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Ppe ‘incorona’ von der Leyen per secondo mandato a Commissione europea

Ma non è stata un’investitura unanime. Nel 2019 venne estratta dal cilindro da Angela Merkel ed Emmanuel Macron

Ursula von der Leyen - (Afp)

Ursula von der Leyen ha ottenuto a Bucarest l’appoggio del suo partito, il Ppe, come ‘Spitzenkandidatin’, candidata di punta, per presiedere la Commissione europea anche nella prossima legislatura. Nella grande arena coperta della Romexpo, dove i giovani rumeni hanno seppellito il comunismo di Nicolae Ceausescu ballando sulle note degli Iron Maiden, dei Guns ’n’ Roses e di Sting, la presidente uscente, ormai una "celebrity" come l'ha definita Paolo Gentiloni, ha ricevuto la ‘benedizione’ del primo partito europeo alla corsa verso il reincarico. Se nel 2019 venne estratta dal cilindro da Angela Merkel ed Emmanuel Macron, dopo un accurato killeraggio ai danni degli Spitzenkandidaten in campo, ora von der Leyen è candidata ufficialmente, a tre mesi dal voto.

Un'investitura non unanime

Non è stata un’investitura unanime, malgrado von der Leyen fosse l’unica candidata: il voto è avvenuto a scrutinio segreto e il Ppe è un partito vero, con una spiccata democrazia interna. Non è chiaro per quale motivo su 737 aventi diritto al voto (i delegati erano 801, ma non tutti potevano votare), i voti espressi siano stati solo 499: mancano all’appello 238 voti (591 si sono effettivamente registrati per il voto). Su 489 voti validi (10 sono risultati nulli o invalidi), von der Leyen ha ottenuto 400 voti favorevoli e 89 contrari. I Républicains francesi non l'hanno votata, e lo hanno detto pubblicamente, anche perché viene vista come la candidata di Macron.

Qualche maligno ipotizza che von der Leyen possa finire a fare il bersaglio del gioco preferito dai partiti, inclusi quelli democratici-cristiani: il tiro al piccione. Numeri a parte, von der Leyen si è detta “toccata e grata per la fiducia ottenuta dal Ppe” e ha rivendicato di aver fatto, insieme al suo partito, “le cose giuste negli ultimi cinque anni”. La presidente ha ribadito il fermo sostegno all’Ucraina in guerra contro la Russia ed è stata durissima nei confronti di Vladimir Putin: è “un ricercato per crimini di guerra” e “lo aspetta un’aula di tribunale all’Aja”, ha detto, ribadendo che è “responsabile” della morte in carcere dell’oppositore Alexey Navalny.

Cosa vuole von der leyen dall'Ue

In linea con il Manifesto del partito, che vuole offrire agli europei un’Ue che sia una “casa solida e sicura”, von der Leyen vuole “un’Unione forte e sicura, pacifica e prospera, democratica e unita”. Il Ppe punta a recuperare consensi a destra, adottando un approccio più duro in materia di migrazioni, per asciugare l’acqua in cui nuotano i nazionalisti: il Manifesto del partito, approvato ieri, prevede esplicitamente la possibilità di dare asilo ai richiedenti anche in Paesi terzi, previo accordo con l’Ue.

“Tutto quello che è scritto nel Manifesto è nel pieno rispetto del diritto Ue e del diritto internazionale”, ha sostenuto von der Leyen. “Abbiamo rispettato i nostri obblighi internazionali nel passato, lo facciamo oggi e lo faremo in futuro - ha aggiunto la presidente - ma siamo noi, gli europei, che decidiamo chi viene in Europa e in quali circostanze, non il crimine organizzato dei trafficanti". Il presidente del partito Manfred Weber, bavarese della Csu, ha sottolineato che nello stesso Manifesto si ricordano la Convenzione di Ginevra e la Convenzione sui diritti dell’uomo. La presidente ha ricordato anche che nel corso del suo mandato è stato trovato l’accordo sul patto sulle migrazioni e l’asilo, che gli Stati membri non riuscivano a raggiungere dal 2015. “Il miglior modo per combattere gli estremisti è affrontare le preoccupazioni dei nostri cittadini e dare risposte adeguate. E’ il popolo che ce lo chiede”, ha spiegato Weber.

