Economia
Farmaceutica, Riccini (Farmindustria): “Una sfida...
Farmaceutica, Riccini (Farmindustria): “Una sfida attrarre investimenti in Italia”
Settore pharma grande partner del Ssn e asset strategico anche per l'Europa'
"Il sistema salute genera un valore economico grazie a vari settori d'industria e dei servizi, tra cui l'industria farmaceutica che si è confermata, anche nel 2023 e in questi mesi, un motore di sviluppo del Paese, della crescita di cui abbiamo molto bisogno e anche di generazione di innovazione a beneficio dei pazienti. Una delle sfide del prossimo futuro è saper attrarre in Italia investimenti a beneficio dei pazienti e della crescita". Lo ha detto Carlo Riccini, direttore Centro studi Farmindustria, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.
"L'industria farmaceutica - sottolinea Riccini - è un settore che sta dando grandi opportunità di occupazione ai giovani, ad esempio, ed è un grande partner del Servizio sanitario nazionale perché con i suoi investimenti agisce secondo un modello di Open innovation con tante strutture pubbliche, attraverso in particolare la ricerca clinica, con i sistemi di formazione e con la generazione di nuove competenze. Questo, alla luce dei trend internazionali di innovazione e della necessità di rinforzare la base produttiva, è certamente un asset strategico sul quale l'Italia deve puntare, ma anche l'Europa".
I dati, continua, mostrano che "il valore della produzione ormai supererà i 50 miliardi anche nel 2023, oltre il 90% è dall'export. E c'è un dato molto recente pubblicato a livello europeo sui brevetti farmaceutici: in Italia in 5 anni sono cresciuti più della media europea. Sono l'immagine di un settore che ha saputo crescere cambiando pelle costantemente, aumentando il proprio valore aggiunto e che quindi rappresenta un grandissimo investimento per l'Italia e per l'Europa".
Il modello dell'Open innovation, "che è la ricerca fatta in rete", esprime proprio "la capacità della farmaceutica di generare del valore - rimarca Riccini - con investimenti anche in altri settori, in particolare nella ricerca clinica e nelle strutture del Ssn. Se facciamo la percentuale pro capite degli investimenti in Open innovation, cioè le cosiddette esternalità positive della nostra ricerca, noi investiamo 15 volte quello che investe la media di tutti i settori dell'industria. Lo facciamo perché investiamo di più e perché siamo 'costretti' dai nostri modelli a investire in questo caso. Con la ricerca clinica dobbiamo farlo negli ospedali. Questo però è un fatto di grande valore. Ogni anno investiamo più di 750 milioni in ricerca clinica e anche di più, e questo si riverbera in tanti valori sia di tipo clinico, ma anche economico per l'intero Ssn".
Certo, "la ricerca e sviluppo - osserva il direttore Centro studi Farmindustria - è il fiore all'occhiello dell'attività farmaceutica ed è necessaria, ma l'aspetto produttivo credo sia molto da valorizzare in questa fase. Si sta infatti andando in una direzione molto interessante perché non solo stanno aumentando tantissimo le pipeline: ci sono oltre 21mila farmaci in sviluppo; 1.700 miliardi di dollari investiti dal 2003 al 2028 dall'industria farmaceutica a livello mondo. Si sta sviluppando" inoltre "un tipo di ricerca molto differenziata: metà della pipeline è fatta da sintesi chimica e metà da farmaci biotech. Ci sono tantissimi livelli di interconnessioni tra tecnologie diverse, tra settori diversi. Ormai parliamo anche di farmaceutica integrata in un sistema di scienze della vita che è molto importante per l'Italia perché l'Italia - conclude Riccini - ha una carta grandissima da giocare che è l'eccellenza delle strutture cliniche".
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Bonus verde, come funziona
La detrazione Irpef va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo
Il bonus verde è una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.
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Barbano si insedia al ‘Messaggero’: “Il...
Da oggi alla direzione del quotidiano, dove succede a Massimo Martinelli
"Con emozione torno nel gruppo editoriale in cui ho lavorato per ventidue anni, a dirigere il giornale in cui ne ho trascorsi tredici, cinque dei quali da vicedirettore. Rientrare nello storico palazzo di via del Tritone e ritrovare la redazione appassionata e competente che ho lasciato dodici anni fa, irrobustita da tanti giovani talenti, è un'emozione che mette i brividi e, insieme, dà l'energia necessaria a una sfida tanto grande". Comincia così il fondo di Alessandro Barbano, da oggi alla direzione del 'Messaggero', dove succede a Massimo Martinelli.
"La mia nuova avventura inizia in un tempo di transizione - scrive Barbano - L'Italia si rimette in moto dopo un decennio che ha visto per due volte la lesione della fisiologia parlamentare, surrogata da governi tecnici. Ma è ancora un Paese dove si parla più di quanto si fa. L'eccesso di parola ha due forme: la politicizzazione, per cui tutto si declina in politica; e la polarizzazione, per cui il reale, e da tempo anche il virtuale, si raccontano in bianco o in nero". "Dietro l'illusione di una libertà di pensiero aperta a tutti, il virus dell'opinione fa una democrazia senza qualità", sottolinea il direttore del Messaggero, spiegando che se "l'Italia è un Paese dove il discorso pubblico è malato", ciò nonostante "da due anni quello stesso Paese incattivito e sostanzialmente immobile (...) è tornato a muoversi".
"Nell'attuale assetto bipolare della politica non ci sono alternative al governo in carica", scrive Barbano, secondo cui "per l'inconciliabilità di programmi e linguaggi, l'opposizione è ancora lontana dal rappresentare un'opzione competitiva". Tuttavia "questa non è, da sola, una ragione sufficiente per considerare già vinta la sfida di Giorgia Meloni". "Noi - assicura Barbano - valuteremo ciò che accadrà con lo spirito critico e l'indipendenza che il Messaggero coltiva da sempre" e lo faremo "dal cuore della Capitale, in un punto di osservazione straordinario". "Un giornale critico, immedesimato ma indipendente, che non sta pregiudizialmente con nessuno", e che racconterà le notizie "nella loro complessità, con il rispetto e l'amore che si devono alle parole" con "il metodo del dubbio e della verifica". "Il lessico della verità è ragionevole misura delle cose. Sta qui il senso più profondo dell'impegno che assumo", conclude Barbano.
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Libertà di stampa, classifica 2024: Italia 46esima, perde 5...
World Press Freedom Index 2024, la classifica stilata da Rsf
Norvegia, Danimarca e Svezia sul podio del World Press Freedom Index 2024, la classifica della libertà di stampa stilata da Rsf. Ma bisogna scorrere la classifica e scendere fino al 46esimo posto per trovare l'Italia. Meglio fanno Tonga, Fiji, Slovenia. A chiudere la classifica, Afghanistan, Siria ed Eritrea, fanalini di coda rispettivamente ai posti numero 178, 179 e 180. Oggi, 3 maggio, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.
"Alcuni gruppi politici alimentano l’odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli - si legge nel report che accompagna la classifica di quest'anno - Altri stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media di proprietà privata attraverso acquisizioni da parte di uomini d’affari alleati. L’Italia di Giorgia Meloni (46esima) – dove un membro della coalizione parlamentare al potere sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (Agi) – è scesa di cinque posizioni quest’anno".
In generale, però, Italia a parte, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione perché "un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno assolvendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate. RSF - si legge ancora nello studio - vede un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici".