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Salute e Benessere

I tre disastri climatici più pericolosi per la salute...

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I tre disastri climatici più pericolosi per la salute globale

Il cambiamento climatico può causare una reazione a catena di eventi che influenzano i risultati sanitari

Cambiamenti climatici

Il cambiamento climatico sta emergendo come una delle principali minacce globali per la salute pubblica e l'economia mondiale. Un recente rapporto del World Economic Forum mette in evidenza l'impatto significativo che gli eventi meteorologici estremi avranno sulla salute globale nei prossimi due decenni. Il rapporto "Quantifying the Impact of Climate Change on Human Health", realizzato insieme a Oliver Wyman, analizza gli effetti diretti e indiretti di eventi climatici come inondazioni, siccità, ondate di caldo, tempeste tropicali, incendi e innalzamento del livello del mare sulla salute umana.

Effetti diretti e indiretti degli eventi climatici

Una delle proiezioni più preoccupanti del rapporto è che entro il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare un aumento significativo delle morti premature, con stime che indicano 14,5 milioni di morti aggiuntive. Questo avrà un impatto economico devastante, con perdite stimabili intorno ai 12,5 trilioni di dollari e costi aggiuntivi per i sistemi sanitari globali pari a 1,1 trilioni di dollari.

Le comunità più vulnerabili saranno colpite in modo sproporzionato da questi impatti, con particolare attenzione alle popolazioni già svantaggiate nelle regioni dell'Africa e dell'Asia meridionale. Le disuguaglianze esistenti nel settore sanitario, come la scarsità di risorse e infrastrutture inadeguate, saranno ulteriormente accentuate dalle conseguenze del cambiamento climatico.

L'aumento delle temperature e degli eventi meteorologici estremi, come sottolineato nel rapporto, aggraverà malattie infettive, cardiovascolari e respiratorie. In particolare, inondazioni e siccità sono identificate come le principali cause di mortalità legata al clima, mentre le ondate di caldo rappresentano la principale causa di perdite economiche. Si prevede inoltre un aumento e una diffusione di malattie sensibili al clima come la malaria e la dengue.

Per affrontare queste sfide, il rapporto sottolinea la necessità di una trasformazione globale dei sistemi sanitari e sforzi collaborativi tra stakeholder e settori diversi. L'analisi identifica strategie globali di riduzione delle emissioni e di adattamento delle infrastrutture sanitarie come urgenti per mitigare gli impatti del cambiamento climatico sulla salute umana.

I rischi climatici più pericolosi per la salute umana

Il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l'intensità di eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, rappresentando una minaccia crescente per la salute globale. Tra i vari rischi climatici, tre emergono come particolarmente acuti e urgenti:

  1. inondazioni e precipitazioni estreme;
  2. siccità;
  3. ondate di caldo.

Le inondazioni: il principale rischio climatico per la mortalità

Le inondazioni emergono come il rischio climatico più acuto per la mortalità secondo il rapporto del World Economic Forum. Si stima che entro il 2050, le inondazioni potrebbero causare la perdita di vite umane fino a 8,5 milioni di persone.

L'aumento della temperatura del mare contribuisce a questo rischio. Con il riscaldamento globale, la quantità di acqua evaporata aumenta, accelerando lo scioglimento dei ghiacci polari e aumentando i livelli delle falde freatiche. Le aree costiere sono particolarmente vulnerabili a causa dell'innalzamento del livello del mare, con un aumento delle inondazioni costiere fino a 10 volte rispetto a 50 anni fa.

Oltre alle perdite di vite umane e ai feriti, le inondazioni portano anche a un aumento delle malattie trasmesse dall'acqua e da vettori, come la malaria, a causa dell'acqua stagnante. I danni alle infrastrutture e ai raccolti possono causare insicurezza alimentare e malnutrizione. Inoltre, le inondazioni possono avere gravi conseguenze sulla salute mentale delle persone che subiscono la perdita delle loro case e dei mezzi di sussistenza. Le proiezioni globali indicano che le regioni equatoriali del Sud America, dell'Africa centrale e le regioni costiere del Sud-Est asiatico saranno tra le più colpite dall'aumento delle inondazioni entro il 2050.