"Nessuna collaborazione con gli amici di Putin"

La candidata del Ppe ha però segnato una nettissima linea di demarcazione a destra, in perfetto allineamento con Weber: con gli “amici di Putin” non si tratta. “Qui, a casa nostra - ha affermato - gli amici di Putin tentano di riscrivere la storia e di dirottare il nostro futuro. Diffondono odio dalle loro tastiere. Non ci devono essere dubbi su che cosa è in gioco in queste elezioni: la nostra Europa, pacifica e unita, viene sfidata come mai prima, da populisti, nazionalisti e demagoghi, che siano di estrema destra o di estrema sinistra”.

Qui von der Leyen ha citato esplicitamente Alternative fuer Deutschland e il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, entrambi alleati della Lega nel gruppo Identità e Democrazia, oggi presieduto da Marco Zanni (che non dovrebbe ricandidarsi alle prossime europee). “I nomi possono essere diversi - ha continuato la presidente - ma il fine è lo stesso: vogliono calpestare i nostri valori, vogliono distruggere l'Europa. E il Ppe non permetterà mai che questo accada”, ha assicurato.

La posizione di Lega e Forza Italia

La Lega, mai citata dalla politica tedesca, ha ribadito il proprio giudizio sul mandato di von der Leyen: “A distruggere l’Europa sono le politiche folli di questa sciagurata e sinistra Commissione”, ha sostenuto in una nota il partito di Matteo Salvini. Per il vicepresidente del Consiglio e del Ppe Antonio Tajani, presente ieri e oggi al congresso a capo di una delegazione di Forza Italia, quella espressa dalla Lega su von der Leyen "è un'opinione”. La loro posizione “si sapeva. Noi di Forza Italia invece l'abbiamo votata, perché possa essere il candidato del Ppe", ha sottolineato. La presidente è tornata anche a rivendicare il successo ottenuto dalla Commissione durante la pandemia di Covid-19, con la campagna vaccinale che ha consentito al Vecchio Continente di uscire dai lockdown. In Europa, ha detto, "quando siamo uniti possiamo smuovere le montagne. Abbiamo superato una pandemia globale: i cittadini in ogni Stato membro hanno avuto i loro vaccini nello stesso momento, nella loro giusta quota. Molti pensavano che fosse impossibile, ma lo abbiamo fatto. Insieme”.

Von der Leyen ha anche assicurato che il Green Deal verrà attuato facendo sì che “l’industria delle tecnologie pulite” rimanga in Europa e ha assicurato che il Ppe sarà “a fianco degli agricoltori”, che nelle scorse settimane sono scesi in piazza per protestare anche contro le politiche attuate dalla sua Commissione."Il mese scorso - ha detto - un giovane agricoltore mi ha detto che a volte sono costretti a vendere il proprio prodotto al di sotto dei costi di produzione. Questo è inaccettabile. La nostra sicurezza alimentare dipende dalla sicurezza dei mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori. Il sistema deve essere ripristinato su una base sostenibile. Il loro duro lavoro deve essere ripagato”.

Lo stesso Tajani, che è leader di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, ha fatto chiaramente capire che l’appoggio degli azzurri a von der Leyen è basato sul fatto che ha abbandonato la linea 'ultraecologista' dell'olandese Frans Timmermans. “Mi auguro - ha detto - che nella prossima legislatura von der Leyen non sia circondata da commissari che fanno l'esatto contrario di ciò che lei ha detto. Ma sono convinto che ciò non accadrà, grazie ad una vigilanza attenta sia dei commissari del Ppe, sia del gruppo del Ppe al Parlamento Europeo. Mi convince il suo discorso: senza delle posizioni chiare non avremmo potuto sostenerla. L'abbiamo sostenuta perché ha dato delle indicazioni, sposando il manifesto del Ppe in materia di politiche agricole, di politica industriale, ambientale che vanno nella nostra direzione”.

