinai avrebbero inghiottito in quella fatidica sera in cui è successo il naufragio. E se si sono avvicinati troppo alle coste, è stato per avere della buona connessione wi-fi. Questo è quando ha affermato il capitano. Volevano forse accedere a YouTube per vedere i video di Shakira? Chissà, chi può dirlo.
In ogni caso, molti mauriziani trovano giustamente inaccettabili queste spiegazioni. Altri arrivano addirittura a dire che la nave portarinfuse trasportava sostanze illecite che ricordavano il “borotalco”, per così dire. Più seriamente, le informazioni provenienti da varie fonti attribuiscono valore alla tesi di coloro che affermano che a bordo c’erano droghe. Fonti della polizia che lavorano sul campo affermano addirittura che questa spedizione era destinata a due “padrini” di Mauritius. Metanfetamina per uno e cocaina per l’altro. Una tesi tuttavia spazzata via dai carabinieri, nella caserma centrale dell’isola. Dove un funzionario di alto rango menziona “la teoria del complotto”.
Le autorità hanno inoltre effettuato dei test poco prima dell’affondamento della parte prodiera della portarinfuse, mentre per quasi un mese sono salite a bordo decine di persone. Ci sono molte persone che affermano a gran voce che qualcuno, da qualche parte, sta cercando di annegare il pesce, o anche il capodoglio. Altrimenti, come spiegare che la guardia costiera non abbia visto arrivare nulla? In ogni caso, il Wakashio, che era lungo 300 metri prima della rottura, è più grande del Titanic, che era di 269 metri… La nave è tra l’1% delle navi più grandi del mondo.
I pezzi del puzzle di tutta questa storia si incastrano meno bene dell’olio e c’è da fare chiarezza al più presto per far luce su quanto accaduto. Quello che è certo, in ogni caso, è che le speculazioni su Wakashio continueranno a fare scalpore.
Cronaca
Alpinisti morti su Monte Bianco, chi erano Sara Stefanelli...
Lei Dottoressa, lui studi al Politecnico: li univa una grande passione per la montagna. Oggi il ritrovamento dei loro corpi dopo la scomparsa
Appassionato di montagna lui da sempre, lei da pochi mesi. I due alpinisti Andrea Galimberti e Sara Stefanelli sono morti sul Monte Bianco. Oggi il tragico ritrovamento dei corpi dopo che da sabato gli amici avevano dato l'allarme, sperando fino all'ultimo in un finale diverso. "La guardo negli occhi e ci leggo dentro una passione infinita, grande come la mia" scriveva Andrea sulla sua pagina Facebook condividendo tanti, tantissimi scatti insieme. Studi al Politecnico di Milano e citazione di Jim Morrison sul suo profilo: "Noi gente pazza ragioniamo con il cuore". Le foto raccontano della salita al Monte Cervino del 3 settembre, resa ancora più difficile da una grandinata, il bivacco a 4mila metri e, poi, solo silenzio e preghiere.
"Ti ho conosciuto l'anno scorso per caso al rifugio Rosalba e abbiamo pranzato insieme" scrive Valentina, prima del tragico ritrovamento di oggi. "Io e il mio compagno 'passeggiatori della domenica' tu dovevi ancora raggiungere la cresta e con i tuoi racconti ci hai fatto sognare quelle cime e quei paesaggi. I tuoi occhi brillavano mentre ci raccontavi di tutte le tue imprese senza un filo di presunzione solo con un grande amore per la montagna che ti portavi dietro dall'infanzia".
Più riservata lei, con la pagina chiusa sui social, visibile solo agli amici, ma i commenti non mancano anche sulle foto di lui. "Ciao Sara, la nostra meravigliosa Dottoressa", le scrive una collega dopo la terribile notizia.
Cronaca
Covid, Padovani (Sin): “La paura del virus stimolo...
Il presidente dei neurologi, 'lockdown e angoscia pandemica trigger per maturazione cerebrale accelerata'
"Il cervello di un adolescente è molto plastico e sensibile agli eventi della vita. E sicuramente la pandemia da Covid-19 ha rappresentato un elemento di stimolo dal punto di vista della maturità cerebrale". Lo afferma all’Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin) commentando lo studio dell'università di Washington secondo il quale il lockdown ha invecchiato il cervello degli adolescenti accelerando la loro maturazione cerebrale, in particolare tra le ragazze. La prova? Secondo i ricercatori il cervello dei teenagers si era assottigliato più del previsto.
"L’’assottigliamento è stato osservato sia nei maschi ma più nelle femmine soprattutto in aree ritenute rilevanti per le relazioni sociali – spiega Padovani - L’interpretazione meno banale è che il lockdown unitamente all’angoscia pandemica abbia fatto da trigger per una maturazione cerebrale accelerata maggiore nelle donne perché più mature fisiologicamente. Come se lo stress determinasse una sorta di effetto di stimolo al cervello per metterlo nelle condizioni di essere pronto o più pronto a raccogliere la sfida. Questi dati vanno di pari passo con altri due studi, uno dei quali ha documentato un aumento del volume dell’amigdala collegata alle emozioni mentre l’altro si è concentrato su come i livelli di biomarcatori infiammatori era aumentato anche in chi non si è ammalato di Covid".
Il lavoro del team americano "è interessante. Tuttavia – avverte Padovani – dobbiamo parlare di un processo di maturazione accelerata negli adolescenti oggetti della ricerca e non di processo di invecchiamento".
Cronaca
Monte Bianco, ritrovati i corpi degli alpinisti Andrea...
Erano dispersi da sabato. Oggi la tragica scoperta
Ritrovati oggi i corpi dei due alpinisti italiani dispersi sul Monte Bianco. Di Sara Stefanelli e Andrea Galimberti si erano perse le tracce da sabato 7 settembre. Il tragico ritrovamento oggi da parte di uno degli elicotteri del soccorso alpino francese, dopo tre giorni di maltempo che ne aveva impedito il decollo. Insieme a loro anche i cadaveri di due alpinisti coreani.
Come confermato da Etienne Rolland, comandante del Pghm di Chamonix, le due cordate sono state "rapidamente localizzate: avevamo un'idea di dove potessero essere, della loro altitudine e del loro percorso".
Le ultime foto sul Cervino
Sulla pagina Fb di Andrea Galimberti tanti messaggi di persone che, fino a poche ore fa, si auguravano un epilogo positivo e che ora piangono l'amico. Sui loro social gli ultimi scatti condivisi sul Cervino, sempre insieme, in vetta e al rifugio, felici. Galimberti descrive in maniera estremamente dettagliata l'ascesa al Cervino, compiuta lo scorso 3 settembre con l'amica Sara: "Dopo il classico corso di alpinismo tre mesi fa Sara inizia ad arrampicare con me. Davvero tanta roba da subito, in alta quota sul facile non ha problemi anzi va da Dio", scriveva Galimberti e, poi, mi dice, "Andre, io ho un sogno da sempre, arrivare in vetta al Cervino!!!".