Le siccità: espansione geografica e impatto crescente sulla mortalità

La siccità, caratterizzata da periodi prolungati di precipitazioni scarse o assenti, emerge come la seconda causa di mortalità legata al clima. Si prevede che entro il 2050 possa causare fino a 3,2 milioni di morti.

Sebbene tradizionalmente associate alle regioni come l'Africa, dove circa 40 milioni di persone sono esposte ai suoi effetti, le siccità si stanno diffondendo anche nelle aree più temperate del mondo. Circa il 40% degli Stati Uniti continentali e quasi un quinto della popolazione europea è già colpito da questo fenomeno.

Le conseguenze immediate della siccità includono la riduzione della qualità e della disponibilità dell'acqua e il degrado del suolo; si tratta di fattori che possono portare all'aumento delle malattie respiratorie a causa di concentrazioni più elevate di polvere nell'aria. Inoltre, la sicurezza alimentare, l'igiene e i servizi igienico-sanitari sono influenzati, contribuendo alla malnutrizione e alla diffusione di malattie infettive. La siccità mette inoltre a rischio i mezzi di sussistenza, con effetti negativi sulla salute mentale delle persone coinvolte.

Le future aree ad alto rischio di siccità includono l'ovest degli Stati Uniti, il Sud America sud-occidentale, la regione del Mediterraneo e l'Africa sud-occidentale. I dati della National Oceanic and Atmospheric Association (NOAA) indicano un peggioramento delle precipitazioni e un abbassamento dei livelli delle acque sotterranee in molte di queste regioni, confermando la crescente minaccia delle siccità sulla salute globale.

Le ondate di caldo: minaccia economica e per la salute

Le ondate di caldo, caratterizzate da periodi prolungati di temperature e umidità estreme, rappresentano una delle maggiori minacce economiche e per la salute, secondo il rapporto. Si stima che entro il 2050, queste ondate provocheranno perdite economiche fino a 7,1 trilioni di dollari, principalmente a causa della perdita di produttività.

Questi eventi climatici stanno diventando sempre più diffusi in tutto il mondo, con effetti significativi sul sistema di termoregolazione del corpo umano. Le ondate di caldo possono portare a una serie di problemi di salute, tra cui esaurimento da calore e squilibri elettrolitici, con conseguenze potenzialmente fatali, soprattutto nelle persone vulnerabili, dove lo sforzo aggiuntivo sul corpo può provocare infarti o ictus. Le popolazioni più povere, con limitato accesso all'acqua dolce e all'aria condizionata, sono colpite in modo sproporzionato da questi eventi.

Dal punto di vista economico, le ondate di caldo hanno un impatto significativo sulla salute e sulla produttività sul luogo di lavoro, specialmente nelle professioni ad alto rischio come agricoltori e operai edili, esposti direttamente alle temperature elevate.

Entro il 2050, si prevede che le ondate di caldo causeranno circa 1,6 milioni di morti, soprattutto nelle regioni ad alto rischio come Stati Uniti, America centrale, Africa meridionale e occidentale, Medio Oriente, India, Sud-est asiatico e Australia settentrionale. L'esposizione al calore in queste regioni potrebbe aumentare drasticamente, con la crescente urbanizzazione che gioca un ruolo chiave nel fenomeno, poiché gli ambienti urbani assorbono e irradiano il calore in misura molto maggiore rispetto alle aree naturali.

Il cambiamento climatico è un’emergenza sanitaria

Le proiezioni del rapporto sulla frequenza percentuale di malattie e mortalità in una collettività derivanti dai disastri naturali aggravati dal cambiamento climatico ci mettono di fronte a una realtà sconcertante: entro il 2050, potremmo assistere a oltre 15 milioni di morti, due miliardi di anni di vita sana persi e perdite economiche stimate a 12,5 trilioni di dollari. Queste cifre delineano chiaramente le dimensioni della crisi imminente che il riscaldamento globale porta con sé, minacciando di destabilizzare sia gli ecosistemi sanitari che il pianeta nel suo complesso.