Intanto Tajani ha spiegato che, dopo le prossime elezioni europee, l’Italia dovrà puntare a riconquistare una vicepresidenza della Commissione, presentando un commissario che conosca le dinamiche di Bruxelles e che sia in grado di incidere, riequilibrando le posizioni del collegio. Ha anche indicato i possibili portafogli: agricoltura, industria, difesa o ambiente. E il ministro agli Affari Europei Raffaele Fitto, ha detto rispondendo ad una domanda, “farebbe benissimo” il commissario, anche se nel governo “non ne abbiamo mai parlato”.

Von der Leyen, che è tedesca ma è nata a Bruxelles, ha concluso il suo discorso di Bucarest toccando le corde dell’europeismo. “Ogni singola nazione - ha detto - ha una storia simile da raccontare. E questo è ciò che costituisce la grande storia della nostra Unione Europea. Questo ci raccontava mio padre, attorno al tavolo della cucina. Questo è quello che dico ai miei figli. E questa è proprio la storia che dobbiamo raccontare nei prossimi mesi. Questo è ciò che rappresentiamo: democrazia, prosperità, sicurezza. Noi del Ppe siamo pronti ad affrontare la sfida, con fiducia e leadership. Per me è un onore essere qui a chiedervi fiducia e sostegno. Ed è l'onore di una vita, servire la nostra Europa”, ha concluso.

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Esteri

L’Ufo, l’Ucraina e Elon Musk: il mistero vola...

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Avvistamenti negli Stati Uniti, video e foto documentano il fenomeno

Una delle immagini relative all'avvistamento e Elon Musk

Ufo, Ucraina e Elon Musk. Sono gli ingredienti del caso che anima i social tra le due sponde dell'Atlantico. Si parle dagli Stati Uniti, con il boom di segnalazioni su un oggetto volanti non identificati, caratterizzati da una forma a spirale e una 'cornice' luminosa.

Sui social abbondano i post di utenti che documentano gli eventi, osservati nella serata del 2 maggio. I messaggi arrivano in particolare dalla California all'Arizona, con resoconti dettagliati abbinati a foto e video. "Qualcuno per favore mi dica che questo non è un Ufo. Cieli totalmente limpidi e vedo una luce bianca sfocata che si dirige verso di me in senso orizzontale", il messaggio di un utente. "Poi va su e scompare. Ho controllato, non ci sono lanci di razzi o qualcosa del genere. Per favore qualcuno spieghi".

Più di un messaggio pubblicato il 3 maggio fa riferimento a una scia luminosa, una nube che circonderebbe l'oggetto: "Avvistamento a Santa Barbara", scrive un utente dalla California. "Ho visto la stessa identica cosa", una replica da Oakland.

"Arrivava da ovest, si è librato e sembrava circondato dalla nebbia, poi all'improvviso è scomparso... Proprio come in questo video... sono felice che gli altri lo abbiano ripreso!", scrive un'altra persona descrivendo l'avvistamento. "Ufo a Palm Springs stasera", si legge in un post che fa riferiento alla serata del 2 maggio. "Ho registrato un video con un iPhone 14 a Palm Springs. Non c'era nessuna nuvola a coprirlo: è sparito".

Non è solo una questione 'made in Usa'. Il magazine Newsweek evidenzia la presenza di messaggi che su Reddit segnalano l'avvistamento da Helsinki, in Finlandia. Arrivano news anche dall'Ucraina e somigliano alla soluzione del mistero.

