Cronaca
Eredità Agnelli, udienza davanti a Riesame su materiale...
Eredità Agnelli, udienza davanti a Riesame su materiale sequestrato
I legali di due dei tre indagati, John Elkann e Gianluca Ferrero, hanno presentato ricorso per ‘vizio di motivazione'
Si è conclusa dopo circa tre ore davanti al tribunale del Riesame l’udienza che dovrà valutare i sequestri disposti dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’avvocato Giovanni Agnelli. Il collegio dei giudici si è riservato sulla decisione.
I legali di due dei tre indagati, John Elkann e Gianluca Ferrero, hanno presentato ricorso per ‘vizio di motivazione’: nella sostanza ciò che gli avvocati contestano è la pertinenza e la proporzione tra la quantità di materiale sequestrato il 7 febbraio scorso, tra atti e dispositivi elettronici, e il capo di imputazione che riguarda le dichiarazioni fiscali di Marella relative agli anni 2018 e 2019.
All’udienza erano presenti i legali di Elkann, Federico Cecconi, Paolo Siniscalchi, e Carlo Re, per Ferrero gli avvocati Paolo Davico Bonino e Marco Ferrero. In aula anche l’aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti.
“Abbiamo letto anche noi. Non abbiamo trovato nulla di nuovo rispetto a quello che riecheggia nelle aule giudiziarie italiane ed estere ormai da vent’anni ma abbiamo una certezza: che tutte le insinuazioni e i dubbi che sono stati rilanciati dai media in questi giorni trovano delle risposte molto chiare in comportamenti assolutamente leciti”, ha detto Siniscalchi al termine dell’udienza. “Vogliamo che i magistrati lavorino in massima tranquillità e da parte nostra siamo estremamente tranquilli perché alla fine penso che l’esito di questa vicenda farà favorevole: molto rumore per nulla”, ha aggiunto il legale.
"Sostanzialmente abbiamo criticato la motivazione di questo decreto, perché l’abbiamo trovata così generica da aver legittimato l’acquisizione di materiale che non ha nessuna attinenza con l’oggetto dell’indagine”, ha detto ancora Siniscalchi.
Cronaca
Treviso, 39enne esponente di Forza Italia trovata morta in...
Lisa Labrozzi trovata senza vita dai familiari, avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni
Mondo politico veneto in choc per la morte improvvisa di Lisa Labbrozzi. Ingegnere e manager, componente del Consiglio di amministrazione di Contarina, Labbrozzi faceva parte del direttivo provinciale di Forza Italia e avrebbe compiuto 40 anni tra pochi giorni. E' stata trovata senza vita questa mattina dai familiari nella sua casa a Casale sul Sile, nel trevigiano.
Cronaca
Terremoto nel veronese, scossa magnitudo 3.3
La scossa a 2 km a nord di Bussolengo
Un terremoto di magnitudo 3.3 è stato localizzato oggi dalla Sala Sismica Ingv-Roma 2 km a nord di Bussolengo, nel veronese, alle 22.50 ora italiana a una profondità di 23 km.
Cronaca
Caso Yara, difesa di Bossetti visiona i reperti:...
In uno scatolone con gli effetti personali della ragazza anche 54 provette con le tracce genetiche precedentemente conservate in frigo a 80 gradi sotto zero
Due ore e quarantacinque minuti. Tanto è durata l'udienza in cui, per la prima volta a quasi 14 anni dall'omicidio di Yara Gambirasio, la difesa di Massimo Bossetti ha potuto visionare (ma non fotografare) i reperti che hanno portato alla condanna in via definitiva all'ergastolo dell'imputato. Nel pomeriggio, davanti ai giudici della corte d'Assise di Bergamo, in un'udienza a porte chiuse a cui Bossetti ha partecipato in video collegamento dal carcere a Bollate, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, insieme ai consulenti che hanno lavorato al caso, hanno potuto guardare quanto rimasto sigillato a lungo in uno scatolone.
Tra i reperti, ancora ben conservati, gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, della vittima e dell'allora Ignoto 1, considerata la prova regina contro Bossetti; la felpa che Yara indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa; il giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d'Isola dove è stata trovata senza vita tre mesi dopo. E anche le 54 provette di Dna - trasferite da un frigorifero dell'ospedale San Raffaele di Milano all'Ufficio corpo di reati del tribunale di Bergamo - che hanno acceso un aspro scontro tra difesa e accusa.
"Finalmente dopo 5 anni dall'autorizzazione abbiamo avuto la possibilità di vedere i reperti, ma lascia davvero tanto amaro in bocca vedere le 54 provette di Dna, più altri 23 campioni diluiti, in una scatola, senza la giusta conservazione (prima del trasferimento era conservati in un frigo a una temperatura di 80 gradi sotto zero). In quella scatola c'è tutto il processo, c'è la vita di un uomo e l'hanno distrutta" spiega Salvagni, interpellato dall'Adnkronos. L'udienza di oggi è, per ora, l'ultima mossa difensiva prima di altre iniziative per provare a chiedere la revisione del processo.