Salute e Benessere
Morbillo, Bassetti: “Se si accenderà focolaio...
Morbillo, Bassetti: “Se si accenderà focolaio epidemico sarà difficile contenerlo”
"In Italia 85% di copertura vaccinale: ben lontani dall'obiettivo del 95%"
"Nel 2023 più di 30mila casi di morbillo in Europa, di cui il 75% in soggetti non vaccinati. Il maggior numero di casi nel Paese meno vaccinato d'Europa, la Romania, con solo il 71% di copertura (2 dosi di vaccino). E l'Italia? 85% di copertura vaccinale: ben lontani dall'obiettivo del 95%. Se si accenderà un focolaio epidemico, sarà difficile contenerlo". Ammonisce così sui social Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, tornando sulla risalita dei casi di morbillo a livello internazionale. Un trend che non risparmia l'Italia.
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Giornata infermieri, sondaggio Nursind: “L’80%...
'Per colpa del lavoro il 30% rinuncia alla maternità'
Stipendi bassi, difficoltà di conciliare tempi di vita e lavoro, ma anche carenza di personale condizionano pesantemente l'operato delle infermiere. "Il 30,62% delle donne senza prole imputa al lavoro la colpa della mancata maternità. Senza contare che, tra le madri, ben l'83,81% dichiara di non pensare ad un altro figlio. Segnali spia delle condizioni in cui opera oggi la categoria, che dovrebbero scuotere le nostre istituzioni e spingerle tanto per cominciare a riconoscere il nostro lavoro come usurante". Sono dati che, soprattutto in tempi di inverno demografico, "devono far riflettere". Così Donato Cosi, responsabile del Centro studi e membro della direzione nazionale Nursind, commenta i risultati della survey lanciata la settimana scorsa tra le iscritte al sindacato, in vista della Giornata internazionale dell'infermiere, il 12 maggio, che quest'anno coincide con la ricorrenza della festa della mamma.
In soli 7 giorni - si legge in una nota - hanno risposto al sondaggio 1.962 professioniste, di cui 1.874 (95,6%) infermiere, 58 (3,3%) ostetriche e 17 (1%) operatrici sociosanitarie. Il 95,67% del campione lavora nel Servizio sanitario nazionale e il 78,70% è mamma: oltre la metà ha almeno due figli, un terzo ne ha uno solo. Sempre per questioni economiche, emerge dall'indagine, la metà delle madri (53%) rinuncia all'astensione dal lavoro notturno e quasi 3 su 10 ha detto no al congedo parentale. "Risposte che, è inutile girarci intorno, sono solo un'ulteriore prova di quanto denunciamo da anni - sottolinea il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega - e cioè che gli stipendi degli infermieri in Italia, oltre ad essere al di sotto della media Ue, sono tutto tranne che dignitosi. E non serve un particolare acume per capire che anche le basse percentuali odierne di lavoro part time per le infermiere madri siano dovute in gran parte alle difficoltà di far quadrare i conti. Oltre che, naturalmente, a ragioni aziendali di tipo organizzativo, visto che il Ssn è piagato da una cronica carenza di organico".
Dal sondaggio si evidenzia inoltre che il 17,7% delle lavoratrici madri è in part time (di cui solo il 2,91% è in part time al 50% e il 7,38% al 75%), mentre tutte le altre lavorano a tempo pieno. Sempre sul fronte organizzativo, inoltre, non sfugge che da un lavoro a turni qual è quello infermieristico conseguono anche altre difficoltà di conciliazione con i tempi di vita: anche se il 45,92% delle mamme, terminato il periodo di gravidanza, ha affidato i propri figli all'asilo nido, il 38% ha comunque riscontrato problemi di incompatibilità tra gli orari dei nidi e quelli di servizio.
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Festa della mamma. Avere un figlio dopo un tumore al seno,...
La chirurga Salgarello spiega gli eventuali limiti della ricostruzione coi lembi e l’allattamento. La storia di Luciana che ha realizzato il suo sogno dopo la diagnosi a soli 26 anni
Diventare mamma dopo essere guarita da un tumore al seno è ormai sempre più possibile. È il caso di Luciana, che ha ricevuto la diagnosi di a soli 26 anni. "Al Policlinico Gemelli è stata sottoposta a una mastectomia sinistra e ad una ricostruzione immediata con protesi, durante la quale siamo intervenuti con una piccola protesi anche sull’altro seno, quello sano, per un risultato estetico più simmetrico. Luciana oggi ha 39 anni ed è mamma di una bimba nata tre anni fa. Ha avuto non solo la possibilità di realizzare il suo sogno di maternità, ma anche di allattare sua figlia dal seno destro, quello sottoposto all’intervento per renderlo più simile a quello ricostruito", racconta Marzia Salgarello, chirurgo plastico ricostruttivo alla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e presidente Beautiful After Breast Cancer (BABC) Italia Onlus
A fronte di una maggiore sopravvivenza nelle donne con tumore al seno, è importante occuparsi della vita dopo la malattia, anche perché la diagnosi può coinvolgere anche pazienti molto giovani. Che non devono oggi rinunciare alla maternità.