Alpha Centauri, un'associazione no profit che cura progetti educativi, prova a fornire una spiegazione e a disinnescare il caso: su X spiega che "un misterioso lampo bianco avvistato su alcune regioni del paese giovedì sera era la spirale di scarico del lancio di un razzo SpaceX Falcon 9 dalla base californiana di Vandenberg". Niente Ufo, quindi. Al limite, Elon Musk.

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Esteri

Ucraina, Russia all’assalto di Chasiv Yar: perché può...

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Mosca vuole conquistare la roccaforte, snodo cruciale nel Donetsk

Esplosioni in Ucraina

L'Ucraina sta per perdere Chasiv Yar. La Russia sta per espugnare la roccaforte, nodo cruciale per il controllo del Donetsk e nell'equilibrio generale della guerra. Le forze di Mosca premono da settimane nell'est dell'Ucraina, rivendicando progressi quasi quotidiani. Kiev attende l'arrivo di tutte le armi che gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare con l'approvazione del pacchetto da 61 miliardi di dollari. La Russia punta a sfruttare la superiorità in termini di uomini e di armi.

Perché Chasiv Yar è fondamentale

Chasiv Yar, fondata nel 1876 e cresciuta sulle colline, rappresenta il trampolino ideale per una nuova operazione nella regione. La Russia preme con oltre 20mila uomini, la difesa ucraina - nonostante la carenza di munizioni - è stata favorita proprio dalla posizione della città.

Se i soldati di Mosca completassero la missione, metterebbero sotto tiro fondamentali vie di rifornimento utilizzare dall'Ucraina. Questo fattore inciderebbe sul destino di città come Kostiantynivka, Druzhkivka, Kramatorsk e Sloviansk, ultime aree controllate da Kiev nel Donetsk.

La situazione sul campo

Il forcing russo potrebbe dare frutti in tempi relativamente rapidi. La caduta di Chasiv Yar è "questione di tempo", ammette Vadym Skibitsky, numero 2 dell'intelligence della Difesa ucraina. "Non oggi o domani, ovviamente, ma tutto dipende dalle nostre riserve e dalle forniture", dice evidenziando che i soldati di Kiev al momento combattono in una situazione d'emergenza.

In alcune aree, per un proiettile d'artiglieria sparato dall'Ucraina ce ne sono 7 o addirittura 10 a disposizione dei soldati russi. L'ordine di Vladimir Putin, secondo l'Ucraina, è perentorio: gli invasori, come ha detto Skibitsky all'Economist, devono "conquistare qualcosa" entro il 9 maggio quando la Russia terrà la parata della vittoria per ricordare l'epilogo della Seconda guerra mondiale, o nei giorni immediatamente successivi, quando il presidente russo volerà in Cina per incontrare il presidente cinese Xi Jinping.

Gli obiettivi della Russia nel 2024

L'Ucraina sembra avere un quadro chiaro anche sugli obiettivi russi a medio-lungo termine. Mosca punta a conquistare il Donetsk, a occupare tutto il Luhansk e a consolidare il controllo di Zaporizhzhia entro la fine dell'anno, secondo Oleksandr Pavliuk, comandante delle forze di terra ucraina. "L'obiettivo primario della Russia rimane la distruzione dell'Ucraina come nazione", ha detto. "Non abbiamo dato loro questa opportunità dal 2022, crediamo che gli obiettivi fissati dai russi quest'anno prevedano l'intera occupazione del Donetsk e del Luhansk e, se hanno successo lì, della regione di Zapirizhzhia".

"Stiamo cercando di fare il possibile per bloccare il piano russo per la conquista di Chasiv Yar prima del 9 maggio", ha detto al Times. "Ma in quella zona i russi hanno una superiorità nell'artiglieria con un rapporto di 10 a 1 e hanno una totale supremazia aerea. Faremo il possibile per evitare l'avanzamento russo e speriamo che le armi americane ci aiutino. Se fossero arrivate in tempo, non avremmo perso i territori che abbiamo ceduto negli ultimi mesi".

