Economia
Sostenibilità, l’impegno di Decathlon per sport...
Sostenibilità, l’impegno di Decathlon per sport innovativo e sostenibile per tutti
Svelato nuovo purpose 'Move People Through the Wonders of Sport'
Decathlon, brand sportivo multispecialist, presenta il suo nuovo purpose, 'Move People Through the Wonders of Sport', e la strategia alla base di questa nuova ambizione di portare lo sport innovativo e sostenibile a tutti e tutte. Nell'ambito di questa evoluzione, Decathlon svela anche il suo nuovo brand con il logo 'Orbita', che vuole esprimere movimento, l’ambizione di raggiungere nuove vette e circolarità, al centro del business model sostenibile di Decathlon.
“La giornata odierna segna un momento molto speciale nella storia e nel futuro di Decathlon. Ora più che mai il mondo ha bisogno dello sport. Ha un potere unificante e può migliorare sia la salute fisica che quella mentale. Noi di Decathlon vogliamo avere un impatto positivo maggiore sulle persone, sulla società e sul pianeta", spiega Barbara Martin-Coppola, Decathlon’s Global Chief Executive Officer.
Sul fronte sostenibilità, Decathlon si è impegnata a diventare Net Zero entro il 2050. Gli step di decarbonizzazione sono (Scope 1, 2 3): riduzione del 20% delle emissioni assolute di CO2 nel 2026; riduzione del 42% delle emissioni assolute di CO2 nel 2030 e zero emissioni nette entro il 2050. Nel raggiungimento dei suoi target, Decathlon ha, per il secondo anno consecutivo nel 2023, separato la crescita dalle emissioni di CO2.
Inoltre, lavora a stretto contatto con fornitori e partner per attivare la sostenibilità lungo tutta la value chain, impegnandosi per decarbonizzare i processi e aprire la strada a nuovi business model basati sulla circolarità e sull’aumento del ciclo di vita dei prodotti. Ciò significa anche che in tutta la gamma di articoli, Decathlon sta aumentando la durata di vita degli stessi e consentendo ai clienti di riutilizzare, riparare e riciclare i loro prodotti.
Decathlon sta, inoltre, sfruttando la potenza del digitale con un rinnovamento globale del sito e-commerce. La supply chain digitale è stata ripensata con strumenti e algoritmi di intelligenza artificiale per consentire previsioni accurate, pianificazione dell’assortimento e parametri di stock. Ciò ha già portato vantaggi in termini di riduzione dei costi di trasporto, dell’impronta di carbonio e dei tempi di consegna.
Non solo. Decathlon punta a diventare una delle organizzazioni più inclusive al mondo. Nel 2023, l’executive team di Decathlon ha raggiunto la parità per la prima volta nella sua storia e l’azienda ha assunto impegni senza precedenti per il 2026, tra cui la misurazione della rappresentanza, dell’inclusione e dell’appartenenza, l’azione e la definizione di standard globali e le migliori prestazioni della categoria nel DE&I.
Infine, Decathlon sfrutta tutto il suo potenziale per portare lo sport a tutti e tutte attraverso un brand portfolio nuovo e semplificato con 9 category specialists: Quechua (mountain), Tribord (water and wind), Rockrider (outdoor cycling), Domyos (fitness), Kuikma (racket), Kipsta (team sports), Caperlan (wildlife), Btwin (urban gliding and mobility) e Inesis (target) e 4 expert brands: Van Rysel, Simond, Kiprun e Solognac.
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Bonus verde, come funziona
La detrazione Irpef va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo
Il bonus verde è una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.
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Barbano si insedia al ‘Messaggero’: “Il...
Da oggi alla direzione del quotidiano, dove succede a Massimo Martinelli
"Con emozione torno nel gruppo editoriale in cui ho lavorato per ventidue anni, a dirigere il giornale in cui ne ho trascorsi tredici, cinque dei quali da vicedirettore. Rientrare nello storico palazzo di via del Tritone e ritrovare la redazione appassionata e competente che ho lasciato dodici anni fa, irrobustita da tanti giovani talenti, è un'emozione che mette i brividi e, insieme, dà l'energia necessaria a una sfida tanto grande". Comincia così il fondo di Alessandro Barbano, da oggi alla direzione del 'Messaggero', dove succede a Massimo Martinelli.
"La mia nuova avventura inizia in un tempo di transizione - scrive Barbano - L'Italia si rimette in moto dopo un decennio che ha visto per due volte la lesione della fisiologia parlamentare, surrogata da governi tecnici. Ma è ancora un Paese dove si parla più di quanto si fa. L'eccesso di parola ha due forme: la politicizzazione, per cui tutto si declina in politica; e la polarizzazione, per cui il reale, e da tempo anche il virtuale, si raccontano in bianco o in nero". "Dietro l'illusione di una libertà di pensiero aperta a tutti, il virus dell'opinione fa una democrazia senza qualità", sottolinea il direttore del Messaggero, spiegando che se "l'Italia è un Paese dove il discorso pubblico è malato", ciò nonostante "da due anni quello stesso Paese incattivito e sostanzialmente immobile (...) è tornato a muoversi".
"Nell'attuale assetto bipolare della politica non ci sono alternative al governo in carica", scrive Barbano, secondo cui "per l'inconciliabilità di programmi e linguaggi, l'opposizione è ancora lontana dal rappresentare un'opzione competitiva". Tuttavia "questa non è, da sola, una ragione sufficiente per considerare già vinta la sfida di Giorgia Meloni". "Noi - assicura Barbano - valuteremo ciò che accadrà con lo spirito critico e l'indipendenza che il Messaggero coltiva da sempre" e lo faremo "dal cuore della Capitale, in un punto di osservazione straordinario". "Un giornale critico, immedesimato ma indipendente, che non sta pregiudizialmente con nessuno", e che racconterà le notizie "nella loro complessità, con il rispetto e l'amore che si devono alle parole" con "il metodo del dubbio e della verifica". "Il lessico della verità è ragionevole misura delle cose. Sta qui il senso più profondo dell'impegno che assumo", conclude Barbano.
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Libertà di stampa, classifica 2024: Italia 46esima, perde 5...
World Press Freedom Index 2024, la classifica stilata da Rsf
Norvegia, Danimarca e Svezia sul podio del World Press Freedom Index 2024, la classifica della libertà di stampa stilata da Rsf. Ma bisogna scorrere la classifica e scendere fino al 46esimo posto per trovare l'Italia. Meglio fanno Tonga, Fiji, Slovenia. A chiudere la classifica, Afghanistan, Siria ed Eritrea, fanalini di coda rispettivamente ai posti numero 178, 179 e 180. Oggi, 3 maggio, si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.
"Alcuni gruppi politici alimentano l’odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli - si legge nel report che accompagna la classifica di quest'anno - Altri stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media di proprietà privata attraverso acquisizioni da parte di uomini d’affari alleati. L’Italia di Giorgia Meloni (46esima) – dove un membro della coalizione parlamentare al potere sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa (Agi) – è scesa di cinque posizioni quest’anno".
In generale, però, Italia a parte, la situazione internazionale desta qualche preoccupazione perché "un numero crescente di governi e autorità politiche non stanno assolvendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico ad avere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate. RSF - si legge ancora nello studio - vede un preoccupante calo del sostegno e del rispetto per l’autonomia dei media e un aumento della pressione da parte dello Stato o di altri attori politici".