È urgente un appello all'azione, rivolto ai governi e all'industria, affinché si impegnino attivamente nel ridurre le emissioni di gas serra per evitare un futuro così catastrofico. Parallelamente, è fondamentale che politici, settore sanitario e delle scienze della vita inizino a prepararsi per un futuro difficile, caratterizzato da frequenti disastri naturali e impatti devastanti sulle comunità e sulle regioni coinvolte.

Per il settore sanitario, questo momento richiede una seria riflessione sul suo ruolo futuro e su come possa sviluppare infrastrutture e operazioni più resilienti alle pressioni derivanti dalla crisi climatica. È essenziale riconoscere l'importanza e la fragilità degli operatori sanitari e garantire che siano adeguatamente preparati fisicamente e mentalmente per affrontare le sfide imminenti.

Inoltre, è necessario che il settore della salute e delle scienze della vita continui a stabilire priorità e strategie per affrontare queste sfide, collaborando con governi, altre industrie e tutte le parti interessate coinvolte. È essenziale condurre regolarmente test di stress nel settore sanitario per valutare la sua capacità di resistere e riprendersi dagli impatti climatici.

Anche se alcuni progressi sono stati fatti, come dimostrato dall'impegno di più di 120 nazioni nella Dichiarazione sulla salute e il clima durante la COP28, è chiaro che molto altro deve essere fatto. Mitigare gli effetti del cambiamento climatico richiederà un elevato grado di cooperazione globale e un impegno significativo delle risorse in anticipo. Fino ad ora, governi e industrie hanno dimostrato una lentezza nell'affrontare questa sfida, e questo atteggiamento deve cambiare rapidamente per proteggere la salute globale e garantire un futuro sostenibile per tutti.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Salute e Benessere

Estate 2023 la più calda in 2mila anni. Spoiler: quella...

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La conferma da uno studio sugli anelli degli alberi pubblicato su Nature: mai così caldo dai tempi dell'Impero romano

Caldo record -

Ce la ricordiamo tutti come un'estate rovente, caratterizzata da un susseguirsi di lunghe ondate di calore. E infatti, secondo gli scienziati, l'estate 2023 è stata la più calda degli ultimi duemila anni nell'emisfero settentrionale. Quasi quattro gradi in più dell'estate più fresca dello stesso periodo. A fare il calcolo, utilizzando le informazioni sul clima del passato custodite negli anelli degli alberi anno dopo anno nel corso di due millenni, sono riusciti gli scienziati dell'Università di Cambridge e dell'Università Johannes Gutenberg di Magonza, dimostrando l'eccezionalità dell'estate scorsa. Il 2023 era già stato segnalato come l'anno più bollente mai registrato, ma le prove strumentali risalgono nella migliore delle ipotesi solo al 1850. Ora i ricercatori sono andati molto più indietro, concludendo che, anche tenendo conto delle variazioni climatiche naturali nel corso di centinaia di anni, l'estate scorsa è la più calda dai tempi dell'Impero Romano, superando di mezzo grado Celsius gli estremi della variabilità climatica naturale.

"Quando si guarda a un arco di storia così lungo, si può vedere quanto sia drammatico il recente riscaldamento globale - sottolinea il coautore del lavoro, Ulf Büntgen, del Dipartimento di geografia di Cambridge - Il 2023 è stato un anno eccezionalmente caldo e questa tendenza continuerà a meno che non riduciamo drasticamente le emissioni di gas serra".

I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, dimostrano anche che nell'emisfero settentrionale l'accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali è già stato violato.

I dati disponibili sugli anelli degli alberi, incrociati con le prime registrazioni strumentali della temperatura, rivelano che la maggior parte dei periodi più freddi degli ultimi 2.000 anni, come la 'piccola era glaciale' nel VI secolo e quella all'inizio del XIX secolo, sono seguiti a grandi eruzioni vulcaniche ricche di zolfo. Queste eruzioni emettono enormi quantità di aerosol nella stratosfera, innescando un rapido raffreddamento della superficie. L'estate più fredda degli ultimi duemila anni risale al 536 d.C., dopo una di queste eruzioni, con una temperatura di quasi 4 gradi C in meno rispetto allo scorso anno.