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Esteri

“Putin minaccia l’Ue, sogna...

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"Mosca è tornata a una visione imperialista del suo posto nel mondo. La Russia imperiale e l'impero sovietico sono stati riabilitati"

Vladimir Putin

Oggi "la Russia di Vladimir Putin rappresenta una minaccia esistenziale per tutti noi. Se Putin avrà successo in Ucraina, non si fermerà qui". Lo sottolinea l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, in un discorso, la Dahrendorf Lecture, all'Università di Oxford, in Inghilterra.

Le parole di Borrell arrivano una fase cruciale della guerra che in Ucraina, con la Russia pronta a lanciare una nuova offensiva, secondo analisti ed esperti, tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Il rischio che Mosca sfondi e superi la difesa ucraina spinge il presidente francese Emmanuel Macron a prospettare di nuovo l'ipotesi di inviare soldati in Ucraina. La Russia è una minaccia per l'Ue, dice Borrell, aggiungendo che "questo è ora anche il pensiero del presidente francese Emmanuel Macron- che inizialmente aveva avvertito che non bisognava umiliare la Russia".

"Allo stesso modo, sempre più voci avvertono le conseguenze globali di una vittoria russa, come nel caso del primo ministro giapponese Fumio Kishida - aggiunge - ma sapete quanto me che ci sono Stati membri dell’Ue che ancora non condividono questa valutazione. E, in un'Unione governata all'unanimità, le nostre politiche nei confronti della Russia sono sempre minacciate da un unico veto, come ha dimostrato Viktor Orban ritardando il nostro ultimo pacchetto di aiuti all'Ucraina. Negli Stati Uniti, invece, la polarizzazione politica ha ritardato di sei mesi il pacchetto di assistenza militare", conclude.

Sotto la guida di Putin, "la Russia è tornata a una visione imperialista del suo posto nel mondo. La Russia imperiale e l'impero sovietico sono stati riabilitati, mentre Putin sogna le dimensioni e l'influenza del passato". "Nonostante la Georgia nel 2008 e la Crimea nel 2014, non abbiamo visto, o non abbiamo voluto vedere, l’evoluzione della Russia sotto la guida di Putin".

"Il nostro modello europeo - prosegue - si basava sulla cooperazione e sull’interdipendenza economica all’interno dell’Ue, cosa che è stata un successo. Ma ci ha fatto credere che l’interdipendenza e la convergenza politica attraverso il commercio, 'Wandel durch Handel' come la chiamavano i tedeschi, avrebbero portato un cambiamento politico anche in Russia e Cina. Questa ipotesi è stata smentita. Di fronte al regime autoritario della Russia, l’interdipendenza non ha portato la pace. Si è invece trasformato in dipendenza, in particolare dai combustibili fossili. Che alla fine è stata usata come arma", afferma.

"Geograficamente - dice ancora - ci troviamo al centro di un anello di fuoco. Esiste un arco di instabilità che va dal Sahel al Medio Oriente fino ai campi di battaglia dell’Ucraina. Thomas Gomart, direttore dell’Institut Français des Relations Internationals, ha scritto sui punti di strozzatura dell’economia globale. Molti di essi si trovano all’interno di questo arco di instabilità: il Mar Rosso per il commercio, lo Stretto di Hormuz per il petrolio e il gas e il Mar Nero per le esportazioni di grano".

"E ci sono due guerre - prosegue - in cui le persone combattono per la stessa terra. Ciò dimostra che la geografia è tornata. Ci era stato detto che la globalizzazione avrebbe reso la geografia irrilevante. Ma non è stato così. La maggior parte dei conflitti nel nostro vicinato sono territoriali: riguardano la terra. Una terra promessa a due popoli, nel caso della Palestina, e una terra al crocevia di due mondi, nel caso dell’Ucraina", conclude.

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