Esteri
Biden-Trump, duello al confine con il Messico: la sfida del...
Biden-Trump, duello al confine con il Messico: la sfida del dem al tycoon
Questione migranti centrale alle prossime elezioni, il presidente Usa: "Su questo niente giochi politici, unisciti a me". Il repubblicano: "E' invasione provocata da lui"
Si sono accusati reciprocamente di essere responsabili della crisi migratoria, Joe Biden e Donald Trump che hanno duellato a distanza sul confine con il Messico dove entrambi ieri si sono recati in visita, confermando che quella dei migranti sarà una questione centrale delle prossime elezioni.
Biden in particolare ha accusato l'ex presidente di spingere i repubblicani del Congresso a bloccare la legge bipartisan che darebbe altri 20 miliardi di dollari per la sicurezza sul confine, aumenterebbe gli agenti, introdurrebbe misure più severe per la detenzione e renderebbe possibile chiudere il confine.
La sfida di Biden al tycoon: "Niente giochi politici sulla questione, unisciti a me"
La legge stava per passare fino a quando Trump "è arrivato ed ha detto, non fatelo perché favorirebbe il presidente in carica", ha affermato Biden che ha esortato i membri del Congresso a mostrare "un po' di spina dorsale" e di indipendenza da Trump. "Ricordatevi per chi lavoriamo, per l'amor di Dio", ha continuato il presidente prima di rivolgersi direttamente al suo avversario: "Invece di fare giochi politici su questa questione, unisciti a me, o io mi unirò a te, nel dire al Congresso di approvare questa legge bipartisan sulla sicurezza del confine. Possiamo farlo insieme".
Trump: "E' invasione provocata da Biden"
"Questa è l'invasione provocata da Biden, gli Stati Uniti sono travolti dall'invasione criminale provocata da Biden. E' una nuova forma di feroce violazione del nostro Paese". Così, parlando da Eagle Pass, Trump ha però attaccato il presidente democratico che nello stesso esatto momento pronunciava anche il discorso al confine con il Messico, a Bronwsville, a 500 chilometri di distanza, confermando che il messaggio catastrofista e populista sulla questione dei migranti sarà al centro della terza campagna presidenziale del tycoon.
Trump ha usato un linguaggio aggressivo nei confronti dei migranti, come ha fatto in passato quando li ha accusati di "avvelenare il sangue del nostro Paese", provocando un'ondata di critiche e polemiche di chi ha ravvisato un'eco della retorica nazista. "Sentiamo lingue nel nostro Paese che nessuno ha mai sentito - ha detto ieri descrivendo questa presunta invasione - sono veramente lingue straniere, nessuno le parla. Si riversano nel nostro Paese e portano con sé tremendi problemi, anche di natura medica, come sapete".
Il duello a distanza tra Brownsville e Eagle Pass
Per la loro visita sul confine Biden e Trump hanno scelto località diametralmente opposte: il presidente è andato a Brownsville, roccaforte dem in Texas, che rappresenta il tradizionale approccio democratico al problema che bilancia sicurezza del confine e trattamento umano dei migranti.
Mentre Eagle Pass è diventato il simbolo della sfida repubblicana alle politiche dell'amministrazione democratica, da quando il governatore Greg Abbott ha inviato la Guardia Nazionale per erigere una barriera di filo spinato, sfidando anche la Corte Suprema che ha riconosciuto che sono le autorità federali a gestire la sicurezza sul confine.
Abbott ha accompagnato ieri Trump che ha lodato le politiche adottate dal governatore repubblicano contro "l'invasione" di migranti che ha descritto come violenti, "usciti da prigioni e ospedali psichiatrici. Mentre in realtà i dati federali mostrano che gran parte dei migranti fermati al confine non hanno precedenti penali.