La maggior parte dei periodi più 'hot' in questi 2mila anni possono essere attribuite all'influenza di El Niño, ma negli ultimi 60 anni il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra ha causato un aumento di questi eventi, con mesi estivi sempre più caldi. Si prevede che l'attuale evento di El Niño continui fino all'inizio dell'estate 2024, che con tutta probabilità batterà nuovi record di temperature.

"E' vero che il clima cambia continuamente, ma il riscaldamento nel 2023, causato dai gas serra, è ulteriormente amplificato dalle condizioni di El Niño, quindi ci ritroviamo con ondate di calore più lunghe e severe e periodi prolungati di siccità", ha affermato Jan Esper, autore principale dello studio e professore dell'Università Gutenberg di Magonza in Germania. "Se si guarda al quadro generale, si vede quanto sia urgente ridurre immediatamente le emissioni di gas serra", rimarca. La ricerca è stata in parte sostenuta dal Consiglio europeo della ricerca.

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Salute e Benessere

Oliva (Anmco), ‘nostro 55esimo congresso tra nuove terapie...

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A Rimini dal 16 al 18 maggio, con focus su valvulopatie, ipercolesterolemia, insufficienza cardiaca e simulazioni di metodiche diagnostiche

Oliva (Anmco), ‘nostro 55esimo congresso tra nuove terapie e prevenzione’

Con i suoi oltre 6mila iscritti, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) si ritroverà a Rimini dal 16 al 18 maggio per l’annuale congresso, appuntamento giunto alla sua 55esima edizione, con accento su novità terapeutiche e prevenzione secondaria. “Al centro dei lavori i trattamenti oggi disponibili per le valvulopatie, con gli interventi percutanei sempre più frequenti – spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Oliva, presidente nazionale Anmco – per l’insufficienza cardiaca, per l’ipercolesterolemia e l’amiloidosi, patologia non così 'rara', caratterizzata da un accumulo di aggregati proteici anomali che si depositano in diversi tessuti del corpo, con conseguente danno d'organo”.

“Tanti i temi trattati ed ampia la partecipazione scientifica fra gli opinion leader nazionali ed internazionali – sottolinea Oliva - che si ritroveranno a Rimini per il più importante momento divulgativo annuale vocato, fra le altre cose, alla migliore valorizzazione del ruolo centrale e attivo della Cardiologia italiana nel nostro Servizio sanitario nazionale. Il Congresso Anmco è un’occasione imperdibile per il miglior aggiornamento circa i grandi temi della cardiologia in materia di prevenzione, della cura e della ricerca, grazie ad un programma scientifico esteso e con contributi anche delle maggiori società scientifiche cardiologiche internazionali, come l’American Heart Association (Aha), l’American College of Cardiology (Acc) e la Società Europea di Cardiologia (Esc)”.

Durante i lavori “ci saranno moltissime sedute di simulazione di metodiche diagnostiche ed interventistiche per i giovani cardiologi che così potranno apprendere sul campo – aggiunge Oliva – come si posiziona, ad esempio, un catetere all'interno del sistema vascolare. Inoltre, il congresso sarà anche e soprattutto l’occasione di presentare i dati di tre nostri studi osservazionali, uno è EyeShot su sindromi coronariche acute; uno sull’insufficienza cardiaca e uno sulla prevenzione secondaria". Il congresso Anmco "si conferma, come ogni anno, incontro aperto e ricco di stimoli, testimoniando appieno l’impegno che da sempre Anmco spende per sostenere la crescita e la formazione dei cardiologi ospedalieri. Non solo, questo appuntamento - conclude - rappresenta il momento di maggiore sintesi nel panorama dei congressi medico-scientifici italiani essendo in grado di catturare l’interesse e la partecipazione anche da parte dei decisori e degli stakeholder che possono offrire il proprio contributo, insieme ai tanti clinici previsti, nei diversi momenti specifici suddivisi in sessioni, focus e tavole rotonde”.

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Salute e Benessere

Farmaceutica: IAI Academy, 16 giovani talenti su patologie...