Ma come cambia in gravidanza il corpo di una donna dopo la ricostruzione con la protesi mammaria? "A differenza delle altre donne, la paziente che ha fatto la mastectomia e la ricostruzione con la protesi mammaria - spiega Salgarello - non vedrà aumentare il volume del seno 'nuovo', poiché questo è costituito interamente dalla protesi. Infatti, anche se l’aspetto esterno è apparentemente normale perché è presente l’areola e il capezzolo, come accade nella mastectomia nipple-sparing, la ghiandola mammaria è stata asportata e quindi non può crescere sotto lo stimolo degli ormoni della gravidanza".
Oppure può trattarsi di una donna che ha fatto la ricostruzione con i propri tessuti e non con la protesi, un tipo di intervento che dà risultati più stabili e naturali nel tempo, ma che necessita di “attingere” tessuto, principalmente dall’addome. "Questo tipo di ricostruzione permette al seno ricostruito di modificarsi nel tempo, seguendo i cambiamenti fisiologici del corpo: ingrassa se la paziente prende peso, invecchia e scende come fa il seno originario. In questo caso, in gravidanza il seno ricostruito con i lembi di pancia si modifica, ovvero può aumentare di volume per l’ingrassamento della paziente, ma certamente non può allattare, poiché il seno è costituito di tessuto adiposo addominale e non di tessuto ghiandolare", sottolinea Liliana Barone Adesi, dirigente medico dell'Uo di Chirurgia Plastica, Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e vicepresidente Babc Italia Onlus.
"Bisogna inoltre evidenziare che dopo la ricostruzione con il tessuto addominale è opportuno aspettare la stabilizzazione delle cicatrici e dei tessuti per circa un paio d’anni prima di pensare ad intraprendere la gravidanza", aggiunge Salgarello.
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Giornata degli infermieri, Fnopi: “Senza non...
Mangiacavalli: "Subito la valorizzazione della professione nei percorsi formativi, di carriera e contrattuali'
La Giornata internazionale dell’infermiere coincide quest'anno con la Festa della Mamma: gli infermieri sono per il 76% donne e oltre 270.000 sono mamme che devono conciliare questa professione impegnativa con i carichi familiari (oltre la metà ha due o più figli). “Siamo la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale, ma stiamo assistendo a un momento particolarmente critico, fatto di carenze importanti, di diminuzione dell'interesse da parte dei giovani per la scelta di questa professione, di valutazione da parte di chi è già inserito di ‘migrare’ verso altre strutture in alcuni Paesi europei e nordamericani”. A dirlo è Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), alla vigilia della ricorrenza del 12 maggio, giorno della nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna.
“Nutriamo la salute” è lo slogan scelto da Fnopi per l'edizione 2024: “Abbiamo voluto cogliere questa occasione – spiega Mangiacavalli – per tornare all’origine della radice etimologica del termine anglosassone Nurse che deriva dal latino Nutrix e rimanda al concetto della nutrizione, del prendersi cura di chi ha bisogno. Questo fa l’infermiere nella sua attività quotidiana".
“In questa giornata importante - sottolinea la presidente di Fnopi - abbiamo bisogno di richiamare le istituzioni e la politica sul tema della carenza infermieristica, perché non è più un problema della nostra professione, ma del Paese tutto, è un tema di tutti i cittadini perché senza infermieri non c'è futuro, senza infermieri non c'è salute, non c'è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola". È "necessario quindi rilanciare politiche di valorizzazione della professione sia nei percorsi formativi che in quelli di carriera e contrattuali. Avere dunque coraggio per innovare i modelli assistenziali affinché i nostri cittadini possano sempre beneficiare di questa componente essenziale che, insieme a tutte le altre professioni sanitarie, ha fatto sì che il nostro Ssn sia tra i primi al mondo e il nostro Paese goda della di un alto tasso di longevità", conclude.