Esteri
Proteste pro Gaza, chiusa sede Sciences Po di Parigi
Studenti occupano ateneo: sit-in e sciopero della fame da parte di sei studenti “in solidarietà con le vittime palestinesi”
Sospese le lezioni all'università Sciences Po di Parigi, che è rimasta chiusa oggi dopo che gli studenti che manifestano contro Israele e la guerra a Gaza l'hanno occupata. Resta quindi alta la tensione tra l'amministrazione dell'ateneo e la componente studentesca, che spiega: ''I negoziati non stanno facendo progressi''.
Dopo un dibattito interno giovedì mattina sul Medio Oriente, considerato “deludente ma non sorprendente” , gli studenti del comitato palestinese di Sciences Po hanno annunciato ieri un “sit-in pacifico” nell’aula scolastica e l'inizio di uno sciopero della fame da parte di sei studenti “in solidarietà con le vittime palestinesi” .
Ieri sera l'occupazione del campus è stata votata da un centinaio di studenti riuniti in un'assemblea generale. Gli scioperi della fame continueranno fino a quando "non si terrà un voto ufficiale e non anonimo nel consiglio dell'Istituto per l'indagine sui partenariati con le università israeliane ", ha detto Hicham, del comitato Palestina.
"In seguito alla votazione sull'occupazione studentesca, gli edifici in 25, 27, 30, rue Saint-Guillaume e 56, rue des Saints-Pères, rimarranno chiusi venerdì 3 maggio. Vi invitiamo a continuare a lavorare da casa", si legge in un messaggio ai dipendenti inviato dal dipartimento Risorse Umane di Sciences Po.
Nei giorni scorsi la polizia parigina era intervenuta per sgombrare una cinquantina di studenti che si erano accampati all'interno dell'università della Sorbonne. "La polizia ha fermato con la forza gli studenti che si erano accampati, come è successo alla Colombia e a Sciences Po, a sostegno della Palestina", ha scritto su X l'organizzazione Rovolution Permante, pubblicando un video dell'irruzione della polizia nel cortile dell'università parigina.
Prima dell'intervento degli agenti, gli studenti avevano steso una grande bandiera della Palestina, osservando un minuto di silenzio per gli oltre 34mila palestinesi rimasti uccisi nell'offensiva israeliana a Gaza.
Esteri
Maltempo in Brasile, sono oltre 30 i morti dopo crollo diga
Ci sono 15mila sfollati e 500mila senza acqua ed elettricità nello stato del Rio Grande do Sul
Sono più di 30 i morti accertati e una sessantina le persone che risultano disperse in Brasile dopo il crollo di una diga idroelettrica nel sud a causa delle violente piogge che hanno provocato inondazioni nello stato del Rio Grande do Sul. Crollando, la diga ha infatti provocato un'onda alta due metri. Circa 15mila le persone che sono state costrette a lasciare le loro abitazioni, mentre almeno 500mila sono senza acqua pulite ed elettricità. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha visitato la regione promettendo aiuto da parte del governo centrale.
Purtroppo le previsioni meteorologiche non sono incoraggiati, con la previsioni di ulteriori piogge che cadranno nella regione.
Esteri
Israele-Hamas, morto un ostaggio: “Corpo portato a...
A dare l'annuncio il kibbutz Be'eri: la vittima è Dror Or, 49 anni. I figli rilasciati a novembre, la moglie morta qualche giorno dopo l'attacco
Il kibbutz Be'eri ha annunciato che il suo cittadino Dror Or, 49 anni, è stato ucciso dai miliziani di Hamas durante l'attacco del 7 ottobre e che il suo corpo è trattenuto a Gaza. Finora era stato designato come ostaggio. I suoi due figli, Noam di 17 anni e Alma di 13, erano stati rapiti insieme a lui, ma sono stati rilasciati il 25 novembre come parte di un accordo temporaneo di cessate il fuoco mediato dal Qatar e dagli Stati Uniti tra Hamas e Israele. La moglie di Or, Yonat, era stata invece trovata morta qualche giorno dopo l'attacco del 7 ottobre.
Il fratello maggiore di Noam e Alma, Yahli, è sopravvissuto perché stava partecipando a un programma di volontariato di un anno nel nord di Israele e non era nella sua casa il 7 ottobre.