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Indagine Emg Different, 55% universitari interessato a biotech ma 51% non ne conosce profili professionali

Farmaceutica: IAI Academy, 16 giovani talenti su patologie infiammatorie e autoimmuni

Hanno in media 26 anni i 16 giovani talenti selezionati mediante il progetto dell'IAI (Inflammation and Auto Immune disease) Academy di Incyte, azienda biofarmaceutica globale. La task force di giovani talenti - spiega una nota - andrà a consolidare la nuova Business unit dedicata alle patologie infiammatorie e autoimmuni, che ha l'obiettivo di trasformare il paradigma di trattamento nell'ambito di malattie dermatologiche in cui persiste un elevato di bisogni insoddisfatti (unmet need), quali vitiligine, dermatite atopica e idrosadenite suppurativa.

"Il progetto dell'IAI Academy nasce dalla consapevolezza che oggi realtà come Incyte hanno un ruolo più ampio e articolato, che si estende oltre i confini dell'azienda - commenta Onofrio Mastandrea, vicepresidente e General Manager di Incyte Italia - Il concetto di responsabilità sociale si traduce nella capacità di generare un valore condiviso, che impatta anche la comunità in cui l'azienda opera. L'IAI Academy è un esempio concreto di come sia possibile riunire la dimensione del business con quella sociale: attraverso l'ingresso in azienda di questi giovani talenti abbiamo aumentato la nostra competitività e, al tempo stesso, contribuito a facilitare l'incontro tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro. Incyte è un'azienda orientata al futuro - continua - crediamo fortemente nel potenziale delle nuove generazioni e nell'importanza di investire sullo sviluppo dei giovani talenti. Questo progetto ribadisce il nostro impegno, che desideriamo portare avanti insieme alle istituzioni e all'accademia".

Con questo modello di talent acquisition, Incyte vuole inoltre contribuire ad avvicinare le nuove generazioni al biotech, un settore in forte crescita e ricco di opportunità professionali di cui, tuttavia, sembra non esserci sempre piena consapevolezza al termine dei percorsi di formazione. Un'indagine commissionata da Incyte e condotta da Emg Different, società di ricerche di mercato del gruppo Adnkronos, ha esplorato la percezione delle aziende biotech in ambito life science su circa 300 giovani laureati e laureandi in facoltà scientifiche con una media di 23 anni di età. Oltre la metà degli intervistati (55%) ha confermato il proprio interesse a intraprendere un percorso professionale nel settore, motivato soprattutto dalla possibilità di contribuire alla salute pubblica e migliorare la vita delle persone. A fronte di ciò, il 51% del campione non ha mostrato familiarità con le figure professionali operanti all'interno di un'azienda biotech e addirittura il 73% non ha saputo citare spontaneamente alcun ruolo professionale in questo settore.

La collaborazione tra aziende e università è fondamentale per aiutare i giovani ad acquisire maggiore consapevolezza e garantire un'integrazione crescente tra formazione e lavoro, specialmente in settori altamente specializzati come quello delle biotecnologie applicate alla salute. Su questo tema, Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale Università Campus Bio-Medico di Roma, uno dei poli accademici d'eccellenza per l'interdisciplinarità delle scienze, che ha risposto alla call to action lanciata da Incyte, osserva: "La mission dell'Università Campus Bio Medico di Roma è legata fortemente all'idea di una formazione integrale. Puntiamo a formare non solo generazioni di validi professionisti nei campi della medicina, della salute e delle life science, ma anche ad accompagnare le nostre studentesse e i nostri studenti nel loro percorso di crescita personale e avvicinamento al mondo del lavoro. La partnership con Incyte Italia si inserisce proprio in questo solco, promuovendo l'incontro tra domanda e offerta di competenze e permettendo di esprimere a pieno il potenziale dei nostri talenti".

Questa sfida, per essere vinta, non può prescindere dal sostegno delle istituzioni. Come afferma l'onorevole Marta Schifone, membro della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati e promotrice della legge 187/2023 sull’istituzione della Settimana Stem (Science, technology, engineering and mathematics), "a pochi mesi dall'approvazione della legge, veder crescere l'attenzione attorno ai percorsi universitari e professionali in materie scientifiche e tecnologiche mi riempie di orgoglio. Scuola, università, istituzioni e imprese - conclude - devono intensificare la loro collaborazione per promuovere l'acquisizione e la valorizzazione di queste competenze, fondamentali per guidare il progresso scientifico e per affrontare le sfide di oggi e di domani".

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